TITOLO: Break my day.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: OneShot. Au. Romantica. Fluff.
RATINGS: Pg13.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Kusano Hironori ; Shigeaki Kato { KusaShige } .
PROMPT: Scritta per l’anomeme sulle fiction scolastiche: Allora...direi ambiantata durante la preparazione del festival scolastisco...kusano e Shige vengono scelti come rappresentanti dalla loro classe...Ma se Shige si impegna nel fare il suo lavoro Kusano è tutto il contrario...e se aggiungiamo che a Shige piace Kusano? e se Kusano è ha detta di tutti Etero convinto?
RIASSUNTO: Se Shige è innamorato pazzo di lui, ma Kusano non lo vede proprio?
THANKS: A
yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A
mery_chan_89 che l'ha promptata.
A
mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: 1793, con il conteggio di word.
Break my day
Shige aveva realmente pensato di essere appena finito in Paradiso: avevano scelto loro come rappresentanti di classe, ma quando notò lo sguardo infastidito dell'altro il suo cuore si spezzò in mille pezzi.
A cosa diamine stava pensando?
Era ovvio che a lui non sarebbe piaciuto.
Non era Kusano quello innamorato di lui, era il contrario e lui sapeva di non avere nessuna possibilità anche se continuava ad illudersi giorno dopo giorno.
"Ehi, chi ha detto che io ho il tempo di fare il rappresentante di classe?"
Lo aveva visto alzarsi in piedi e rivolgere quella domanda al resto della classe e solo in quel momento aveva chinato la testa, sentendosi sconfitto.
"Avanti Notti! Sei il più popolare della nostra classe. Se le altre sanno che hai allestito tu la scena faranno i salti mortali per venire a vederla. E visto che vogliamo vincere abbiamo deciso di nominare anche te. Abbiamo poi nominato Kato_kun perché è il più intelligente e sicuramente si farà venire in mente un'idea brillante"
I loro compagni di classe lo avevano zittito e per questo ora si ritrovavano entrambi a guardarsi negli occhi, a lezioni terminate.
"Ehm... bene, insomma, cosa dobbiamo fare?"
Shige deglutì in fretta mentre sentiva le mani diventare appiccicose per il sudore: perché quel ragazzo doveva sempre fargli quell'effetto?
"Per prima cosa dobbiamo decidere su cosa basare il tema. I nostri compagni di classe lo vorrebbero fare su un cosplay cafè, per cui dovremo decidere le uniformi ed eventualmente cosa servire..."
Shige notò che Kusano non lo stava praticamente più ascoltando e vide ciò che aveva attirato l'attenzione dell'altro: un gruppo di ragazzi stavano giocando a calcio proprio fuori alla finestra che avevano di fronte.
Sapeva quanto l'altro amasse il calcio perché lo seguiva sempre: non si perdeva una sua partita od un suo allenamento.
Gli piaceva guardare il sudore scendere dalla sua fronte per poi arrivare al collo ed ancora più giù, bagnandogli la maglia e facendo intravedere i suoi pettorali.
Gli piaceva il modo in cui i suoi occhi si strizzavano quando la luce lo infastidiva troppo: si formavano delle adorabili rughe di espressione ai loro lati.
E perché non ammetterlo, gli piaceva anche il suo culo sodo.
"Notti! Ehi! Se hai finito perché non vieni ad allenarti con noi?! Saresti sempre il benvenuto!"
Shige guardò Kusano mordersi il labbro e sorrise: sapeva che non aveva la minima voglia di lavorare insieme a lui.
"Se vuoi, puoi andare. Tanto per oggi non avremmo avuto molto da fare"
Kusano si voltò a guardarlo e gli sorrise: un sorriso che fece letteralmente morire Shige, il cui cuore cominciò a battere più velocemente.
"Grazie Shige_chan, a buon rendere, eh!"
