Titolo: The Clown Boy
Fandom: Placebo/Muse
Stato: Conclusa 1/10
Raiting: NC-17
Genere: AU, introspettivo, Drammatico
Riassunto: Come la vita di un clown che drammaticamente sospesa tra lo scherno e la malinconia regala divertimento agli altri, così la mia regala sogni a chi se li può permettere.
Disclaimer: Non sono miei, che si appartengono a meno che non abbiano venduto l'anima al diavolo...e per Brian non ci metterei la mano sul fuoco, è un dato di fatto. Non fanno queste cose...e non le hanno fatte...spero XD, come al solito non mi pagano ç.ç +sta diventando povera+.
Note: Questa storia mi ha rapita alla prima riga e non mi abbandonerà fino a che non avrò scritto l'ultima, è una favola triste che albera nel mio cuore e nel mio sangue, è una favola cattiva che distrugge i sogni di chi la vive.
The Vergin
A volte capita.
A volte quando fai Il mestiere (che modo assurdo di chiamarlo, ho sempre pensato che fosse stupido e antiquato, ma dalle mie parti è ancora Il mestiere e quindi adattiamoci),ti capitano tipi di questo genere, quelli che dopo il sesso sentono il bisogno di farti delle domande.
"Perchè fai questo..lavoro?"
"Tu perchè pensi che io lo faccia?"
"Perchè non hai trovato niente di meglio?"
"Perchè mi piace il cazzo tesoro, perchè posso fare soldi succhiando cazzi, ed è una cosa che so fare molto bene"
A questo punto le reazioni tipo sono due, o si eccitano e io ci guadagno un extra oppure si vestono e se ne vanno lasciando i soldi sul letto sfatto.
Solo Matthew aveva la reazione non contemplata, lui cercava di approfondire, ogni volta.
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Come ogni puttana anche io ho le mie preferenze, le ho sempre avute ovviamente, ma è solo dopo anni che ho smesso di "accontentarmi", solo quando ho capito che ero abbastanza voluto da poter dire di no se mi girava.
I clienti che amo di più sono i vergini.
Non in senso letterale, ma vergini del quartiere, ragazzi che hanno avuto le loro esperienza ma ai quali l'idea di pagare per una scopata non è mai balenata in mente, ragazzi che vengono curiosi di sapere com'è o come potrebbe essere.
Li riconosci subito nei loro giubbotti di jeans, i capelli ben pettinati e l'immancabile sigaretta in bocca. Mi direte che di gente così è pieno il mondo e mi trovate perfettamente d'accordo. Ma non con quello sguardo, con gli occhi di chi si guarda intorno cercando i fantasmi, impauriti che questi possano davvero uscire, eccitati per il medesimo motivo.
Quella sera scelsi lui, perchè era il più carino e il più spaesato. Un bocconcino coi fiocchi.
Lo avvicinai alle spalle, lasciando che i miei pantaloni producessero il classico scricchiolare della pelle lucida, vidi le sue spalle sussultare e lo vidi restare dov'era senza muovere un passo, davvero carino.
Non mi sarebbe scappato.
Ridussi l'aria tra i nostri corpi a pochi centimetri,lasciai che fosse il calore del mio corpo e non il tocco ad avvertirlo della mia presenza vicina.
"Buonasera piccola Alice, ci siamo persi nel paese delle meraviglie?"
Chiusi gli occhi e lo avvertii girarsi quando il suo giubbotto sfiorò il mio ventre nudo, scontrandosi con l'unico indumento che mi proteggeva dal freddo della notte mischiandosi col suo colore.
"Non mi chiamo Alice, non sono piccolo e non mi sono nemmeno perso, ma tu sei di sicuro una meraviglia"
Insicurezza celata da spavalderia, proprio il mio tipo.
"Peccato, speravo di poter essere io a indicarti la via. Mi dirai almeno il tuo nome?"
"Matthew e sono certo che una via puoi indicarmela"
Chiaramente l'unica via che poteva indicare uno come me era quella per il mio letto, ma lo sapevamo bene entrambi.
Lo feci entrare in casa per primo tenendogli la porta aperta, lo fissai muoversi alla sola luce della luna, fermarsi al centro della stanza in attesa di un mio cenno. Varcai la soglia chiudendomi la porta alle spalle, lo raggiunsi abbandonando la giacca durante il tragitto, lasciando che si beasse della mia pelle bianca quanto il riflesso che si infrangeva dalla finestra.
"Dovrai pagarmi lo sai questo vero?"
"Certo! Non sono uno sprovveduto!"
