Titolo: Il sapore dolce del sangue
Fandom: Kateikyoushi Hitman Reborn
Personaggio/Coppia: Squalo x Dino
Prompt: 045. Luna
Rating: arancione
Conteggio Parole: 983 parole
Tabella:
http://seleniasan.livejournal.com/46595.html Il sapore dolce del sangue
Aveva la sensazione di essere seguito, eppure non appena voltava la testa per vedere chi c’era, non vedeva nessuno. Nemmeno l’ombra di un cane. Riprese a camminare, rimpiangendo di non essersi portato dietro nemmeno un pugnale, mentre le dita si serravano attorno a un’immaginaria elsa. Si fermò. Il cuore gli batteva, alcune gocce di sudore freddo gli imperlarono la fronte. Si voltò di scatto, percepì solo lo spostamento d’aria, poi qualcosa che veniva afferrato, e successivamente una rovinosa caduta. Non si mosse, attendendo che la figura avvolta nel buio si mostrasse. Una voce giovane lo raggiunse, sottoforma di lamentela.
La figura si rialzò maldestramente. Poi, dandogli le spalle:
- Signore, è meglio che non si avvicini a me. Non adesso.
L’interpellato non seppe bene come reagire, quindi attese. Dopo qualche minuto, la luna apparve da dietro la cortina di nuvole, illuminando la scena. Finalmente lui poteva vedere chi l’aveva seguito. Di fronte ai suoi occhi apparve un giovane dai capelli biondi, il colorito pallido, vestito con pantaloni e giacca lunga, sotto alla quale si intravedeva un gilet di velluto rosso. Ma a colpirlo furono altre cose. Gli occhi, quegli occhi color nocciola che sembravano luminosi come quelli di un gatto, e un rivolo di sangue all’angolo della bocca, che spezzava il colore cadaverico della pelle. E il sorriso del giovane biondo, che mostrava due canini piuttosto appuntiti. La luna che lo illuminava, lo faceva apparire come qualcosa di sovrannaturale. Il giovane dai capelli bianchi sorrise nervosamente.
- Un… Vampiro…
Il biondo subito si agitò.
- No, no, non è come pensa… Io non stavo seguendo lei, non… Vede, mi sono già nutrito, questi piccoli animali sono molto utili…
L’altro lo guardò interdetto.
- Vooi, come sarebbe a dire…? Lei è un… Vampiro, lei non…?
- No, no, io non voglio…
Tranquillizzato, si avvicinò al vampiro, che si allontanò di scatto, cadendo all’indietro.
- No, non deve avvicinarsi a me! Io…
- Vooi… Lo dicevano che c’erano vampiri in giro, ma onestamente avevo tutta un’altra immagine.
Disse con una punta di ironia. Ciò detto, prese per un braccio il biondo vampiro, avvicinandolo a sé. Per quest’ultimo fu una sorta di calvario. Il sangue di quell’animaletto di certo non era bastato, la luce della luna metteva particolarmente in risalto le vene della giugulare, nelle quali scorreva sangue fresco che dava al biondo la sensazione di non volere altro che quel collo. Con uno strattone si liberò dalla presa dell’altro.
- Dico sul serio…
Il giovane dai capelli bianchi emise un sospiro seccato, lanciando al vampiro un’occhiata truce. Iniziando a piagnucolare, ritraendosi su se stesso, il vampiro disse:
- No, io… non voglio mordere gli esseri umani… Non è giusto, avrebbero sempre qualcuno che soffre per loro, non voglio!
- Per me non soffrirebbe nessuno, e poi…
Il vampiro si ricevette un pugno in testa.
- … che razza di ragionamento è?! Guardi che si ritroverà nella tomba prima del tempo!
Occhi nocciola si fissarono su occhi azzurri in modo eloquente, ma il proprietario degli occhi azzurri non ci fece caso, ma si infervorò, prendendo il vampiro dagli occhi color nocciola per il bavero e scrollandolo. Dopodiché iniziò a sbraitargli contro. Dopo un po’ si stufò, lasciò andare la presa e prese a calci un sasso, infuriato come una iena. Il vampiro aveva catturato un altro animaletto, nel frattempo, e stava pasteggiando con quello. L’umano si voltò.
- Senta, non la ucciderà nessuno se per una volta morde un essere umano. Mi sta facendo pena. Senza contare che è abbastanza tardi.
Un’altra occhiata eloquente gli fu diretta. A quel punto il giovane umano perse di nuovo le staffe.
- Vooi, ho detto che nessuno soffrirebbe per me, perché non mi è rimasto nessuno! Si muova, e faccia il suo dovere di vampiro, prima di morire di fame!
L’altro rimase interdetto. Cercò debolmente di rifiutare, ignorando biecamente il profumo dolce del sangue umano e osservò la luna che brillava beffarda. Non si accorse nemmeno che il giovane dai capelli bianchi si era avvicinato così tanto a lui, talmente la sua mente era annebbiata da quella sensazione di fame. Ad un certo punto non seppe più cosa stava facendo. La luna sembrava più luminosa, riducendo tutto quanto a mere ombre. Scoprì i canini e li conficcò nell’incavo di quel collo, iniziando a succhiare. Il sangue di quell’umano sembrava dolce nettare, non avrebbe mai voluto staccarsi. Il liquido rosso fluiva dentro di lui letteralmente inebriandolo. Si sentiva bene, si sentiva in forze. Una volta sazio, un rivolo di quel sangue umano che gli colava dall’angolo della bocca lungo il mento, si rese conto di tutto. Ma il sole stava per sorgere, tuttavia non poteva andarsene così. Quel giovane dai capelli bianchi giaceva a terra come se stesse dormendo. Il vampiro si spaventò ulteriormente, vide i due segni lasciati dai suoi canini, ma appurò che l’umano era ancora vivo. Con orrore si accorse che i primi raggi di sole avrebbero presto illuminato tutto, e che sarebbe morto se non fosse tornato in tempo. Ringraziò quel giovane posando un bacio sulla fronte, poi svanì.
Quando il giovane dai capelli bianchi si riprese, era ormai giorno fatto. Si trovava a letto, in un albergo. Si mise a sedere, ignorando il come fosse arrivato lì. L’ultima cosa che si ricordava erano quei canini che si piantavano nella sua giugulare. Si chiese se non fosse stato tutto un sogno, ridendo di se stesso. Ma percependo i segni di quei canini sul collo, e vedendo il tratto di sangue ormai secco sulla sua fronte, realizzò che quanto era successo era vero. Chissà se sarebbe diventato un vampiro in quell’istante. Doveva incontrare di nuovo il giovane dai capelli biondi per saperlo, ed era più deciso che mai. Quella sera stessa si sarebbe recato a incontrare il vampiro. E poi si sarebbe visto. La luce della luna, a quel punto, gli avrebbe rivelato il cammino da seguire.