Titolo: Hitachi series
Rating: vario (per lo più alto)
Pairing: vari
Genere: raccolta
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone nè di offenderle in alcun modo.
Nota: Come dice il titolo, questa sarà una raccolta di one-shot basate sulle pubblicità degli elettrodomestici Hitachi. Al momento ne ho scritte... due XD Ho le idee piuttosto chiare per almeno altre due, ma poi hanno iniziato a mettere pairing su cui trovo parecchio difficile inventarmi qualcosa.
Diciamo che dovrebbero essere un mucchio di storielle senza nessun valore, che non pretendono essere niente di profondo o di aulico. Davvero davvero.
Però mi sono davvero divertita a scrivere le prime due!
02 - Cena a base di salmone e mirtilli
Pairing: Ohmiya
Rating: R
Note: Dato che sto andando per ordine (e salto quella di gruppo in cui Ohno dice a ogni membro che tipo di elettrodomestico è), questa è liberamente ispirata alla pubblicità del frigorifero con Nino!
Oh, ed è ambientata nel periodo in cui Nino stava girando GANTZ
Nino infila la porta di casa con rapidità, per poi chiuderla dietro di sé e accasciarsi contro il muro con un sospiro sollevato.
Il prossimo che mi propone un film come GANTZ, giuro che lo uccido!
È l’illogico pensiero che gli attraversa la mente. Perché se girare un film portando avanti il resto delle attività con gli Arashi è già stancante di per sé, girare un film d’azione è la morte.
Striscia sul pavimento, ogni singolo muscolo dolorante, trascinandosi verso il lucente frigorifero nuovo di zecca: sta morendo di fame. A fatica, si tira in piedi per aprirlo e guardarvi dentro...
Nulla.
Il vuoto più totale, eccezion fatta per un vecchio barattolo di maionese, una vaschetta di gelato al mirtillo e dei residui di curry risalenti a chissà quale epoca.
Da quanto è che non vado a fare la spesa??
Caccia un ‘wa’ sorpreso quando, aprendo lo scompartimento più alto del freezer, trova un bellissimo, profumatissimo e terribilmente invitante filetto di salmone già tagliato, che non aspetta altro che di essere mangiato.
Non si può sbagliare: non è ancora messo così male da avere le allucinazioni.
Per un breve, brevissimo istante, si chiede chi abbia messo un salmone -bellissimo, profumatissimo e terribilmente invitante- nel suo freezer; ma in effetti non è così importante, non quando il suo stomaco si contorce, tristemente vuoto. Nella sua fame assassina decide di non prendere delle bacchette e di abbuffarsi con le mani lì, in piedi davanti al frigo.
Mentre, con mano tremante, sta per afferrare la prima fetta, suonano alla porta. Impreca sonoramente mentre va ad aprire, senza nemmeno chiudere lo sportello del freezer, perché tanto, chiunque sia, lo caccerà via all’istante.
... a meno che non abbia con sé del cibo, ovviamente.
Oh.
Cambio di programma: davanti alla porta di casa sua c’è Ohno, e cacciarlo via sarebbe un crimine.
Guarda la sua faccia sonnolenta, le guance piene, e gli viene un altro tipo di fame.
“Posso?”
Annuisce “Certo” e si scosta per farlo entrare, lanciandogli una lunga occhiata mentre richiude la porta.
Bene. Ora mangio, e poi me lo scopo: la serata perfetta.
Satoshi fa un paio di passi e poi si ferma, quasi indeciso sul da farsi; lui, intanto, torna in cucina dal suo adorato salmone.
“Riida, mettiti comodo. Scusa, ma devo mangiare qualcosa: sto morendo!”
Ma, anzi che ‘mettersi comodo’, Ohno lo segue in cucina.
“Tu non ami mangiare”
Distoglie lo sguardo dalla preda per posarlo sul compagno, che lo guarda con un’aria confusa: adorabile.
“Questo non vuol dire che non ne abbia bisogno, Sami. L’ultima volta che ho messo qualcosa sotto i denti erano le 6 di stamattina. Anzi... di ieri mattina!” si corregge dando un’occhiata all’orologio “Piuttosto... come mai qui?”
Quello inclina la testa, un piccolo sorriso sul volto “Ho bisogno di un motivo?”
Ecco. Devo sbrigarmi a mangiare. Pensa, ansioso di passare al ‘dopo’.
