fandom: Teen Wolf (2011)
rating: pg13
pg/pair: lo Sceriffo, Derek e Laura Hale
disclaimer: not mine
teaser:
AU. Lo Sceriffo scopre la verità dietro l’incendio di casa Hale.
Patatine fritte
Non c'era molto da dire riguardo alla vecchia casa degli Hale. Muri bruciati, finestre esplose, e soffitto crollato era in tutto e per tutto il ritratto della decadenza. Certo, decadente era una parola che lo Sceriffo non avrebbe mai usato ad alta voce: troppe implicazioni, tra cui anche quella che fosse stata una semplice negligenza a portare alla morte degli Hale. Il che era ridicolo.
Lo Sceriffo conosceva bene tutti i membri della famiglia, e nessuno di loro si sarebbe potuto dire incauto o, Dio glien’era testimone, scansafatiche.
In effetti, gli Hale erano tra le persone più impegnate che lui avesse mai conosciuto. Il peggio che si sarebbe potuto dire di loro era che erano esternamente riservati. I più giovani, in particolare, non si lasciavano quasi mai avvicinare da estranei e interagivano coi loro coetanei solo nei limiti delle ore scolastiche. Lo Sceriffo li trovava spesso seduti sul limitare della foresta a leggere libri tra le foglie secche, o a rincorrersi per la proprietà con aria spensierata. Non era esattamente preoccupato per loro, ma al tempo stesso non poteva fare a meno di domandarsi quale segreto nascondessero. Perché un segreto c'era: se lo sentiva nelle ossa; solo, non aveva ancora un'idea precisa di quale fosse.
L'incendio si dimostrò di grande aiuto su questo fronte. Sulle prime, lo Sceriffo si limitò ad arginare i danni, firmando documenti e intrattenendo telefonate che lo tennero inchiodato dietro la scrivania più di quanto la sua schiena avrebbe avuto piacere. Prima di allora non aveva avuto davvero tempo di ragionare sugli indizi che aveva sotto gli occhi; poi, quando l'ansia cominciò a scemare e il suo corpo a smaltire l'adrenalina in eccesso, tutto gli parve infinitamente più chiaro.
Tappezzò le pareti con tutte le fotografie dell'incidente che era riuscito a racimolare e non emerse dal suo ufficio che sei ore dopo la fine del proprio turno. Per una volta non gli dispiacque fare gli straordinari; al contrario, ciò che aveva scoperto gli fece giurare che non avrebbe chiuso occhio fino a che l'intera faccenda non fosse stata risolta. Suo figlio gli avrebbe fatto una ramanzina infinita, ma in quel momento la disapprovazione di Stiles (e il conseguente bando delle patatine fritte dalla sua dieta) era qualcosa che aspettava con gioia.
Ora il suo unico problema erano i due ragazzini rifugiati nella stanza a fianco.
Laura e Derek, 17 e 15 anni, sembravano molto più giovani della loro età. Erano lì dal primo pomeriggio, fin da quando una delle segretarie li aveva fatti accomodare in una delle salette vuote del dipartimento.
Quando lo Sceriffo li raggiunse, attorno alle prime ore del mattino, trovò incarti di merendine e bicchieri di plastica sparsi sul tavolo e le luci dei distributori automatici che brillavano di rosso. Nell’aria c’era un odore strano: una miscela agrodolce di fumo e caffeina.
Lo Sceriffo sedette al tavolo e, avvicinandosi, notò che i dolci non erano stati mangiati e che il caffè non era stato bevuto. Laura e Derek dovevano aver usato zucchero e bevande istantanee per cercare di coprire l'odore di fumo che si portavano ancora addosso. Lo Sceriffo fece una smorfia.
Laura allungò il braccio verso il suo lato del tavolo e gli coprì la mano con la propria, più piccola e in apparenza fragile. «È ok», disse, come se avesse intuito le ragioni del suo disappunto. «Non fa molta differenza, al momento».
Lo Sceriffo scosse la testa; al momento, si sforzò di ricordare, tutto faceva la differenza. Sospirò, concedendosi solo un breve istante per prepararsi a una conversazione che sapeva inevitabile: «Licantropi», sussurrò a porte chiuse.
Laura ritrasse di scatto la mano, come scottata, il respiro mozzo e le pupille dilatate.
