Strawberry on the shortcake : Chapter #05 - Accadono cose che sono come domande

Aug 14, 2011 14:07




TITOLO: Strawberry on the shortcake.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Au. Au. Angst. Romantica. Introspettiva. Amore morboso (Limerence).
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Kim Jonghyun { JongHo } ; Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } ; Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } ; Lee Jinki, Lee Sungmin {KiMin} ; Kim Kibum, Kim Youngwoon {KanBum} ; Choi Siwon, Kim Heechul { SiChul } .
RIASSUNTO: Jonghyun si ritrova irremediabilmente innamorato di Minho. Il problema è che per Minho il sentimento implica unicamente possessività. Servirà l'intervento di Jinki e Kibum per mettere fino a quest'Odissea e riportare la pace tra loro.
NOTE: Questa fanfiction, di nuovo, tratta di un tema delicato. C'è un po' di violenza. Non leggetela se non siete preparati.
THANKS: A yuya_lovah che mi ha incoraggiata durante la scrittura.
A mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 2083, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Chapter #01 - Gesti immediati, che non ti aspetti, senza i quali nulla inizierebbe ; Chapter #02 - Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri ; Chapter #03 - Il libro più diffuso al mondo ci ricorda che siamo tutti peccatori, ma non tutti i suoi lettori si sentono realmente in colpa per i peccati commessi ; Chapter #04 - La verità è scritta sul nostro volto

Chapter #05 - Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita ti risponde

Le settimane erano passate nella routine di tutti i giorni, scandita dall'entrata in scena di Minho che, ogni giorno, tentava di conquistare Jinki indossando tutto il repertorio dei vestiti più attillati che possedeva; Jinki che, come al solito, non lo degnava di un'occhiata preferendo intrattenersi con il compagno Sungmin o con il collega Kibum; Jonghyun che chiacchierava con Kibum non riuscendo a notare i sentimenti dell'altro; Kibum che cercava, in tutti i modi, di far comprendere all'amico che razza di persona fosse il suo Minho.
E fu così che si arrivò al fatidico giorno: l'anniversario dell'incontro dei due migliori amici.

Jonghyun era elettrizzato: era riuscito a mettere da parte abbastanza soldi da comprare due piccole fedine in argento con incisa la data di quel fatidico giorno 23 Ottobre 2010.
Si presentò alla porta di casa di Minho: anche quel giorno pioveva, proprio come allora.

Minho aveva preparato una cena a base di fragole per l'amico, aveva affittato qualche film (visto che Jonghyun non poteva vedere la televisione da solo per colpa della sua mostruosa ingenuità ed innocenza -a casa sua, nella campagna, non la possedevano-) ed ora stava attendendo.
Quando aprì la porta e Jonghyun, ancora sull'uscio, tirò fuori i due anelli andò nel panico.
Non si stava per confessare, giusto? Perchè se così fosse, sarebbe stato un autentico disastro.
"Cosa sono, JJongie?"
Jonghyun glieli aveva porsi ancora di più mentre tremava, le gote rosse, un'espressione imbarazzata sul volto.
"Ecco... so che l'ultima volta ti avevo detto che, insomma, che non ti amavo. In realtà avevo tanta paura. Paura che tu potessi allontanarti da me, paura che tu potessi rifiutarmi, ma ora ho superato questa paura. Ti... Ti amo tanto, Minho"
Minho chinò la testa, terrorizzato.
"JJongie. Fragolina. Io ti voglio davvero tanto bene, ma non provo questo sentimento per te. Mi... Mi capisci, vero? Noi siamo migliori amici, eh?"
Jonghyun lo aveva guardato negli occhi, ferito. Aveva stretto nelle mani gli anelli tanto forte da far sbiancare le nocche e poi, era corso via, nella tempesta.
Minho aveva sospirato richiudendo la porta: sapeva che rincorrere l'amico in quel momento non l'avrebbe portato da nessuna parte.

