[Fanfiction] Il patto - Capitolo 4

Feb 11, 2009 14:10

Titolo: Il patto
Autore: Redda - Reds
Genere: Romantico / Commedia / Triste
Raiting: PG:13
Avvisi: OC - Lime - Angst
Note: La mia prima ff sui Tokio Hotel. Ok tecnicamente la seconda, ma la prima è stata messa nel dimenticatoio e non la considero nemmeno tale, dunque questa è la prima ufficiale. L'idea mi è nata una mattina al lavoro, con questo non voglio dire che mi grattavo la pancia XD solo che le mie ispirazioni arrivano in momenti poco opportuni, dunque i primi capitoli sono stati scritti praticamente sul cellulare. E' già conclusa, in questo momento sto portando avanti il sequel, dunque posterò abbastanza frequentemente i capitoli. Buona lettura ^^
Breve riassunto: Elisabeth è una ragazza di 17 anni. Dopo il divorzio del suoi genitori svolge una vita piuttosto movimentata. Figlia di un famoso produttore musicale, trascorre la sua adolescenza fra una città e l'altra, girando il mondo insieme a suo padre e alla sua band, ignorando completamente sua madre. C'è un unico lato positivo in quel caos che chiama vita: un ragazzo, l'unico in grado di farle battere forte il cuore. E' disposta a tutto pur di conquistarlo, anche a fare un patto con il suo peggior nemico.

I Tokio Hotel, così come Hanna Beth, non mi appartengono affatto. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non ci guadagno mezzo euro.



© fanfiction by Redda. Don’t copy please!

Elisabeth si buttò sul suo letto, premendosi il cuscino contro la faccia. Cominciò ad urlare cose incomprensibili, agitando in aria una mano come se stesse rimproverano qualcuno.
Ma perché doveva essere tanto goffa e stupida?! Aveva sprecato l’occasione perfetta per combinare qualcosa con Bill…Lei che stava scivolando dalle scale, lui che l’aveva afferrata al volo e le aveva sorriso dolcemente, sarebbe bastato avvicinare di pochi centimetri il viso al suo per poterlo baciare e coronare finalmente quel sogno che inseguiva da due anni ed invece…Gli aveva mollato una capocciata poderosa sul naso, facendoglielo sanguinare. L’aveva rassicurata dicendole che non era niente, che il sangue avrebbe smesso di colare, ma venti minuti dopo la situazione era rimasta identica e Saki lo aveva dovuto accompagnare al pronto soccorso, seguito a ruota da suo padre.
Questa sarebbe rimasta impressa nei secoli come la figuraccia peggiore della sua vita.
Naturalmente erano arrivate le battutine del rasta, che continuava ad imitarla e l’aveva soprannominata Zidane con le tette.
Non appena sentì la serratura scattare scese immediatamente giù dal letto, correndo incontro a suo padre.
-Come sta?- gli chiese, preoccupatissima di aver fatto fuori il vocalist. Già si immaginava mentre le fan la lapidavano.
-Meglio, il naso gli si è gonfiato un po’, ma tornerà presto come nuovo. Purtroppo abbiamo dovuto cancellare due interviste previste per questi giorni-
Elisabeth si portò una mano alla bocca, mortificata - Papà mi dispiace tantissimo-
-Tesoro ma non devi sentirti in colpa, non l’hai mica fatto apposta-
Certo che no, in fondo lei voleva semplicemente dargli un bacio, ma diciamo che i suoi piani non erano andati proprio a buon fine.
-Posso andare a trovarlo?-
-Certamente…-
Non gli lasciò il tempo di aggiungere altro. Elisabeth si precipitò fuori dalla stanza, salendo i gradini a due a due.
Arrivata di fronte alla camera di Bill si posò una mano sulla milza dolorante e fece un profondo respiro, con l’ altra si sistemò i capelli che, durante la corsa, erano volati da tutte le parti, e bussò.
Sentì un avanti attraverso il legno della porta.
Piano piano fece capolino nella stanza e il suo sguardo si posò sul ragazzo steso sul letto. Aveva una specie di fasciatura sul naso e delle piccole macchioline sotto alle narici facevano intendere che aveva continuato a sanguinare.
-Posso?- chiese, con la voce di una persona a cui era appena morto il gatto.
-Lizie! Come stai?- le domandò lui, posando il telecomando accanto alla sua coscia.
-Questa domanda dovrei fartela io- disse la ragazza, avvicinandosi al letto.
-Non fa poi così male, diciamo che comunque sono stato meglio-
-Mi dispiace un sacco- cominciò a torturarsi nervosamente le mani, sentendosi terribilmente in colpa.
-Ma non l’hai mica fatto apposta…Non l’hai fatto apposta vero?- chiese il ragazzo, ma dalla sua voce si capiva che stava scherzando- Dai siediti- le disse, dando alcuni colpetti al materasso.
Elisabeth annuì appena prima di sdraiarsi accanto a lui.
-Se ti serve qualsiasi cosa dimmelo subito-
-Non ti preoccupare, e poi ho la scusa di schiavizzare mio fratello- ridacchiò divertito- Diciamo che mi sto godendo una piccola vacanza di tutto relax-
-Cosa ti hanno detto al pronto soccorso?-
-Nulla di che, il naso si è gonfiato un po’ ma nel giro di tre giorni tornerà come nuovo, devono solo prendere due pastiglie-
Elisabeth continuava a fissare la fasciatura sul naso del ragazzo, si notava a colpo d’occhio che era leggermente più grosso del solito.
-Se ti lasciassi danni permanenti mi toccherà cambiare nome e paese, avrei tutta la popolazione femminile europea alle calcagna-
Bill rise, ma poco dopo fu costretto a smettere per via del dolore.
Elisabeth rimase in silenzio ad osservare le cuciture dei suoi jeans scuri, i senti di colpa le stavano attanagliando lo stomaco.
-Ti va di restare a vedere un film? Vengono anche Tom, Gustav e Georg…-
Il detto dice “parli del diavolo e spuntano le corna”. Non appena Bill ebbe finito di nominare il bassista si sentì bussare alla porta, o meglio qualcuno tentò di scardinarla.
-Beh credo siano loro oppure un’orda di elefanti imbizzarriti- le disse il moro con un sorrisino divertito- E’ aperto-
Tre teste fecero capolino nella stanza. Gustav teneva in mano tre pacchi di pop corn, Georg aveva portato un paio di birre e Tom aveva avuto l’arduo compito di tenere il cofanetto del dvd.
-Naso monco siamo qui- disse il ragazzo con un sorrisino- Oh…resta anche Zizou?!-
-Tom piantala-
-Lascia perdere Bill…- Elisabeth scosse appena il capo- Ho della roba da finire, grazie comunque dell’invito-
-Dai Eli resta- le disse Gustav, già seduto ai piedi del letto.
-Veramente ragazzi ho da fare, magari un’altra volta-
Tom aprì bocca per replicare, ma la mora gli si parò davanti.
-Apri quella boccaccia e a te la capocciata arriva sui denti- gli mormorò a denti stretti- Sono capace di farlo-
Il rasta la osservò dal suo metro e ottanta, ma richiuse le labbra, allontanandosi da lei.
-Dammi una birra hobbit, devo essere ubriaco prima di vedere questo schifo di film-
Elisabeth si congedò con un sorrisino, era stata un’altra piccola vittoria sul ragazzo.
In realtà non aveva nulla da fare, ma non avrebbe retto cinque minuti nella stessa stanza con quel buzzurro.
Approfittando dell’assenza di suo padre si collegò su msn, rimanendo su invisibile, non voleva essere disturbata da nessuno. Con lo sguardo individuò il nick di Karol, ci cliccò sopra due volte ed apparve una pagina di conversazione ancora immacolata.

