Hetalia - The best day (Sweden/Finland; Sealand, Ladonia)

Mar 21, 2013 14:40

Titolo: The best day
Personaggi: Svezia, Finlandia, Sealand, Ladonia
Pair: Svezia/Finlandia
Numero capitoli: 1/1
Generi: fluff
Avvertimenti: oneshot, shonen ai
Rating: verde
Numero parole: 989
Nota dell'autore: da quando ho iniziato a scrivere su Hetalia, ho sempre desiderato farlo anche su questa coppia, ma alla fine non ne ho mai avuto il coraggio, credo. Ma ho deciso di sfruttare l'iniziativa della festa del papà per scrivere almeno qualcosa su di loro <3 E quindi ecco qui la mia storiellina.
...la scrivo anche perché ho bisogno di curare il mio cuore distrutto da “Sleep, little bird” di George deValier.


Berwald aveva sempre desiderato essere padre. O almeno da quando era diventato uno Stato abbastanza forte ed adulto. Aveva sempre sognato di poter sentire lo scorrazzare continuo di piedini veloci sul pavimento di legno. Oppure una voce piangente nel cuore della notte. Si, gli sarebbe piaciuto davvero avere un bambino di cui occuparsi.
Ma, perché nei desideri di ognuno c'è sempre un ma, sua moglie non era una donna. E lui non era minimamente attratto dal gentil sesso. Non lo era mai stato, ma questo non era mai stato un problema per lui. Aveva sempre avuto Tino al proprio fianco, e questo era abbastanza.
Solo ogni tanto, si chiedeva come sarebbe stato avere un figlio, un bambino da crescere con il proprio compagno.
L'occasione perché il suo sogno si realizzasse, si presentò più per scherzo che per scelta. Ed era successo per ben due volte.
La prima, una micronazione aveva dichiarato la propria indipendenza proprio entro i suoi confini. E lo aveva divertito il fatto che il ragazzino fosse convinto di poterlo sconfiggere, così lo aveva sempre lasciato fare come voleva, forse anche viziandolo fin troppo.
Aveva poi sentito di questo sedicente Stato che si era messo in vendita su eBay. E ora non si pentiva affatto di essersi interessato all'inserzione del sito.
- Papà! - due piccole e gracili braccia si erano strette attorno al suo collo, mentre era seduto alla scrivania per finire di battere una relazione per il lavoro - Vieni in giardino a giocare?
- Peter, non disturbare papà...- aveva voltato lo sguardo verso la portafinestra che dava sul giardino e da cui era appena entrato Tino. Li aveva guardati entrambi e il suo cuore stava scoppiando di gioia.
Un desiderio che aveva avuto da secoli, si era avverato. Aveva finalmente una famiglia sua. E il bambino biondo era stato ben felice di chiamarli mamma e papà.
- Ma papà mi aveva promesso che oggi avrebbe giocato con me in giardino! - aveva protestato, continuando però a stringerlo. Sentire quelle piccole braccia attorno a sé, gli faceva sentire un calore a cui non era abituato.
- Hai per caso 5 anni, Peter? E poi dovresti essere tu quello più grande? Ma per favore - la testolina rossa aveva fatto capolino in soggiorno, e Berwald era felice che ci fosse anche lui a casa.
Aveva guardato Peter con la coda dell'occhio, e poi si era alzato, prendendolo subito in braccio e provocando un attacco di urla e risa nel ragazzino.
- Peter sta volando! - aveva continuato a ridere, ancora in braccio al padre che lo stava portando in giardino.

Tino aveva osservato i tre uomini della sua vita che giocavano a calcio nel giardino della loro casa.
- State attenti a Hanatamago! - gli aveva urlato quando aveva visto la cagnolina corrergli incontro, e aveva sorriso quando Peter aveva completamente ignorato la palla per girarsi verso il cane e prenderlo in braccio.
E Berwald. Berwald guardava il bambino con una gioia negli occhi che non gli aveva mai visto, anche se nessuno altro sembrava accorgersi della felicità di suo marito.
- Hanatamago è più interessante - aveva mormorato l'uomo mentre gli si avvicinava e subito dopo si chinava per dargli un bacio.
Si era seduto accanto al Finlandese, guardando i due bambini giocare con la cagnolina. Il giardino di casa loro non era mai stato così vivo fino all'arrivo dei bambini. Nemmeno le comparse di Den, confusionario com'era, riuscivano a dare la stessa vivacità a quella casa.
Strinse la mano all'uomo più giovane. Lo aveva guardato, e vedere il sorriso sul viso mentre osservava i ragazzi, gli aveva fatto capire quanto felice fosse anche Tino nell'avere una famiglia di cui occuparsi.

Il Finlandese aveva appena finito di sistemare la casa, dopo che i ragazzi si erano ritirati nella loro stanza con Berwald, quando decise di andare a vedere cosa stava succedendo al piano superiore.
Dopo un iniziale trambusto che temeva avrebbe buttato giù la casa, ora sembrava che in casa ci fosse soltanto lui. Nemmeno la cagnolina era in giro, come era solita fare.
Un sorriso spontaneo si era impadronito delle sue labbra quando aveva visto il marito seduto sui letti uniti dei ragazzi. Gli stava leggendo un libro, e Peter come sempre lo ascoltava rapito.
Scosse la testa quando si rese conto che Berwald gli stava leggendo dei miti su Odino, ma Peter, avida bestiolina di sapere, lo ascoltava con gli occhi spalancati dalla curiosità.
Lad invece sembrava essere nel mondo dei sogni da molto tempo, e probabilmente il mattino dopo si sarebbe svegliato raccontandogli di qualche strano sogno che aveva fatto.
Anche Hanatamago se ne stava accucciata ascoltando la voce di Berwald, e avrebbe tanto voluto avere una macchina fotografica per immortalare quell'attimo.
- Mamma! - aveva urlato Peter appena si era accorto di lui - Vieni ad ascoltare anche tu le storie di papà! Peter ti fa posto! - nello spostarsi per fargli posto, aveva svegliato il fratello che aveva protestato dicendo che quella stanza non era un albergo o qualcosa di simile.
E nonostante dicesse di odiare Berwald, Lad aveva smesso di lamentarsi non appena lo Svedese gli aveva accarezzato i capelli: - Nemmeno camera nostra è un albergo - aveva come sempre lasciato il discorso in sospeso, ma i ragazzi sapevano esattamente a cosa si riferisse.
Peter aveva solo sorriso, mentre Tino si metteva sotto le coperte accanto a lui. Come sempre lo abbracciò, e il Finlandese non poté che fare lo stesso.
Aveva poi guardato Berwald, che si stava togliendo gli occhiali dopo aver appoggiato il libro sul comodino accanto al letto. Appena di era messo giù e aveva abbracciato il rosso, Tino era sicuro che il ragazzino fosse diventato del colore dei propri capelli, nonostante le proteste, che Berwald come sempre ignorava.
- God natt - aveva mormorato mentre stringeva la mano di Tino sotto le coperte e questi gli rispondeva con un sorriso dolcissimo.
- Hyvää yötä...

hanatamago, ladonia, sweden, hetalia, sealand, finland

Previous post Next post
Up