[FanFic] I'm Happy Just To Dance With You

Feb 21, 2012 00:58

Summary: ‹‹ C-Ciao, Gabriel... ›› balbetta, sentendo il cuore cominciare a galoppargli in petto. Odia quell’effetto così immediato, eppure non è ancora riuscito a trovare una soluzione. Probabilmente perché non esiste.
Words: 1,228
Genre: Comedy, Slice Of Life
Pairing: Gabriel Macht/Patrick J. Adams
Rating: PG
Warnings: Missing Moments, One-Shot, Pre-Slash
Notes: Scritta per il Carnevale di
landedifandom, per la prima giornata su maridichallenge sul prompt "'L'ho letto.' 'Cosa?' 'Il tuo ultimo tweet, quello dove dicevi di voler ballare con qualcuno.'" di manubibi. Il titolo è preso dall'omonima canzone dei Beatles.

La suoneria del telefonino lo coglie totalmente impreparato, facendolo sobbalzare talmente tanto che per poco non casca dalla sedia, letteralmente. E ringrazia in silenzio che la lattina della coca-cola caduta sulla tastiera sia ormai vuota, altrimenti avrebbe ben potuto dire addio al suo laptop. Per la fretta di rispondere non guarda neanche il display, e risponde come riesce a mettere le mani sul cellulare.
‹‹ Pro-Pronto? ›› risponde, il fiato un po’ corto per l’acrobazia appena compiuta per onde evitare la caduta dell’apparecchio.
‹‹ Ehi, ragazzone... ›› gli fa una voce conosciuta di rimando, e Patrick deglutisce all’istante, immobilizzandosi in quella stessa posizione, lo sguardo che casualmente si poggia sullo schermo del pc. La pagina principale di Twitter è ancora aperta.
‹‹ C-Ciao, Gabriel... ›› balbetta, sentendo il cuore cominciare a galoppargli in petto. Odia quell’effetto così immediato, eppure non è ancora riuscito a trovare una soluzione. Probabilmente perché non esiste.
‹‹ Come te la passi? ›› ribatte l’altro, il tono completamente calmo e rilassato.
‹‹ I-Io? Bene, sì, tutto bene, grazie... T-Tu? ››
È pienamente consapevole di star facendo la figura dell’idiota, ma onestamente è già tanto se riesce ad infilare una parola di senso compiuto dietro l’altra e a ricordarsi delle regole principali della buona educazione.
‹‹ Oh, alla grande. ›› fa una piccola pausa, troppo breve perché lui sia capace di formulare un nuovo argomento di conversazione, e poi continua ‹‹ L’ho letto, sai... ››
Patrick spalanca gli occhi e rimane un attimo in silenzio, cercando di capire a cosa diavolo stia facendo riferimento l’altro. Non è in grado di dare una risposta precisa, così si limita a domandare.
‹‹ ... Letto cosa? Il... copione del prossimo episodio? ›› chiede, sembrandogli la cosa più sensata.
‹‹ Il tuo ultimo tweet, scemo... Quello dove dicevi di voler ballare con qualcuno. ›› ridacchia leggermente Gabriel, e quel suono sarebbe sufficiente a mandarlo al tappeto, per quanto ne va pazzo. Ma poi gli tornano in mente le parole appena pronunciate e sbianca completamente, deglutendo ed afferrando la spalliera della sedia, forzandosi di mettersi seduto, per non cadere a terra. Sente già le gambe tremargli, dalle ginocchia in basso.
‹‹ O-Oh. ›› è tutto ciò che riesce a mormorare, un vago sentore di calore che gli colora le guance. Come per un riflesso condizionato chiude lo schermo del computer, e si gira sulla sedia, dandogli le spalle.
‹‹ Sei a casa, vero? ›› la voce sicura di sé dell’altro lo riporta bruscamente sulla terra, anche se solo in parte. Il suo cervello è decisamente in un altro luogo.
‹‹ S-Sì, sì, sono a casa, certo... Perché? ››
Ma non riceve nessuna risposta. Rimane lì interdetto per una decina di secondi, poi alla fine si scosta il cellulare dall’orecchio e fissa il display. La chiamata è stata terminata. Maledice a bassa voce la linea telefonica e fa per ricomporre l’ultimo numero in entrata, ma in quel momento esatto nell’appartamento risuona il campanello della porta d’ingresso. Se ne sta lì per qualche attimo ancora, indeciso se richiamare o andare a vedere chi possa mai essere a quell’ora, ed eventualmente si costringe a trascinarsi verso l’entrata. È talmente preso dalla voce di Gabriel che gli risuona nella testa che non si preoccupa di indossare qualche altra cosa al posto del pigiama con i pinguini che ha adesso su. E intanto il campanello suona ancora.