Jonghyun correva, e correva, senza neppure lui sapere dove stesse andando.
Quando si scontrò con Kibum, che era uscito a buttare il cestino della spazzatura, l'altro lo strinse a sè, riconoscendolo.
"Jonghyun! Ehi, Jonghyun, cosa ti è successo?"
Vedendo i suoi occhi pieni di lacrime, Kibum si sentì morire: chi poteva far piangere in quel modo una persona tanto dolce?
Solo un nome gli compariva nella mente in quel momento: Minho.
Fece entrare Jonghyun nel locale, per fortuna praticamente vuoto visto era l'orario di chiusura, e gli disse di raccontare cosa fosse successo.
E Jonghyun, parlò, sotto gli sguardi feriti dei tre ragazzi.
"Io... lo amavo tanto. Pensavo che avesse soltanto paura. Ricordi che me lo avevi detto Kibummie? Te lo ricordi, vero?"
Kibum l'aveva detto, questo era vero, ma solo per farlo calmare in una giornata in cui era particolarmente triste.
Magari Minho ha solo paura di esprimere i suoi sentimenti, un pò come te. Non credi? Magari ha solo bisogno di una spinta nella direzione giusta.
Peccato che la spinta l'aveva ricevuta Jonghyun, proprio giù nel baratro del dolore, nell'abisso dei cuori spezzati.
"Però lui mi ha detto che non mi ama... E io... io... mi sento tanto triste"
Jinki si era alzato, un dolore sconosciuto lampeggiava nei suoi occhi.
"Kibum, portalo a casa. Io mi occupo del coglione. Minnie, tu vai a casa nostra a dormire. Ne hai bisogno"
Poi corse via diretto chissà come alla casa di Minho.

Conosceva benissimo il suo indirizzo: quando quel ragazzo aveva iniziato a provarci spudoratamente con lui, aveva fatto le sue ricerche.
Minho era il classico playboy che non conosceva l'amore, o gli affetti sinceri.
Andava a flirtare con chiunque avesse un bel sedere, o un bel faccino. Li usava e poi li gettava via, come se fossero stati uno straccio vecchio.
L'unico che era rimasto al suo fianco era Jonghyun, ma solo perchè lui era considerato il suo migliore amico e perchè, a quanto pare, era la sua scopata sicura.
Se non riusciva a rimediare nessun altro aveva sempre lui, un pò come una ruota di scorta.
In ogni caso: tutti conoscevano dove abitava Minho.
Ovunque in città lo conoscevano: il diavolo maledetto, quello che ti fa perdere la testa e poi si dimentica completamente di te.
Quello che ti fa sentire speciale fino a che non ti prende contro il muro con brutalità, come un animale da monta.
E lui, bhè, lui odiava i tipi così.
E non stava andando da lui solo perchè lo odiava, ma nemmeno perchè Jonghyun gli somigliava incredibilmente tanto.
No, stava andando da lui per una vendetta.
Anche se la vendetta che tanto avrebbe voluto compiere non era di certo ai suoi danni, ma ai danni di un ragazzo così simile a lui che sarebbe stata esattamente la stessa cosa.
Appena Minho gli aprì la porta lo colpì con tutta la sua forza facendolo cadere a terra.
Poi balzò sopra di lui tempestando il suo stomaco di pugni.
"Che cazzo stai facendo? PSICOPATICO!"
Solo in quel momento Jinki si spostò da lui toccandosi la fronte.
Cosa stava facendo?
Già, quella non era una vendetta, quello non era ciò che aveva aspettato per anni.
Minho si rialzò e lo bloccò contro il muro.
"Ora sono io ad avere il comando. Dimmi cosa cazzo ti è preso"
Jinki sapeva di non potergli dire la verità, per cui optò per la scusa con la quale era andato fin lì.
"Per vendicare Jonghyun"
Minho lo aveva guardato alzando un sopracciglio, senza capire.
"Cosa intendi dire? Lui non è nemmeno un tuo amico"
Jinki lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene, ma quando lo aveva visto, così dannatamente ferito, non era riuscito a resistere.
Aveva rivisto sè stesso in Jonghyun e quello faceva più male di una coltellata al cuore.
Per questo aveva anestetizzato la sua coscienza e si era precipitato in quella casa volendo fare del male fisico alla causa del suo dolore.
Peccato che la causa non la poteva riscontrare davvero in Minho: non era stato lui tempo addietro ad abbandonarlo in quel modo atroce.
Non era stato lui, era stato qualcun altro.
Quando aveva visto che Jinki non rispondeva Minho aveva mandato al diavolo tutto quello a cui stava pensando e si era impossessato delle sue labbra.
Da tempo ambiva a quel contatto, a gustare quelle succose sporgenze rossastre e finalmente ci riusciva: approfittando di un momento di distrazione dell’altro riuscì persino a infilare la lingua nella sua bocca calda.
Purtroppo però Jinki non era dello stesso parere di Minho che credeva, erroneamente, che una volta provato non avrebbe più saputo resistere e si sarebbero trovati a rotolare sul pavimento come due animali.
No, Jinki non era di quel parere, difatti morsicò quella lingua che era riuscita a penetrare nelle sue resistenze e quando sentì sulla punta il sapore del sangue ghignò vedendo Minho fare un balzo all’indietro lasciandolo, finalmente, libero.
“Ma sei impazzito?! Volevi per caso staccarmela a morsi? Tu non sei del tutto normale, lo sai vero?”
Jinki aveva sorriso, sadicamente prima di andarsene.
“Sei stato tu ad infilarla dentro senza permesso. E’ questo quello che succede agli animali schifosi come te, Minho”