Shige lo guardò andare via e dentro di sè ebbe finalmente la consapevolezza di cosa doveva fare.
Se fosse riuscito ad eseguire al meglio i suoi compiti, Kusano non sarebbe stato costretto a lavorare insieme a lui e si sarebbe potuto allenare a calcio come era giusto che fosse.
Dopotutto, Shige si era innamorato di lui guardandolo durante una partita di pallone: se avesse messo a rischio il sogno di tutta la sua vita non se lo sarebbe di certo mai perdonato.
Prese il suo block notes ed iniziò ad annotare tutto ciò che gli veniva in mente: i dolci che avrebbero potuto servire, le bevande, le canzoni da far ascoltare.
Fece persino degli schizzi delle varie divise da cosplay.
Quando si rese conto che era ormai arrivata sera tornò a casa, esausto, ma nel cuore la speranza di poter vedere nuovamente il sorriso di Kusano rivolto proprio a lui, solo a lui.
"Sei sicuro di poter fare da solo qui, Shige_chan?"
"Certo, Kusano_sama"
"Ti ho già detto di chiamarmi Notti, come fanno tutti gli altri"
"Sc-Scusa..."
"Vabbè, se hai bisogno di aiuto dimmelo, eh"
"Davvero oggi non abbiamo niente da fare?"
"Sì, puoi andare a giocare a calcio, non è un problema"
"Sei un mito Shige_chan. E dire che io ero così depresso all'idea di fare coppia con uno come te che non sembra divertirsi mai. Allora vado, eh..."
"S-sì"
"Come? Hai già scelto la musica e gli addobbi?"
"Sì. Per oggi abbiamo finito"
"Oh, bhè... meglio, no?"
Ormai erano giorni che gli mentiva spudoratamente solo per poter incrociare i suoi occhi felici, il suo sorriso rivolto a lui.
Non che non fossero realmente avanti con la realizzazione dell'evento, ma di certo un aiuto non sarebbe guastato visto la mole di lavoro che pesava sulle spalle di Shige, ma lui non voleva dire niente a Kusano.
Per lui Kusano era sempre stato irraggiungibile e poter vedere un suo sorriso era qualcosa che gli faceva scoppiare il cuore dalla felicità.
Non avrebbe mai rovinato quel momento solo per chiedergli aiuto.
"Shige, che diavolo hai fatto ieri notte?"
Shige guardò Koyama sentendosi colpevole, abbassando lo sguardo: il suo migliore amico aveva saltato le lezioni solo per venire a cercarlo nella sua scuola.
"Ti... Ti ha chiamato mia mamma?"
Gli occhi di Koyama si ridussero a due minuscole fessure mentre fissava intensamente il corpo di Shige.
"Già. Ah, a proposito, ti ringrazio di aver accettato il mio invito di dormire da me ieri notte. Peccato che io non ti veda da una settimana. E... che diamine hai fatto ai tuoi occhi? Sembrano due palle da baseball. Anzi no, sembri un panda!"
Shige si morsicò il labbro inferiore mentre cercava le parole giuste per confessare tutto a Keiichiro.
"Ecco, ti ricordi di Kusano_sama?"
Koyama roteò gli occhi prima di rispondere.
"Quello di cui non ti perdi una partita o un allenamento? Quello che hai ripreso così tante volte che un armadio della tua camera è pieno solo di suoi video? Quello di cui hai fatto i poster da appendere sopra il tuo letto? Colui di cui tieni la foto nel portafoglio? No, guarda, non me lo ricordo affatto"
Shige aprì la bocca per dire qualcosa di molto, molto stupido, ma la richiuse subito respirando rumorosamente.
"Ecco... vedi, io e lui siamo stati scelti come rappresentati della nostra classe per il festival e... e... Uhm, bhè, volevo fargli una sorpresa e finire tutto prima del previsto e... sono rimasto a scuola per questo"
Koyama sospirò.
"Non cambierai mai... Shige?"
