Kateikyoushi Hitman Reborn. Squalo/Dino. 083. E

Apr 07, 2011 22:44

Titolo: The Feel Good Drag
Autore: seleniasan
Fandom: Katekyo Hitman Reborn!
Prompt: 083. E
Pairing: Squalo x Dino
Rating: arancione
Genere: generale, malinconico, introspettivo
Parole: 796 parole
Avvertimenti: angst, cenni di erotismo
Disclaimer: Squalo e Dino sono (c) di Akira Amano, io non ricavo nulla da ciò che scrivo, lo sapete, se fosse tutto mio KHR sarebbe un manga yaoi e questi due, come molta altra gente, farebbero ben altro.
Note: forse un pelo di OOC, quando si tratta di fare una nc17 non so mai regolarmi - e l’ho scritta alle tre del mattino. La canzone della citazione è “The feel good drag” degli Anberlin.
Tabella: http://seleniasan.livejournal.com/46595.html

The Feel Good Drag

I’m here for you she said
And we could stay for a while
My boyfriend’s gone
We could just pretend
Lips that need no introduction
Now who’s the greater sinner
Your drab eyes seem to invite
(Tell me darling) now where do we begin?

Squalo pensò di essere un grandissimo approfittatore. Pensò anche che quell’atto doveva essere romantico, pieno di significati - per lui, perlomeno, Dino probabilmente la pensava in modo diverso, o forse l’aveva capito, ma Squalo non aveva mai indagato per saperlo - e invece era solo ciò che generalmente si definisce “leccarsi le ferite”. Questo pensiero faceva stare male lo spadaccino; in fondo Dino gli offriva il suo corpo perché era “l’unica cosa che posso fare per farti stare un po’ meglio e renderti più sopportabile lo stare con Xanxus”, così diceva. Lui, Squalo, non era gentile, non lo era mai stato e, a dire il vero, stare a contatto con il suo irascibile capo aveva peggiorato la situazione. Dava poca importanza ai preliminari, mordeva spesso Dino, il quale, non sapeva bene se per troppa abitudine o cos’altro, sopportava; Squalo lo strattonava, lo graffiava, se lo prendeva senza troppi complimenti, senza nemmeno una parola, senza nemmeno un “grazie”. E Dino era lì, che si contorceva ad ogni tocco, che versava lacrime di dolore mordendosi le labbra fino a farle sanguinare, che gridava e gemeva, ogni volta senza aspettarsi niente, ogni volta esibendo sempre un radiante sorriso sulle labbra, quel perenne sorriso che nascondeva molte delle sue emozioni - tristezza, rabbia, gioia, felicità, sollievo e dolore, tutto era condensato in quel sorriso.

Quella sembrava essere una sera come tante. Come al solito Squalo si era presentato a Villa Cavallone all’improvviso, senza dire una parola. Era stato accolto direttamente da Dino, che era da solo. Aveva spinto il ventiduenne biondo sul divano che si trovava in salotto, aggredendolo con un bacio rabbioso. Ma una volta che l’ebbe bloccato su quella soffice superficie - torso nudo, già alcuni segni di morsi che interrompevano le linee di quel corpo - si fermò. Dino lo guardò confuso e dopo una breve pausa domandò:
« È successo qualcosa? »
Il tono era incerto. Squalo non rispose, ma si limitò a poggiare la fronte su quella di Dino, chiudendo gli occhi. A quel punto lo spadaccino emise un sospiro. Dino allungò una mano per accarezzargli i capelli. Lo chiamò ancora.
« Squalo? »
« Scusa. »
Il tono di voce dell’altro era basso, dispiaciuto. Squalo allentò la presa, e Dino poté mettersi seduto. Lasciò che l’altro si alzasse dal divano, quindi si accomodò meglio. Lo spadaccino gli si sedette accanto, quindi si mise le mani tra i capelli.
« Mi sento una merda. »
Dino gli si appoggiò ad una spalla.
« Va tutto bene. »
« Vooi! No, non va bene un cazzo. Ti sto solo usando per calmare i nervi. »
Il ragazzo biondo rimase pensoso a lungo. Lo sapeva che Squalo lo stava solo usando. Erano anni ormai che aveva più o meno rinunciato ad amarlo. Nonostante ciò gli rimaneva accanto, perché sapeva che Squalo era solo - e perché in fondo, molto in fondo, quel sentimento non si era mai assopito del tutto in lui.
« Lo so. »
Dino aveva risposto dopo lunghi attimi, che erano serviti a cercare bene le parole da dire.
« Lo sai? »
« Anch’io sono solo. »
Era vero. Tante conoscenze, ma nessuno che potesse definire “amico”. Stettero fermi per un po’ - Squalo seduto che guardava un punto fisso di fronte a sé e Dino ad occhi chiusi appoggiato alla spalla dell’altro, entrambi persi nei propri pensieri.
« Mi piacerebbe ricominciare da capo. Come se ci fossimo appena conosciuti. »
Il pensiero era uscito spontaneamente, senza che Dino se ne accorgesse. Squalo si voltò a osservarlo. Aprì la bocca, la richiuse. Poi disse:
« Vooi, proprio come se ci fossimo appena conosciuti… Non è possibile… »
Dino annuì lentamente.
« Allora potremmo cercare di riaggiustare i cocci delle nostre anime. »
« Si può fare, mi sembra più possibile. »
E a quel punto incrociarono i loro sguardi, per poi riabbassarli. Dino si alzò e sparì in cucina, da cui riemerse vari minuti dopo con due tazze. Ne porse una a Squalo. Era piena di thè.
« Che ne dici se stasera ci limitiamo a dormire? »
L’altro annuì, quindi sorbì parte del liquido. Il ragazzo biondo tornò a sedersi sul divano. I due bevvero in silenzio, poi le posarono sul tavolino basso che stava di fronte al divano. A quel punto Dino raccattò le sue cose e disse che sarebbe andato a dormire. Squalo annuì, dicendo che sarebbe rimasto ancora un po’ sveglio.
Squalo raggiunse Dino quando quest’ultimo era ormai beatamente addormentato. Lo osservò, gli appoggiò una mano sulla spalla, quindi si coricò accanto a lui, sprofondando poi in un sonno senza sogni.

Quando Dino si svegliò, a mattino inoltrato, fu piacevolmente sorpreso di vedere Squalo in piedi presso la finestra che faceva filtrare una debole luce. La cosiddetta “seconda possibilità” era stata infine concessa loro, probabilmente.

squalo, squalo/dino, dino, big damn table, squaloxdino

Previous post Next post
Up