Titolo: Soap and Joy Bubble
Fandom: Black Cat
Rating: per tutti
Genere: malinconico, romantico
Avvertimenti: death, one-shot
Disclaimer: i personaggi appartengono a Kentaro Yabuki
Note: scritta per il COW-t terza missione, prompt "Impegnarsi vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità." (di Roberto Saviano). Inoltre è l'ultima settimana, la penultima storia che devo scrivere e quindi non rispondo più di quello che sto scrivendo XD
Words: 925(fdp)
Descrizione: Train ripensa a Saya, ai cambiamenti che lo ha spinto a fare.
Soap and joy bubble
Ero abituato a rischiare la vita.
La mia strada era stata segnata quando avevo preso per la prima volta una pistola in mano, da bambino. Non ho mai pensato alla morte, nemmeno le rare volte che un proiettile mi ha lacerato la carne: l'ho sempre considerata la normale conseguenza della vita. Anzi, ho sempre cercato il pericolo, le occasioni per rischiare la pelle e provare il brivido di camminare come un equilibrista sulla lama del rasoio.
Però a un certo punto qualcosa è cambiato.
L'imprevisto! (*)
Ero convinto che sarei stato un gatto randagio per sempre. Mi ricordo che qualche anno fa durante una missione una testa di cazzo aveva deciso di sfottermi perchè non avevo avuto ucciso un bambino di nemmeno tre anni: "Ti ci vedo proprio a fare il paparino con un marmocchio in braccio, Black Cat! Hades in una mano e pupo nell'altra!". Non ricordo cosa gli risposi esattamente, ma non è molto difficili da immaginare considerando che ho accompagnato la risposta con un bel cartone dritto fra i denti. Mi ero ripromesso che non avrei mai avuto figli. Non ne ero degno nè me la sarei sentito, non avendo praticamente avuto una figura paterna a cui fare riferimento.
Però poi ho incontrato lei. È stata Saya l'imprevisto. Una ventata d'aria fresca in una stanza piena di fumo acre, cioè me. È arrivata all'improvviso col suo yukata colorato e le labbra dolci e sorridenti. Una bambolina... con le palle. Non mi ero mai impegnato in una relazione seria perchè anche se ero uno dei cattivi continuavo ad avere i miei principi morali e non me la sarei sentita di far soffrire una donna coinvolgendola in una vita come la mia. Ma lei era diversa, diversa anche da tutte le altre. Non è poi così raro trovare una sweeper, una cacciatrice di taglie donna, ma lei era riuscita in un'impresa che avevo sempre creduto impossibile: mantenere intatta la sua frescezza, la sua gioia e la sua femminilità.
Senza che me ne rendessi conto e senza nemmeno che avesse intenzione di provarci è riuscita ad addomesticarmi, a portarmi dalla parte dei buoni. Abbiamo iniziato a lavorare in coppia come sweeper e pian piano mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, mostrandomi come si possa continuare a vivere serenemente pur maneggiando quotidianamente una pistola come la Hades. Non so bene quando siamo diventati una coppia non solo di nome ma anche di fatto: vivevamo assieme, spesso ci fingevamo fidanzati per poter lavorare in incognito... alla fine penso fosse piuttosto inevitabile.
Per un po' ho vissuto in una bolla di felicità. Mi svegliavo ogni giorno affianco alla donna che amavo, facevo il lavoro che mi piaceva e - particolare non trascurabile - legalmente. Ogni tanto dovevo vedermela con qualcuno della vecchia guardia che tentava di convincermi a tornare dall'altra parte della carreggiata, ma forte dell'idillio che stavo vivendo li respingevo facilmente, spesso senza nemmeno dover sfoderare la pistola.
Col tempo però mi resi conto che qualcosa non stava più andando come avrebbe dovuto. Era un anno che io e Saya abitavamo assieme ed eravamo sempre più legati, non avendo famiglia. Eravamo noi la nostra unica famiglia. Per questo abbiamo iniziato a pensare ad un figlio e... POP! La nostra splendida bolla di sogni e sapone è scoppiata. Ci siamo resi conto di quello che avevamo tentato di nasconderci fino all'ultimo: che impegnarsi vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità. Come potevamo pensare ad un figlio se ogni giorno rischiavamo la vita entrambi? Che razza di esistenza gli avremmo potuto assicurare? Le mie vecchie convinzioni tornarono prepotentamente a farsi vive. A malincuore scoprii che anche Saya, nel suo intimo, le aveva sempre condivise.
"Train! Ti ho mentito lo so! Ho sempre cercato di vivere positivamente la mia vita, di colorarla, ma solo perchè avevo una fottuta paura che tutte le cose brutte saltassero fuori. Quando ti ho raccolto per strada ho sperato di riuscire a salvare almeno te da tutto questo, ma... non potevo prevedere che ci saremmo innamorati, temo. Perdonami, amore".
Furono giorni tristi che passammo abbracciati a leccarci le ferite a vicenda. Non erano ferite fisiche, ma nell'animo. Ci eravamo tristemente resi conto che se avessimo voluto una vita normale, avremmo dovuto smettere di essere sweeper, ma non era così semplice. Quello dello sweeper è un mestiere che ti si marchia nel profondo per sempre: non potevamo nemmeno immaginare di non svolgere il nostro lavoro, assicurare i malviventi alla giustizia.
Una notte, accompagnati dal ticchettio della pioggia sul tetto, parlammo a lungo guardandoci negli occhi. Giallo nel blu. Seppur a malincuore decidemmo di rinunciare a mettere su famiglia, per il momento. Eravamo giovanissimi, ne eravamo coscienti, però sentivamo il bisogno straziante di ancorarci in qualche modo a quella vita dalla quale rischiavamo di essere brutalmente strappati ogni giorno.
Non ho mai creduto nel destino, in quelle favolette da signore con crisi di mezza età. Eppure... non c'è dubbio che quel nostro desiderio di unione, di famiglia, di casa era stato un sogno premonitore. Saya... Cazzo, mi fa ancora così tanto male a ripensarci! Saya è morta dopo nemmeno una settimana da quel discorso! Ha fatto POP proprio come le nostre illusioni di una vita serena assieme.
In quel momento ho deciso di non mentire a me stesso mai più. Ci avevo provato per Saya, ma senza lei affianco a me ad innondarmi con la sua gioia la cosa ormai non era più possibile. Ho continuato a rischiare la vita, ad inseguire bricconi d'ogni specie, ho trovato un nuovo compagno di avventure (Sven), ma ho rinunciato per sempre all'amore. Alla mia serenità.
(*) Dumbo cit.