1 Liter of Tears : Chapter #04 - Beautiful dreamer

Aug 21, 2010 13:49




TITOLO: 1 Liter of Tears
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Angst. Malinconica. Romantica.
RATINGS: R.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } ; Lee Taemin { MinhoTaemin } .
RIASSUNTO: Jonghyun è malato, ma solo Kibum viene a saperlo: decide di aiutarlo, di renderlo sereno, ma cosa succede se anche gli altri componenti del gruppo lo scoprono?
NOTE: Questa fanfiction tratta un tema delicato: la sieropositività, vi prego di non leggerla se questo argomento può turbarvi in qualsiasi modo. Grazie.
Un’ultima cosa, qui si sottintende che 2 is the number of nonsense sia il prologo di questa fanfiction. Non serve aver letto quella fanfiction per capire questa, vi basta sapere che Minho ha avuto dei problemi durante la prima volta di Taemin, è venuto praticamente subito e per questo chiede aiuto a Jonghyun.
THANKS: A yuya_lovah che mi ha incoraggiata durante la scrittura.
A mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 2102, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: 2 is the number of nonsense (inteso come prologo) ; Chapter #01 - Just before shock ; Chapter #02 - Ordinary ; Chapter #03 - Coagulation

Chapter #04 - Beautiful dreamer

24 Ottobre 2008
Come sempre Kibum era nella camera di Jonghyun, ormai quello era diventato un rito, un qualcosa che facevano sempre, una specie di tradizione: Kibum entrava nella sua camera e stavano a parlare, finché non si addormentavano entrambi esausti.
“Mhh… Jonghyun, non mi hai ancora detto come hai saputo di te. Sì, insomma, chi te l’ha detto? E quando? Non deve essere una cosa tanto facile da mandare giù, perciò non credo te lo abbiano detto molto presto, però allo stesso tempo è anche una cosa che deve essere controllata, perciò non è che non te lo potevano dire. Ahhh. E’ tutto così complicato!”
Jonghyun aveva riso mentre aveva visto Kibum portarsi le mani alla faccia nascondendola, iniziando a dondolarsi sul letto per poter così rafforzare le sue parole.
“Me l’hanno detto quando andavo alle medie, ma credo che fosse una cosa che alla fine ho sempre saputo. Sì, insomma, riguardava me stesso, perciò non è che non lo sapevo. Fin da piccolo sono entrato e uscito dagli ospedali, conoscevo ogni infermiera e ogni dottore, sapevo di non essere esattamente come gli altri. Sapevo di non essere del tutto sano. Avevo una mezza idea di quanto potessi avere perché non ero l’unico che faceva quelle terapie e sapendo cosa avevano gli altri, ho capito cosa avevo io. Sì, insomma, non ho potuto non notare che le loro infusioni e la mia erano praticamente uguali, non sono mica così stupido come sembro, eh! Bhè, quando me l’ha detto è stata la prima volta che ho visto piangere mio zio. Non è stata una cosa facile, ma gli ho detto ciò che pensavo. Che mi ritenevo comunque fortunato di essere al mondo e che comunque era una cosa di cui mi importava fino ad un certo punto. Finché c’erano le pastiglie e io le avessi prese correttamente tutto sarebbe andato bene, e io mi sarei comunque potuto considerare abbastanza sano, per cui, non era come se dovessi essere costretto su una sedia a rotelle per sempre. Potevo ancora fare tutto ciò che volevo. Lui ha pianto dicendo che ero forte, e che ero un bravo ragazzo, e poi ho cominciato a piangere anche io perché anche lui piangeva. Sì, insomma, è stata una cosa triste, ma allo stesso tempo divertente. Infatti poi siamo scoppiati a ridere, perché io sapevo già, e lo avevo già accettato”
Jonghyun non si era neppure accorto di avere iniziato nuovamente a piangere, e Kibum lo aveva stretto a sé in silenzio: ogni volta che gli faceva una domanda si domandava poi perché non era riuscito a tenere la bocca chiusa.
Odiava vedere Jonghyun piangere, odiava le sue guance rosse mentre cercava di riprendere fiato, più di ogni altra cosa odiava i suoi attacchi di panico, anche se di quelli ne aveva solo sentito parlare.
Ricordava ancora quando Jonghyun gli aveva parlato di quelli, di quegli attacchi di panico che lo avevano raggiunto quando era da solo, nella sua camera, e l’avevano fatto stare male.

