Right
La vita da Julien era piuttosto tranquilla - ok, noiosa.
Lui era fuori tutto il giorno a lavorare ed alcune sere non tornava nemmeno ed i suoi genitori stavano trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza a New York, così rimanevo solo tutto il giorno a guardare la TV.
Avevo scoperto che c’erano troppi canali che non conoscevo e mi ero innamorato dei programmi della Fox, dalla serie sui vampiri al programma dove ballavano e cantavano - quelli erano diventati i miei preferiti dato che avevo la casa libera e potevo finalmente cantare quanto volevo, e trasmettevano tutte le partite di basket!
Era stato a casa di Julien che avevo visto il mio primo vero bacio tra uomini da vicino - quello tra lui e Chris non contava, erano troppo lontani.
Sembra scemo da dire ma a scuola chi non tornava a casa non poteva fare nulla, tutta quella libertà era da wow!
Le sere in cui Julien tornava a casa presto cucinava qualcosa al volo e mangiavamo davanti alla TV.
«Il mio primo giorno libero ti faccio vedere la città» mi aveva detto sparecchiando la sua parte. «Potresti comunque uscire ogni tanto invece di marcire in casa.» Il solito simpatico.
Avevo iniziato con la cartina a girare un po’ per il quartiere, m Julien abitava fuori dalla zona commerciale e c’era un bel po’ di strada - inoltre non avevo tanti soldi, solo le mance di Natale di zia Caithlin.
Una sera, il tre mi sembra, Julien mi aveva mandato un messaggio chiedendomi di andare in camera e fingere di non esserci - ci ero rimasto un po’ male, insomma! Perché dovevo nascondermi? Ero rimasto a girovagare per le camere del secondo piano finché non si era aperta la porta e mi ero avvicinato di soppiatto alle scale per vedere. C’era un bel corrimano con una ringhiera di legno e potevo nascondermi benissimo nella penombra - fare gli agenti segreti è divertentissimo.
Prima entrò Julien, poi Chris e… non so. Avrei continuato a guardarlo per ore, solo lui, aveva qualcosa di magico. Era diverso dagli attori perfetti della TV eppure emanava la stessa aura di sicurezza. Ma vederlo con Julien non era bello - non mi sentivo male per quello però. Forse.
Ero riuscito a capire più o meno la loro situazione.
Julien stava ancora con David e con Chris - ma lui questo non lo sapeva.
Gli avevo chiesto perché e lui aveva deviato lo sguardo, fissando un punto imprecisato davanti a sé.
«Dave è sposato» mi aveva riposto con un sorriso forzato. «Chris è un’altra storia.»
Non era giusto che lo illudesse così.
Ora erano lì in sala e Chris gli aveva chiuso la porta senza farla sbattere, lo stava abbracciando e potevo sentire i suoi sussurri.
Senza accorgermene mi ero praticamente spalmato contro la ringhiera, cercando di vedere di più - era bello e brutto nello stesso tempo.
Mi chiesi come fosse stare abbracciati così, sentire la voce di Chris vicina… era diverso dalla mia cotta per Bell - sì, quella era davvero una cotta.
Lui era bello da guardare e basta - anche se mi evitava e m’insultava, ma Chris… era come me.
Volevo sentire la sua voce, volevo che lasciasse stare Julien e che alzasse lo sguardo per vedere me - mi sentivo un bastardo. Non era giusto nei confronti di Julien, mi stava ospitando ed era sempre gentile con me, non potevo davvero volere che si lasciasse con Chris, non lo conoscevo nemmeno…
Julien sta barando. Non è leale.
I loro contorni erano uniti e sentivo quelli che erano i tipici suoni da baci - ma se a Julien facevano schifo e si puliva la bocca perché lo faceva lo stesso?
Dovevo chiederglielo, sì.
Scivolarono lentamente sul divano e spalancai gli occhi… sul divano?
«Ci troviamo domani mattina.» La voce di Julien era ferma eppure sembrava che avesse i brividi, e quella di Chris…
«Eh?» Era forte, chiara e mi piaceva - no, non solo perché era di Chris.
«Devi andare a casa.»
«Amo quando fingi che non ti piaccia.» Chris gli buttò le braccia al collo ma Julien si scostò e potevo immaginare la sua espressione infastidita.
Chris aveva detto di amarlo. Non era giusto, non era davvero giusto.
