Lying from you : Chapter #03 - In Between

Aug 21, 2010 12:37

TITOLO: Lying from you.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Au. Deliratamente Delirante. Cross-dressing. Romantica. Fluff.
RATINGS: R.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Tegoshi Yuya, Keiichiro Koyama { KoyaTego } ; presenza straordinaria di Shigeaki Kato.
PROMPT: Scritta per l’anomeme sulle fiction scolastiche: Tegoshi in gonnella. XD Spetta a voi decidere come e perché, ma voglio Tegoshi con l'uniforme femminile.
L'idea viene pari pari dal live Diamond (Ta-daaah! (http://img66.imageshack.us/img66/7527/yuyakokd9.jpg)), ma è ovvio che la fic non può essere ambientata lì, visto che parliamo di scuola e quindi di anni prima.
RIASSUNTO: Se Tegoshi, per seguire il suo sogno, fosse costretto ad iscriversi ad una scuola femminile? E se Keii_chan si innamorasse di lui credendolo una ragazza? E se in questo bel quadretto ci fosse anche uno Shige abbastanza pazzo?
THANKS: A yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A weasleygirl89 che l'ha promptata.
A mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 1468, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Prologue - I can't cry ; Chapter #01 - The game starts ; Chapter #02 - She's me: an angel

Chapther #03 - In Between

"Shigeeee" Shige sollevò la testa nel sentirsi chiamare e puntò gli occhi in quelli di suo fratello minore, che se ne stava lì, davanti a lui, imbarazzato.
"Cosa ti succede?"
Yuya si era seduto prendendo un grande respiro.
"Domani ci sarà la prima lezione di educazione fisica. Dovremo cambiarci. Dovremo cambiarci Shige! E anche se andrò in bagno di modo che nessuna di loro mi possa vedere... prima di farlo magari qualcuna si spoglierà davanti ai miei occhi. Come dannazione farò a non reagire?"
Shige aveva sollevato una sopracciglia mentre cercava di comprendere gli strani pensieri di suo fratello: reagire a cosa, maledizione?
"Oh, dannazione! Possibile che tu non capisca mai nulla? E non guardarmi in quel modo. So perfettamente che non hai compreso niente del mio discorso, ma io sono una persona buona, perciò te lo spiegherò in termine più semplici possibili, di modo che anche tu possa capire. Sono o non sono dannatamente gentile? Il mio problema è che sono un maschio, e che mi eccito come qualsiasi altro maschio. Come dannazione farò a nascondere questo quando vedrò delle ragazze che si spogliano davanti a me?"
Shige non aveva osato controbattere che, secondo lui, Yuya non si sarebbe mai eccitato di fronte a delle ragazze nude, magari davanti a dei ragazzi, ma a delle ragazze proprio no.
Non controbatté perché non voleva essere ucciso prematuramente a causa di una crisi isterica di suo fratello minore.
"Dicono che quando si pensi a cose tristi, quello non ti si rizza nemmeno se hai di fronte la ragazza dei tuoi sogni"
Yuya aveva sospirato.
"Shige. Io non sono un omuncolo patetico come te. Io sono felice. Sono molto felice. Sia come donna che come uomo riesco a far girare la testa a chiunque. Come potrei non essere felice? Non tutti sono depressi come te"
Shige aveva borbottato qualcosa di incomprensibile prima di rispondergli.
"Ti ricordi quando, a Natale, non avevi ricevuto la barbie dei tuoi sogni? Ti avevamo detto che Babbo Natale era caduto dalla slitta e non era riuscito a portartela. Era una bugia. Era troppo femminile, per questo papà si era rifiutato di regalartela"
Yuya aveva mugugnato, gli occhi che si riempivano appena appena di lacrime.
"Ricordi quando il nostro micio è sparito? Ti abbiamo detto che aveva trovato una gattina che gli aveva fatto perdere la testa e che ora erano felici nel loro nido d'amore. Non era vero. La mamma l'ha messo sotto con la macchina mentre usciva dal garage"
Yuya tremò leggermente: il suo micio... lo amava così tanto.
"Ecco, dovresti pensare a queste cose mentre sei nello spogliatoio. Sii triste Yuya. Vedrai che tutto andrà bene. Ah, e per la cronaca, la fatina dei denti, Babbo Natale, le fate, gli nomi, i maghi e tutte le creature fantastiche in generale, non esistono"

"Shige. Eddai, Shige. Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego. Guarda i miei occhi dolci. COME DANNAZIONE FAI A RESISTERE AI MIEI OCCHI DOLCI?"
Shige era riuscito a resistere dal dirgli che i suoi occhi dolci somigliavano tantissimo a quelli di un pesce palla e che più di renderlo gentile verso di lui, lo innervosivano.
"E va bene! VA BENE! Dannazione, hai vinto! Faremo un'uscita a tre: io, tu e mia sorella, ma se poi lei non vorrà più vederti, non venire a rompermi. Hai un'unica possibilità"
Keiichiro aveva esultato urlandogli nell'orecchio.
"CE LA METTERO' TUTTA VEDRAI, NON TI DELUDERO'"