13 Settembre 2008
“Davvero hai avuto degli attacchi di panico, Jonghyun? Non me ne avevi mai parlato, non lo sapevo”
Jonghyun aveva annuito lentamente prima di stringere una mano di Kibum mentre iniziava a raccontare, non sapeva perché, ma sentire il calore della sua mano riusciva a calmarlo quel tanto che bastava per fargli riprendere il racconto della sua vita come se nulla fosse.
“E’ stato tempo fa. Sai, mi ero preso una cotta per un ragazzo che avevo conosciuto. Sì, insomma. Pensavo fosse qualcosa di serio perché non mi ero mai interessato a niente e nessuno. Solo che questo ragazzo non lo conoscevo di persona, ci siamo conosciuti in un forum, dopo che sono stato “mollato” da un altro ragazzo conosciuto sempre così. Sai, io credo che a volte le persone riescano a ferirsi anche da lontano, soprattutto da lontano. Perché non sai mai chi può nascondersi dietro a quella persona che chiacchiera con te, che ti fa stare bene e che ti ripete in continuazione di amarti. Ti innamori di conseguenza se così si può dire. Probabilmente tu gli vuoi anche davvero bene, io gliene volevo. Però non credo fosse amore, era più un sentimento nato dal bisogno di avere qualcuno vicino a sé. Sai, a quel tempo non sapevo cosa fosse l’amore anche se credevo di saperlo. Loro erano così sicuri su cosa fosse, così sicuri che hanno fatto diventare sicuro anche me. Per il primo non sono stato così male. Per il secondo sì, forse perché ero già provato in un certo qual modo, non lo so. So solo che quando mi ha lasciato, da un giorno all’altro, dicendomi che non sapeva il motivo, ma non voleva più saperne di me, bhè, mi sono sentito crollare il mondo addosso. Che stupido, vero? Neppure li conoscevo questi ragazzi… eppure mi hanno fatto capire una cosa. Che mi ero rifugiato lì solo perché avevo paura di innamorarmi qui, o più o meno così, insomma. Non lo so, so solo che ne ho avuti parecchi in quei giorni. Pure a scuola. Ti ricordi quando sparivo in infermeria? Era perché non riuscivo a smettere di piangere. Scusami se non te ne ho parlato prima”
Kibum lo aveva stretto a sé cullando delicatamente, cantandogli una canzone all’orecchio finché Jonghyun, che non si era neppure accorto di aver iniziato a piangere, non si era addormentato.
Dopo era rimasto ore, sveglio, a guardarlo dormire, ad osservare i suoi occhi chiusi, le ciglia nere, ad osservare quel corpo modellato che nascondeva un orribile segreto.
Lo aveva stretto di nuovo, poi, e si era addormentato anche lui.

24 Ottobre 2008
Sì, riusciva a ricordarsi di quel giorno come se fosse successo solamente ieri: sperava solo di non dover vedere Jonghyun avere un attacco di panico, perché sembravano gravi, sembravano poterlo spazzare via e lui non voleva questo, assolutamente.
Kibum avrebbe solamente voluto che Jonghyun riuscisse a riprendersi, e a stare meglio, solamente questo voleva a dire il vero.
“Va tutto bene Jonghyun, ora ci sono io qui con te, no? Puoi contare su qualcuno che ti seguirà sempre. Modestia a parte, ma credo di essere un ottimo ascoltatore, non credi anche tu?”
E Jonghyun aveva riso, la sua risata cristallina che sapeva far tremare Kibum da capo a piedi, anche se non ne aveva ancora compreso il motivo.

20 Dicembre 2008
“Jonghyun, cosa stai facendo? Sei barricato in questa camera da… almeno quattro ore ormai. Sono curioso. Lo sai che poi divento curioso! Mi dici cosa stai facendo? Eh? Me lo dici? Me lo dici? Eh, Jonghyun, me lo dici?”
Jonghyun aveva ridacchiato per l’entusiasmo che avvolgeva sempre il corpo dell’altro ragazzo e gli aveva mostrato le lettere che stava scrivendo.
“Le sto scrivendo per i miei zii. Sarà questo il mio regalo. Forse può non sembrare molto, ma gli sto scrivendo tutto ciò che penso. Sai, quando ero piccolo mi hanno chiesto spesso di chiamarli mamma e papà, ma io non ci sono mai riuscito, non so spiegartene il motivo. Sapevo che loro erano i miei zii, ed anche se dentro di me capivo che erano loro i miei veri genitori in quanto mi stavano letteralmente crescendo, non riuscivo comunque a chiamarli in quel modo. Allora sto cercando di mettere in queste lettere ciò che provo realmente, anche se non è per niente facile. Sono scoppiato a piangere più volte, per questo ci sto mettendo tanto… Oh, no, di nuovo”
Jonghyun si era alzato per recuperare l’ennesimo fazzoletto, ma Kibum aveva intercettato la sua traiettoria abbracciandolo, per poi farlo sedere sul letto di modo che Jonghyun potesse posare il suo volto sopra il suo petto, ed una volta che l’altro l’ebbe fatto lo fece singhiozzare così, in quel modo, recuperando lui stesso tutte le sue lacrime.
“Ehi, credo che sia una cosa bellissima quella che stai facendo. Sono sicuro che saranno felicissimi di ricevere quelle lettere, ancora di più di ricevere degli oggetti che, seppur costosi, non possono dargli nulla, non posso aggiungere nulla ai loro sentimenti. Credo che tu sia un ragazzo meraviglioso e sono davvero contento di averti conosciuto”
Jonghyun aveva continuato a singhiozzare stringendosi a lui, aveva pianto più forte perché le parole di Kibum gli erano realmente entrate nel cuore e lui non riusciva più a cancellarle.
Per la prima volta nella sua vita sentiva qualcosa di realmente forte legarlo all’altro ragazzo ed iniziava ad averne paura, perché se si fosse innamorato di lui sarebbe stato un disastro: lui non avrebbe potuto fare felice Kibum, non poteva permettersi di innamorarsi di lui.
Cosa avrebbe fatto, eh?
Se anche l’altro l’avesse ricambiato poi il mondo sarebbe davvero finito, perché la loro storia non sarebbe vissuta a distanza, loro potevano toccarsi, baciarsi… e c’erano infiniti modi per poterlo contagiare senza neppure accorgersi di quanto stava per accadere.
No, doveva solo mantenere il controllo, dopotutto loro erano migliori amici.

