The fury in my head

Jan 02, 2016 03:52

Titolo: The fury in my head
Autore: 
reine_duvet
Fandom: Videogiochi > Life is Strange
Personaggi: Nathan Prescott, Warren Graham
Diclaimer: non è vero, non è successo, non rappresento il videogioco e i dev, il suddetto non è di mia proprietà, la storia non è a fini di lucro
Genere: introspettivo? idk
Rating: rosho
Avvertimenti: lime, slash, sesso orale, linguaggio forte, omofobia
Conteggio parole: 2.3k
Note: ispirata al prompt "Nate/Warren Nathan si annoia e vuole farla pagare a Warren" per il P0rnfest #9. Non è sexy ed è completamente OOC ed è l'oppsto dei miei headcanon che vedono Nate come un masochista assurdo e Warren come uno di quei coniglietti fluffosi ma terribilmente dark che ci starebbe a fare cose turpi. Linguaggio forte dovuto a Nathan come PoV. Non sono più abituata a scrivere in italiano orz il testo è pieno di americanate.

Neve ad Ottobre. La sua vita non è abbastanza uno scherzo se non viene costretto dal meteo a tornare nella sua stanza per una volta che vuole stare fuori a fare un po’ di scatti. Che giornata di merda.
Nathan si rigira sul letto e calcia via le scarpe. Noia. Non ha voglia di tirare fuori guanti e cappello per uscire, non ha voglia di guardare un film, potrebbe farsi una sega ma dopo un po’ la noia tornerebbe. E gli fanno ancora male le nocche da prima. Una canna risolverebbe il problema.
Gayram di merda, è così sfigato da non saper nemmeno prendere a pugni. E a proposito…
Con uno sbuffo Nathan tasta il pavimento con la mano finché non trova lo zaino. Il tablet che ha fottuto a Warren si è scaricato da giorni, ma lui è stato troppo impegnato a rivendere i libri per preoccuparsene, ed è così leggero che si dimentica sempre di averlo ancora con sé. Sfila la micro SD dal tablet e la infila nel cellulare di scorta.
«Vediamo quanto sei patetico,» bisbiglia accendendosi una canna. Basta una tirata e si sente già molto meglio.
Oddio le applicazioni. Nathan scrolla tra gli schermi con una smorfia. Cinque diverse app della tavola periodica? Quiz di matematica, i giochini da giappominkia che ha pure Victoria-il che la dice lunga su entrambi-e app di siti d’appuntamenti. Bleah.
Prova ad aprire un paio di browser, ma non c’è nessuna cronologia. Uh-huh, Gayram nasconde qualcosa. Tempo di andare ad esplorare la galleria e vedere se ci sono selfie sconce. Solo due album, uno con una foto di Warren e la pixie hipster, e un altro pieno di gatti. Non ha bisogno di aprire l’immagine per vedere che è un’orribile fotoshoppata. Tra un po’ se ne accorge anche quello stordito di Samuel che Gayram ha una cotta pazzesca per la Caulfield, o non andrebbe in giro a tirare testate a Prescott a caso. Non che la cotta lo renda etero, dato che quelle erezioni costanti quando le Lontre escono dalla piscina Nathan non se le sogna-è l’unica cosa che loro due hanno in comune. L’album dei gatti era stata la cosa che lo aveva spinto a fottere lo zaino in primo luogo e lo apre con uno sbadiglio.
«Cazzo…»
I gatti sono solo due, uno grassissimo tutto grigio e un persiano bianco. Tutte le foto sono rinominate e ce ne sono «5 giga? Cristo.»
Usa il bordo del letto come posacenere e si riporta la canna alle labbra.
Nathan scrolla le immagini. Schrödinger,  la palla di lardo grigia, sulle gambe di Gayram, o avvolto alle sua caviglie, o sul letto a dormire con Pavlov, il persiano. Mezze foto sono mosse, altre non hanno alcun senso di composizione. Non c’è arte in quelle foto, ma dopotutto Warren non segue il programma di fotografia. A Natahan quelle foto ricordano quelle di Kris: un sacco di sorrisi, movimento, ombre a caso e angoli poco fotogenici.