Finalmente prende la prima fetta e la infila in bocca; geme di piacere quando la sente sciogliersi sulla lingua, il meraviglioso sapore del pesce che si diffonde nella sua bocca. Afferra rapidamente una seconda fetta, per lasciarla cadere un secondo dopo, quando avverte delle mani sui fianchi e un copro appoggiato alla sua schiena.
“Riida?”
“Mmmh?”
Gli mormora Ohno contro il collo, e Nino può sentirlo inspirare profondamente, il naso immerso fra i suoi capelli.
“Ho fame” dice ragionevole, come se quelle due misere parole abbiano chissà quale insito potere.
“Anch’io”
Eccolo lì. Altro che ‘ho bisogno di un motivo per venire a trovarti?’... il motivo c’è eccome.
Nino smette per un attimo a pensare al cibo -sarebbe comunque impossibile, in quella situazione, con un Ohno Satoshi eccitato appeso alla schiena come uno zainetto- e butta il capo all’indietro con un sospiro; un lungo brivido lo percorre non appena le mani di Satoshi iniziano ad accarezzargli i fianchi, la bocca sul suo orecchio destro. Contrae automaticamente gli addominali quando le dita fredde e lunghe del compagno si infilano sotto la maglia e si poggiano sulla pelle nuda.
Può già sentirla, la famigliare sensazione nella pancia, segno dell’eccitazione che inizia a salire.
La bocca di Ohno si è appena posata sul suo collo, quando il suo stomaco decide di ricordargli la sua esistenza; Nino vorrebbe morire in quell’istante, quando sente la bassa risata di Satoshi, soffocata un po’ dal suo collo.
Fruga nella mente alla ricerca di qualche commento che lo faccia tacere, seccato e imbarazzato, ma in quel momento Ohno allunga la mano per pescare una fetta di salmone e portarla all’altezza della sua bocca.
Nino deglutisce, capendo le sue intenzioni; quindi rizza la testa e apre la bocca, chiudendo gli occhi beato nel sentire nuovamente il sapore del salmone. La mano di Satoshi, però, non si ritrae, e sarebbe impossibile, per Nino, descrivere la sensazione che prova nel mangiare -o cercare di farlo- con due dita di Satoshi nella bocca, il sapore del pesce che si mescola con quello leggermente salato della pelle dell’altro.
Seppure a fatica, riesce ad inghiottire, e finalmente è libero di dedicarsi completamente a quelle due lunghe dita, succhiandole e facendoci roteare intorno la lingua. Sente un sospiro, e nello stesso istante si lascia sfuggire un gemito, perché Ohno ha premuto con forza il suo bacino contro di lui, facendogli sentire quanto è eccitato.
Sta per girarsi e trascinare il più grande in camera da letto -per divorarlo- quando squilla il telefono.
Neppure un secondo, e le mani di Ohno si sono già allontanate dal suo corpo. Senza guardarlo in faccia, si sposta per andare a rispondere, non prima di aver fatto un paio di respiri profondi per calmarsi.
“Pronto?”
“Kazu? Sono io”
“... Mamma??”
Che gran tempismo, quella donna: lo chiama poco e sempre nei momenti meno opportuni. Sua madre inizia a chiacchierare di cose a caso, come sempre, e restare concentrati è davvero difficile... specialmente quando delle mani lo prendono per le spalle e lo fanno girare, la schiena appoggiata al mobile e le mani di Satoshi di nuovo sotto la maglia, la sua bocca attaccata al collo.
Sobbalza lievemente non appena Satoshi inizia a succhiare, prima piano, poi quasi con violenza, la vena pulsante sul collo. Ed è così strano sentire la bocca dell’altro su di sé mentre ha nell’orecchio la voce di sua madre -tutto fuorchè erotica- che non può fare a meno di sentirsi ancora più eccitato.
“Ah! Hai mangiato il salmone che ti ho lasciato?”
“... sei... sei tu che lo hai portato, quindi?”
“Chi credevi che fosse? Sono passata stamattina. Dovresti fare un po’ di spesa... lo so che sei occupato, però...”
In qualche modo, il pensiero che sia madre possa entrare in casa sia un qualunque momento non è molto allettante.
Grugnisce quando Ohno preme nuovamente il bacino contro il suo, e quando inizia a sfregarsi con movimenti lenti contro di lui, Nino non può fare a meno di lasciarsi sfuggire un gemito rumoroso.
“Kazu...? tutto bene?”
Contemporaneamente, Ohno si stacca da lui, lo guarda con aria indecifrabile per qualche istante, e si allontana verso la cucina.
“S-sì. Scusami, ma sono molto stanco...”
