Fandom: Noir - The sound of waves

Dec 03, 2010 22:53

Titolo:The sound of waves
Fandom: Noir
Prompt: Estate, rumore della risacca
Rating: giallo
Genere: generale, introspettivo
Avvertimenti: shoujo ai, missing moment, flashfic
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono alla Bee Train, io non guadagno nulla da ciò che scrivo.
Note: è stata scritta per il Xmas Tree Party su FW.IT. La fic è ambientata durante la quarta puntata.

The sound of waves

A Kirika piaceva il rumore della risacca. Il continuo infrangersi delle onde sulla spiaggia, che poteva facilmente sentire - e vedere - appoggiata al balcone di quella casa in riva al mare, le dava una sensazione di pace e tranquillità.
(La pace e la tranquillità che fino a quel momento non aveva potuto assaporare bene, le notti erano sempre troppo corte, e i giorni fin troppo lunghi e caotici.)
Quel suono continuo e incessante sembrava cullarla dolcemente, dandole una sensazione simile a quella di essere tra le braccia di una madre, una madre che con il suo melodioso canto le faceva dimenticare le brutture che aveva visto fino a quel momento.
(In un attimo tutti gli omicidi commessi sembravano un brutto sogno, doveva essere così se Mireille dormiva così tranquillamente, forse anche lei cullata dal suono delle onde.)
La brezza marina entrò all’interno della stanza, dando un po’ di refrigerio da quel caldo estivo che a malapena faceva sopportare la presenza del lenzuolo. Kirika gettò la testa all’indietro, seduta su una delle sedie di vimini presenti in quella stanza. Si era messa a pensare.
“Io chi sono? Io sono Noir. Altro non ricordo.”
E si ricordava bene di essersi svegliata in una camera da letto di una casa che non aveva riconosciuto come sua, si ricordava di aver visto una divisa scolastica appesa, all’interno della quale aveva trovato un tesserino la cui nomenclatura diceva “Yuumura Kirika”. E si ricordava di aver trovato quella Beretta, e di essere scappata quasi subito dopo essersi vestita, inseguita da quegli uomini vestiti in nero - uomini che avevano trovato presto la morte per mano sua.

Kirika si era alzata dalla sedia ed era uscita dalla casa diretta verso la spiaggia, verso quelle onde che sembravano trascinarla con sé e cancellare i suoi pensieri. Si era seduta sulla riva, dove le onde si infrangevano, e si era lasciata lambire dall’acqua sulla quale si rifletteva una pallida luna. La brezza marina in quel punto era più forte, Kirika aveva iniziato a sentire freddo, quindi si era stretta nelle spalle. Quante volte si era stretta nelle spalle, quante volte si era sentita sola, vuota. Non era altro che una bambola programmata per uccidere, si diceva, ecco perché non ricordava niente, a parte il fatto di essere Noir. Se era solo una bambolina allora perché si faceva tutte queste domande? Come mai aveva la facoltà di pensare, di soffrire? La cosa era al di là della sua comprensione. Fu a quel punto che percepì il peso di una giacchetta leggera sulle sue spalle.
« Così non prenderai freddo. »
Mireille. Evidentemente si era svegliata. Era ferma, immobile, guardava fisso di fronte a sé verso un lontano orizzonte. Kirika osservò quegli occhi azzurri: erano tranquilli, pieni di certezze, sembrava che nulla li potesse mai sconvolgere. Quegli occhi apparentemente freddi, un po’ sospettosi, che avevano il potere di far sentire Kirika più sicura, la facevano sentire come se almeno una certezza ci fosse. La ragazzina si alzò e si mise accanto a Mireille. Quest’ultima la osservò per un attimo, poi le prese la mano.
« Torniamo dentro. Domani sarà una giornata piuttosto faticosa. »
Kirika annuì, lasciando che Mireille la portasse di nuovo in casa. Il rumore sordo della risacca accompagnava i loro passi.

kirika, mireille, noir

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