Originale - Alessandro, il Cavaliere Senza Nome

Mar 11, 2011 22:59

Titolo: Alessandro, il Cavaliere Senza Nome
Fandom: Originale
Rating: per tutti
Disclaimer: i personaggi appartengono a me.
Note: scritta per il "Clash of Writing Titans", seconda missione, prompt "cavaliere"
Words: 2310(fdp)


Alessandro, il Cavaliere Senza Nome

Alessandro smonta da cavallo e affida l'animale alle cure di uno stalliere mezzo addormentato, prima di bussare alla porta della stanza del suo Signore. Come al solito però questi non si degna di alzarsi nonostante l'abbia convocato lui a quell'ora, lasciando al suo consigliere il compito di rivelargli la nuova missione.- Cavaliere... - inizia il consigliere guardandolo con aria perplessa, nascondendo malamente uno sbadiglio. - Mi vorrebbe spiegare come mai la sua casacca è completamente fradicia? Dovrebbe sapere che non è bene presentarsi in queste condizioni da queste parti... e se le avesse aperto il suo Signore? -
- Nel caso il mio Signore avrebbe fatto meglio a non dare ai suoi servi il permesso di svegliare le persone con una brocca d'acqua gelata ed all'ultimo minuto! Così non ho avuto il tempo di cambiarmi - ringhia Alessandro, sentendosi andare a fuoco solo ripensando all'accaduto. Il servo ridacchiando fra i baffi aveva anche provato a dirgli che era stato costretto a farlo perchè non si era svegliato, ma se avesse avuto il sonno così pesante non sarebbe arrivato indenne ai vent'anni con una vita come la sua! - Taglia corto in ogni caso, e dimmi che compito mi ha affibbiato quello stronzo questa volta -
Alessandro ammira ghignando la nonchalance con la quale il consigliere glissa sull'apellativo che ha riservato al suo Signore. Ormai non può nemmeno contare le volte che ha litigato con lui, non potendo prendersela col vero responsabile! Che rabbia!
- Devi andare a dare un'occhiata al mercato di Chiartala e riferire come vanno le cose... ci hanno riferito movimenti sospetti, e temiamo che ci possano essere dei tumulti, chiaro? - chiede il consigliere accigliato. Non sopporta proprio quel ragazzino, a causa del quale è costretto ad alzarsi all'alba ogni volta che il Signore gli affibbia una missione! Sempre prestissimo, poi, perchè sa benissimo che il cavaliere ama dormire la mattina!
- Ricevuto! - ribatte Alessandro, girando sui tacchi e lasciando il castello senza nemmeno salutare. A quanto pare gli hanno rifilato la solita missione che apparentemente sembra facilissima ma che poi si rivelerà più insidiosa di un nido di vipere!
Prende Brigante, il suo cavallo, dalle mani dello stalliere e fruga nelle tasche alla ricerca di uno zuccherino, che l'animale mangia lavandogli la mano con una sonora leccata. Beato lui che non si fa problemi per partire ad ore simili! Conducendolo per le briglie il ragazzo arriva fino alla fontana dove entrambi si concedono grossi sorsi d'acqua fresca, per poi saltare in groppa e dirigersi nella casa che divide con un paio di altri cavalieri: ha imparato ormai da tempo che l'armatura, oltre alla spada, è decisamente indispensabile nelle sue avventure! Nell'ultima missione si è trovato ad affrontare una banda di predoni, quella prima c'era un cecchino che sterminava tutte le persone armate del villaggio, quella prima ancora per colpa di un drago per poco non ci aveva lasciato le penne!
Entra in casa sbattendo la porta il più forte possibile, giusto per irritare un po' i suoi compagni che stanno ancora dormendo della grossa, li sente russare della grossa nelle loro stanze e non può fare a meno di maledirli borbottando fra se. Guardando l'armatura appesa nell'armadio si sofferma sui bozzi e le parti annerite che, anche se ognuna gli ricorda qualcosa, non possono fare a meno di spingerlo a pensare che forse sarebbe anche l'ora di comprarne una nuova. Questa ormai ha già quattro anni: l'ha comprato con il guadagno della sua prima missione come cavaliere, titolo guadagnato a soli sedici anni. In verità, aveva detto di averne un paio in più, ma aveva già raggiunto l'altezza definitiva e non si era fatto troppi scrupoli nel dare un'età falsa, essendo un figlio di nessuno. L'indossa in fretta, passa in cucina a prendere un tozzo di pane e un otre d'acqua ed esce di casa, sbattendo per un'ultima volta la porte di ingresso.
Mentre si dirige verso Chiartala Alessandro si ritrova per la prima volta a benedire il Signor Stronzetto poichè, se si fosse trovato a cavallo, con l'armatura addosso, e sotto il sole cocente, si sarebbe letteralmente cucinato nel giro di un attimo. La città non è molto distante, appena quattro ore di cavalcata, così quando la raggiunge è già ora di pranzo e la taverna locale, che ha sempre buon cibo a poco prezzo, è davvero una grande attrattiva!
