Titolo: Beginning of a friendship
Fandom: Tekken
Personaggi/pairing: Jun Kazama, Michelle Chang
Rating: G
Warning: oneshot, gen, fluff
Word Count: 683
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EFPChallenge/Prompt: COW-T #2 @
maridichallenge> Week 1, missione 2 > Sereno +
Tekken Challenge > Set Marrone > Clap
Note: Nel mio immaginario di bambina di sette anni, Michelle e Jun erano BFF. Nel mio canon mentale di diciannovenne, lo sono ancora xD Ambientata, ovviamente, ai tempi di Tekken 2.
Finalmente, rivedi il sole.
Il cielo, quel giorno, è terso, come a casa tua. Da quando hai lasciato il tuo lavoro di guardia forestale per partecipare a quel torneo, a incorniciare i match c'è sempre stato solo il cielo cupo della città, fosco e grigio per tutto quello smog a cui non sei abituata.
Tokyo non ti piace. Le grandi città non ti piacciono, con il loro caos, i loro palazzi troppo alti e il loro grigiore.
In quell'ambiente ti muovi sempre circospetta, guardandoti alle spalle, nervosa, attenta. La natura ti sembra così lontana da farti sentire vulnerabile.
Però, proprio il giorno in cui tocca a te farti notare sul ring, il sole dissipa ogni nube, offrendoti un'alba che, pur non raggiungendo la bellezza di quelle che illuminano ogni centimetro della tua foresta, ti fa sentire almeno un po' a casa, e ti restituisce la serenità che avevi smarrito trovandoti all'improvviso oppressa dalla mole dei grattacieli.
“Finalmente un po' di sole, uh?”
Ti volti e incroci lo sguardo luminoso di una giovane nativa americana, gli occhi vivaci che, sotto la frangetta scura, ti sorridono amichevoli.
Se non ricordi male, si chiama Michelle. L'hai notata alla cerimonia d'apertura, e ti ha colpito per la sua semplicità, per la sua espressione determinata e pura al tempo stesso. Tra tutti i partecipanti, è stata l'unica a darti una sensazione di affinità. Per un attimo ti è sembrato di tornare indietro ai tempi del liceo, di scorgere in lei la potenziale amica con cui attaccar bottone in mezzo a una folla di sconosciuti.
Ricambi il sorriso.
“Finalmente è proprio la parola esatta. Sono una guardia forestale, già soffro lontana dal verde, figurarsi con quel cielo grigio”.
“Ti capisco”, ribatte lei. “Vivo in una riserva indiana”.
Vi scambiate un altro sorriso, cauto ma fiducioso, proprio come due compagne di classe pronte ad inaugurare una nuovo sodalizio; poi lei allunga il braccio verso di te, facendo oscillare i tanti braccialetti di perline che porta al polso sinistro.
“Michelle”.
“Jun, piacere”, rispondi.
La sua stretta è calda e decisa, energica e in qualche modo rassicurante. Sa del cuoio dei guanti di Michelle e dei piccoli calli che segnano le dita scoperte, ruvidi contro la tua pelle liscia.
“Hai già fatto colazione, Jun?”, ti chiede, una volta sciolta la stretta.
“No, in realtà sto cercando di tenermi leggera in previsione dell'incontro”.
“Chi è il tuo avversario? Magari ti posso dare qualche consiglio, questo è il mio secondo torneo...”
“Volentieri”, sorridi, incamminandoti al suo fianco verso l'albergo in cui alloggiate. “Si tratta di Anna Williams”.
“Oh, quella puttana! Perdonami il turpiloquio, ma non la posso soffrire”, spiega, mentre a te sfugge una risata; dai tacchi vertiginosi e gli spacchi audaci che hai visto sinora, non le si può dare torto. E poi, quella donna dal trucco perfetto e gli occhi civettuoli, sembra essere tutto l'opposto di Michelle - e anche di te.
“In ogni caso, sei stata fortunata. Ti è capitata la sorella più facile da mandare al tappeto. Anna è una brava lottatrice, ma tende ad esagerare quando pensa di avere la vittoria a portata di mano...”
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Nel silenzio carico di attesa degli spettatori, espiri piano.
Composta, ti sistemi una ciocca di capelli sfuggita alla fascia, unico segno tangibile - insieme ad un piccolo livido sullo zigomo destro - dell'incontro appena concluso.
Da terra Anna Williams alza lentamente il capo verso di te, ancora troppo incredula per aver assimilato la sconfitta.
Non è stato troppo difficile, il tuo primo incontro all'Iron Fist. Ti è bastato mantenere il sangue freddo, ascoltare il lieve fruscio del vento e muoverti con la stessa grazia con cui, la mattina, sei solita allenarti all'ombra delle fronde degli alberi.
Un paio di dritte, poi, ti hanno fatto parecchio comodo.
Tra la folla che assiste al match, qualcuno comincia ad applaudire.
Ti volti, cerchi con lo sguardo la fonte di quel rumore che si sta pian piano allargando, fino a coinvolgere ogni spettatore.
Tra tante facce sconosciute, ne riconosci una da poco piacevolmente familiare.
Michelle interrompe l'applauso per alzarti un pollice in segno di approvazione.
In tutta risposta, le strizzi l'occhio, accennando un sorriso.
Uno scambio di gesti tanto rapido da non essere notato da nessuno, ma che per voi significa l'inizio di un'amicizia.