Strawberry on the shortcake : Chapter #03 - Il libro più diffuso al mondo

Jul 10, 2011 10:43




TITOLO: Strawberry on the shortcake.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Au. Au. Angst. Romantica. Introspettiva. Amore morboso (Limerence).
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Kim Jonghyun { JongHo } ; Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } ; Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } ; Lee Jinki, Lee Sungmin {KiMin} ; Kim Kibum, Kim Youngwoon {KanBum} ; Choi Siwon, Kim Heechul { SiChul } .
RIASSUNTO: Jonghyun si ritrova irremediabilmente innamorato di Minho. Il problema è che per Minho il sentimento implica unicamente possessività. Servirà l'intervento di Jinki e Kibum per mettere fino a quest'Odissea e riportare la pace tra loro.
NOTE: Questa fanfiction, di nuovo, tratta di un tema delicato. C'è un po' di violenza. Non leggetela se non siete preparati.
THANKS: A yuya_lovah che mi ha incoraggiata durante la scrittura.
A mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 2172, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Chapter #01 - Gesti immediati, che non ti aspetti, senza i quali nulla inizierebbe ; Chapter #02 - Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri

Chapter #03 - Il libro più diffuso al mondo ci ricorda che siamo tutti peccatori, ma non tutti i suoi lettori si sentono realmente in colpa per i peccati commessi

“Allora, come è andata con JJongie?”
Stavano percorrendo una stradina, le luci dei lampioni che a stento illuminavano dove mettevano i piedi: Jinki lo stava accompagnando nel suo locale preferito visto che Kibum aveva acconsentito ad un’uscita tra amici.
“Che vuoi dire?”
Jinki sogghignò soffermandosi ad osservare il profilo del collega illuminato dal lieve bagliore del lampione.
“Voglio dire… come ti è sembrato quando l’hai portato a casa sua? Minho ha dato di matto, hai visto? Hai notato come lo tratta? Come se fosse una sua proprietà… Quanto odio i tipi così”
Kibum aveva annuito ripercorrendo nella mente le immagini di quel pomeriggio: era stato bene insieme a quel ragazzo, questo doveva ammetterlo.
Peccato che Jonghyun avesse, palesemente, occhi solo per quello stupido spilungone.
“Jonghyun è innamorato. E’ innamorato marcio e da quanto mi ha detto credo proprio che sia la sua prima cotta. Insomma, prima di venire qua faceva il contadino. Credi davvero che si possa essere innamorato prima d’ora?”
Jinki aveva ridacchiato divertito da quella riposta e Kibum aveva alzato un sopracciglio, non capendo cosa ci fosse di così divertente in una vita del genere.
“Certo che si è innamorato. Innamorato pazzo, delle fragole”
A quel punto, anche Kibum si mise a ridere facendo sciogliere così i nervi che per tutta la giornata erano rimasti ben tesi nel suo corpo.

“Kibum, lui è Kangin. Kangin, ti presento Kibum”
Jinki aveva ghignato nel presentarli: aveva pensato a lungo su chi far conoscere al suo amico.
Visto che Kibum era palesemente un passivo non poteva di certo presentargli Taemin, Ryeowook o Heechul.
Rimanevano Kangin e Siwon, ma visto che quest’ultimo era stato assediato da Heechul aveva optato per il primo non credendo che a Kibum piacessero le cose a tre.
Aveva visto i due ragazzi andare a scatenarsi sulla pista da ballo e poi Kibum che strattonava il braccio dell’altro diretto chissà dove: molto probabilmente a casa sua.
Sapeva che l’amico aveva bisogno di distendere i nervi, per questo lo aveva portato lì.
In quanto a lui: aveva una questione da sistemare.

“Mi hai capito bene, vero? Non farti più vedere a gironzolare qui intorno o quello che hai assaggiato ora non sarà niente in confronto a ciò che ti farò”
Il ragazzo cadde a terra con un tonfo, livido.
“Non capisco cosa ti ho fatto”
Guardò Jinki mentre alcuni ragazzi, tra cui Siwon, intervenivano per fermarlo prima che potesse ucciderlo.
“Hai lasciato Sungmin. Ricordi? Il tuo ragazzo. Nessuno lascia Sungmin”
Detto questo disse a Siwon che era tutto a posto e se ne tornò a casa, dal suo Sungmin.