"Sono 70 sterline per il servizio completo"
"Ne ho il doppio con me, tranquillo"
"A quanto pare Alice ha ricevuto il regalo di buon non compleanno dal cappellaio matto"
"Ti ho già detto che non mi chiamo Alice"
"Stasera sarai tutto quello che io vorrò lo sai bene anche tu"
Deglutì nella notte silenziosa e io vidi le sue maschere crollare sotto la mia lingua, le sue espressioni cambiare sotto il mio tocco esperto.
Fu semplice, come modellare argilla morbida con le mani, lasciò che fossi io a condurre, si fece spogliare di molto più degli abiti,si fece spogliare della pelle, lasciando che ogni sensazione gli entrasse fin dentro al corpo oltre gli organi, fino all'anima. Lasciò che mi beassi dei suoi gemiti, che si fecero più profondi quando decisi che aveva sofferto abbastanza e lo presi in bocca per intero, facendo scorrere labbra e mani, lingua e denti.
"I-io non so ancora il tuo nome"
"Non sarà il mio nome ad avere importanza stanotte"
Non credevo che sarebbe arrossito, o almeno credevo che l'avrebbe fatto per ben altri motivi, ma a quanto pare mi ero portato a casa un bimbo per bene, di quelli che pensa che bisogna essere educati con tutti, anche con le puttane.
Gli srotolai il preservativo sul pene utilizzando solo la bocca, gli impedii di venire stringendogli la base con le dita in una sadica tortura.
"Vuoi che stia io sopra?"
Mi fissò confuso non capendo a cosa alludessi così decisi per lui e mi misi cavalcioni sulla sua erezione, scendendo a farmi penetrare in un solo colpo.
Credetti che avrebbe urlato, invece si limito a strizzare gli occhi chiudendo il labbro inferiore nella morsa dei suoi denti.
"Morderti è un piacere che dovrai lasciare a me stanotte, a te sarà riservato quello di urlare il nome di Dio invano mentre ti cavalco mia dolce Alice"
Aspettai che liberasse le sue labbra dalla morsa prima di infilarmici con veemenza all'interno, sfiorandone ogni angolo con la lingua mentre il mio culo si muoveva su di lui, lasciandolo uscire quasi completamente, riprendendolo prima che l'aria fredda potesse lambire completamente la pelle bollente.
"E ora voglio che tieni gli occhi bene aperti e ti gusti la tua meraviglia, come hai deciso di chiamarmi tu".
Mi bagnai una mano della mia stessa saliva, languidamente, sensualmente, lentamente lasciai che raggiungesse la mia erezione, che le desse sollievo la carezza bagnata, che le desse sfogo il tocco caldo sulla punta, che la facessero aumentare gli occhi pieni di voglia del ragazzo sotto di me.
Mi beai delle sue urla, delle sue preghiere rivolte a un Dio che non era sicuro fosse quello di sempre, forse più un demone che impadronendosi di lui aveva deciso di fargli provare la più grande delle appagazioni rigettandolo al freddo non appena la sensazione fu passata e il respiro tornato regolare.
"Perchè fai questo..lavoro?" ero sicuro che fosse il tipo da domande.
"Tu perchè pensi che io lo faccia?"
"Perchè non hai trovato niente di meglio?"
"Perchè mi piace il cazzo tesoro, perchè posso fare soldi succhiando cazzi, ed è una cosa che so fare molto bene"
"Ma bello come sei potresti fare qualunque altro lavoro"
"Per esempio? ne conoscono pochi di lavori dove basti l'avvenenza"
"Beh saresti un buon modello"
"Apro meno la gambe facendo la puttana e probabilmente guadagno anche di più"
"Ma..."
"E' ora di saldare il conto Matthew"
"Non ero la tua Alice per stanotte?"
"La nostra notte è finita ragazzo"
"Voglio sapere il tuo nome"
Presi i soldi che mi porgeva e li infilai nel cassetto a fianco da dove estrassi una sigaretta che trovai prontamente accesa dal ragazzino.
"Quanti anni hai Matt?"
"18, ma non hai risposto alla mia domanda" 5 anni meno di me...
"Forse risponderò la prossima volta...adesso te ne devi andare è ora di svegliarsi dal bel sogno e tornare da mamma e papà"
Non fece più domande, forse perchè aveva capito che non avrei risposto o forse perchè sapeva che sarebbe tornato, così come lo sapevo io.
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Un'altra sera è scesa all'ombra della mia finestra, non mi resta che infilarmi il mio costume di scena, rifarmi il trucco per lo spettacolo di oggi e scendere sul palco della mia vita.
Come la vita di un clown che drammaticamente sospesa tra lo scherno e la malinconia regala divertimento agli altri, così la mia regala sogni a chi se li può permettere.
Il mio nome è Brian ma voi potete chiamarmi Clown Boy.