-CrazyGirl scrive:
Karo ci sei?

-_Sunshine_ scrive:
Per te ci sono sempre tesoro, novità?

-CrazyGirl scrive:
Veramente si…

Elisabeth le raccontò velocemente quello che era accaduto.

-_Sunshine_ scrive:
Oddio,oddio,oddio!!! Vi siete baciati allora?

-CrazyGirl scrive:
Non esattamente…

-_Sunshine_ scrive:
In che senso?

-CrazyGirl scrive:
Gli ho mollato una capocciata sul naso =____=

-_Sunshine_ scrive:
…..Se io ora rido….Tu ti arrabbi?!

-CrazyGirl scrive:
No fai pure…Sembra tanto una scena da telefilm americano -.-

-_Sunshine_ scrive:
XD ma come accidenti hai fatto a dargli una testata?

-CrazyGirl scrive:
Mi stavo avvicinando per baciarlo, ma ho tirato su la testa di colpo e l’ho beccato sul naso, poverino…dovevi vederlo…Continua a ripetere che è stato un incidente, che non devo assumermi la colpa…

-_Sunshine_ scrive:
Dai Eli in fin dei conti è vero, volevi baciarlo mica spedirlo al pronto soccorso.

-CrazyGirl scrive:
Credo che andrò ad infilarmi la testa nel water =_____= ci sentiamo presto Karol

-_Sunshine_ scrive:
Non pensarci troppo su tesoro ^__- (una capocciata XD scusa ma non ho resistito)

-CrazyGirl scrive:
=P

Elisabeth chiuse la conversazione e la pagina di msn. Andò a buttarsi sopra al suo letto, osservando la, sicuramente, costosa carta da parati.
Possibile che non gliene capitasse una buona?! Già in passato aveva avuto buone occasioni per tentare un “approccio” con Bill…Gli aveva versato il suo drink addosso, aveva rischiato di farlo finire fuori dalla macchina, per poco con gli spezzava una gamba ed ora si era aggiunta anche questa.
Poggiò le mani sul viso.
-Stupida, stupida, stupida!- continuava a ripetersi, colpendo ogni volta il cuscino con la testa.
Aveva assolutamente bisogno di qualcuno che l’aiutasse, era fin troppo chiaro che da sola non avrebbe risolto nulla, il tempo stava scorrendo velocemente e non se ne sarebbe andata con il rimorso di non averci provato almeno fino alla fine. Ma chi…chi poteva aiutarla? Non aveva amiche a cui chiedere consiglio, suo padre era escluso a priori, poteva parlarne con Karol si, ma solo fino ad un certo punto. No, lei aveva bisogno di un vero aiuto, di un aiuto concreto, di una persona “esperta in quel settore”.
Nella sua mente si figurò un viso.
Aprì le dita e vi guardò attraverso, se chiedeva il suo aiuto significava solo una cosa, era veramente disperata e pronta ad ogni sacrificio!

il patto

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