Nuit Ailée

Jan 01, 2012 19:25

Titolo: Nuit Ailée
Autore: 
reine_duvet
Fandom: il Castello Errante di Howl
Personaggi: Sophie, Howl
Diclaimer: non è vero, non è successo, non rappresento le case di produzione, le suddette non sono di mia proprietà, la storia non è a fini di lucro
Genere: angst, dark, p0rn così softcore da essere accennato
Rating: rosho
Avvertimenti: OOC, movieverse, het, lime, dub-con
Conteggio parole: 1.165 secondo il contatore di Word.
Note: ispirata al prompt "piume nere" per il P0rnfest #5. L'ispirazione m'è venuta, parlando di piume, ascoltando la mitica One Winged Angel, versione Dissidia. E' il theme di Sephiroth e tra le tre versioni, questa è la mia perferita -anche se l'originale è imbattibileH. Le chitarrone metal della versione di Advent Childen sono una figata immonda, ma per questa storia è meglio l'orchestrale puro :) ahn già, non so perché il p0rn s'è trasformato in angst -con una Sophie abbastanza, OOC, tra l'altro. Però... het, yay! Da quanto tempo, caVo.
Lascio a voi le varie implicazioni sullo sporco, che ho inserito soprattutto in opposizione alle azioni di Sophie nel film. Anche se ho letto i tre libri, ho voluto adottare il movieverse per questioni di fruibilità -e maggior campo nell'uso del prompt.


