TITOLO: Bleed it out.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: OneShot. Angst. Au. Spin-off. Romantica. Lieve violenza. Non-consensual (una sola scena). Pwp (una sola scena).
RATINGS: Nc17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Ryo Nishikido, Kato Shigeaki { NishiKato } ; (Sottointeso: Tegoshi Yuya, Keiichiro Koyama { KoyaTego } ) .
PROMPT: Scritta per l’anomeme sulle fiction scolastiche: Shige è un nuovo e giovane professore con zero esperienza sulle spalle. Ryo invece è uno studente con tanta esperienza nel molestarli. Riuscirà il professor Kato a tenergli testa?
RIASSUNTO: Se finalmente Shige riuscisse a realizzare il suo sogno, ma trovasse sulla sua strada un ostacolo gigantesco, come reagirebbe? E se questo ostacolo avesse un nome e fosse: Ryo Nishikido?
NOTE: Shige sta scrivendo al suo computer. Come se avesse una specie di Diario segreto. Le parti in corsivo sono i ricordi della giornata appena trascorsa.
Il primo giorno di scuola è ad Aprile perché il sistema scolastico Giapponese è diverso dal nostro: le lezioni iniziano ad Aprile e finiscono a Marzo.
La scuola dove si trova Shige è una scuola superiore, non obbligatoria, e la terza sarebbe l'ultima classe.
Essendo il sistema scolastico Giapponese fatto su modello "6+3+3" che comprende sei anni di scuole elementari, tre di medie inferiori e tre di medie superiori, ed iniziando a 6-7 anni, si presuppone che in terza superiore si abbia 18 anni.
THANKS: A
yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A
mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: 4002, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Visto che è uno spin-off, segue la fanfiction "Lying from you" :
Prologue - I can't cry ;
Chapter #01 - The game starts ;
Chapter #02 - She's me: an angel ;
Chapther #03 - In Between ;
Chapter #04: My happy ending Bleed it out
03 Aprile 2010
Sai, Tomo_chan, ho realizzato il mio desiderio e sono diventato un professore, finalmente.
Il mio primo giorno al lavoro è stato alquanto entusiasmante: non credevo di potermi sentire così strano, ma allo stesso tempo giusto in quella situazione.
Era come se tutto il mondo stesse girando attorno a me e mi sono sentito importante, ancora più importante di Keiichiro che è un conduttore radiofonico abbastanza acclamato, o di Yuya che sta compiendo i suoi primi passi nel mondo della psicologia.
Io mi sentivo più forte, molto più forte, però tutto è finito incredibilmente presto.
Quando sono entrato nella stanza dei professori è calato il silenzio e ho sinceramente creduto di essere in uno dei miei sogni, dove mi ritrovo nudo davanti ad un gruppo di persone, ma non era così.
Ho scoperto solamente poi il perché di quel silenzio e di quegli sguardi allucinati: mi avevano dato la classe 3^ B.
E lì avrei trovato colui che sarebbe diventato il mio peggior incubo: Nishikido Ryo.
"Salve a tutti ragazzi. Io sono il vostro nuovo professore. Mi chiamo Kajiyama Shigeaki, e ho ventidue anni. Visto che la maggior parte di voi ha già compiuto i diciotto anni, dovremmo riuscire ad andare d'accordo no?"
Aveva sorriso Shige, sicuro della sua presentazione: l'aveva ripetuta venti volte allo specchio quella stessa mattina, perfezionando i tempi di pausa e il tono della voce, cercando di sembrare il più cortese possibile.
Aveva sentito qualcuno ridacchiare, ma non ci aveva fatto caso finché non aveva visto una mano sollevarsi, sfrontatamente dagli ultimi banchi.
Aveva dato la parola al ragazzo che vi era seduto: corti capelli neri ed uno sguardo che metteva i brividi.
"Nishikido Ryo. Vent'anni. Davvero sei un professore? Non dovresti essere a casa a giocare con le bambole?"
Shige aveva aperto gli occhi, scioccato, mentre tutti nella stanza si mettevano a ridere.