“Allora, come è andata con Kangin l’altra notte?”
Quella mattina Jinki era più vispo del solito e Kibum ghignò confermando i presentimenti di Jinki.
“Ben fatto amico… comunque, questo è Sungmin. Sungmin, ti presento Kibum”
Aveva introdotto l’amico: un ragazzo biondo e carino che si era inchinato velocemente di fronte a Kibum.
“Oh…”
Kibum l’aveva squadrato e poi aveva notato lo sguardo negli occhi del collega, facendo 2+2: Jinki poteva anche dirgli tutte le sue stronzate su quanto odiasse l’amore, ma era palese che fra quei due ci fosse molto di più che una semplice scopata di una notte.
“L’ho portato qui per fargli mangiare la sua torta preferita. Giàgià. Vero Minnie? Ora vado a suonare, tu aspettami qua con Kibum, appena posso fare una pausa arrivo”
Sungmin aveva annuito mentre si apprestava a gustare la sua torta alle albicocche, la sua preferita.

Minho era entrato nel locale con nonchalance, guardandosi attorno: aveva subito notato il cantante e perciò si fermò davanti a lui, gustandoselo con lo sguardo, ma Jinki non gli badò, perciò scoraggiato per la sua mancanza d’attenzioni andò ad ordinare un caffè al bancone.
E dire che aveva sfidato il gelo invernale indossando una canotta dell’amico: leggermente più stretta delle sue che gli mettevano in risalto il fisico muscoloso grazie agli allenamenti di calcio.
Jinki però non sembrava colpito da tutto ciò.
Kibum aveva sogghignato osservando tutta la scena: ora era ancora più convinto che quello spilungone non avrebbe ottenuto nulla dal collega.
Non solo perché non era alla sua altezza, ma anche perché, da quanto poteva vedere, nel cuore di Jinki in quel momento vi era posto solo per Sungmin.
Notò i clienti di quella giornata e sbuffò: odiava avere troppe cose da fare, e non aveva ancora trovato nessuno che potesse aiutarlo nel lavoro.
Guardò Sungmin avendo un’idea: l’altro ragazzo era carino e gentile, sarebbe stato perfetto come cameriere, no?
Anche se non avesse mai lavorato prima quello non era un lavoro in cui servivano chissà quali caratteristiche.
“Ehi, Sungmin, ti serve un lavoro per caso?”
Sungmin aveva annuito guardandolo.
“Hyunnie mi ha fatto lasciare quello vecchio, perciò sì”
Kibum aveva sorriso passandogli un grembiule rosa.
“Sei in prova!”

Quando Jinki era riuscito a prendersi una pausa: esattamente dopo tre canzoni, come sempre, era andato a bere un bicchiere d’acqua fresca al bancone, baciando la guancia di Sungmin che stava servendo ad un tavolo.
“Ehi. Non dirmi che quella ragazzina è il tuo fidanzato”
Jinki si era voltato verso Minho rivolgendogli, per la prima volta, un po’ di attenzione.
“Questi non sono affari tuoi”
Kibum si mise a ridacchiare ad alta voce quando Minho, permaloso com’era, si alzava, girava sui tacchi ed usciva dal locale.
“Sei stato grande!”
Jinki aveva riso insieme a lui, divertito dal poter prendere in giro quello che, secondo lui, era solamente un’idiota.

