TITOLO: Fanfics? WTF?
AUTORE:
selerafGRUPPO: Arashi
PERSONAGGI: Masaki Aiba, Sho Sakurai
COPPIA: Masaki Aiba/Sho Sakurai
PROMPT: Dalla terza anonimeme italiana indetta da
italygaylicious: Se Aiba una sera annoiandosi a morte finisse per caso su un sito pieno di fanfiction sugli arashi? Cominciasse così a leggerne proprio qualcuna su lui e sho, pensando tra se e se che era strano il modo con cui viene scritta la loro relazione, che anche se reale, non è affatto come la descrivono. Allora ne stampa una e decide di leggerla a Sho per fare noti anche a lui i punti in cui è in netto disaccordo U____U
RATING: PG
GENERE: Umoristico. Romantico.
AVVERTIMENTI: Oneshot. Slash. Parodia (?). Accenno di Seme!Aiba.
GRAZIE A: chiunque l'abbia promptata ♥
NOTE: È più di un anno che l'ho nel pc, non mi andava di tenerla ancora nascosta in attesa che le ragazze si facessero vive, quindi... Spero che chi l'ha promptata si trovi a passare per di qui e la noti, nel caso non succeda... aspetterò il revelation post per sapere chi l'ha promptata ♥
DISCLAIMER: Non sono miei: appartengono soltanto a loro stessi. Tutto quello che è scritto è pura finzione per cui non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere e dell’orientamento sessuale di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Aiba Masaki si sgranchì le dita, stiracchiandosi poi; era una serata abbastanza noiosa quella e il silenzio immenso che regnava nel proprio appartamento, gli aveva fatto crescere la voglia di fare qualcosa per evitare di cadere in uno stato malinconico da solitudine. Mangiare era stato scartato a priori: mangiare voleva dire cucinare e in quel momento era davvero troppo pigro per alzarsi dal divano sul quale era steso per andare in cucina; aveva giocherellato un po’ con il telefonino mandando qualche e-mail a qualcuno dei suoi amici, ma visto che non riceveva alcuna risposta si era stancato subito. Gli era balenata in mente l’idea di chiamare Sho, per chiedergli quando sarebbe arrivato da lui, ma poi aveva ricordato che l’altro era in un periodo di lavoro intenso in cui doveva prepararsi alcune interviste e imparare dei copioni e quindi aveva scartato anche quell’idea.
Si alzò mollemente a sedere e osservò il portatile che troneggiava sul tavolino dinanzi a lui: lo avvicinò un po’ più a sé e lo accese, conscio che al momento quella era la cosa più produttiva che riuscisse a fare.
Si stiracchiò per l’ennesima volta ed aprì una finestra del browser, lasciando che il motore di ricerca facesse la sua bella comparsa in prima pagina.
«Vediamo un po’… com’era? Scrivo ‘Arashi’ e…» digitò il kanji del proprio gruppo e si ritrovò di fronte migliaia di risultati. «Wow, siamo orrendi!» esclamò divertito, analizzando una per una ogni immagine che gli si parava davanti. «Guarda qui! Ricordo perfettamente quella volta!» aveva riso, indicando una foto abbastanza vecchia presa da una puntata di G no Arashi. Ad un tratto una scritta aveva catturato la sua attenzione. «'Arashi’s Fan fictions', uh?» aveva dichiarato ad alta voce, cliccandoci su quasi subito, certo che ne sarebbe uscito qualcosa di divertente.
Gli apparse dinanzi un elenco di storie di natura equivoca, la quale divenne più chiara dopo una veloce ricerca circa le voci “slash” o “rating G, PG, PG-13, R e NC-17” che lo aiutò a farsi una certa cultura circa le fan fictions («Oh, ho capito! Sono come dei doujinshi yaoi, solo che sono solo scritte, senza disegni e ci siamo noi come protagonisti!» ).
«E queste? ‘Sho Sakurai/Masaki Aiba’… scrivono davvero su me e Sho-chan? Wow… leggiamo qualcosa!» sorride curioso, posizionando il puntatore del mouse su uno dei vari titoli e cliccandoci su fiducioso. «Ah~ vediamo come ci dipingono!» asserì in tono gioioso, che perse poco dopo aver finito la lettura.
«Masaki sono arrivato!»
Sho Sakurai entrò nell’appartamento del proprio ragazzo, completamente stremato: aveva passato tutto il tempo davanti al portatile per preparare delle interviste e in più aveva da poco ricevuto i copioni per un dorama e aveva discusso con il proprio manager circa un appuntamento di lavoro; avrebbe voluto che quella giornata fosse cancellata dal calendario.
