Shingeki no Kyojin - You're like the sun (capitolo 1)

Feb 09, 2014 20:00

Fandom: Shingeki no Kyojin
Personaggi: Ymir, Christa Renz/Historia Reiss, altri
Pairing: Ymir/Christa, altri
Sfida: CHApters CHAllenge 2014
Capitolo: 1/12
Generi: slice of life, introspettivo, sentimentale
Avvertimenti: AU, shojo ai
Rating: verde
Numero parole: 673

Era una bella giornata di fine settembre. Il sole era ancora forte e se solo non avesse dovuto studiare quel pomeriggio, sarebbe sicuramente andata in spiaggia. Le avevano da poco insegnato a fare surf e lei ora non vedeva l'ora di avere l'occasione giusta per mollare tutto e tuffarsi in acqua.
La faceva sentire libera, come la faceva sentire libera anche l'aria che si infrangeva contro il suo viso mentre correva. Trovava rilassante correre durante gli allenamenti di calcio. Calciare la palla le dava soddisfazione e poteva così sfogare tutto ciò che provava, sentimenti buoni o cattivi che fossero.
E a Ymir piaceva quel gioco e la squadra con la quale passava i suoi pomeriggi, anche se la squadra femminile di calcio era calcola meno di zero in confronto a quelle maschili di football e pallacanestro. Erano reputate come un branco di maschiacci che non sapevano stare al proprio posto. E forse erano davvero così, almeno per quanto riguardava lei.
Calciò la palla con tutta la forza che aveva nelle gambe, solo per scacciare un pensiero insistente che non l'abbandonava mai da qualche giorno.
Un angelo.
Aveva indubbiamente visto un angelo in palestra, che danzava in punta di piedi e le aveva rapito l'anima. Era rimasta a guardarla senza avvicinarsi e ora se ne pentiva. Non era da lei fare così; se c'era una ragazza che le interessava, le si avvicinava e ci provava subito. Di solito non finiva mai rifiutata e almeno qualche appuntamento lo rimediava.
Questa volta invece era rimasta a guardare senza muovere alcun muscolo ed era ora furiosa con sé stessa. Erano passati diversi giorni, e non aveva più rivisto quel bellissimo angelo dagli occhi azzurri.
- Ymir! Potevi uccidermi! - urlò la ragazza in porta, mentre la palla le passava accanto e finiva contro la rete.
Ma a Ymir poco importava. Voleva soltanto rivedere quella ragazza e specchiarsi di nuovo nei suoi occhi. Voleva perdersi in lei.
Oddio, era perduta.
Quella era stata un'infatuazione a prima vita. Non voleva parlare d'amore, non voleva avere questa presunzione, ma quella biondina non riusciva a togliersela dalla mente.
Andando verso lo spogliatoio, dopo l'allentamento, era passata davanti alla palestra in cui l'aveva vista per la prima volta, ma era vuota. Quasi le sembrava di aver sognato tutto, che quella ragazza fosse soltanto una proiezione della sua mente e nulla di più.
- Guarda che hai sbagliato spogliatoio - si sentì dire mentre apriva la porta. Non ebbe neppure bisogno di voltarsi per riconoscere l'esemplare maschio che le stava parlando. Reiner Braun, suo amico d'infanzia nonché vicino di casa, le si stava avvicinando, sporco e puzzolente almeno quanto lo era lei: - Ma le ragazze ti permettono ancora di lavarti insieme a loro?
- In verità mi invidi perché vorresti essere al mio posto, dì la verità? - aveva ghignato in risposta al suo sorriso.
- Puoi scommetterci. Non è giusto che solo tu possa vedere tutte queste ragazze nude!
- Beh, tu puoi vedere tanti bei maschioni e rifarti gli occhi.
- Ymir, non sono gay.
- Certo, e io non sono lesbica - lo aveva guardato e aveva sorriso come sempre.
- Sono serio - il biondo aveva scosso la testa e poi aveva notato che era leggermente arrossito - E poi c'è una ragazza che mi interessa.
- E chi sarebbe? Negli ultimi anni ti ho visto uscire solo con il tuo amico Berthold.
- Non la conosci, grazie al cielo - l'aveva guardata male - Si è appena trasferita in questa scuola. Sembra una dea, dovresti vederla, con quei occhi azzurri e i capelli biondi...
- Reiner - lo aveva interrotto guardandolo incuriosita - O stai parlando di Armin e questo confermerebbe tutte le mie teorie sulla tua sessualità, oppure è meglio che lasci stare perché sarà mia.
- Di cosa diavolo stai parlando? - Reiner aveva inarcato un sopracciglio mentre la guardava - Non dirmi che ci hai già provato anche con lei?
- Non ancora, ma mi hai appena dato la conferma che esiste e che non è solo frutto della mia immaginazione - aveva sorriso entrando nello spogliatoio, lasciandolo dietro di sé l'amico che continuava a chiamarla.

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