Quando Minho era tornato, quella sera, aveva portato con sé anche Jonghyun palesemente a disagio.
Kibum andò da loro guardando l’altro chiedendosi se si sarebbe accorto di lui e del fatto che, durante la pausa del pomeriggio, era andato a tagliarsi i capelli.
Ora li aveva rasati da una parte e Jinki gli aveva confermato che quell’aspetto lo rendeva più virile e sexy, proprio quello di cui Kibum aveva bisogno in quel momento, ma dentro al suo cuore avrebbe voluto che anche qualcun altro, più precisamente Jonghyun, riconoscesse i suoi sforzi di diventare sempre più bello.
“Kibum! Hai cambiato taglio di capelli! E anche colore, vero? Quando l’hai fatto? MMhh?”
Si era sentito bene quando Jonghyun, non solo lo aveva notato, non solo lo aveva riconosciuto, ma gli aveva anche fatto tutte quelle domande dimostrando un certo interessamento verso di lui.
Certo, sapeva che quel ragazzo era del tutto innamorato del “migliore amico”, ma sognare non costava nulla, e lui adorava sognare.
“Oggi pomeriggio, ho pensato che un taglio mi potesse far sentire bene. E tu invece? Come va l’influenza?”
Aveva notato, con la coda dell’occhio, Minho fissarlo come per capire se stesse conversando con Jonghyun solamente perché era un cliente, o anche per qualcosa in più.
Bhè, quel che era certo era che, in qualunque caso la si ponesse, a Minho dava fastidio e se a Minho dava fastidio, a lui faceva più che piacere.
Non ne comprendeva a fondo il motivo, ma adorava far arrabbiare l’altro: lo faceva sentire bene in un certo qual modo, anche se non sapeva spiegarselo.
“Sto meglio! Ho preso le pastiglie, l’altro giorno non l’avevo fatto! Per questo non era andata via, ma Minho mi ha dato le pastiglie e ora sto bene!”
Minho aveva accarezzato la guancia di Jonghyun che era arrossito, sciogliendosi per quel gesto spontaneo.
Kibum però sapeva perché Minho l’aveva fatto: solo per fargli intendere che Jonghyun era suo e che lui, purtroppo, non aveva nessuna possibilità di portarglielo via.
“Già, io mi prendo sempre cura della mia fragolina”
Kibum avrebbe voluto saltargli alla giugulare perché l’ultima cosa che faceva era proprio prendersi cura del migliore amico, se no, non l’avrebbe mai illuso in quel modo.
“Cosa volete che vi porti oggi?”
Kibum aveva ordinato, di nuovo, la torta alle fragole che tanto piaceva a Jonghyun e sapeva il motivo per il quale l’aveva fatto: solo per poterlo vedere entrare dalla porta, sorridendogli, ordinandogliene un pezzo.
“Cosa vuoi fragolina? Prendi tutto quello che vuoi”
Jonghyun non se lo fece ripetere due volte, sorrise e iniziò a elencare cosa volesse.
“Visto che ho sconfitto l’influenza mi merito un premio perciò voglio la torta con le fragole, il frullato con la panna sopra alla fragola e anche le fragole fresche a parte”
Minho aveva ridacchiato nell’osservare la sua ossessione per quel frutto e poi aveva ordinato un panino per sé stesso.

Sungmin quella sera non c’era, Kibum gli aveva dato la serata libera, perciò Jinki si avvicinò a lui con un sorriso: aveva voglia di divertirsi e quella sera nel locale non c’era praticamente nessuno se non si contavano i due “migliori amici”.
“Hai voglia di divertirti?”
Kibum aveva alzato un sopracciglio guardandolo: non aveva compreso del tutto il significato di quella domanda.
“Cosa intendi dire? Ci siamo già divertiti lo scorso giorno, no?”
Jinki allora aveva sospirato.
“Ok, riformulo la frase. Hai voglia di portare via Jonghyun da quel tipaccio? Da quanto posso vedere è un bravo ragazzo, non mi sembra giusto che stia con uno del genere”
Kibum l’aveva guardato a lungo, ma davvero, non riusciva a capire il suo interessamento per tutta quella storia.
“E come potremmo fare? Non so se te ne sei accorto, ma quello è innamorato pazzo dell’altro e non saremo di certo io e te a fargli cambiare idea. Anche perché non riesce neppure ad ammetterlo con sé stesso”
Jinki aveva annuito, lentamente.
“Sì, lo so. Allora riformulo nuovamente la domanda. Ti va di fare amicizia con lui?”
Kibum aveva annuito, spaesato: sarebbe stato stupido per lui negare una cosa del genere visto quanto lo desiderasse.
“Allora ti offro un diversivo per permetterti di parlare con lui”
Jinki si era avvicinato al tavolo di quei due lasciando cadere un fazzoletto, sapendo che Minho sarebbe stato pronto a riportarglielo per avere così, la scusa di parlare insieme a lui.
E difatti successe.