Mentre si pregusta il lauto pasto, decide di passare a fare un giro di ricognizione per la piazza, giusto per accertarsi che non si tratti di una missione a vuoto, come già gli è capitato in passato. La sua comparsa nella piazza dove si svolge quotidianamente il mercato attira subito l'attenzione: è raro che un cavaliere in armatura arrivi fino in quel paese, che alla fin fine non ha nulla di importante tranne i greggi di capre più numerosi del paese. Tuttavia, si rende conto che c'è qualcosa che non va, che spinge le persone a confabulare più del solito, ma sa che se tenterebbe di avvicinarle non otterrebbe nulla.
Lascia così li la cavalcatura e si dirige verso la taverna, sperando di riuscire a carpire qualche informazione dalle chiacchere degli avventori. Non riesce però ad arrivarci perchè sente qualcuno che gli fa cenno di avvicinarsi.
- Psss! Da questa parte! Non posso mostrarmi in giro con uno come te, sei troppo riconoscibile! - sussurra una voce alla sua destra, facendogli cenno di entrare in una porta succhiusa. Alessandro si trova combattuto - potrebbe pur sempre essere una trappola! - ma alla fin fine decide di entrare: se non è coraggioso lui, un cavaliere, chi può esserlo?
Si ritrova in una piccola stanza, che gli ricorda molto quella dove ha vissuto per un periodo abbastanza lungo da bambino. È misera, ma tenuta chiaramente in modo pulito. Un piccolo pentolino bolle sul fuoco, contente probabilmente minestra, mentre un piccolo tavolo è apparecchiato per due persone. Seduta su una seggiola di legno, il ragazzo vede una vecchina minuscola, con lunghi capelli bianchi ed un sorriso sdentato.
- Ehm... salve - saluta Alessandro, incerto sul da farsi, togliendosi l'elmo.
- Benvenuto, ragazzo. Ho poco tempo per spiegarti la situazione, ma se agirai in fretta non dovrai faticare, d'accordo? - afferma la vecchina, con tono incredibilmente sicuro. Se il suo Signore possedesse anche solo un ventesimo della sua convinzione e del suo carisma, stare sotto il suo comando sarebbe un vero onore. Per questo si ritrova ad annuire immediatamente, chiedendosi cosa possa fare lui per una signora del genere, se sia in qualche modo coinvolta con la situazione del mercato.
- Ieri è arrivata una donna in fin di vita, con una ragazzina di dieci anni. È morta poche ore dopo essere arrivata in città e dalle tracce sul suo corpo appariva evidente che avesse subito un processo per stregoneria... purtroppo la notizia si è diffusa prima che riuscissi a mettere in salvo la piccola. Sai, sono la guaritrice della città... - dice la donna, mescolando lentamente la minestra sul fuoco con un cucchiaio di legno. Non riusciva proprio ad alzare lo sguardo verso il giovane, sentendosi tremendamente in colpa: se avesse fatto qualcosa di più, nessuno avrebbe saputo e Catarina sarebbe stata salva! Era decisamente colpa sua!
- E ora vogliono uccidere anche la ragazzina, immagino... - dice Alessandro meditando. A quanto pare per una volta la sua missione non è così male, è persino onorevole! Un bel passo avanti rispetto a scacciare i cinghiali dall'orto di un contadino...
- Esattamente. Dovrebbe essere ancora in piazza, se la stavano... contentendo - dice la vecchina, rabbrividendo di orrore pronunciando tali parole. Solitamente una parola simile viene usata per contendersi una fidanzata, ma in questo caso la ragazzina rischia di non capitare mai una simile situazione!
- Corro! E lei veda di non sentirsi in colpa, che ha fatto il possibile! - le urla Alessandro scapicollandosi fuori dalla porta, lasciando la donna come paralizzata. Che le abbia letto nel pensiero?
Arrivato in piazza, il cavaliere sale sul destriero e poi si dirige verso un nugolo di persone nel quale se ne inseriscono sempre di nuove. Spera che Brigante lo aiuti a spaventare i manigoldi, se ha azzeccato nella sua scelta! Facendosi largo fra la folla grazie all'imponenza dell'animale, vede effettivamente una ragazzina accucciata per terra, nella polvere, con una catena alla caviglia, la cui estremità è tenuta stretta nel pugno di un uomo grasso e dalla faccia rubizza. Questi sta discutendo con un altro uomo e riesce a distinguere chiaramente parole come "Stregoneria", "Tortura", "Morte". Alessandro guarda per un'istante la bambina e la visione dei suoi occhi verdi, vogliosi di vivere, lo spingono ad agire d'impulso e a gettarsi verso di lei al galoppo, caricarla su e lanciarsi fuori dalla città prima che qualcuno si possa rendere conto di cosa sia effettivamente successo.
Solo dopo un'ora di viaggio Alessandro decide di rallentare l'andatura, permettendo finalmente al suo cuore di rallentare il battito impazzito per via dell'adrenalina, in quanto nessuno sembra averlo seguito.
- Hei! Come ti chiami? - chiede dunque alla ragazzina, che da quando l'ha "rapita" non ha detto una parola.
- Catarina - risponde lei con una vocetta infantile ma squillante. - Grazie per avermi salvata... le cose non si erano mai messe così male! -