«Sì, ciao.» Si diedero un altro bacio a stampo e mi rialzai lentamente per tornare in camera, cercando di fare il meno rumore possibile mentre Chris usciva di casa.
Non ero sicuro che Julien avrebbe apprezzato la mia piccola missione di spionaggio.
«Sei un voyeur?» Raggiunse in due passi l’interruttore della luce e illuminò l’intero salotto, me compreso.
Beccato in pieno.
«Lo stavi baciando ancora!» Mi aveva trovato in una posizione un po’ strana, ancora mezzo accucciato, così mi rialzai e aspettai che salisse le scale.
Aveva le labbra gonfie ed un sorrisetto che non mi piaceva molto in quel momento.
«Hai visto come bacia Chris?» Mi superò e si diresse verso la porta del bagno, vicino alla mia camera.
Non sapevo che rispondere.
«Sì.» così optai per la verità, e questo rese ancor più ampio il suo sorriso - quello che usava per provocare Patricks di solito.
«E ti piace? Chris, intendo.»
Conoscevo Julien: sapeva già la risposta se mi chiedeva una cosa del genere, così fui sincero.
«Sì.» uno dei miei trucchi preferiti per affrontare situazioni in cui sono indeciso è non pensare. Ecco, in quel momento stavo più o meno facendo quello.
La reazione di Julien, quella mi spiazzò davvero.
«Allora prenditelo.»
... cosa?
«E’ tutto tuo.»
Mio? Cosa voleva dire?
Ricordare come Julien trattava Chris - come un oggetto da passarmi- mi fa davvero arrabbiare, ma allora ero solo confuso.
«Julien, che succede?» Sapevo che non aveva voglia di parlarne, ma il suo comportamento… era troppo.
Troppo non so cosa, ma il Julien che conoscevo io non avrebbe mai giocato con le persone.
Il suo sorriso era amaro, il divertimento di prima era sparito in un soffio.
«Vorrei saperlo anch’io.»
*
«Domani sera ci sono gli Warriors contro… perché sei bagnato?»
I genitori di Julien erano sul divano, avevano appena finito di svuotare le valigie da New York e non avevano battuto ciglio quando mi avevano visto in casa loro a cantare Allison Iraheta.
Sua madre Marlene mi aveva fatto un sacco di domande ed il signor Adams mi sorrideva sempre - in un modo diverso da mio padre che sembrava finto quando lo faceva.
Quando la porta si era aperta ero corso incontro a Julien ma aveva i capelli umidicci e degli aloni a forma di gocce sulla maglietta.
«Si è rotto un lavandino ed ero nelle vicinanze. Comunque, lo so. Ovviamente gli Warriors vinceranno.» Si appiattì i capelli in testa e la ricrescita scura si fece più evidente.
«Tanto i Kings sono più forti.» Non poteva paragonare quella squadra ai miei Sacramento Kings, anche se la stagione era stata un po’ fiacca avevano tutte le possibilità per una ripresa in grande stile!
«I tuoi Kings si trasferiscono tra un po’, lo sai?» mi stuzzicò salutando i suoi e mentre sua madre lo abbracciava intervenne suo padre.
«Football, dovete seguire il football! I 49ers!» sentenziò chiudendo il giornale e sistemandosi meglio sulla poltrona.
Povera signora Marlene, quella sera si subì lo scontro tra suo marito pro-football e la super coalizione pro-basket.
E’ un vero peccato che a Chris non piaccia!
E’ uno sforzo cercare di rendere l’essere ingenuo di Oliver senza infilare termini troppo alti nei suoi discorsi. Ama cantare e ballare, ma è stonato come una campana - ma non lo ammetterà mai! Insomma, non tutti possono essere dei piccoli Adam Lambert, no? La scena della riparazione lavandino è quella in Queer bitch, dato che questa storia segue gli stessi avvenimenti devo rispettare le scadenze e i giorni. Qui si scopre inoltre quanto è stronzo Julien. Comunque, tutti i trip mentali di Oliver su Chris sono i trip mentali che ci facciamo tutti - la mia idea di Chris non è assolutamente quella di un gran figo, più… un ragazzo normale. Magari con un naso un po’ importante. Avevo fatto un bannerino per la storia, è qui se volete darci un’occhiata - molti di quei personaggi devono ancora comparire:
qui.
Julien e Oliver amano il basket: gli Warriors sono la squadra di San Francisco, i Kings quella di Sacramento, i 49ers la squadra di football di san Francisco.