«Vaffanculo.» Nemmeno una foto del suo cazzo in mezzo a tutti quei gatti. 5 giga sono perfetti per nascondere qualsiasi cosa. Che spreco.
Ma guardare tutte quelle foto gli ha dato un’idea. Basta un messaggio veloce a Vic su Whatsapp per ottenere il numero di Warren senza domande, solo la promessa di fare tanto casino. Gli fanno ancora male le nocche, ma Nathan digita veloce.
hey sexy
Messaggio ricevuto… e letto. Ride sotto i baffi. La risposta gli arriva quasi subito.
-Chi sei?
Prevedibile, Gayram. Nathan si aspettava un po’ più di fantasia. Per fortuna quella a lui non manca.
voglio succhiartelo
-E’ uno scherzo?
toccati con me
-Sono in classe e devo concentrarmi, grazie e arrivederci
Che palle. Nathan si rigira sul letto e sbuffa. Gayram non è così sfacciato da starci con un numero anonimo… soprattutto dopo aver preso a testate un Prescott. E’ un coglione, ma non è stupido. Probabilmente si aspetta che sia uno scherzo per sputtanarlo.
…e se non fosse così?
«Oddio sto seriamente considerando Gayram,» lamenta Nathan prima di affondare la testa nel cuscino. Fottuta demografica, la Blackwell è così piccola che i froci si contano sulle dita di una mano. E ovviamente Evan gli deve stare sui coglioni.
Chissà se tutti i pugni che ha tirato a Warren hanno lasciato il segno. Il pensiero gli piace. Lividi viola gonfi. Un po’ di pressione basta per fare vedere le stelle. Chissà se succhiare i lividi li fa durare di più. Avrebbe dovuto provare a spaccargli il naso, quello starebbe stato più interessante da vedere. Permanente.
Come la morte di Rachel Amber.
«Cazzo!» Gli sale un conato di nausea. Cazzo cazzo cazzo! Non voleva pensarci. Non doveva pensarci. Cazzo. E prima stava per fare l’encore in bagno se l’allarme non fosse suonato. Cazzo.
«Calmati, calmati,» si ordina, dando un altro tiro alla canna. Scrolla le immagini sulla micro SD, quelle del gatto grasso con lo stomaco che quasi tocca terra e il persiano con il muso schiacciato che lecca la guancia di Warren. Potrebbe probabilmente pagare il preside Wells abbastanza da tenere un gatto in camera senza nessun problema. Un bel gatto come quei due sempre appiccicati a Warren. Pet therapy, no? Il suo analista gli aveva menzionato qualcosa del genere. Ma al momento aveva solo foto e la faccia stupida di Warren che gli sorrideva ebete sullo schermo.
Decide di mandare la foto con il persiano a Gayram per vedere la reazione. Che arriva due secondi dopo. Per fortuna l’altro doveva concentrarsi…
-IL MIO TABLET! >:(
Che carino. Alla fine Warren è inoffensivo, con la coda che scodinzola per la Caulfield e le orecchie sempre piegate per seguire ogni cosa che lei dice.
se lo rivuoi, fatti trovare nella tua stanza tra 10 minuti
so dove dormi
Nessuna risposta, solo le due spunte blu. Uno sbuffo di fumo dopo sente la porta del dormitorio sbattere e qualcuno correre. Oh hoh hoh. Un’altra porta che sbatte e Nathan è abbastanza sicuro che Gayram sia tornato nella propria stanza a velocità supersonica. Wow, possibile che tenga così tanto a 5 giga di gatti? Il salvataggio in cloud non va più di moda?
Nathan spegne la canna e si alza a sedere. Sta per togliere la micro SD dal cellulare quando si rende conto di non sapere cosa fare. Oh.