- Dovere, mia cara fanciulla! Anche se non so come la prenderà il mio Signore... non ha molto a cuore queste cose, sai... stregonerie e cose simili - ammette a malincuore Alessandro. Anzi, conoscendolo avrebbe preferito che lasciasse la ragazzina lì a morire e tornasse indietro riferendo che non si era trattato di nulla di preoccupante. Peccato solo che lui fosse un tenerone in fondo, anche se non lo dimostrava sempre, nascondendosi dietro la sbruffonaggine che gli aveva permesso di campare per sedici anni fra ladri e prostitute.
- Mi stai dicendo che sono finita dalla padella alla brace? - chiede lei schietta, maledicendosi per la sua sfortuna. Mai che gliene andasse una bene!
- Quasi! Però stavo pensando che per qualche giorno potrei nasconderti a casa mia e poi... beh, nel frattempo ti troverei una sistemazione! - dice Alessandro, conscio di come la spiegazioni risulti poco convincente. Ha già visto negli occhi di Catarina lo stesso spirito che si agitava in lui da bambino ed è convinto che lei - a differenza di lui alla sua età - dimostri un paio di anni in meno e che sfrutti questo a suo piacimento.
- Ah-ha! Non sembra funzionare troppo... potresti lasciarmi qua al prossimo incrocio però, prometto che me la caverò! Non mi avrai sulla coscenza! - ribatte lei. Piuttosto che fare affidamento su un futuro totalmente incerto, preferisce indubbiamente basarsi sul suo senso di sopravvivenza nel bosco, che essendo figlia di un'erborista e di un cacciatore ha pure una spinta in più.
Alessandro sospira, rallentando ulteriormente l'andatura da trotto a passo. Indubbiamente si toglierebbe un peso se decidesse di fare così, ma... non si senterebbe totalmente a posto con la coscienza a comportarsi in maniera simile.
- Senti Catarina... non posso, capiscimi. Sei poco più di una bambina e il bosco non è un posto adatto a te! - dice infine, certo che seguirà una replica pungente.
- Ma dai! Innanzitutto non ho cinque anni, ma quattordici e poi i boschi sono il mio pane quotidiano! Senti... posso capire come tu sia un Cavaliere e abbia un profondo senso del dovere e blablabla, ma credimi quando ti dico che non ci tengo a venire arrostita nel salone del tuo Signore e nemmeno a venire rinchiusa in un Convento! - sbotta la ragazzina, arrossendo quanto i suoi capelli.
- Beh... indubbiamente hai le tue ragioni e sei proprio un peperino! Non dubito che tu non incontreresti difficoltà nel sopravvivere, ma... - dice Alessandro, ancora non convinto.
- Guarda che scendo dal cavallo in corsa se non ti fermi, ti avverto! - minaccia Catarina, vedendo l'incrocio avvicinarsi. Quel giovane cavaliere biondo è proprio testardo! Ed anche carino però...
- Va bene, hai vinto tu! - dice accostandosi al ciglio della strada ed aiutandola a scendere, oltre che dandole un po' di monete. È stata pur sempre una sua scelta ed è abbastanza grande per decidere con la sua testa cosa fare, anzi probabilmente è anche più saggia di lui. - Addio, Catarina! -
- Addio? Che parolone! Sappi che ho intenzione di restare nei paraggi, anche se non ci tengo a farmi riconoscere da quei bastardi! Ti verrò a trovare prima o poi, se mi dirrai il tuo nome! - risponde la ragazzina, rassettandosi il vestitino grigio e lacero. È arrivata in questa zona da poco, e non ha ancora conosciuto nessuno, a parte Cecilia, la donna con cui ha viaggiato per un periodo e che è morta il giorno prima: seppur l'ha conosciuto poco, si è finita per affezionare a quel cavaliere dal cuore d'oro!
- Sono Simone il Senza Nome, ci conto che tu mi venga a trovare, d'accordo? - esclama il ragazzo, sentendosi rincuorato dalle parole della ragazza. Se rimarrà nei paraggi non farà danni per non farsi scoprire, quindi può stare più tranquillo.
- Contaci! - dice allegra la ragazzina, prima di voltargli le spalle ed inoltrarsi nella boscaglia. Bastano pochi minuti per far si che lei si dilegui e che lui non riesca più a vederne nemmeno la minima traccia: per lunghi minuti continua però a spandersi nell'aria il suo fischiettio spensierato.
Alessandro continua ad osservare il punto dove Catarina è sparita, prima di rimettersi in marcia verso casa. Se la missione non ha presentato particolari difficoltà, lo stesso non si può dire delle conseguenze: da una parte sarà assillato nei prossimi giorni dalla preoccupazione per la ragazzina, dall'altra si dovrà sorbire l'ennesima predica del suo Signore.
Non ha mai desiderato essere un cavaliere, Alessandro, se non fosse per il tetto e le entrate fisse che gli garantiscono, ma è in momenti come questi, quando ritorna a casa sudato, stanco ma felice per l'esito della sua missione, che si sente davvero felice ed orgoglioso di essere tale e non più il ladruncolo che era stato in passato.

originali, challenge: cow-t

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