Prima che riuscisse ad aprire bocca aveva visto quello stesso ragazzo alzarsi ed uscire dalla classe, seguito da numerosi suoi compagni, mentre lui era rimasto lì a boccheggiare.
"Sensei, lui è fatto così. Ha già fatto licenziare tre professori prima di lei. Ha ripetuto l'anno ormai due volte. Non se la prenda, non ce l'ha con lei, ce l'ha con tutti i professori"
Così gli aveva detto una sua alunna.
Quel ragazzo, quel Nishikido Ryo, non si è più fatto vedere dopo essere uscito ad inizio lezione, e così i suoi compagni.
Ho provato a chiedere spiegazioni agli altri miei colleghi, ma nessuno ha voluto aiutarmi.
Dicono che quella classe sia maledetta, e che all'interno vi sia un demonio -Nishikido Ryo-.
10 Aprile 2010
Tomo_chan, la questione si sta facendo complicata.
Ryo Nishikido non si è presentato a lezione per una settimana, non si è fatto vedere, e così i suoi compagni di classe.
Mi domando il motivo per il quale non smettano di frequentare la scuola se la odiano così tanto.
Questi anni non sono obbligatori, potrebbero semplicemente andarsene, ed abbandonare, ma non lo fanno.
Nessuno vuole spiegarmi niente ed ormai in classe, nonostante il mio lavoro mi piaccia, spiego a sole cinque persone.
La cosa non è entusiasmante.
Ho anche provato a chiedere a quei ragazzi, ma non mi hanno detto molto.
"Sapete perché Nishikido ed altri vostri compagni non si sono più fatti vedere?"
Gli aveva risposto una ragazza, forse una delle più intelligenti in quella classe.
"Fa sempre così. Sparisce per una settimana e poi, quando torna, sono spariti i professori. Non sappiamo cosa facciano, ma riescono sempre a farli scappare, inesorabilmente. Lei è stato un bravo sensei, sul serio. Sa spiegare in modo divertente, ma per quanto possa essere bravo, anche lei sparirà tra una settimana"
Non nascondo che effettivamente ho un po’ di ansia per quello che mi potrebbe succedere.
Una settimana e i professori scompaiono, o si dimettono di propria iniziativa.
E ormai, Tomo_chan, la settimana è passata.
15 Aprile 2010
Hai avuto paura, vero Tomo_chan?
Perché dopo quello che ti ho detto l'ultima volta sono sparito per parecchi giorni.
Chissà cosa devi aver pensato... però ho una bella notizia per farmi perdonare: non mi sono ancora dimesso, e sicuramente non sono scomparso.
Ho scoperto cosa diavolo voleva fare quell'idiota, oh sì che l'ho scoperto.
Sono un grande detective... ok, va bene, Tomo_chan è vero, l'ho scoperto per caso, però l'importante è che sia riuscito a fermarlo no?
"Cazzo. Tomohisa, sbrigati"
Quella voce lo aveva messo all'erta, anche se l'aveva sentita una sola volta in tutta la sua vita, l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Quando aveva svoltato l'angolo li aveva visti, i suoi alunni, che tentavano di attaccare un poster all'entrata della scuola.
Non si era però accorto subito che quel poster ritraeva lui, legato sopra un attrezzo ginnico, mentre un uomo lo frustrava.
Quando lo vide lanciò un urlo.
"Che diamine state...!"
Nishikido Ryo si era parato di fronte a lui, e Shige, nonostante la sua altezza, si era sentito misteriosamente piccolo.
Ryo era più basso di lui, Ryo era sicuramente più piccolo di lui, ma il suo sguardo lo bloccava, in tutti i sensi.
"Sensei. Le stavamo preparando un regalo. Ragazzi, andate. Bene, professore. Se non vuole che qualcuno la veda in quel modo, farà bene a sbrigarsi a tirare giù quel cartello, non trova?"
E lui lo aveva fatto, mentre osservava Ryo andarsene insieme agli altri.
Ci aveva messo due ore, -erano le nove di sera quando finalmente l'ultimo brandello di poster era stato staccato.
Per fortuna, quella strada non era mai frequentata di sera, ma solo la mattina quando gruppi di studenti e professori la percorrevano diretti a scuola.