Borbotta, decisamente confuso da tutto quello che sta succedendo: Ohno non ha senso, e quella ne è l’ennesima prova.
È completamente matto.
Fa in tempo a salutare la madre e a chiudere la chiamata, che Satoshi è di nuovo accanto a lui, e ha poggiato sul mobile...
La vaschetta di gelato??
“Hai finito?”
Chiede indicando il telefono con un piccolo cenno del capo; Nino annuisce, rabbrividendo nel vedere il sorriso di Ohno, che ha immerso un dito nella vaschetta, ricoprendolo di gelato, per poi portarlo di nuovo alla sua bocca. Nino, obbediente, la apre, e ancora una volta continua a giocare con il dito di Satoshi anche dopo che il gelato si è completamente sciolto sulla sua lingua; socchiude gli occhi muovendo la bocca lungo il dito, e sorride soddisfatto nel sentire il respiro dell’altro farsi più rapido.
Di colpo, il dito sparisce, e viene sostituito dalla bocca vorace di Satoshi, di nuovo spalmato su di lui, le mani sotto la maglia che viaggiano rapide sulla sua schiena.
Tuttavia, dopo un po’, Nino si ritrae, sia per riprendere fiato, sia perché è effettivamente confuso: per quanto tutto questo lo elettrizzi, i giochini erotici con il cibo e in generale questo comportamento, non sono proprio da Satoshi.
“Che ti prende, stasera?”
Ohno inclina la testa, sul volto un sorrisino come a dire ‘mi hai scoperto’.
“E’ che...” dice, mentre inizia ad alzargli la maglia, scoprendogli la pancia “Stavo leggendo quell’articolo”
“Quale?”
“Quello sulle tue, ehm... ‘amiche’” (*)
“Oh” non sa bene cosa rispondere, ma si limita ad assecondare il compagno, alzando le braccia e permettendogli di sfilargli la maglia.
“Hanno detto delle cose molto interessanti... sai, tutta quella storia dell’insaziabile Dio del Sesso... ero curioso di sapere se fosse vero”
“Stiamo insieme da... quanto tempo? E non sai se è vero o no?”
Ohno non gli risponde, affondando questa volta l’intera mano nella vaschetta. Ma Nino conosce quell’uomo.
“Ammettilo: mentre la leggevi, hai immaginato cose strane e ti sei eccitato!”
Ancora una volta nessuna risposta, solo quel sorrisino colpevole, imbarazzato, ma anche compiaciuto.
Vecchio perverso.
Vorrebbe fare uno dei suoi soliti commenti pungenti, ma sobbalza non appena Satoshi inizia a spargergli il gelato per tutto il petto; quasi urla quando si china per leccarglielo via a poco a poco.
E quando Satoshi gli apre i pantaloni e gli mette del gelato pure lì... beh, non è più in grado di pensare.
Qualche ora dopo, Nino rotola giù dal divano con un gemito di dolore, strisciando alla ricerca dei boxer e borbottando maledizioni.
“Che hai da lamentarti?”
Chiede la voce assonnata di Satoshi, il quale è beatamente spaparanzato sul divano, completamente nudo, e sempre più simile a un grosso, placido gatto.
“Perché l’abbiamo fatto sul divano quando ho un enorme e comodo letto?? Non c’è un muscolo che non mi faccia male! E poi sto morendo di fame! Ma non potevi aspettare??”
Esclama marciando verso la cucina, ignorando le tenere risatine che provengono dal divano; una volta arrivato nella stanza, nota con orrore che lo sportello del freezer è ancora aperto.
È una tragedia: l’unica cosa commestibile in casa sua si è completamente rovinata.
“Merda!”
Si avvicina al cassetto aperto, e si stupisce nel trovare il salmone ancora perfettamente fresco e, appura dopo averne messo un bocca una fetta, buonissimo. Osserva l’elettrodomestico come se fosse una sorta di apparizione e poi, sentendosi pericolosamente simile ad Aiba ai tempi di A no Arashi, corre in salotto brandendo una fetta di pesce.
“Oh-chan! Quel frigo è meraviglioso: il salmone è ancora fresco!!”
“Eh?”
“Il frigo è aperto da ore, ma il salmone non si è rovinato! È... è un miracolo!”
“... oppure quel salmone è come te...”
“Cioè?”
“Dura a lungo”
“PIANTALA!!”
(*) Si parla dell'articolo uscito verso la fine dell'anno scorso, contenente uno dei più meravigliosi ed esilaranti gossip sugli Arashi XD
BUON DIVERTIMENTO