Nel frattempo Jonghyun era stato portato a casa da Kibum che gli aveva preparato una cioccolata alle fragole per poterlo fare stare meglio.
Gli mostrò le fedine, gli raccontò dei suoi sentimenti e l’altro si sentì sempre più perso, affondando a vuoto nel dolore del suo cuore.
Anche Kibum stava soffrendo e non solo perché vedeva colui di cui si era innamorato letteralmente a pezzi, ma anche perché Jonghyun non riusciva a comprendere che lui avrebbe fatto i salti di gioia se si fosse comportato in quel modo con lui.
Con Kibum, non con quell’idiota di Minho.
“Non capisco… lui è sempre così geloso di me. Non vuole nemmeno che mi facci altri amici perché ha paura che poi io non voglia più stare con lui, allora perché? Questo non è amore? Dici che se lo faccio ingelosire capirà di avere sbagliato?”
Kibum non lo credeva possibile e non avrebbe voluto illudere Jonghyun, ma neppure farlo soffrire in quel modo sembrava poter essere una soluzione al problema.
Lui sapeva benissimo cosa si provava ad avere il cuore in frantumi e non l’avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico… bhè, forse a Minho sì, così avrebbe capito quanti e quali danni aveva causato al suo “migliore amico”.
“Potrebbe essere un’idea Jonghyun, basta che ti riprendi, va bene? Non puoi continuare a piangere per uno come lui, non ne vale la pena. Tu sei mille volte migliore. Diventerai un grande medico, no?”
Jonghyun aveva mugugnato, perso com’era nei suoi pensieri.
“Però non ho nessuno a cui chiedere di fare finta di essere diventato il mio nuovo ragazzo. Non conosco nessuno… Minho non voleva che gli altri ragazzi mi si avvicinassero. Diceva che erano strani, e che io valevo molto di più, che meritavo qualcuno di molto meglio”
Kibum aveva ringhiato pensando a quanto avesse costretto Jonghyun in una gabbia di vetro.
“Potrei aiutarti io, cosa ne pensi? Dopotutto Minho è già geloso di me, no?”
Jonghyun aveva annuito, lentamente prima di essere accompagnato a letto da Kibum.
“Non preoccuparti, io dormirò sul divano. Tu resta pure comodo nel letto. Se hai bisogno di me urla, va bene?”
Ma Jonghyun aveva scosso la testa, lo aveva fatto stendere nel letto e poi si era appiccicato a lui, stringendolo spasmodicamente.
“Non riesco a dormire se non stringo qualcosa. O qualcuno. Ti da fastidio? A Minho dava fastidio”
Kibum aveva scosso la testa: quello era uno dei suoi sogni.
Essere stretto da Jonghyun lo faceva sentire bene.
“Tranquillo e poi, se non stringi qualcuno non riesci a dormire, no? Ora dormi… ti chiamerò io domani mattina”
Kibum non aveva chiuso occhio quella notte: l’aveva passata ad osservare Jonghyun dormire e a chiedersi se, con quel piano bislacco, sarebbe riuscito a farlo innamorare di sé.
Dopotutto, dovevano far finta di essere fidanzati e magari l’altro si sarebbe finalmente accorto dei suoi sentimenti.
O almeno, lo sperava.