Derek, che fino a quel momento era rimasto immobile con lo sguardo puntato al suolo, sollevò la testa in modo tanto rapido che lo Sceriffo udì lo schiocco distinto delle sue vertebre.
«Non ho idea di cosa-»
«Si sbaglia, noi non-»
«Ragazzi», li interruppe lui. «Va tutto bene. Voglio aiutarvi».
Nessuna risposta; non per i lunghi minuti in cui Laura e Derek si guardarono di sottecchi, occupati in una conversazione scandita da fiati e ringhi concitati.
«La ascoltiamo», disse Laura alla fine, mostrando una fierezza che sembrava quasi fiori posto sul suo volto ancora infantile.
Lo Sceriffo decise di levare il cerotto in un unico strappo: «Chi di voi è l'Alpha, adesso?»
Di tutte le domande che avrebbe potuto fare, i ragazzi Hale non si erano di certo aspettati questa. Sgranarono gli occhi con una sincronia che in altre circostanze gli avrebbe strappato un sorriso. Poi Derek si morse il labbro inferiore e gettò un'occhiata veloce in direzione della sorella, mentre la sua mano cercava quella di lei sotto il tavolo.
«Ah», comprese lo Sceriffo. «D'accordo». Si alzò in piedi senza aggiungere altro. La sua reazione gettò i suoi giovani interlocutori in una confusione ancora più marcata.
«Tutto qui?», domandò Derek.
Lo Sceriffo si fermò con una mano sulla maniglia della porta. «Tutto qui», rispose, sincero. Non aveva davvero altro da aggiungere; le circostanze adesso gli erano chiare.
Non c’era motivo di ritardare oltre quello che sapeva andava fatto: falsificazione di documenti, occultamento di prove,… magari anche qualche piccola frode fiscale. Erano tutte attività che deprecava; ma non era come se avesse altra scelta. Quello era l’unico modo in cui avrebbe potuto portare avanti le indagini e scoprire chi era il vero responsabile dell’incendio a casa Hale.
«Terza porta sulla destra, in fondo al corridoio», fece un cenno col capo. «Non preoccupatevi di usare tutta l’acqua calda. Negli armadietti ci sono dei vestiti puliti che dovrebbero andarvi bene».
Derek sbatté le palpebre, confuso: «Grazie…?» Spostò lo sguardo su Laura, che sorrise.
«Grazie», disse le, più sicura, le iridi macchiate di un rosso acceso.
Lo Sceriffo annuì e si diresse di nuovo verso il proprio ufficio. Non andava tutto bene; non ancora, ma presto.... «Presto», mormorò, come una promessa, alle fotografie di casa Hale.
Quando si voltò, scoprì tre porzioni giganti di patatine e una bottiglia di ketchup che lo attendevano sul tavolo. Il biglietto che li accompagnava ci teneva a informarlo che erano stati il cibo preferito della Signora Hale.
“E comunque”, continuava la scrittura imprecisa di Stiles, “il fritto non dovrebbe nemmeno fare parte della tua dieta, padre mio! Perciò mi pare ovvio che ti toccherà dividerle con qualcun’altro”. Le ultime parole, sottolineate e in corsivo, erano state ripassate con un pennarello colorato.
Lo Sceriffo sorrise; c'erano consigli peggiori da seguire. Ketchup e patatine alla mano, si avviò nella stanza interrogatori ad aspettare Derek e Laura.
Editato: 15/06/2013
Su
AO3.
Allitterazione
rating: pg13
pg/pair: Lydia, Lydia/Peter
spoiler: seconda stagione
disclaimer: not mine
teaser:
Lydia dice di sì.
Allitterazione
Lydia dice di sì con una corona di fiori attorno al capo e rosse foglie d'autunno tra le dita dei piedi nudi.
Sta sognando, e i vapori del sonno la guidano nel sogno di qualcun altro. C'è odore di pioggia nell'aria.
Lydia scivola sul pavimento polveroso, e la notte cala improvvisa.
Lui arriva come sempre: mascherato in ricordi che non le appartengono, il sapore di aconito e fango sulle labbra pallide. Le accarezza i capelli e sussurra orribili promesse contro il suo seno.
Lydia chiude gli occhi. «Sì», dice, perché non può fare altrimenti. Sì, pensa, mentre la pioggia comincia a cadere sulle assi bruciate del pavimento.
Peter sorride, e il suo abbraccio si fa finalmente reale.