So cosa stai pensando, Tomo_chan, ma non l'ho denunciato.
Non l'ho fatto perché voglio comprendere il suo gesto e poi, non credo sia possibile che con un gesto così meschino sia riuscito a far dimettere altri professori prima di me.
Va bene, se non l'avessi scoperto mi avrebbero visto appeso alla parete, nudo, mentre mi facevo sodomizzare, ma era altamente ovvio che fosse tutto un fotomontaggio.
Si notavano i ritocchi, si notavano le sproporzioni... oh, sicuramente era molto ben fatto, ma di sicuro non perfetto.
Ho intenzione, domani, di scoprire cosa nasconde quel ragazzo.
Vedrai, Tomo_chan, io sarò il professore capace di redimerlo.
Credimi ed abbi fiducia in me come solo tu sai fare.
Ti voglio bene, Tomo_chan.
16 Aprile 2010
Te l'avevo detto Tomo_chan, no?
Che avrei cercato di carpire più informazioni possibili?
L'ho fatto, ho parlato con quel ragazzo dall'aria truce, ma non sono riuscito a scoprire nulla di nuovo.
E' come se il suo cuore si fosse racchiuso in un antro gelido e senza vita, sembra non voler parlare dei suoi problemi con nessuno, ma comunque sia, io ce la farò.
Il problema è che quel ragazzo ora sa tutto di me, e non vorrei che iniziasse ad indagare anche sui miei famigliari: nessuno vuole che il fattaccio di mio fratello esca allo scoperto.
Il suo ragazzo, mio genero, Keiichiro Koyama, ha speso molte energie per farlo ammettere nella scuola dei suoi sogni e per insabbiare l'esistenza di Tegoko.
Se per colpa mia qualcosa dovesse andare storto Yuya non me lo perdonerebbe mai.
Tomo_chan, sono sicuro, però, che anche quel ragazzo è buono in fondo al suo cuore, devo solo riuscire a trovare la chiave per aprirlo e guardare all'interno di esso.
"Allora, Kato_kun. Sta per spifferare tutto al Preside? Riderà mentre mi sbatteranno fuori da scuola? Mmhh?"
Shige era stato preso in disparte da Ryo ed ora lo guardava negli occhi, incerto.
"Come fai a... sapere..."
Ryo ghignò, cosa che fece venire i brividi a Shige: quel ragazzo gli incuteva sempre più timore.
"Io so tutto di lei, Kato_kun, di solito per sbarazzarmi dei professori indago nella loro vita privata, trovo qualcosa da usare contro di loro e li faccio dimettere di loro propria iniziativa. La sua vita però è così noiosa, Kato_kun, devi essere proprio patetico, eh? E' tutto in regola tranne il fatto che sei stato adottato, ma non posso di certo usarlo contro di te, no? A chi interesserebbe sapere se sei stato adottato o meno? A nessuno, ovviamente. Per questo ho dovuto inventarmi qualcosa d'altro, il tempo stava per scadere e la settimana era ormai passata. Purtroppo ci hai visto, perciò ora dimmi cosa hai intenzione di fare"
Shige sospirò mentre lo guardava negli occhi, cercando di usare tutto il suo potere di sensei che, purtroppo, era ancora poco.
"Non ti denuncerò. Io scoprirò cosa hai che non va, Nishikido_kun, e riuscirò a redimerti. Perché sono io, e ce la farò. Comunque, dì a chiunque abbia fatto quel fotomontaggio che dovrebbe lavorare ancora un po' sulle proporzioni ed i colori. Si notavano troppo le differenze"
Ryo rise, con gusto, come Shige non lo aveva mai visto ridere.
"E così è sicuro di potermi aiutare, eh? Certo, certo..."
Shige lo vide avvicinarsi a lui, e provò un moto di terrore sentendolo arrivare vicino al suo orecchio.
"Vediamo se sei bravo a giocare Kato_kun"
Un solo soffio che fu in grado di mandare il suo cervello completamente fuori fase.
Ryo Nishikido faceva veramente paura.
Tomo_chan sai, delle volte, ho paura di quel ragazzo: non si capisce mai cosa pensi sul serio, non si comprende se la maschera che porta sul volto sia reale o meno.
