Ovvero del perché i compleanni è meglio trascorrerli su Marte.
1) Se hai un giro di amicizie composto da:
- un magico trio, ovvero le tue migliori amiche
- la tua compagnia, ovvero i tizi con cui ti ritrovi il fine settimana
- il tuo ragazzo
- gli amici del tuo ragazzo
non puoi pensare di poter mettere tutto insieme, frullare e servire caldo. Non se vuoi evitare qualche omicidio, comunque.
E se provi ad organizzarti la giornata a turni, ovvero cercare di uscire con più o meno tutti, spenderai talmente tanti soldi che tuo padre non solo ti diserederà, ma pretenderà anche di essere lui il tuo diretto erede per compensare la spesa.
Io, siccome sono una cretina totale, con tanto di patentino di cretinità, ho fatto un po' e un po', guadagnandoci solenni incazzature che Zeus con i suoi fulmini, al confronto, sono puzzette di chihuahua.
Non solo, ma mi sono anche persa tre volte. Perché la gente che conosco io non può abitare in posti normali, no, in culo ai lupi devono farsi la tana. Che poi ti ci voglio in giro per Milano di sera, le strade mezze vuote, i lampioni fulminati e rotonde che spuntano fuori come funghi.
Non so neanche come ho fatto a tornare a casa.
2) Ti regaleranno cose che ti stupiranno.
Ora su questo punto lasciatemi sfogare un pochetto, che ne ho bisogno XD
Intanto del portatile nuovo non si sa ancora niente, mio padre all'argomento sguscia via come una biscia XD Ma la cosa peggiore è un'altra.
Perchè, ebbene sì, è successo.
Me lo aspettavo, non dico di no, dopotutto la gente sa che amo leggere, e dei miei gusti in fatto di libri non ho mai fatto mistero, ma visto che il tempo passava e niente accadeva m'ero illusa di essermela scampata.
E ovviamente è quando abbassi la guardia che ti fregano.
Insomma, m'hanno regalato Twilight.
E' stata una scena terrificante.
Si avvicinano gli amici del mio ragazzo con in mano quattro pacchetti, più o meno di dimensioni uguali. Che fossero libri lo si intuiva ad occhio. Sorrido e scarto il primo pacchetto.
Sfondo nero, mani e mela. OMG.
Si fa avanti tutta contenta la ragazza del migliore amico del mio fidanzato.
"So che ti piacciono i vampiri... questa è una saga bellissima, vedrai!"
Sposto lo sguardo sulla pila di pacchetti... ommioddio. Non mi hanno regalato l'intera saga vero? Voglio dire, sono un sacco di soldi. Non spenderebbero tutti 'sti soldi per una che conoscono sì e no da quattro mesi, no? Però sono in dieci cristiani, anche se ci hanno messo cinque euro a testa...
Intanto il mio ragazzo che si è sorbito per settimane lunghe filippiche contro la Meyer e affini, si schianta per terra dal ridere. Magari è stato lui a suggerire la cosa. Appunto nella mia agenda mentale di trafiggerlo con un paletto.
Gli amici però non hanno l'aria di prendermi per il culo, quindi per loro è un regalo serio.
Se non voglio offenderli a morte e creare una spaccatura sociale dovrò fingere di amare Twilight per il resto della mia vita. Muoio.
Torno a respirare quando scarto gli altri pacchetti. Un King che ho già ma in edizione economica, una biografia di Elvis (questo non me l'aspettavo davvero) e un altro titolo che non mi ricordo.
In occasioni così potrei anche ritrattare il mio ateismo (ma anche no).
3) E sono ventuno. Due decine ed una unità.
Mi sono trovata a fare il bilancio di quel che è per il momento la mia vita. Non so se i risultati siano confortanti o meno.
A ventuno anni mia madre si sposava e si attrezzava a mettermi in cantiere. Ed è tuttora felicissima di questo.
A ventuno anni io ho alle spalle due relazioni chiuse male, una che sembrava essere finita bene ed invece è un abisso di disperazione, e quella attuale che, nonostante le buone intenzioni, ha buone probabilità di finire nel sangue. Il suo, per la precisione.
A ventuno anni mio padre viaggiava in giro per l'Italia per imparare meglio le sfumature del mestiere. Cosa che lo ha aiutato a rendersi versatile per qualunque lavoro, consentendogli di mantenere tre figli ed una moglie a cui bene o male non ha fatto mai mancare niente.
A ventuno anni io ho un diploma di ragioneria e un'istruzione economica universitaria che mi fanno rimpiangere di non essermi data agli studi classici. Ho sempre lavorato in nero e il lavoro che più mi ha insegnato è stato quello della barista: so fare un Cuba Libre perfetto.
A ventuno anni (o qualcuno in più) le mie amiche parlano di avere un figlio.
A ventuno anni io, se sento la parola bebè, tiro fuori sale e acqua santa, WinBros docet.
Finora non ho realizzato nulla di eclatante, non ho meriti ed esperienze che potrei vantare con orgoglio, e tutto sommato mi sento anche abbastanza inutile.
Poi ci penso un secondo e mi dico: ma vaffanculo, ho solo ventuno anni!
In definitiva, superata la tempesta, mi sono ritrovata un po' amareggiata, un po' contenta e un po' sollevata. Tutto insieme, alè! XD
Però resto dell'idea che i compleanni sono un'usanza barbara che andrebbe abolita per amore dei diritti fondamentali dell'uomo, tipo il benessere fisico e mentale