Titolo: "Dal niente si partì verso il niente"
Fandom: Originale
Rating: Per tutti
Genere: fantascientifico, triste
Disclaimer: I personaggi sono stati inventati da me. La citazione che da il nome al titolo è invece della canzone "Aldebaran" dei New Trolls
Note: scritta per la "Maritombola", sul prompt n°25
Words: 721
"Dal niente si partì verso il niente."
Abbiamo il niente davanti a noi, ed il niente dietro di noi. Sono due già due giorni che vaghiamo nello spazio alla ricerca di un pianeta, una stella, un asteroide che sia anche solo lontanamente abitabile! E invece niente.
Il piccolo Frank è all'inizio era entusiasta di questa ricerca, probabilmente l'aveva scambiata per un gioco. Adesso invece, dopo aver chiesto per un paio di volte "Ma quando lo troviamo questo pianeta?", si è addormentato fra le braccia di Charity. Anche lei inizia ad accusare i primi segni di stanchezza, nonostante non voglia darlo a vedere: spesso si incanta a guardare lo spazio, senza però vederlo effettivamente, e poi sobbalza, riscuotendosi all'improvviso.
Non mi ero mai resa conto prima di questi giorni di quanto fosse immenso lo spazio. Certo, come tutti mi sono fatta anche io la mia buona dose di gite per il nero sconfinato, però rientravo a casa sempre dopo qualche ora, al massimo dopo qualche giorno. È rassicurante avere un posto da chiamare "casa", un posto sicuro, caldo, accogliente... un posto che ora non abbiamo più.
Nessuno avrebbe mai immaginato che Neoter potesse esplodere così, da un momento all'altro. Ci siamo adagiati troppo, probabilmente: negli ultimi secoli siamo stati costretti a cambiare pianeta innumerevoli volte e per i motivi più disparati, ma arrivati su Neoter ci sembrava finalmente di aver trovato un posto sicuro. Ricordo vagamente il giorno dello sbarco, anche se avevo solo tre anni, e la gioia sul viso di mia mamma. Mamma...
Quando siamo saltati su questa navetta, non ho fatto in tempo nemmeno a dirle "addio", da quanto è successo tutto in fretta. Ed è preoccupante il fatto che non abbiamo incontrato neppure un'altra astronave in questi giorni: quando ci siamo sollevati in aria, intorno a noi ne abbiamo viste innumerevoli altre partire in contemporanea. Evidentemente abbiamo preso strade diverse, tutte abbastanza a caso, nell'impeto della fuga.
Nessuno del governo si è preoccupato di iniziare a cercare un altro rifugio, in caso di problemi con questo pianeta. Nessuno. Eppure la nostra lunga esperienza avrebbe dovuto insegnarci qualcosa: surriscaldamento eccessivo, improvvisa mancanza di ossigeno, morte di tutte le piante per improvvise epidemie, tempeste di asteroidi,... Quello che però nessuno si aspettava era il fuoco.
Non ci era mai capitato di doverlo affrontare e lui fa più paura di qualunque altra cosa: incenerisce tutto, è un distruttore spietato. Abbiamo sentito dei terremoti, poi sono iniziate a comparire le prime crepe per terra e poi ha subito iniziato a sgorgare lava a fiumi dalle profondità del pianeta. Nessuno si era mai reso conto che quello che avevamo trasformato nel nostro dolce e accogliente rifugio era solamente un drago dormiente, che non vedeva l'ora di coglierci all'improvviso per distruggere ogni traccia della civiltà che ha osato intaccare la sua superficie.
Non si è limitato a ricoprire tutto con una colata di lava, però, sarebbe stata una punizione troppo sciocca per noi stupidi esseri umani: era a circa un giorno di viaggio, quando ci è arrivato il rumore di una tremenda esplosione, con conseguente onda d'urto. Abbiamo chinato tutti il viso, con le lacrime che ci scorrevano silenziose, consci di quello che era appena accaduto: il nostro amato pianeta era appena esploso. Frank non ha capito perchè fossimo diventati all'improvviso tutti ancora più tristi e seri di quello che eravamo prima, ma nessuno ha avuto il coraggio di raccontargli la verità.
Ormai il carbutante sta iniziando a finire: ce n'è ancora una tanica, nemmeno del tutto piena. Quando Jack l'ha caricata è inciampato in un sasso e ne è fuoriuscita una parte perchè il tappo non era avvitato bene. Io mi ostino a guardare fuori dall'oblò, ma non vedo nulla che faccia al caso nostro. Solo polvere di stelle e pianeti avvolti di nubi tossiche per l'uomo. Sono stanca, e non l'unica: la rassegnazione è visibile sui volti di tutti e otto. Più ci allontaniamo dai resti di Neoter, più lo slancio vitale sembra inaridirsi in noi. Tuttavia è difficile anche trovare il coraggio di rassegnarci totalmente e di consegnarci alla morte, una lunga e dolorosa morte dovuta alla fame ed alla sete. Così continuiamo a scrutare fuori dagli oblò con occhi vitrei ed assenti, a fingere di credere che ci sia qualcosa di diverso dal niente, qualcosa di simile a quello che era il nostro ennesimo pianeta, e che ora è anche lui niente.