“Ti è caduto questo”
Jinki si era voltato andando a recuperare il fazzolettino, ringraziandolo, poi si erano seduti su di un divanetto poco lontano dal tavolo in cui stava Jonghyun.
“Allora, è da tanto che fai il cantante?”
Era ovvio che Minho voleva solo un pretesto per attaccare bottone, ma Jinki non si scompose.
Solitamente lo avrebbe ignorato oppure, nel peggiore dei casi, l’avrebbe mandato a quel paese, ma quella volta voleva permettere al collega di esplorare i sentimenti che stavano crescendo nel suo cuore.
Aveva capito che Kibum stava iniziando a provare qualcosa per Jonghyun, anche se non comprendeva cosa e Jinki voleva solo aiutarlo a capirlo.
Tutto qua: dopotutto voleva bene a Kibum, ormai erano diventati amici sul serio, non più solo colleghi di lavoro.
“Sì, è sempre stato il mio sogno ed alla fine sono riuscito a realizzarlo e tu invece?”
Minho aveva ghignato mettendo in mostra i muscoli del petto, sporgendosi verso di lui.
“Io sono un calciatore, si nota vero?”
Jinki avrebbe voluto vomitare per una battuta così squallida, per un modo di fare così rozzo, ma non lo fece.
Si limitò ad arrossire volutamente sulle guance annuendo.
“Sì, si vede”
Ti prego, Kibum, comprendi in fretta i tuoi sentimenti perché non credo che resisterò a lungo con un tipo del genere.

Kibum si era seduto nel posto lasciato vuoto da Minho, osservando sotto le lunghe ciglia Jonghyun mangiare di malavoglia la sua torta.
Ogni qualvolta Minho lo lasciava solo l’altro sembrava diventare depresso, come se non potesse fare a meno della sua presenza e, forse, era proprio così.
“Ehi, cosa è quella faccina triste? Se vuoi ti faccio compagnia io”
Jonghyun aveva annuito avvicinandogli il piattino da cui stava mangiando.
“Vuoi fare a metà?”
Lo aveva chiesto in un modo così innocente che Kibum si era sciolto, annuendo, immergendo il suo cucchiaino nella panna, nonostante odiasse mangiare i dolci visto che lo facevano ingrassare.
“Allora, cosa mi dici, futuro medico?”
Jonghyun lo aveva guardato sorpreso.
“Allora ieri mi stavi ascoltando davvero?”
Kibum aveva annuito, nuovamente, capendo che ormai era finita.
Si era davvero innamorato di quel ragazzo e lo aveva capito quando il suo cuore aveva fatto un balzo nell’incrociare il suo sguardo, carico di aspettativa.
“Certo, siamo amici, no?”
Jonghyun aveva annuito, vigorosamente.
“Saresti il mio primo amico dopo Minho”
E sì, Kibum si era davvero sentito andare in Paradiso a quelle parole.

“Come mai sei così docile stasera?”
Jinki non sapeva bene come rispondere a quella domanda, ma intercettando lo sguardo di Kibum aveva compreso che l’amico aveva terminato la sua esplorazione nei suoi sentimenti.
Con un sospiro aveva ringraziato chi di dovere per permettergli di mettere fine ad una conversazione che era stata pietosa dall’inizio alla fine.
“Solo perché volevo permettere al mio amico di conoscere meglio il tuo. Guarda, ormai sono entrati in confidenza”
Quando Minho aveva visto Jonghyun ridere con l’altro una rabbia crescente si era impossessata di lui.
Kibum non aveva nessun diritto di parlare al suo Jonghyun.
“Kibum non ha nessuna possibilità con Jonghyun, perché lui è mio e questo non cambierà mai”

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