Piume nere.
Quando Sophie aprì gli occhi, le cadde sul viso una pioggia di scintillanti piume nere, avvolte dalla luce dorata di un lume vicino.
Rimase immobile e trattenne il respiro, stringendo le coperte tra le dita.
Ogni notte, era così ogni notte.
Chiuse gli occhi e un brivido le corse lungo la schiena. Tutto quello era pericoloso, pericoloso e sbagliato.
L’artiglio che le accarezzò la guancia non era umano. Le scostò i capelli dagli occhi, con delicatezza, per non ferirla -Sophie sapeva che lui non le avrebbe mai fatto male di proposito, eppure…
“Perché anche questa notte?” sapeva che le sue dita erano lisce e la pelle era tornata giovane.
Quando Howl veniva ad incontrarla, per recuperare l’umanità che perdeva tra le piume ed i ringhi, Sophie tornava sempre giovane, lo sapeva -ma perché?
Perché la sua maledizione, quando poteva proteggerla, si faceva da parte? La magia di Howl era così potente -allora perché non la liberava?
L’artiglio freddo scese sul collo ed il silenzio del castello fu spezzato da un basso ringhio.
Le prime notti era il suo nome, Sophie. Poi era diventato un suono distorto, ancora umano -adesso era solo un verso animale.
L’eco del metallo contro il legno: Howl aveva appoggiato il lume sul pavimento, vicino alla sua testa.
Quando il suo artiglio le lambì il colletto della camicia da notte, Sophie aprì gli occhi.
«Sono sveglia.» gli disse; un altro brivido la fece tremare tutta.
Fingere di essere addormentata era inutile, eppure ogni notte Sophie chiudeva gli occhi e dava ad Howl l’illusione di essere lui a svegliarla.
Un altro ringhio, questa volta più vicino. Sentì il peso di Howl sulle gambe: si era inginocchiato sul suo giaciglio, ogni volta più bestiale, ogni volta più imponente.
Le artigliò le spalle e lei si alzò a sedere, accompagnando il movimento delle mani dell’altro.
La luce della candela rendeva le piume del corpo di Howl scintillanti, lucide come perle.
Erano avvolti dal buio e dal silenzio -quello era simile ad un rito, ad una magia.
Sophie lasciò scivolare indietro la treccia di capelli argentati e fissò Howl in viso.
I suoi bei tratti, l’ultima cosa completamente umana di lui, erano congelati in un’espressione impassibile. I occhi verdi erano fissi su Sophie, eppure non riuscivano a vederla.
Perché, perché tutto quello? Perché non potevano fuggire e dimenticare tutto -la guerra, la Strega, la magia?
Sophie abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Non voleva che lui la vedesse piangere. Non voleva che lui, tornato umano, la illudesse per poi tornare a torturarla così, ogni notte.
Non era giusto.
Allungò le mani verso di lui e gli strinse il viso, senza riuscire a guardarlo.
Le piume che riuscì a sfiorare le caddero in grembo, prima di consumarsi in uno sfrigolio.
Ogni notte.
Una mano scese per appoggiarsi sul suo collo, mentre i muscoli sotto al suo tocco si riformavano e si combinavano -le piume volteggiavano nell’aria, catturando la luce, prima di sparire.
Infilò le dita tra i capelli di Howl, lisci e morbidi, mentre le piume che li stavano sostituendo notte dopo notte si distruggevano contro la sua pelle.
Quando gli toccò la gola e liberò le corde vocali di Howl dalla bestia, questo strizzò gli occhi.
«Scusa.» un mormorio rauco e spezzato.
I suoi artigli si conficcarono nelle sue spalle, ma Sophie non si lamentò.
Il dolore era utile, in quel momento la fece pensare con razionalità -quelle scuse erano inutili, non servivano a nulla.
Inutili e vuote.
«Scusa.»
Le mani di Sophie scesero sulle sue spalle, liberandole dalle piume. Riusciva quasi a trovare piacevole la pelle nuova e fresca di Howl sotto le dita, a volte s’illudeva di poterlo davvero salvare.
Quella avrebbe potuto essere l’ultima volta, l’ultima notte…
«Scusa.»
Ovviamente no.
«Basta.» gli disse. Le sue mani gli percorsero la schiena, scesero sui fianchi mentre Howl la stringeva a sé in quello che sembrava un goffo abbraccio «Non scusarti più.»
La guancia di Sophie era premuta contro il petto di Howl, ancora piumato, ancora nero e scintillante.
Una fitta al fianco le ricordò che lui aveva ancora gli artigli -e questi le avevano lacerato la camicia da notte.
«Mi dispiace.» la sua voce stava tornando umana, ma Sophie lo ignorò.
Risalì la sua schiena e scivolò sulle spalle. Gli strinse le braccia senza forza, allontanandolo da sé.
Howl capì e sciolse l’abbraccio, graffiandola appena.
Non aveva tempo di pensare, Sophie -non poteva permetterselo.
Non poteva lasciare che la paura prendesse il sopravvento.
«Sophie…»
Con una cascata di piume, anche le braccia tornarono umane; le mani erano ancora bestiali, con lunghi artigli ricurvi, lucidi e neri.
Quando cercò di rendere umane anche quelle, due sbuffi di piume le impedirono di vedere.
Le dita di Howl si intrecciarono alle sue, spingendola verso il materasso sul pavimento.
«No.» una parola sola, chiara e precisa.
No, Sophie non avrebbe potuto sopportarlo. Si oppose a quella spinta gentile, senza guardarlo in viso.
Ecco la parte più difficile, ecco la vera tortura.
Howl era ancora inginocchiato sopra le sue gambe, chino su di lei, in attesa. Sophie sciolse la stretta delle sue mani e le piume le volarono sul viso quando gli liberò il petto ed il ventre, con tocchi più nervosi.
Ecco la vera tortura.
Sophie non voleva pensare, non voleva pensarci. Quello che stava per fare, quello che stava già facendo con il pensiero…
Era sbagliato. Era nato dalla costrizione. Quando le sue mani lo accarezzarono, la sensazione di essere sporca le fece venire di nuovo le lacrime agli occhi.
Quando le piume si librarono in aria, quando fece lo sbaglio di alzare gli occhi per guardare in viso Howl -per guardare il suo sorriso e gli occhi schiusi, perché lui aspettava quel momento- le sembrò davvero di essere sporca, sporca e sbagliata.
Ed era colpa sua: non aveva la forza di ribellarsi, non dopo aver rischiato la vita, senza nessuna via di fuga, non aveva la forza di scappare.
Le mani di Howl si appoggiarono sulle sue e iniziarono a guidare i suoi tocchi.
Sotto la pelle di Sophie c’era altra pelle, nuda e tesa, ma lei non voleva pensarci, non voleva essere lì.
Si abbandonò al movimento, mentre il cuore le martellava nelle orecchie -sbagliato! Sbagliato!
Howl non diceva nulla, dalle sue labbra chiuse uscivano solo gemiti soffocati, che si mescolavano al silenzio, che sporcavano il silenzio.
Non pensare.
Non pensare a quello che stavano stringendo le sue dita, non pensare a Howl, non pensare che il giorno dopo sarebbe stato peggio.
Sophie ci stava quasi riuscendo, a staccarsi da tutto quello, fissando il vuoto, quando Howl abbandonò la testa all’indietro.
Ogni notte era così, ogni notte le sue mani si sporcavano e l’acqua sembrava non bastare mai.
«Grazie.»
Ogni notte la tortura di Sophie continuava e lei, stanca di tutto quello, troppo stanca per opporsi, lasciava scivolare le mani sulle gambe di lui, per liberarlo dalla bestia che aveva dentro, per permettergli di andarsene e lasciarla sola, a piangere.
Ogni notte, piume nere.

!challenge, pg: sophie, pairing: lemon, pg: howl, !p0rnfest, !fanfiction, pairing: het, fandom: howls moving castle

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