Warren lo sta aspettando nella propria stanza, ma…? Non sarebbe più crudele farlo aspettare?  Non fare nulla? Ma la noia. Al massimo può finire in un’altra zuffa e guai per Warren. Lo sguardo gli cade sulla cassettiera vicino al letto. Ha nascosto lì la foto della stronza tinta. Forse potrebbe… no, niente nastro da condotto. E niente droghe. Niente fotocamera. A Mark quei possibili scatti nemmeno piacerebbero, è etero come la morte.
Cosa farà una volta aperta la sua porta e attraversato il corridoio? Mentre pondera, è già davanti alla porta di Gayram. E’ cortesia bussare, anche se gli fanno male le nocche. La porta si apre di appena un paio di pollici.
«Nathan?!» il sibilo di Warren contiene un misto di rabbia e disprezzo che gli piace. Forse un’altra scazzottata è quello che gli serve. Appoggia l’avambraccio alla porta e la apre. Strano, si sarebbe aspettato un minimo di resistenza.
Warren fa un paio di passi indietro. «Che cazzo vuoi ancora?»
Nathan si chiude la porta alle spalle e lo squadra da capo a piedi. Ha i capelli umidi. Nevica ancora fuori? Il suo viso è arrossato e sotto l’occhio destro ha un livido viola che si estende sullo zigomo. Altri lividi rossi gli chiazzano le braccia, rigide e con i pugni chiusi.
Gli ematomi sono sempre caldi. La pelle irritata è quasi soffice al tatto.
Warren aggrotta le sopracciglia, ma non dice nulla. Nathan si appoggia alla porta e se non fosse un Prescott, valuterebbe le proprie opzioni.
«Succhiamelo.»
«Cosa!» Quello di Warren è un acuto. Il suo sguardo che prima era fisso su di lui ora vaga da tutte le parti. Le braccia, con i pugni ancora chiusi, gli fanno da scudo.
Nathan incrocia le braccia. «Puoi giocare al piccolo fotografo con la Caulfield e tenerti la Scott e la Anderson di riserva, ma quando le Lontre escono dalla piscina scommetto che il tuo culetto vergine vuole loro.»
Ha un’immagine mentale di Vic che gli batte il cinque. E’ lei quella brava con le parole dopotutto.
«Nonsonoaffarituoilasciaminpacescisubito!»
Nathan fa un passo in avanti e Warren ne fa uno indietro.  Gli piace quella reazione, lo fa sentire un predatore. L’adrenalina lo fa ghignare. «Non ti permettere di darmi ordini, Gayram,» sibila.
«Dice quello che mi ha appena ordinato di succhiarglielo!» ribatte Warren.
«E’ la tua prima volta? Hai paura?» cantilena Nathan. «Preferisci che te lo succhi io?»
Un altro acuto disperato. «Cosa!» Ma quando Nathan gli si avvicina, Warren non indietreggia. «Non dirmi che sei serio, non puoi essere serio, scommetto che me lo vuoi mordere…»
«Nah.»
Quando Nathan è abbastanza vicino da toccarlo, Warren strizza gli occhi. E’ carino, ma non abbastanza per una limonata-ha l’aria di non aver mai baciato qualcuno. Nathan si limita a toccargli l’ematoma sul viso. Aveva ragione, la pelle violacea è bollente e soffice. Applica appena un po’ di pressione sulla punta delle dita e Warren apre gli occhi di scatto e lo fissa, lasciandosi scappare un gemito.
Dolore e piacere suonano molto simili. Quando Nathan gli struscia la mano sul collo, Warren chiude di nuovo gli occhi.
«Soffro il solletico.»
Nathan alza gli occhi al cielo. «Vorrà dire niente preliminari.» Si inginocchia tra le gambe di Warren e gli infila le dita sotto la maglia. «Meglio se ti appoggi a qualcosa.»
Warren si volta per avvicinare la sedia d’ufficio e sedersi. Ha gli occhi sbarrati. Nathan è sorpreso che abbia deciso di assecondarlo, ma conosce i suoi polli. Il testosterone è una brutta cosa.
«Ti prego non morderlo,» pigola Warren.
«Cretino, magari prima abbassati i pantaloni almeno,» replica Nathan.
