Sep 03, 2005 21:05
[Atto primo, scena seconda, interno utero]
È strano come la tua definizione di “assurdo” muti drasticamente, quando ti ritrovi seduto su di un divano, nel bel mezzo di un utero, a cercare di convincere un ventideuenne a nascere. Soprattutto se il divano si chiama Fågelbo. Non si sfugge all’ikea.
-Io, sconvolto e furioso: Ma ti rendi conto di quanto sia assurdo? Come diavolo hai fatto a non accorgerti che stavo nascendo, che toccava a noi?!?!?
-Andy, arrancando in cerca di una scusa: Mi hanno crionizzato, cricenizzato…
-Io, incalzandolo senza pietà: Cricetizzato. Ti hanno reso grosso quanto Hamtaro. Se non tutto, perlomeno il cervello.
-Andy, urtato e sarcastico: Mi hanno dato una ruota girevole, ho corso tanto, mi tenevo in forma.
-Io, implacabile: Quello era “Gira La Moda”, te l’han messo dentro perché volevan diventassi uno stilista.
-Andy: E io ci ho corso sopra, ok?
-Io, beffardo: Ciò non ha fatto di te un atleta.
-Andy: Ma quando corro, vesto da dio.
-Io, sconsolato: Non si può certo dire che Dio abbia buongusto, nelle sue creazioni.
-Andy: Che ne sai, hai visto il suo guardaroba?
-Io: No, ho visto Marzullo.
-Andy: Gli stilisti amano provocare, si sa.
-Io, indulgente: Ma sì, magari quel giorno aveva mangiato pesante.
Se un uomo con la gastrite può sognare demoni e massacri, chissà cosa sogna un dio con la peperonata sullo stomaco. E non credo per lui ci sia abbastanza citrosodina nella via lattea. In quel mommento mi sarebbe bastato un drink. Drasticamente forte. E lo volevo subito. Andy si mosse...