Hetalia - Glamorous day (Russia/Prussia, Germany/Italy, Spain/South Italy)

Dec 05, 2012 13:08

Titolo: Glamorous day
Pairing: Russia/Prussia, Germania/Italia, Spagna/Sud Italia
Rating: arancione
Avvertimenti: yaoi
Genere: slice of life
Note: il titolo è una storpiatura della canzone Glamorous Sky tratta da Nana, e che stavo ascoltando mentre mi scervellavo per un titolo XD
Tre flashfic, sui protagonisti della partita di ieri <3 ...scusate la fic colorata, ma sono fissata sul fatto che ogni pairing abbia un proprio colore XD *sta male *


Sbraitando era entrato nella propria camera d'albergo, non stupendosi di trovarvi Russia. Sapeva che il Russo sarebbe stato presente alla partita. Si era premurato di avvertirlo.
- Maledizione, ho perso contro quei due! - aveva sbraitato ancora. Non si era nemmeno curato di cambiarsi dopo la partita.
Ivan storse il naso alla tenuta del Teutonico: - Vieni a letto...
Senza nemmeno pensarci, Gilbert si avvicinò al letto ancora inveendo contro gli Italiani: - Ma ho perso!! Di nuovo contro quei due!!
Il Russo si alzò stancamente dal letto. Gli si avvicinò e gli tolse la maglia, lasciando scorrere una mano lungo il suo petto: - Perché quello che ha segnato è un esaltato.
- Esaltato o no, hanno vinto! - non protestò, stranamente, mentre lo guardava negli occhi - Come faccio ora a tornare a casa?
Lo guardò ancora, prima di annuire e cercare di fingere di dargli corda: - Gilbert, è solo una partita di calcio. Non ne va del tuo onore.
- Ne va eccome! Ho perso con quei due!! Hai visto in che condizioni sono? Eppure non riesco a batterli!
Il Russo decise che era ora di zittirlo in qualche modo, e lo baciò con passione: - Vuoi davvero passare tutta la notte a parlare di calcio? Dopo che sono venuto fin qui?
Bofonchiò qualcosa di simile ad un no, mentre distoglieva lo sguardo dal Russo, tutto rosso.
- Benissimo allora! - un candido sorriso si dipinse sulle labbra di Russia, mentre si sedeva sul letto e lo attirava a se. Gli baciò piano il petto, e stringeva i suoi fianchi.
- Ivan...fammi almeno fare una doccia...- guardò verso il Russo, che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
- E che senso avrebbe? La faremo più tardi... - gli morse un capezzolo, alzando gli occhi verso di lui - Forse all'alba.
Non si lasciò sfuggire il ghigno di Ivan.
E intuì che per quella notte era perduto.

Timidamente aveva bussato alla porta del Tedesco. Sapeva che Ludwig non l'aveva presa tanto bene. O almeno poteva immaginarlo, visto che aveva lasciato il campo senza nemmeno guardarlo.
Ma voleva dimostrargli che non era sempre debole. Che almeno in qualcosa poteva riuscire bene.
Oh, c'era anche qualche motivo economico-politico dietro a questo. Ovvio.
- Che vuoi? - Germania si era affacciato alla porta con un asciugamano attorno alla vita e i capelli scompigliati sulla fronte.
Feliciano gli sorrise, dondolandosi un po' avanti e indietro: - Sono solo venuto a vedere se ti andava della birra? - alzò la confezione da quattro lattine che teneva in mano.
Il Tedesco lo guardò: - Pensi di consolarmi con così poco? - si spostò per lasciarlo entrare, e sospirò. L'Italiano riusciva ad essere adorabile in qualsiasi situazione, e questo era davvero un grosso problema per lui.
Chiuse la porta alle proprie spalle, e subito due braccia si allacciarono attorno al suo collo e due labbra morbide si appoggiavano sulle sue: - Mi dispiace, Ludwig. Ma dovevo vincere.
Non riuscire a resistere al tono basso e dolce dell'Italiano, e subito ricambiò il bacio, stringendo il ragazzo a se.
Non aveva vinto la partita, ma poteva almeno avere il premio di consolazione. Pensò.

Con un gemito più forte degli altri, l'Italiano si lasciò cadere sul materasso, subito seguito dal proprio amante. Cercò di riprendere fiato il prima possibile, mentre la mano dell'altro lentamente gli accarezzava la schiena.
Quante volte lo avevano fatto prima di lasciarsi cadere così sul materasso? Oh, certo. Avevano due vittorie da festeggiare.
E lo avevano fatto in modo grandioso.
- Domenica ti faccio un culo grande così - brontolò Lovino, tendando di fare il gesto con le mani, ma fallendo miseramente.
Specialmente perché lo Spagnolo aveva riso: - Vedremo, Lovi. Sono il campione del mondo, ricordi? - sorrise accarezzando la guancia dell'Italiano.
- Stronzate. Io sono 4 volte campione del mondo! E una volta campione d'Europa! - si alzò sui gomiti, per osservare meglio il viso di Antonio, che stava ridendo di nuovo.
- Si si! Questa te la concedo! - lo attirò a se per baciarlo di nuovo - Se vinco, non piantarmi...
- Non c'è questo pericolo, perché ti batterò - gli morse un labbro, prima di concedergli l'ennesimo bacio della nottata.
Lo Spagnolo rise ancora, ma non si spostò dalle labbra dell'Italiano. Se avesse vinto, pregava Dio, la Vergine, Gesù, e tutti i Santi che Lovino non la prendesse troppo male.

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