Purtroppo però non andò come aveva previsto Kibum, anche se Jonghyun se ne era compiaciuto moltissimo.
Minho non aveva resistito nel vedere loro due “flirtare”.
Anche se capiva che c’era lo zampino di Kibum in tutto quello, anche se capiva che Jonghyun era troppo ingenuo per poter comprendere cosa stava succedendo, lui non ci stava.
Aveva chiesto scusa al migliore amico, gli aveva detto che era stato tutto un grandissimo sbaglio. Che lo amava, che lo amava e lo rivoleva con sé.
E Jonghyun ci era cascato come una pera cotta.
Minho aveva persino indossato un anello, mentre l’altro lo aveva Jonghyun e quest’ultimo si sentiva, letteralmente, al settimo cielo.

Jinki aveva appeso grandissimi cartelli intorno alla sua postazione dopo l’incidente della “lingua”.

Non parlare con il cantante.
Non richiedere canzoni al cantante. Il cantante non è un Juke-box e deciderà lui cosa cantare e cosa no.
Non guardare il cantante.
Il cantante odia essere osservato come se fosse una preda pronta al macello.
Il cantante non vuole che le persone provino a flirtare con lui. Il cantante ha già qualcuno, ergo, non è disponibile. NO, non è disponibile neppure per cose a tre.
Non offrire cibo al cantante. Chiunque gli offrirà cibo vedrà la sua offerta essere portata prontamente dietro con un bellissimo NO stampato sopra. In più il cantante è allergico ai MUFFIN. Gli fanno schifo, mettetevelo bene in testa. Una vostra scopata non varrà mai la sua vita.

Aveva persino tentato di attaccare all’ingresso un enorme cartello con la faccia di Minho stampata sopra e la scritta Io qui non posso entrare, ma il capo lo aveva bloccato in tempo.
Gli aveva detto che Minho era un cliente abituale e che lui non intendeva perdere dei soldi solamente perché lui e Jinki avevano litigato come due adolescenti in calore.
Jinki aveva ringhiato, ma non aveva potuto obbiettare nulla.

Kibum era stato bene a fare finta di essere fidanzato con Jonghyun, certo finché la bolla non era scoppiata rivelandogli che era solamente un qualcosa che presto sarebbe finito.
Lo sapeva, ma sperava di conquistare Jonghyun prima che finisse tutto.
Così non era successo, ovviamente.
Minho glielo aveva portato via e ora lui voleva lasciare la città.
Come poteva stare in quella città guardando in continuazione il ragazzo di cui era innamorato baciare con felicità qualcun altro?

rp: lee jinki, x: angst, p: kim kibum/kim youngwoon, rp: kim kibum, p: lee jinki/lee sungmin, x: pwp, x: slash, rp: lee sungmin, x: non-consensual, p: choi minho/kim jonghyun, fanwork: fanfiction, rp: choi siwon, rp: kim youngwoon, rp: kim heechul, rp: kim jonghyun, p: choi minho/lee jinki, x: romance, rp: lee taemin, p: choi siwon/kim heechul, p: kim jonghyun/kim kibum, #longfic, l: italian, x: au, g: super junior, rp: choi minho, r: nc17, x: crossover, g: shinee

Previous post Next post
Up