Series:
Tomorrow There'll Be Sunshine And All This Darkness PastSummary: Quando infine giunge alla porta della camera è a corto di fiato, per quanto lo ignori e cerchi di tenersi in forma e mangiare sano l'età avanza anche per lui, e a ricordarglielo è arrivato puntuale il suo compleanno, qualche giorno addietro. O magari il motivo è un altro, lo stesso che l'ha reso privo di parole per il suo stesso cervello."
Words: 986
Genre: Fluff, Introspective, Romantic, Slice Of Life
Pairing: Jude Law/Robert Downey Jr.
Rating: PG-15
Warnings: Missing Moments, One-Shot, Slash
Notes: Per la serie "A Volte Ritornano" lol Non so, ieri sera per la prima volta in ages ho letto qualche fanfic e m'è presa voglia di scriverne una. Devo dire che è venuta fuori un sacco fluida e veloce, mi sa che ne avevo proprio bisogno. Btw, è basata su fatti reali (lol). In particolare, Jude che chiama Robert "
Peter Pan", e la reply di Robert
qualche giorno fa.
Enjoy!
Potrebbe provare a descrivere ogni singola sfumatura di ciò che sta provando ora che sale le scale a due gradini alla volta, ma sarebbe inutile, e non solo perché il cuore gli batte così forte in petto da fargli male, o perché ha la gola secca come se invece di una rampa di hotel stia correndo le ultime miglia di una maratona troppo faticosa e decisamente troppo bagnata. Tutte queste sarebbero già ottime ragioni, ma la verità, quella che nella sua essiccata semplicità li ha fregati sempre, sin dall'inizio, è che ci sono volte in cui le parole non sono abbastanza, anche per uno come lui, e quindi è meglio star zitti che finire con il fare la figura dell'idiota balbuziente.
Quando infine giunge alla porta della camera è a corto di fiato, per quanto lo ignori e cerchi di tenersi in forma e mangiare sano l'età avanza anche per lui, e a ricordarglielo è arrivato puntuale il suo compleanno, qualche giorno addietro. O magari il motivo è un altro, lo stesso che l'ha reso privo di parole per il suo stesso cervello.
Bussa. Due tocchi veloci, poi un altro, singolo, a distanza di un secondo. Codici vecchi di ormai anni, e si chiede per un momento dove diavolo sia volato il tempo. E soprattutto, come ha fatto a farlo in quella maniera così... nascosta. Fugace come un lampo, si potrebbe dire. Il pensiero lo spaventa, così smette di nuovo di pensare, e si limita a fissare la superficie di legno davanti ai suoi occhi, in attesa di risposta.
Vorrebbe ripetere il gesto, ma in cuor suo sa di non doverlo fare, anche se non sa bene perché. Se solo lasciasse sé stesso ascoltare la propria voce interiore, questa gli direbbe - o meglio, ricorderebbe, perché le sa già - mille e altre motivazioni al riguardo, ma non ha ciò che ci vorrebbe per starla a sentire, non in questo momento, così ritira la mano già a mezz'aria con fare ubbidiente.
Attende. Ritto davanti alla porta, lo sguardo immobile, attende.
Non si mette a contare i secondi ma sa che ne passano dai due e mezzo ai quasi cinque prima che quel qualcosa che gli ha mozzato il fiato prima ancora di avvicinarsi alle scale e gli ha rubato le parole dal cervello avvenga, lentamente come se fosse un film mandato a stop motion. Effetto cinematografico che gli è sempre stato un po' sulle balle, comunque.
Quando infine al legno avorio si sostituisce quel colore indefinito che indubbiamente costituisce parte del fascino del suo amante, e che potrebbe giurare corrisponda alla tonalità grigio-celeste in questo momento; quando infine la porta viene aperta - sempre ad una velocità non normale, per quanto ne possa dire lui - e i suoi occhi incontrano quelli così a lungo desiderati il tempo si ferma addirittura, e tutto rimane immobile e silenzioso sul pianerottolo, e nell'intero edificio. Una parte di sé se interrogata giurerebbe che addirittura l'intera città abbia smesso di muoversi, almeno per qualche frazione di secondo.
Non pensa prima di parlare, sa già che sarebbe inutile tentare di formulare un singolo pensiero di senso compiuto, fuori personaggio. Il proprio.
"You need to stop it." sussurra allora, all'improvviso, spingendo sul tasto play.
Ma non accade nulla, tutto è ancora in pausa.
"Stop doing what?" ripete l'altra, diversa, e non solo perché più giovane, tuttavia con una sfumatura riconoscibile ad entrambi. E ancora, approfittando dell'apparente stasi dell'altro: "Booking fancy hotel rooms whenever I know you will be in town and waiting for you to show up? Which always happens, anyway?"
Normalmente gliela darebbe vinta e si lascerebbe andare ad una risata che la battuta si è guadagnata a pieni meriti, gettandosi alle spalle quel pazzo mondo che gli alita sul collo.
Stasera però non è una sera come le altre, e lui rimane ancora lì impalato, scuotendo solo una singola volta il capo prima di rispondere, ancora in un sussurro: "Divulging our private stuff to the press. It's really annoying."
"What did I do this time?" sospira l'altro, i suoi occhi ancora perfettamente fissi in quelli di fronte a sé. E non riesce a nascondere il velo di un sorriso.
Lui lo nota, non può evitarlo, e prima ancora di realizzarlo le labbra gli si distendono già in qualcosa di simile, che va allargandosi di nanosecondo in nanosecondo.
"Peter Pan? Really?" gli risponde, e nelle sue intenzioni ha il velo di un rimprovero. Ma quell'inflessione rimane soltanto nella sua testa, e lui non se ne rammarica, perché l'aveva previsto, come aveva previsto le sue braccia allungarsi tutto ad un tratto e trascinarlo dentro, il suo volto illuminarsi, il proprio corpo stretto al suo, il rumore della serratura che scatta, anche se non vede nulla di tutto questo, perché ha chiuso gli occhi nell'istante stesso in cui da essere in pausa sono passati al flash forward, necessario per non permettere a niente - nulla, nessuno - di scivolare con loro tra quelle quattro mura, di violare la loro intimità.
È solo quando assapora sulla lingua il sapore della sicurezza che si concede di socchiudere gli occhi, e la prima cosa su cui si posano sono labbra a lungo sospirate, che adesso sfiora con la punta delle dita prima di concedersi il piacere di incontrare le sue iridi, di nuovo, anche se in fondo in fondo è come se fosse la prima volta.
"Welcome home, Peter Pan." lo saluta un ennesimo sussurro, più caldo stavolta però, e le sue mani lo accarezzano già, con una sicurezza che solo il tempo può dare, e allora è grato che ne sia passato, anni alle spalle a molti ancora a venire, in un continuo scorrere che tuttavia a volte si può mettere in pausa, o addirittura far svanire, come quando due brevi, leggere e avvolgenti parole gli giungono piano all'orecchio, appena pronunciate e già amate, perché sono tutto quello che desidera in questo momento. "Welcome back."