Washing Karmachine

Oct 13, 2005 20:45


Pausa caffè, apro il frigorifero in cerca di una birra.
Un uomo in kimono mi fissa, rannicchiato nel secondo ripiano.
Opzione numero uno: lo ignoro, afferro la mia birra, e gli richiudo il portello sul grugno con fare disinvolto. Poi naturalmente cadrò a terra in preda a convulsioni isteriche, schiumando dalla bocca e strillando come una giumenta durante il parto, o robe così.
Opzione numero due: nel dubbio, gli incastono un badile sul setto nasale con impeto disumano, cantando Merola. Violenza fisica e psicologica, annichilirebbe anche un golem. Ma prima che la mia mente possa vagliare le scelte, o trovare il badile, il mio corpo ha già optato per la terza: un urlo in falsetto tutt’altro che virile.

Profeta: La paura è la prima reazione di fronte all’ignoto, e alla consapevolezza della morte
Io: Hai una zia che fa Fletcher di cognome? Meni abbastanza sfiga da poter essere suo parente.
Profeta: Stolto, il mondo non è che un agglomerato di elementi inutili che altro non fanno se non distrarci dal nostro cammino verso l' eterno oblio.
Io: (continuando nella mia poderosa scaramantica strizzata di gonadi) C'è una "i" di troppo e manca un accento.
Profeta: Come, scusa?
Io: Senza la "i". O B L Ó
Profeta: Ti mascheri dietro al cinismo e alle beffe, ma sei un animo tormentato..
Io: Non fraintendere, Sai-Baba, sono di ottimo umore. Ma non credo proprio nell'aldilà, e spesso neppure nell'aldiqua, se prevede gente nel mio frigo. Ma negli oblò credo.
Profeta: Preferisci il materialismo alla trascendenza?
Io: Dipende da quanto è buona la roba di cui ti fai tu per trascendere così.

Non intendeva mollare, accettai la sfida. Se non puoi convincerli, confondili. Come i venditori ambulanti.
Quando suonano, apro la porta con drammatica rapidità, pronto a una logorroica apnea, e li sommergo di parole. Cerco di vendergli io un abbonamento. Non gli do un secondo di tregua. Ribalto il fronte. E nella loro mente scatta il meccanismo: "ma perchè gli ho aperto?" Si scusano, lei mi capirà, ho lasciato il gatto sul fuoco, mi scade il parcheggio...
Richiudono la porta, come per tenermi fuori dal loro pianerottolo. E per i Testimoni di Geova ho pronto un distintivo bianco su sfondo nero e la cravatta in tinta. Non tollerano la propaganda di "noi" mormoni. Non alle 8 del mattino
Tattica collaudata. Partii a razzo.

Io: Credo nell'oblò perchè è tangibile. E oltre l'oblò, la centrifuga della vita vortica, e i miei panni sporchi si nettano.
Profeta: Interessante…
Io: Buddismo spicciolo, rielaborato da una lavandaia. La vita è una lavatrice: ne usciamo puliti ma finiamo per sporcarci di continuo. Il ciclo si ripete, ci laviamo, torniamo nel mondo… ma poi finiamo nuovamente oltre l'oblò. Fin quando i troppi lavaggi/resurrezioni ci hanno reso lisi e infeltriti. Se esiste un dio è un detergente di seconda scelta.
Profeta: Venduto per pochi spiccioli nonostante venga spacciato per infallibile soluzione?
Io: Qualcosa del genere. E quando torniamo a lui oltre l'oblò, lava via le nostre macchie, ma indebolisce la nostra fibra. E ci reincarniamo deboli, sgualciti.
Profeta: E che accade se la fibra si spezza?
Io: Succede che il capo è inservibile, e non rinasce dalla lavatrice del karma, ma viene buttato nel nirvana.
Profeta: Ottimo slogan per la raccolta abiti di Amnesty International.
Io: Già, finiscono in un altro mondo diverso dal nostro. Il terzo mondo. Dove forse riniziano a vivere una vita dove nessuno lava via le macchie dai propri capi, perché ci sono esigenze più pressanti. Ma dove una camicia è tesoro, e nessuno se ne sbarazza anche se non è esteticamente impeccabile e alla moda.

Il mio discorso poteva anche avere un significato profondo, ed ero il primo a meravigliarmene. Il santone mi guardava con un sardonico sorriso compiaciuto. La sua calma mi dava l’illusione di averlo sfiancato, di poter passare oltre.Ovviamente mi sbagliavo. Parlò.

Profeta: Mi sorge un dubbio.
Io (stappando la birra): Sono qui per illuminarla.
Profeta: Ma se i bianchi lavano i loro peccati a 60 gradi e i colorati a 40... le altre razze hanno meno peccati di noi occidentali?

Non replicai. Avevo mal di testa. Mi sentivo come la mia bottiglia di birra.
Verde e svuotato dal collo in su. Pieno di liquido nella parte bassa.
Richiusi lo sportello, la luce si spense, nel frigorifero e nello sguardo del profeta. Andai verso il bagno.
Alle mie spalle teologia, davanti a me una tazza di ceramica bianca. Due cose belle e candide, viste da fuori.
Ma nelle quali la gente è capace di riversare il peggio.
Finii la mia birra. Alla tua salute, budda dei surgelati.
Amen.
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