Non mi piace molto, anzi, non mi piace per niente, però questo è il mio lavoro, no?
Ho sempre sognato di poter diventare uno di quei professori amati dai propri studenti, quello in gamba, quello che riesce a far divertire pur studiando, quello che tutti considerano un amico continuando comunque a rispettarlo come autorità.
Nishikido_kun, però, sta mandando a monte il mio progetto ed io non posso di certo permetterglielo.
01 Maggio 2010
Tomo_chan, sei arrabbiato con me, vero?
Non mi sono fatto sentire per molte settimane e tu, sicuramente, ti sarai preoccupato a causa mia.
Mi dispiace Tomo_chan, ma sono stati giorni realmente difficili... che dici, Tomo_chan, puoi perdonarmi?
...
Grazie Tomo_chan! Non te ne pentirai.
...
Oh? Vuoi sentire cosa è successo in questi giorni? Va bene, te lo racconterò, dopotutto te lo meriti perché mi hai aspetto fino adesso.
Da quando ho rivelato il mio piano a quel ragazzo tutto è peggiorato disastrosamente.
Si presenta ogni giorno a lezione, insieme agli altri ragazzi, ma era meglio quando non si faceva vedere.
Sembra che il loro hobby sia diventato prendermi in giro, trovare ogni mio più piccolo difetto e premere su di esso.
Non mi lasciano scappare nessuna debolezza, sembrano anzi, provarci gusto ad attaccarle.
"Avete capito tutti?"
La solita risa che seguì la sua spiegazione lo fece sospirare: ormai erano giorni che si andava avanti in quel modo.
Gli amici, o per meglio dire, i sottoposti di Ryo Nishikido continuavano a far casino: si lanciavano palline di carta, facevano la lotta, cantavano, strimpellavano le loro chitarre.
Uno era arrivato al punto di portarsi un paio di tamburi in classe, giusto perché non c'era abbastanza rumore.
Eppure lui, Ryo Nishikido, seguiva sempre, lo sguardo sulla schiena del professore.
Shige lo poteva sentire quello sguardo e gli metteva i brividi, come se quel ragazzo potesse infiltrarsi nei suoi vestiti per arrivare direttamente a lui.
Sapeva che non era possibile, ma se lo sentiva addosso, fin nel profondo, e sicuramente non era una bella sensazione.
Certo, se fosse stata un'altra situazione allora, tutto sarebbe stato diverso e quello sguardo gli avrebbe fatto perdere la testa, ma ora erano professore ed alunno.
Solamente quello.
"Sensei. Non ho capito. Perché A al quadrato, attraverso quei passaggi, dovrebbe diventare B al quadrato? Me lo potrebbe rispiegare, di nuovo?"
E Shige lo fece, perché quello era il suo compito, ma aveva già spiegato quel meccanismo dieci volte.
Se avessero continuato in quel modo il programma che avrebbe dovuto presentare alla commissione disciplinare sarebbe stato composto da un solo capitolo e no, la cosa non poteva essere divertente, anche se Ryo sembrava trovarla così.
"Oh, mi dispiace sensei. Stavo stendendo le gambe senza far caso che lei stava passando. Si è fatto male?"
Shige aveva smesso di contare le volte in cui era caduto, faccia a terra, perché qualcuno gli aveva fatto lo sgambetto.
Senza volerlo, ovviamente.
"Oh, una cavalletta"
Shige la prese in mano mentre guardava ghignando Ryo: non se l'era aspettato, ovvio.
Di sicuro credeva che si sarebbe messo ad urlare per la paura, non poteva sapere che era da anni che si prendeva cura degli insetti che suo fratello minore cercava istericamente di uccidere con il lancio della ciabatta.
"Sensei, può venire un momento? Yamashita_kun non si sente bene!"
Shige si sollevò dalla sedia, preoccupato, prima di sentire un rumore strano, di qualcosa che si strappa.
Solo allora notò che sopra la sua sedia vi era stata messa della colla, e che i suoi pantaloni si era appena rotti rivelando i suoi boxer bianchi.
Quando sentì le risate dei suoi alunni si sentì sprofondare: quello somigliava tanto ad uno dei suoi incubi peggiori.
