Primo Natale - Sam/Dean/Castiel, PGsepherim_mlDecember 17 2012, 12:24:29 UTC
Un po' più leggera del previsto, ma spero ti piaccia! __
"E questo cos'è?"
Sam guardò Dean come se fosse un bambino particolarmente lento di comprendonio. "Secondo te che cos'è? E poi non eri tu quello che voleva festeggiare il Natale?"
"Certo, anni fa, quando sapevo che sarei morto," ribattè Dean. "Non vedo perché dobbiamo metterci attorno a un focolare, decorare un albero e scambiarci i regali come una famiglia di mammolette."
"Non vedo di cosa ti lamenti: non abbiamo un focolare, l'albero è già decorato e non c'è bisogno di scambiarsi regali, Grinch."
Dean appoggiò le chiavi dell'Impala sul comodino accanto al letto, cercando di ignorare gli occhioni da cucciolo di Sam, letali per qualsiasi reazione avversa Dean stesse provando per quel suggerimento. "E' comunque da mammolette, Sammy."
"Ripeto, eri tu quello che voleva festeggiare il Natale."
"Ripeto, puttana, stavo morendo."
Le mani di Sam gli afferrarono gli avambracci, attirandolo a sé con presa ferrea. Le loro labbra collisero con troppa violenza, ma quando la lingua di Sam sfiorò le labbra carnose di Dean, il bacio prese una piega del tutto diversa, più lenta, invitante, meno aggressiva.
"Non me lo ricordare," sussurrò Sam, mordicchiandogli il labbro inferiore. "Non me lo ricordare."
"E tu non tirarlo fuori, allora," ribattè Dean, baciandolo a sua volta. Il bagliore delle lucette colorate attorno all'albero di Natale stava illuminando il viso di Sam in un arcobaleno intermittente e Dean si sorprese a voler imprimersi quel momento nella mente, custodirlo per i mesi a venire, quando quel giorno non sarebbe stato altro che uno sprazzo di normalità nel casino delle loro vite.
Un rumore di ali distolse la loro attenzione.
"Disturbo?"
Castiel era in piedi accanto all'albero di Natale con un paio di bottiglie di alcool in mano. Fissava concentrato l'albero e le palline colorate, quasi racchiudessero un mistero da svelare.
"No, Cas," rispose Dean. "Sam stava solo facendo la mammoletta come al suo solito. Ma vedo che hai portato due amiche da condividere, ottimo lavoro."
"Amiche?"
"Le bottiglie," chiarì Sam, sempre tenendosi stretto Dean. "E per la cronaca, ho mandato io Cas a comprarle. Per festeggiare il Natale, stronzo."
Visto che Castiel non accennava a muoversi, Dean gli fece segno con la mano di unirsi a loro. Quando l'angelo porse una delle bottiglie, Dean sbuffò. "Cazzo, Cas, così rovini il Natale di Samantha."
"Dean..."
"Non capisco."
Dean gli afferrò la manica del trench. "Prima tu, poi i tuoi amici. Uno alla volta e possiamo spartire le nostre attenzioni con tutti." E lo baciò.
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"E questo cos'è?"
Sam guardò Dean come se fosse un bambino particolarmente lento di comprendonio. "Secondo te che cos'è? E poi non eri tu quello che voleva festeggiare il Natale?"
"Certo, anni fa, quando sapevo che sarei morto," ribattè Dean. "Non vedo perché dobbiamo metterci attorno a un focolare, decorare un albero e scambiarci i regali come una famiglia di mammolette."
"Non vedo di cosa ti lamenti: non abbiamo un focolare, l'albero è già decorato e non c'è bisogno di scambiarsi regali, Grinch."
Dean appoggiò le chiavi dell'Impala sul comodino accanto al letto, cercando di ignorare gli occhioni da cucciolo di Sam, letali per qualsiasi reazione avversa Dean stesse provando per quel suggerimento. "E' comunque da mammolette, Sammy."
"Ripeto, eri tu quello che voleva festeggiare il Natale."
"Ripeto, puttana, stavo morendo."
Le mani di Sam gli afferrarono gli avambracci, attirandolo a sé con presa ferrea. Le loro labbra collisero con troppa violenza, ma quando la lingua di Sam sfiorò le labbra carnose di Dean, il bacio prese una piega del tutto diversa, più lenta, invitante, meno aggressiva.
"Non me lo ricordare," sussurrò Sam, mordicchiandogli il labbro inferiore. "Non me lo ricordare."
"E tu non tirarlo fuori, allora," ribattè Dean, baciandolo a sua volta. Il bagliore delle lucette colorate attorno all'albero di Natale stava illuminando il viso di Sam in un arcobaleno intermittente e Dean si sorprese a voler imprimersi quel momento nella mente, custodirlo per i mesi a venire, quando quel giorno non sarebbe stato altro che uno sprazzo di normalità nel casino delle loro vite.
Un rumore di ali distolse la loro attenzione.
"Disturbo?"
Castiel era in piedi accanto all'albero di Natale con un paio di bottiglie di alcool in mano. Fissava concentrato l'albero e le palline colorate, quasi racchiudessero un mistero da svelare.
"No, Cas," rispose Dean. "Sam stava solo facendo la mammoletta come al suo solito. Ma vedo che hai portato due amiche da condividere, ottimo lavoro."
"Amiche?"
"Le bottiglie," chiarì Sam, sempre tenendosi stretto Dean. "E per la cronaca, ho mandato io Cas a comprarle. Per festeggiare il Natale, stronzo."
Visto che Castiel non accennava a muoversi, Dean gli fece segno con la mano di unirsi a loro. Quando l'angelo porse una delle bottiglie, Dean sbuffò. "Cazzo, Cas, così rovini il Natale di Samantha."
"Dean..."
"Non capisco."
Dean gli afferrò la manica del trench. "Prima tu, poi i tuoi amici. Uno alla volta e possiamo spartire le nostre attenzioni con tutti." E lo baciò.
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