Odiava quella situazione, odiava quella giornata, odiava tutto il mondo in quel momento.
Era al centro: Yuya alla sua destra e Keiichiro alla sua sinistra.
Se il primo era euforico di quella passeggiata, il secondo era agitato e tremava in continuazione, cosa che lo faceva decisamente innervosire ancora di più.
Quando Yuya si fermò davanti ad un negozio di vestiti, Shige si sentì morire: era il suo preferito.
Esponeva abiti unisex di tutti i colori, con la prevalenza di quello preferito del fratello minore -il rosa- e pieni di teschi, cosa che lo faceva entusiasmare ancora di più.
"Shigeeeeeeeeeee_chan me la compri? Eh? Eh? Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego. So che non hai ancora speso la tua paghetta settimanale, tu non la spendi mai"
Shige aveva sbuffato, possibile che Yuya non pensasse mai alle loro scarse possibilità economiche?
E poi quella camicia era così... rosa.
"No"
Yuya aveva messo un broncio ritornando a guardare la camicia dei suoi sogni, estasiato, quando Keiichiro Koyama aveva fatto un passo verso di lui.
"Ecco... se... se non ti offendi, Tegoko_chan, vorrei comprartela io"
Yuya si era voltato verso di lui mostrandogli il suo miglior sorriso.
"Te ne sarei infinitamente grata, Koyama_san"
Keiichiro gli aveva sorriso, dolcemente: gli occhi di quella ragazza lo stavano portando al manicomio.
Sicuramente gli avrebbero fatto lo stesso effetto anche se avesse saputo che in realtà era un maschio proprio come lui.
Ormai era la ventesima volta che succedeva tutto ciò: Yuya urlava adocchiando un nuovo vestito, o un accessorio, o qualsiasi altra cosa riuscisse ad attirare la sua attenzione, chiedeva a Shige, che glielo negava ed allora subentrava Keiichiro che gli avrebbe comprato anche la Luna se solo avesse potuto.
"Mi dispiace... non c'è più credito sulla carta"
Quando Yuya sentì quelle parole il suo corpo tremò leggermente a causa di un brivido freddo che gli percorse la schiena.
Tra le mani aveva un peluche enorme e morbido, di colore rosa, con delle buffe orecchie giganti.
Guardò Keiichiro con l'ansia negli occhi: gli aveva fatto spendere così tanto?
Va bene che, da quanto sapeva, era abbastanza ricco, ma lui non avrebbe mai voluto arrivare ad una cosa simile.
"Keii... Keii_san, non importa, ok? Posso farne a meno"
L'altro glielo aveva detto che poteva chiamarlo come voleva, ma fino a quel momento non lo aveva fatto preferendo mettere una sorta di barriera tra di loro però, vedendo che Keiichiro avrebbe fatto veramente qualsiasi cosa per lui, l'aveva a mano a mano fatta cadere.
"Non ti preoccupare Tego_chan, ho altre carte"
Porse alla commessa una lista di carte -saranno state in tutte una decina-.
"Scelga pure quella che preferisce"

Dopo quell'uscita ce ne erano state molte altre: alcune solamente tra Keiichiro e Yuya -o Tegoko-.
Si era divertito Yuya ad interpretare quel ruolo, si era divertito ad essere la ragazza dei sogni di Keiichiro.
Era stato piacevole farsi portare in giro, farsi comprare di tutto e sentirsi realmente importante, ma come sempre, tutti i giochi belli alla fine lo stancavano.
Aveva ripercorso centinaia di volte i ricordi di quei giorni passati in compagnia di quel ragazzo, cercando di esaminarne ogni punto.

"Allora, quali sono i tuoi gusti?"
Stavano gustandosi un thè, in un bar non troppo affollato, e Yuya aveva persino ordinato un pezzetto di torta al cioccolato senza pensare alla linea per la prima volta nella sua vita.
"Mi piace la mente umana. Vorrei diventare una psicologa. Per questo ho scelto quella scuola"
Ormai si era perfettamente abituato ad usare il femminile in ogni suo discorso.
Aveva visto Keiichiro aprire gli occhi stupito e poi sorridergli, dolce come non mai.
"Saresti perfetta, ne sono sicuro. Io invece vorrei diventare un conduttore di un programma radiofonico"
Ed in quel momento era stata la volta di Yuya di sorridergli.
"La tua voce è molto bella, io lo seguirei un tuo programma"

"Stai benissimo, sai?"
Yuya aveva accettato di provarsi un vestitino rosa che Keiichiro voleva comprargli.
Era vero, aveva la gonna, ma a lui piaceva e poi, voleva ringraziare l'altro per pensare così tanto a lui.
A volte soffriva nel dovergli mentire in continuazione: l'affetto che Keiichiro nutriva per lui era un affetto sincero.
"Grazie. Non mi fa troppo grassa, vero?"
Keiichiro aveva riso a quella domanda, abbracciandolo da dietro, guardandosi allo specchio mentre lo faceva.
"No, sei perfetta"
E Yuya era arrossito, prepotentemente, senza neppure dover fingere di farlo.

"Sei sporca"
Yuya lo aveva guardato interrogativo mentre leccava il suo cono gelato.
Aveva osservato i suoi vestiti, ma non aveva notato nulla di strano.
Quando Keiichiro si era avvicinato a lui non aveva compreso, finché non aveva sentito la sua lingua sulla guancia.
"Ora non lo sei più"
E Yuya gli aveva sorriso -stranamente- senza infuriarsi per quel gesto.

Dopo un mese, però, Yuya aveva compreso l'amara realtà.
Quel gioco lo stava stancando: fingere di essere la ragazza che Keiichiro tanto amava, lo stava stancando.
Era difficile dover mentire in continuazione, ed era noioso farsi regalare tanti accessori che poi, non usava praticamente mai.
Odiava avere le cose così, senza dover lottare e soprattutto, odiava mentirgli.
Ci aveva messo una settimana, una settimana in cui non lo aveva visto, evitandolo più che poteva.
Una settimana in cui Keiichiro si era domandato cosa avesse fatto di sbagliato, e poi Yuya aveva compreso, di nuovo, un'altra cosa: si era innamorato di un ragazzo, per la precisione di Keiichiro Koyama.

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