"Allora, Kato_kun, non si è ancora stancato? Non sarebbe meglio chiedere il trasferimento e poter insegnare ad una classe a cui importa qualcosa di lei?"
Ryo l'aveva nuovamente bloccato in classe, dopo che gli altri se ne erano andati.
"Pensi di spaventarmi con i tuoi scherzi dell'asilo? Non sai fare di meglio? Guarda che io non scapperò solo per questo. Dovrai fare molto di più... Nishikido_kun, ed ora, se non ti dispiace, ho i vostri compiti da correggere"
Tomo_chan, tutto questo non è assolutamente irrazionale?
Come può pensare quel ragazzo di potermi far del male con degli scherzi simili?
Va bene, alcuni erano pesanti, ma non per questo mi dimetterò lasciando il mio posto.
Posso benissimo sopportare tutto ciò, non credi?
...
Grazie, Tomo_chan, sapere che credi in me è la cosa più preziosa di tutte.
Quando sarò in difficoltà penserò a te che fai il tifo per me, grazie Tomo_chan, davvero.
30 Giugno 2010
Tomo_chan. Ti prego. Non riprendermi per il fatto che non ti ho scritto per tutto questo tempo, non è ciò che mi serve ora.
...
Sì, sto piangendo, ormai sono settimane che lo faccio: aspetto che Yuya esca con Keiichiro per essere da solo in camera e do sfogo al mio dolore.
...
Cosa mi è successo? E' una cosa complicata, neppure io riesco a capacitarmi che possa essere successa una cosa simile.
Ormai vivo in una sorta di limbo parallelo, non riesco più a distinguere la linea dell'incubo da quella della realtà.
Sono così sottili ora, passo da una parte all'altra senza neppure accorgermene.
E' tutta colpa di Nishikido Ryo, o forse è meglio dire che... è tutta colpa di un suo ex-sensei: Marukayama Nohirito.
O forse non è colpa di nessuno e sono state le circostanze a farci comportare in questo modo: come se fossimo impazziti e non sapessimo più controllare la nostra soglia del dolore.
Ti avevo detto che avrei cercato di comprendere meglio quel ragazzo per poterlo aiutare: ho fatto delle ricerche, ho cercato i suoi genitori, ma di essi ormai non vi è più traccia.
Sono morti, o lo hanno abbandonato, questo non mi è ancora dato saperlo, però lui vive da solo, senza nessuno che se ne prenda cura.
Pensavo fosse per questo che aveva così tanta rabbia nel corpo, ma mi sbagliavo.
E se solo allora lo avessi saputo, forse... forse non sarei andato da lui con la convinzione di poterlo far sfogare.
Con la certezza che dopo un bel pianto sarebbe stato meglio.
No, me ne sarei rimasto a casa, con te, a vederci un film.
"Cosa ci fai tu..."
Ryo era ritto sulla porta di casa, guardando stranito uno Shige armato di mille sacchetti della spesa.
"So che vivi da solo. Allora mi sono auto-invitato a casa tua portandoti da mangiare. Ora fammi entrare, così potremmo parlare della scuola. Lo sto facendo con tutte le famiglie. Visto che la tua famiglia è composta da te stesso, allora parlerò con te. Se è tutto chiaro, chiudi la bocca, ci potrebbero entrare degli insetti, e poi fammi entrare"
Shige si era accomodato all'interno di quell'appartamento: modesto, ma era perfetto se ci viveva una sola persona.
"Sensei. Se ne vada"
Shige si voltò verso di lui, sbalordito: quella era la prima volta che gli portava un pò di rispetto.
"Vedo che finalmente inizi ad usare le buone maniere. Ne sono felice. Comunque non me ne vado, non prima di aver capito cosa diavolo c'è che non va in te. Voglio aiutarti, Nishikido_kun, permettimi di farlo"
Lo aveva visto quel lampo: era passato violentemente all'interno degli occhi di quel ragazzo per poi scomparire, così come era venuto.
Se solo avesse saputo di cosa era anticipatore, non sarebbe stato così sorridente.