Warren solleva i fianchi, si slaccia la cintura e si abbassa i jeans. Ha i boxer bianchi con… alieni…
Nathan gli fa scivolare i jeans alle ginocchia e gli abbassa i boxer senza tanti giri di parole. Ovviamente Warren non è duro. «Che carino.»
Ha sempre avuto un brutto rapporto con le cose carine. Le vuole strizzare. Vuole affondarci le mani e i denti e farle esplodere. Vuole strappare, dilaniare con i denti. Le cose carine lo fanno diventare violento. Le persone carine hanno lo stesso effetto-avrebbero, se l’erba non lo stesse calmando.
«Guardami.»
Appoggia la testa sul ginocchio di Warren e lo fissa negli occhi mentre si infila due dita in bocca. Le lecca per bene entrambe e si assicura che il silenzio della stanza venga riempito dal lavoro della sua lingua. Quando le sue dita sono abbastanza umide e Warren non riesce a staccargli gli occhi di dosso-e, vista la reazione, sta apprezzando lo spettacolo-Nathan apre la bocca e lecca lentamente la punta. Con una mano spinge il ginocchio di Warren così che questo apra di più le gambe, con l’altra gli scosta i peli alla base. Medie dimensioni, nulla di straordinario. Facile.
Sorpreso dalla mancata reazione, solleva lo sguardo per vedere Warren coprirsi la bocca con entrambe le mani.
«Non vale così.» Nathan gli lascia un’altra lenta leccata, mentre con il pollice inizia a massaggiare la lunghezza. «Fammi sentire.»
Warren scosta le mani e lo guarda dall’alto, boccheggiando, con il viso arrossato. Verginella. Non riesce nemmeno ad usare una delle sue battute da nerd, dev’essere proprio preso.
Nathan decide di prenderlo in bocca e il gemito dell’altro è quasi più soddisfacente dell’atto in sé. Ci muove attorno la lingua prima di concentrarsi ancora sulla punta.
Gemiti disperati e deliziosi, Nathan scommette che Warren ha le lacrime agli occhi. Le sue mani stringono i poggia braccia così forte che le sue nocche sono bianche, e già sui polsi i lividi rossi di prima spiccano come chiazze.
Nathan non fa nemmeno in tempo ad immaginarsi quei due polsi legati che Warren gli prende la testa tra le mani e lo spinge di lato, inarcando la schiena con un lamento che tutto il dormitorio ha sentito.
Nathan è senza parole. E’ venuto. Di già.
«Avevo appena iniziato!» protesta, sbattendo il pugno a terra. Dove è umido.
…cazzo.
Si pulisce la mano sui jeans di Warren e non può fare a meno di notare che quella roba è densa. Gayram pratica astinenza o è così sfigato da non riuscire ad usare la Caulfield come materiale?
«Fai schifo, non sei durato nemmeno un minuto.»
Warren ha la testa appoggiata alla sedia e si copre gli occhi con una mano.
«Soffri di eiaculazione precoce?» continua Nathan, indispettito. Come si fa ad essere così sfigati da rovinare tutto?
«Era la mia prima volta.»
Nathan stringe gli occhi. «Con una bocca. Ne hai due su tre da spuntare adesso.»
«Io…» Warren gli avvicina una mano al viso. Lo sta per accarezzare? Ma la mano si blocca prima di scendere a dargli una pacca sulla spalla. «Non so cosa dire.»
«Quanto mi fai incazzare!» Nathan si solleva in piedi e si dirige alla porta con passo di marcia. «Sfigato!»
Quando sbatte la porta può sentire da dentro la stanza la voce di Warren menzionare qualcosa come ‘gatti’. Fanculo i gatti. Fanculo Gayram, se riesce a durare due secondi in più. Tira fuori il cellulare e manda un messaggio a Vic.
base 3 e basta. la mia vita fa schifo
-Ti prego non dirmi che l’hai fatto con Graham
forse
Nathan riesce a sentire l’ululato di Victoria dalla sua stanza.

!challenge, pg: warren graham, pairing: slash, !p0rnfest, pairing: lime, !fanfiction, pg: nathan prescott, fandom: life is strange

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