Titolo: Tell Me More
Fandom: Arashi
Riassunto: Lo desideravo accanto a me, come era sempre stato. Desideravo di nuovo quella vita, che scivolava via fra le mie dita senza che riuscissi a fare nulla per impedirlo.
Rating: Arancione
Genere: One - Side, Sentimentale
Avvertimenti: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Conteggio parole: 343
Link alla tabella:
Tu, che sei parte di me *°*
Tell me More
Nel silenzio dell'oscurità,
non posso fingere di essere
completamente sveglio
Silence of Darkness - Kamelot*°*
Ero partito lasciandomi alle spalle pensieri e problemi irrisolti.
Avevo deciso di fuggire, buttarmi completamente nel lavoro, per cercare di dimenticare quel vuoto devastante, quella voragine che si era aperta, lenta ma inesorabile nel mio petto.
Sentivo Satoshi distante.
Lo sentivo diverso. Quando mi toccava, quando mi parlava, quando mi baciava.
Mancava qualcosa.
E io non riuscivo a farmene una ragione.
Non riuscivo a fare altro che alimentare quel muro che avevamo costruito fra di noi. Era come se ad ogni litigio, ad ogni mia fuga da casa perché non mi vedesse in lacrime, altre file di mattoni apparivano, aumentando la nostra lontananza.
Ad Hollywood non è che le cose vadano meglio comunque.
Sono lontano da casa, ma i pensieri mi hanno raggiunto.
Il mio dolore, i miei rimorsi, i miei dubbi mi impedivano di dormire, arrivando quasi fino a farmi chiedere all'oscurità silenziosa che cosa avrei dovuto fare.
E non ero perfettamente sicuro di essere sveglio, perché prima di sprofondare nel sonno profondo, cullato dalle mie stesse lacrime, sentivo la voce di Satoshi che mi diceva che tutto sarebbe andato bene, che tutto si sarebbe risolto.
Era solo la sua voce che mi sosteneva in quelle notte buie, solitarie, senza la sua presenza al mio fianco che, per quanto irritante a volte potesse essere, era comunque una continua fonte di tranquillità.
Eppure al mattino tutto si ripeteva.
Mi svegliavo che sembrava mancare qualcosa. Non materialmente.
Sentivo che quel Satoshi che avevo legato a me si allontanava, ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Provavo a chiamarlo più volte al giorno, durante tutte le pause che riuscivo a prendermi.
La sua voce era lontana, incerta.
Io mi aggrappavo disperato a quelle piccole illusioni. Satoshi sarebbe rimasto al mio fianco.
Per sempre.
Mi avrebbe salvato da quel silenzio, continuando a parlarmi, confortandomi.
Ma così non era.
Lo sentivo, dentro di me, che non c'era più la sua presenza al mio fianco.
Anche la sera, la sua voce diminuiva d'intensità.
Fino a quando non scomparve del tutto, gettandomi nel buio più totale e nel silenzio soffocante.
Fine.