"Mmphf. Lo sapevo, voi professori siete tutti uguali. Siete una razza che dovrebbe estinguersi. Vi credete tanto potenti grazie ad un ruolo che, senza di noi, non esisterebbe. Pensate di poter aiutare tutti, o meglio, volete farlo pensare, così poi potrete approfittarvi dei ragazzini innocenti che si affidano alle vostre mani. Sai, mi fa ridere. Pensavo che tu fossi diverso. In questo tempo avevo veramente creduto che tu lo fossi. Non eri come gli altri professori a cui ero abituato, era una piacevole sorpresa e faceva diventare il gioco più divertente. Ma mi sbagliavo, anche tu sei come loro. Come lui. Ma non mi farai del male, sarò io a farne a te. Non succederà di nuovo tutto ciò. Io non lo permetterò"
Shige non riusciva a comprendere il discorso di Ryo: non sapeva di cosa stava parlando.
Lo vide avvicinarsi a lui per poi sbatterlo contro il muro, con forza, con una violenza inaudita.
Shige sbarrò gli occhi pensando che ormai era finita, ma Ryo non si comportò come lui pensava che avrebbe fatto.
Non lo picchiò: lo baciò, prepotentemente, facendogli aprire la bocca, infilandogli la lingua dentro il suo antro caldo, fino ad allora inviolato.
Era lui a dettare le regole di quel gioco e Shige non poteva fare altro che seguirle: anche se cercava di divincolarsi era tutto inutile, Ryo era più forte, Ryo era più violento di lui.
Lo fece cadere a terra, si portò sopra di lui e lo spogliò dei suoi vestiti.
Shige gli guardò gli occhi, disperato, ma non vi trovò Ryo.
"Nishikido... Nishikido_kun, ti prego..."
Ma venne presto zittito perché Ryo, senza badare alle condizioni del corpo dell'altro, era entrato violentemente dentro di lui.
Shige si era sentito spaccare in due ed aveva perso i sensi.
La mattina dopo, quando si era risvegliato, Ryo non era più lì e sul tavolo vi era solo una lettera.
Una lettera destinata a lui, a Shige.
Come? Sì, sto piangendo anche ora... te ne accorgi perché ormai la tua maglietta è zuppa, vero Tomo_chan?
Scusami, spero che i tuoi circuiti interni non si rovinino.
...
Vuoi sapere della lettera?
Lo immaginavo.
"Kato_kun,
Mi dispiace per ciò che ti ho fatto.
Tu, nella mia mente, sei stato quel ragazzo in grado di farmi sentire nuovamente delle emozioni, forti, troppo forti per me.
Non sono riuscito a sopportarle, ed il dolore per quella ferita, che non si era ancora rimarginata, è fuoriuscito e io ho fatto ciò che ho fatto.
Non avrei mai voluto comportarmi come lui, come Marukayama Nohirito, ma è successo.
Lui era un mio sensei. Andavo alle elementari e i miei genitori erano appena morti.
Mi avevano affidato ad una Casa famiglia e lui... il mio sensei, era stato buono con me, pensavo fosse il mio unico amico, ma mi sbagliavo.
La stessa notte in cui mi ha portato a casa sua, mi ha violentato.
L'ha fatto più volte, ed io ero troppo piccolo per ribellarmi.
Quando ho avuto l'età giusta per andarmene, l'ho fatto.
L'ho picchiato, tanto da farlo andare in ospedale e poi sono scappato, venendo a vivere qui, facendo della vendetta il mio unico scopo di vita.
Quando ti ho visto ho subito pensato che fossi strano, ma tanto strano.
Poco a poco mi sono lasciato andare, ritrovandomi a pensare a come sarebbe stato se io ti avessi incontrato prima di allora.
Sei un bravo sensei. Lo sei davvero.
Ho visto come hai aiutato Tomohisa Yamashita con il suo sogno.
Ho visto come hai nascosto la droga di Koki Tanaka quando sono venuti a fare dei controlli a scuola, l'hai protetto e questo ti fa onore, sensei.
Nessuno lo avrebbe fatto, ma tu sei diverso no?
L'ho scoperto anche io.