Si tolse le scarpe e le mise nell’armadietto accanto all’entrata al posto delle pantofole che mise al piede; si diresse in cucina, posò le chiavi sul tavolo e aprì il frigo, gustandosi una soda ghiacciata.
«Masaki… ci sei?» domandò, preoccupato di non aver ancora ricevuto una risposta dal padrone di casa; arrivò in salotto e lo trovò accucciato sul divano a leggere e sottolineare dei fogli.
Gli si avvicinò lentamente e sbirciò ciò che stava leggendo ( […]Masaki gli fece gli occhi dolci, mettendo anche il broncio e Sho non riuscì a dirgli di no[…]) per poi storcere il naso.
«Che cos’è questo?» domandò ad alta voce, svegliando Masaki dai propri pensieri.
«Sho-chan! Quando sei tornato? Non ti ho sentito rientrare» il più alto lo osservò un po’ stupito.
«Sono tornato poco fa, ti ho anche chiamato…» rispose, sedendosi accanto a lui.
«Ah, scusa. Ero davvero preso da questa lettura!» annuì vigorosamente Aiba, indicando i fogli mentre mordicchiava la matita.
«Cosa sono?» domandò ancora Sakurai, rubandogli un foglio dalle mani e leggendo il contenuto.
«Sono delle fan fictions su me e te, Sho-chan!» asserì serio, avvicinando il viso a quello dell’altro. «Le ho trovate per caso poco prima e mi sembrano davvero assurde!»
«Fan fictions?» ripeté Sho incredulo «Perché leggi questa robaccia?» osservò attentamente il foglio. «E queste sottolineature?»
«Sono i punti in cui mi trovo assolutamente in disaccordo! È… cioè… sono assurdi!» ripeté con vigore, strappandogli il foglio di mano. «Senti qui: “«Ti amo Masaki» sussurrò Sho contro il suo orecchio, baciandogli la nuca. Il più piccolo non poté trattenere un singhiozzo e una lacrima sfuggì al suo controllo per quella dichiarazione. «Sh…Sho-chan, io… anche io ti…» tirò su con il naso come un bambino, mentre ormai piangeva a dirotto” oppure senti questa: “Masaki deglutì, trattenendo ancora per una volta le lacrime, quando di fronte a lui due cagnolini si erano annusati a vicenda, per fare amicizia. «Che carini» sussurrò tirando su con il naso, appoggiando il capo contro la spalla di Sakurai, che lo aveva abbracciato poco prima” » aggrottò le sopracciglia in modo totalmente critico. «Io non piango per ogni cosa Sho-chan! Sono uno che si commuove spesso, ma così mi sembra assurdo! Quando ti sei dichiarato non ho mica pianto! E poi… mi fanno apparire come uno scemo mentre tu sei il bello e impossibile della situazione!»
Sakurai alzò un sopracciglio osservando il proprio ragazzo: come cavolo aveva fatto a scovare certe assurdità? Sospirò appena e si mise seduto accanto a lui.
«Da’ qua» disse prendendogli il foglio dalle mani e leggendo ad alta voce. « “Ti amo. Ti amo. Masaki non riusciva a pensare ad altro mentre Sho entrava con dolcezza in lui. I suoi occhi si riempirono di lacrime e pianse per l’immensa felicità che provava.”» aggrottò le sopracciglia e lesse gli altri fogli. « “Ti prego, ti prego, ti prego. Ho un’immensa voglia di averti dentro di me. Ti prego” che…?» guardò Masaki.
«Di solito sei tu che lo dici» annuì Aiba, lasciandosi scappare un sorrisetto. «E comunque Sho-chan, queste cose sono davvero oscene! Oscene ti dico!» tornò alla carica e Sho sospirò.
«Sì, sono oscene. Non sembriamo neanche noi»
«Io sono un totale imbecille e tu un superuomo: è naturale che non siamo noi Sho-chan» rimbeccò Aiba, riprendendosi i fogli. «Tu non sei poi così virile…» scherzò, piegando i fogli e appoggiandoli accanto al portatile.
«Già» acconsentì sovrappensiero Sho. «…che?» lo guardò ferito nel proprio orgoglio. «Cosa vuoi dire?»
«Non rispecchiano la realtà quei racconti!» sorrise provocatorio Aiba.
«Non sarei poi così virile, uh?» il rapper si avvicinò di più a lui, finché si trovò a respirare sulle sue labbra.
«Certo, non lo sei poi così tanto, in fondo» un altro sorrisetto divertito. Sho-kun lo baciò per poi guardarlo con tono di sfida.
«Ora ti faccio vedere quanto io non sia virile» gli sussurrò all’orecchio, prima di baciarlo ancora una volta. Aiba-chan lo guardò con occhi da cucciolo e, fingendo un tono innocente, disse: «Non farmi male Sho-chan» prima di scoppiare a ridere.