31 Dicembre 2008
“Ahhhh! Li odio! E dire che avremmo dovuto passare il Capodanno tutti insieme, vero?! Ma no! Perché Jinki ha un appuntamento con una persona talmente importante da mettere in secondo piano i suoi amici. E non mi ha neppure voluto dire chi diavolo è! Ah, ma lo scoprirò! Fosse anche l’ultima cosa che faccio scoprirò chi dannazione è il ragazzo che ha preso il cuore del nostro leader. E non lo voglio sapere perché amo i pettegolezzi. Lo voglio sapere perché devo capire se questo ragazzo è all’altezza di Jinki. Insomma, mica voglio che il nostro Onew si metta con uno di tutti i giorni, no? Quel qualcuno deve essere speciale!”
Jonghyun aveva riso buttandosi sul letto, guardando l’altro passeggiare su e giù per la stanza realmente arrabbiato.
“E poi? Taemin e Minho? Oh se me la pagheranno cara! Si sono letteralmente chiusi nella stanza di Taemin. Cosa hanno, eh? Pensano che noi penseremo che stanno facendo chissà che? Tanto lo sanno tutti che Taemin non è ancora pronto a darglielo. Minho non potrà fare altro che aspettare. Povero, povero illuso. Insomma, si sarebbe divertito mille volte di più restando con noi, ma no! Ha voluto organizzare qualcosa di speciale per Taemin pensando che così lui avrebbe ceduto. Non sa quanto si sbaglia. Non potrà vedere l’apertura segreta di Taemin ancora per un bel pezzo. Ed è solo questa la cosa che mi ferma dall’ucciderli entrambi seduta stante”
Jonghyun gli aveva fatto cenno con la mano di avvicinarsi e Kibum non se lo fece ripetere due volte, andando a nascondere il suo volto sopra il petto del più grande.
“Non arrabbiarti così. Se loro sono felici lo dobbiamo essere anche noi, no? Non è a questo che servono i migliori amici? E poi noi possiamo divertirci lo stesso insieme, non credi? Dopotutto in quest’ultimo periodo non facciamo altro che stare sempre insieme, sempre sempre sempre sempre, oggi non sarà diverso, no?”
Kibum aveva annuito stringendosi alla sua maglia, sospirando di lì a poco.
“Lo sai che si dice che con chi stai insieme l’ultimo dell’anno, poi ci starai per tutto l’anno? Io sono felice che questa persona sia tu. Alla fine non potrei mai stancarmi di te, sai Jonghyun? Hai l’innata capacità di farmi provare tantissime emozioni e non ho la più pallida idea di come tu possa farcela, so solo che ce la fai, e la cosa è realmente strana, anche se poi, alla fine, mi fa piacere”
Jonghyun lo aveva ascoltato e poi aveva annuito perché anche lui provava le stesse cose per Kibum.
“Perché siamo migliori…”
Ma non riuscì a finire la frase perché Kibum si stava pericolosamente avvicinando al suo volto, e lo guardava con uno sguardo che lasciava ben poco all’immaginazione.
Stava per baciarlo!
Jonghyun non avrebbe realmente voluto scostarlo da lui, ma si era spaventato: e se per caso avesse avuto un taglio in bocca?
E se per caso anche Kibum ne avesse avuto uno?
E se per caso da quei due tagli fosse uscita una goccia di sangue che sarebbe andata a cadere esattamente nella bocca dell’altro?
E se per ipotesi i tagli non fossero stati in bocca, ma solamente sulle labbra? Sarebbe stato ancora peggio!
Kibum lo aveva guardato deluso, e Jonghyun si era sentito letteralmente morire.
“No, non essere triste! Tu sei bellissimo e io sono sicuro che chiunque farebbe carte false per poterti avere, perché tu sei dannatamente perfetto, ma io non posso. Io… non voglio farti del male, non… non voglio”
Era scoppiato a piangere e Kibum si era pentito per aver azzardato un passo simile.
La serata di Capodanno non si era conclusa come aveva immaginato lui, ma alla fine avevano comunque dormito insieme, Jonghyun stretto a lui mentre ancora singhiozzava lentamente.

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