So che hai nascosto tutti i nostri giochi, tutto ciò che ti abbiamo fatto agli occhi degli altri professori, lo so perché nessuno è venuto per sospenderci.
E ti ringrazio: i miei compagni non meritavano di essere sospesi a causa mia.
Sensei, mi dispiace di averla violentata.
E' buffo, vero? Se non fossimo stati sensei e alunno, forse, su di lei ci avrei fatto un pensierino.
E' divertente scriverle sapendo benissimo che quando leggerà questa lettera si metterà a frignare come una femminuccia in preda agli ormoni, ma ormai è tempo di andare.
La prego, non mi cerchi.
Mi odi per quello che le ho fatto, continui ad odiarmi come mi odiava quando l'ho violentata.
E con questo sentimento nel cuore, continui a fare il sensei e ad aiutare gli altri.
Se lo meritano, io no.
Grazie, Sensei.
Forse quando sentirà di nuovo parlare di me, sarà per un suicidio, ma non dovrà piangere.
Dovrà essere felice della mia morte.
Ryo_chan"
L'ho cercato dappertutto Tomo_chan, dappertutto, ma non l'ho trovato.
Vorrei odiarlo per quello che mi ha fatto, ma non ci riesco, non posso farlo.
Era da tanto che avevo compreso il sentimento che albergava nel mio cuore, ma non volevo permettergli di uscire, sarebbe stato alquanto traumatico, per me, per la scuola e per la mia famiglia.
Mi piace Ryo Nishikido, mi piaceva l'orgoglio che bruciava nei suoi occhi, il suo perfezionismo, come aiutava i suoi compagni di classe.
L'ho osservato così a lungo da sapere ogni suo più piccolo pregio, ed era bello, davvero bello.
Mi ha violentato, è vero, ma... non riesco ad odiarlo, lui non avrebbe voluto farlo.
Lui è buono, lo è davvero.
Tomo_chan, vorrei potergli parlare di nuovo, almeno un'ultima volta.
Solo per dirgli: "Ti amo, Nishikido_kun".
06 Luglio 2010
L'ho trovato.
Tomo_chan, L'HO TROVATO!
Stavo passando per un parco, non faccio mai quella strada, e l'ho visto: era sdraiato su di una panchina, il volto magro e pallido, i capelli in disordine, i vestiti sporchi.
Quando ha aperto gli occhi e ha visto il mio volto, si è spaventato, così tanto da coprirsi il volto con le mani.
"Smettila. Smettila. Vattene. Ti prego, vattene"
Credo pensasse che fossi un incubo, ma non era così.
L'ho abbracciato e lui si è lasciato andare, come se fosse un bambino.
"Shh. Va tutto bene. Non è stata colpa tua Ryo, non è mai stata colpa tua. Quel professore ti ha fatto del male, ha avvelenato il tuo cuore, ma non era colpa tua. Non lo è mai stata. Io ti ho perdonato Ryo, devi farlo anche tu. Devi perdonarti o non riuscirai mai a vivere. E quando l'avrai fatto... Ascoltami Ryo, quando sarai riuscito a perdonarti, ricordati... ricordati queste parole: Ti amo"
Si è messo a piangere e poi ha accettato di venire a casa con me.
L'ho ripulito e rifocillato, ma non parlava ancora, ostinato nel suo silenzio, allora l'ho baciato.
Shige lo stava baciando, dolcemente, finché non sentì il corpo di Ryo rilassarsi a quel tocco e ricambiarlo, con calma, assaporando la sua bocca, il suo sapore.
Quando Shige si ritrovò sotto Ryo, entrambi nudi, non ebbe paura, perché sapeva che quella volta insieme a lui vi era Ryo e non uno strano fantasma del passato.
Ryo era entrato dentro di lui, dondolando poi sul suo corpo, gemendo a bassa voce, mentre Shige si lasciava andare ai suoi tocchi, intrecciando le dita dietro il suo collo.
Lo aveva fatto a lungo, avevano fatto l'amore come se ne andasse della loro stessa vita e poi erano rimasti lì, distesi sul tappeto del salotto, a guardare il soffitto.
Scusami, Tomo_chan, continuerò un'altra volta, ok?
Ryo_chan mi sta chiamando.