Mar 07, 2009 14:27
Titolo: “L'ultimo puntino in città”
Fandom : Originale
Personaggio/Coppia : il succitato puntino
Rating : G
Conteggio Parole : 400 parole (W9
Note: Ciò che ha dato il via alla demenza per la Challenge "Le smanie per la punteggiatura". La citazione è degli Articolo 31, il personaggio è MIO^^
“Questa è la storia, la storia di un errore,
dovuto a qualche birra, un sedile posteriore”
Articolo 31, L’ultima bomba in città
Lui era sempre l’ultimo, quello che veniva regolarmente dimenticato.
Gli altri suoi fratelli, Primo e Secondo - mamma Grammatica non aveva di certo una gran fantasia - sguazzavano intere giornate su immacolati fogli o banchi o display di racchie bimbeminkia e lui restava sempre solo, al buio di una penna a sfera o tra i circuiti un po’ ossidati di un cellulare.
Terzo era un povero puntino smunto, fatto di inchiostro sbiadito e tremolante, era facile dimenticarselo! Poi ci si mettevano anche i cellulari: 160 caratteri, dico: centosessanta caratteri, diamine!, non erano sufficienti a contenere anche lui. E poi, quelli di ultima generazione, oltre i due puntini partivano in automatico con quelle orribile facce sorridenti o ghignanti o chissà quale altra diavoleria. A volte veniva scritto - quale onore! - e poi subito cancellato per mancanza di spazio. Certe ferite sono peggiori di altre, e lui lo sapeva bene.
Tutti abusavano dei suoi fratelli e lo lasciavano regolarmente dietro. Quando protestava, sua madre Grammatica si limitava a fare spallucce o a lasciare che il correttore automatico di turno scribacchiasse una sottolineatura leggera leggera in verde. Come se a qualcuno importasse qualcosa di ciò che aveva da obiettare un correttore automatico che non conosce nemmeno le parolacce più comuni!
Un giorno come tanti, una ragazzina ignorante stava tentando di convincere il suo unico neurone a comporre un tema in classe (ovviamente zeppo di congiuntivi saltati ed abbreviazioni dislessiche) e, com’era prevedibile, dimenticò Terzo.
Che novità, direte voi.
Sentirsi umiliato, effettivamente, era cosa di tutti i giorni, ma si dà il caso che quel particolare giorno, Terzo fosse particolarmente scocciato e così decise di saltare fuori sua sponte dalla biro di Hello Kitty con piume rosa di vera gallina terricola e lanciarsi sul foglio, lasciando perplessa la ragazzina, che non lo aveva mai visto, né aveva mai sospettato della sua esistenza.
“Eccomi, esisto! E non potrete fare nulla per impedirlo!” si mise a strillare con la sua vocina minuta e un po’ nasale - a stare sempre nell’umido dell’inchiostro, gli era preso un bel raffreddore - e, ciò detto, iniziò a saltare per il banco, volando sulle composizioni degli altri ragazzi, sul registro del professore, sul naso della bidella…
Era una vendetta collettiva: dalle penne colorate scapparono fuori innumerevoli Terzo arcobaleno, tingendo la scuola, il quartiere, l’intera città.
A poco servirono gli idranti dei pompieri: Terzo era lì, e lì pretendeva di restare: una chiazza colorata di allegria.
original,
nonsense