‹‹ Arrivo, arrivo... ›› mormora, allungando la mano e tirando giù la maniglia ‹‹ Chi... ›› comincia, ma la voce gli si secca in gola come apre la porta e si ritrova di fronte la stessa persona sulla quale stava fantasticando ‹‹ ... è. ›› conclude poi, gli occhi che subito si posano sull’altro.
Gabriel gli sorride e inclina appena la testa, indicando il salone alle spalle di Patrick.
‹‹ Allora, per quel ballo... Accetti partner maschili? Mi rendo conto che una ragazza sarebbe stata preferibile, ma data l’ora... non sono riuscito a fare di meglio, spero mi perdonerai... ››
Lui vorrebbe rispondergli tante cose, prima fra tutte che non avrebbe voluto nessun altra persona a ballare con lui, a prescindere dall’orario e dal luogo. Ma è completamente paralizzato adesso, sia negli arti che nelle corde vocali, così si limita a fissarlo negli occhi, inghiottendo la saliva e cercando di ignorare il cuore che pare essere sul punto di detonare.
‹‹ ... Pat? ›› ridacchia appena l’altro, la testa ancora leggermente inclinata, nessun segno di scocciatura sul viso.
‹‹ S-Sì, scusa, io... Accomodati pure... ›› riesce a mettere insieme finalmente, spostandosi di lato e lasciando che Gabriel entri in casa, chiudendo la porta alle sue spalle subito dopo, quasi come se avesse timore che potesse scappare via, o cambiare idea.
‹‹ Allora... Cosa avevi in mente? Spero un lento, perché sono stanco e non reggerei qualcosa di più veloce... ›› ride ancora, ed è in quel momento che Patrick cede definitivamente, chiudendo fuori il cervello e affrettandosi a precedere l’altro nel salone, avvicinandosi allo stereo e cercando tra i propri dischi la canzone che aveva fissata in testa fino solo a dieci minuti prima.
‹‹ Hai indovinato, è proprio una canzone di quel tipo lì... Calma, voglio dire... ›› gli risponde, scovando infine il cd ed inserendolo nel lettore. ‹‹ L’ho sentita in un film prima, e m’è rimasta scolpita, sai come succede, no? ›› aggiunge, il tono un po’ di scuse, consapevole che quella canzone possa risultare un po’ troppo smielata per i gusti prettamente maschili di Gabriel.
‹‹ Oh, sì, eccome... Odio quando succede. ››
Fosse stato ancora padrone di sé stesso, Patrick sarebbe arrossito probabilmente a questo punto, o perlomeno gli sarebbe mancata la voce. Ma dato che è in uno stato pressoché catatonico (eccetto che è ancora in grado di muoversi e articolare suoni, però è come se fosse qualcun altro a farlo) si limita a girare su sé stesso ed avvicinarsi a Gabriel, sorridendogli e fermandosi di fronte a lui.
‹‹ Ecco, la canzone è questa... ›› dice con una tranquillità che non gli appartiene davvero, visto che dentro è un tumulto di emozioni, nonostante non traspaia nulla esternamente.
Passano un paio di secondi, e I’m Happy Just To Dance With You dei Beatles comincia a risuonare a volume basso nella stanza, alzando la temperatura di qualche grado, come minimo.
‹‹ Grandioso, i Beatles! ›› gli sorride l’altro, e prima che Patrick possa replicare o fare qualsiasi altra cosa un braccio gli cinge la vita, tirandolo gentilmente verso il corpo di fronte a lui. L’attimo dopo, una mano afferra la sua, e la stringe con sicurezza.
Un secondo ancora, ed ecco che stanno ballando, muovendosi a ritmo con la musica. Ed è allora che Patrick ritorna ad essere sé stesso, arrossendo quasi subito ed abbassando lo sguardo, il cuore che gli batte a mille.
Non riesce a crederci di starlo facendo con Gabriel.
“Forse è un sogno...” pensa, ma è troppo realistico per esserlo davvero, e una minuscola parte di lui lo sa bene.
‹‹ Cosa... Cosa stiamo facendo, Gabriel? ›› gli chiede allora, la bocca secca, le parole che non vogliono uscire per paura che tutto si infranga all’improvviso, come uno specchio trafitto da un pezzo di legno aguzzo.
‹‹ Balliamo. ›› gli risponde la voce sicura e sorridente dell’altro.
E in quel momento capisce che sta accadendo sul serio.
Si abbandona al passo dell’altro, e non si cura più di nulla.

sub-type: one shot, tag: missing moments, tag: slice of life, rating: pg/general, fandom: rpf, pairing: other, type: fanfic, tag: pre-slash, genre: comedy

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