Domani ricomincia il delirio lavorativo a tempo pieno.
Discretamente tardi, questo giro, per fortuna.
Oibene, di voglia ne ho veramente - ma veramente - ZERO. :p
Ma non è di questo che voglio parlare.
Ho da poco finito di vedere - per la seconda volta in due giorni :p - questo Amleto prodotto dalla
Royal Shakespeare Company +
BBC per la TV, dalla versione teatrale andata in scena lungo il 2008 - inizio 2009.
Partivo bendisposta, c'è da dirlo, vista la presenza nel cast di David Tennant e Patrick Stewart. Sir Patrick Stewart, pardon. :p
Sapevo di potermi aspettare qualcosa di sublime, ma non sapevo esattamente "come", né "quanto" sublime.
Premessa dovuta: amo Shakespeare, e amo l'Amleto da quando ero bambina, grazie a mio padre. Ne ho visti parecchi, sia a teatro che in TV (sempre riprese dal palcoscenico, mai film), l'ho letto un paio di volte, sempre e solo in italiano, a parte i passaggi più famosi. E ho sempre avuto un debole per il folle Principe di Danimarca. Che, sin dall'età prepuberale, ho spesso immaginato amante non di Ofelia, ma di Orazio. Se non ricordo male, alle medie scrissi addirittura quella che oggi sarebbe definita una slash fic tra loro due. :p
Dunque?, direte voi.
Dunque, la prima cosa che mi manda in estasi vedendo questo Amleto - credeteci o meno - non è la presenza di David, o di Patrick: è il vedere un Amleto per la prima volta, e tutto, in inglese. Cogliere con stupefatto straniamento le meraviglie ritmiche, musicali, poetiche che dal testo originale si rivelano una dopo l'altra come tanti preziosissimi gioielli. Non dimenticate mai che sono una fanatica in fatto di metrica. ;)
E' ovvio, lo so, è una tragedia e sul modello di qualsiasi tragedia - greca, latina, inglese, tedesca, italiana... - segue regole metriche precise; ma sentire gli endecasillabi shakespeariani che si snodano via via, così perfettamente costruiti nella loro cadenzata e pur naturalissima sequenza... ecco, per me è una sensazione avvicinabile all'orgasmo. La stessa che provo ogni volta che leggo in metrica Lucrezio, o che sento Rimbaud letto in francese.
David, Amleto (e il mio Dottore :p), mi si conferma uno dei migliori attori che abbia visto in questi ultimi anni: è un Amleto schizzato, istintuale, ironico, a tratti buffo, trasognato, e tenero.
Sir Patrick, che è Re Claudio, sta meravigliosamente ai suoi antipodi: da immenso interprete di Shakespeare quale è, calcola il movimento di ogni singolo muscolo del proprio corpo e della propria faccia, e gli basta l'uso della voce per farmi trasalire.
Anche il resto del cast è ai massimi livelli, ma come dire, è ciò che ci si aspetta dalla Reale Compagnia della Regina. :p
E' anche la prima volta che vedo un Amleto filmato per la TV e ciò, piacevolmente, mi spiazza, come credo che il recitarlo davanti a una telecamera abbia spiazzato gli attori; lo dice David nei contenuti extra, poter sussurrare il "To be or not to be", come sognasse, rendendolo così meravigliosamente intimo, e poterne trasmettere le emozioni solo attraverso quasi impercettibili cambiamenti d'espressione, è cosa che non può esser fatta in un teatro.
Insomma, che dire.
Sono tre ore e passa di tragedia, e non mi sono pesate né alla prima, né alla seconda visione. Non un singolo secondo.
Ve lo consiglio proprio. :p
Now cracks a noble heart. Good-night, sweet prince;
And flights of angels sing thee to thy rest.
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::