Jan 07, 2013 21:02
Post long overdue di fine 2012 e inizio 2013 che avrei dovuto scrivere prima ma non c'è stato tempo/voglia/whatever.
Se il cervello umano avesse un piccolo interruttore capace di accendere il pensiero logico e razionale, adesso scriverei che il 2012 è stato un buon anno, almeno per gli standard recenti. Ho passato un'estate che non è esagerato definire epica, in cui ho girato per mezza Europa con i mezzi più diversi e seguito Bruce e la band down the road, sleeping in the field, sleeping by the rivers. Ho conosciuto persone fantastiche e mangiato piatti deliziosi. Ho lasciato indietro qualche paura e ho imparato nuove cose, come per esempio a fare il caffè espresso. Ho preso casa a Londra e ho trovato un lavoro. Ho visto il mio primo musical dal vivo e il mio modello di vita mi ha riconosciuto.
Chiunque direbbe che è stata una buona, bella annata.
La mia parte razionale concorda appieno.
Purtroppo per tutti quanti l'essere umano ha quest'altra componente chiamata sentimento o emozione o whatever, che è l'opposto della logica.
E questa continua a dire che no, il 2012 è stato decente, ma niente di più.
Perché è finito allo stesso modo in cui si era concluso il 2011, anzi, forse anche peggio.
C'è stato un periodo, tanti anni fa (ormai posso usare questo aggettivo numerativo senza esagerare), in cui avevo un'idea molto chiara in testa della direzione che la mia vita avrebbe dovuto prendere. Una sorta di scena di un film che mostra il tuo "essere adulto", immobilizzato in tableau vivant che non sarà mai solo quello, ma avrà una serie di variabili che nel contesto delineeranno suddetto quadro.
Forse una delle gioie della adolescenza è proprio il tono marcato e definito che hanno le cose, caratteristica che inevitabilmente viene persa man mano che si cresce e le cose da bianche e nere finiscono per avere soltanto miliardi di sfumature diverse di grigio.
Un disastro.
Nessuno ti dice quale sia il prezzo da pagare per diventare adulti. O forse te lo dicono ma tu non li ascolti, quando dovresti.
Fatto sta che acquisti maturità, consapevolezza, valore, peso (figurato) agli occhi del mondo intero, ma finisci per smarrire le tue sicurezze, per poche che possano essere state.
Ti rimane un grande senso di vuoto, misto alla sensazione di essersi perso da qualche parte buia, una specie di radura in una notte senza luna. Ti guardi in giro e non distingui niente, perché non c'è nulla intorno a te. Sai che puoi contare su te stesso, ma non sai fino a che punto, e hai paura di camminare troppo in là, perché non c'è luce e potresti benissimo arrivare al margine di un burrone senza saperlo. E a quel punto è solo questione di fortuna, o sesto senso. Te la sentiresti di affidare la tua vita nelle loro mani?
Gli obiettivi diventano confusi per la maggior parte delle volte, e quando anche rimangono chiari nella tua testa non basta allungare la mano per prenderli. In mezzo alla radura non c'è niente di visibile a cui aggrapparsi. L'unica cosa che puoi fare è mettere le mani avanti e cercare a tentoni ciò che vuoi, senza sapere che forma possa questo prendere, o se mai la troverai, effettivamente.
Provi a ritornare indietro con la mente, ad immaginare di nuovo quella "vita da grande" che anni fa ti sembrava così chiara ed evidente, e non puoi fare a meno di chiederti cosa sia andato storto.
La risposta, cruda e inevitabile, è tutto.
E il peggio è che non puoi tornare indietro, anche se lo vorresti.
Puoi soltanto continuare a tentoni nell'oscurità, sperando di trovare il cemento di una strada prima di quel famoso burrone.
Cercando di non perdere te stesso, nel frattempo.
personal: like a rolling stone,
personal: god knows i'm miserable now,
personal: sadness,
personal: it's my life