Prima che riuscisse a fermarlo il corpo di Shige era già a terra.
"Tu! Tu sei Kusano qualcosa, vero?"
Kusano guardò quel ragazzo che stava cercando di sovrastarlo con la sua statura.
"Sì... e tu sei un pazzo?"
I compagni di squadra trattennero il fiato mentre Koyama lo spingeva contro un muro facendogli battere la testa.
"Sai, di solito io non mi arrabbio mai, ma tu hai fatto del male al mio migliore amico. Shigeaki Kato, ricordi vero? Quello che si sta sobbarcando di lavoro al posto tuo. E' in infermeria ora perché voleva farti una cazzo di sorpresa e dirti che aveva finito di preparare tutto ciò che occorre per il festival. Lui è in infermeria e tu, invece, dove sei? In uno stupido campetto, con una stupida divisa, a tirare stupidi calci ad uno stupido pallone!"
Kusano era stupito, e perplesso per quelle accuse.
"Lui... cosa?! Guarda che gli ho sempre offerto il mio aiuto! Ha detto che avevamo già finito!"
Pensò che forse, e solo forse, non aveva fatto bene a porre quella domanda, perché la stretta sulla sua maglietta si fece ancora più violenta.
"Perché tu non hai voluto guardare più in là del tuo stupido naso! Avevi così voglia di andare ai tuoi stupidi allenamenti che non hai prestato attenzione al fatto che Shige non andasse mai a casa quando tu andavi a giocare! No, perché sei stupido! Stupido! Stupido! E non ti accorgi nemmeno di quando piaci alle persone! E... forse questo non dovevo dirlo, ma tanto sei stupido e non capirai di certo!"
Restò a bocca aperta qualche secondo prima di riuscire a metabolizzare il tutto.
"Piaccio a Shige_chan?"
Gli occhi di quel pazzo si fecero affilati e Kusano pensò che ormai era finita, che sarebbe morto a causa sua.
"Sì, stupido idiota! Ma voi etero siete tutti così stupidi?! Tranquillo, non ti salterà mai addosso, è troppo casto e puro per fare una cosa del genere. Lui si limita ad ammirarti da lontano! Nemmeno fossi un cazzo di idol. Non capisco cosa ci trovi in te. In ogni caso, ti tengo d'occhio imbecille. Ora vatti a scusare con lui o la prossima volta ti stacco la tua testa a morsi. Tanto non ti serve a molto, mi sembra che ragioni con quello piuttosto che con il cervello"
Kusano non avrebbe mai creduto di piacere davvero a Shige.
Come poteva piacere al genio della scuola?
Shige era intelligente, era sempre il primo della classe e dell'istituto, in tutte le classifiche era il numero uno.
Era persino stato scelto come rappresentate dell'istituto a livello nazionale.
Invece lui non prendeva mai un buon voto e se non fosse stato per il calcio sicuramente sarebbe già stato sbattuto fuori.
Uno così intelligente non poteva innamorarsi di lui.
Certo, era popolare, era considerato uno dei più belli lì dentro, ma era tutto dovuto al fatto che sapesse tirare calci ad un pallone, non perché se lo meritasse sul serio.
Quando arrivò in infermeria, pronto a scusarsi, trovò Shige che dormiva, placidamente.
Si sedette al suo fianco cercando le parole da dire una volta che l'altro si fosse svegliato, ma non ci riuscì perché la sua attenzione venne catturata dai lineamenti dell'altro.
"Certo che... se non fossi etero un pensierino ce lo farei su di lui"
Non seppe mai cosa gli avesse fatto dire una scemenza simile perché Shige, nel sonno, chiamò il suo nome, più e più volte.
L'unica cosa che Kusano riuscì a pensare in quel momento fu: "Allora era davvero innamorato di me".
Non si scusò quel giorno perché scappò fuori dalla stanza appena il suo cervello si collegò e vide ciò che aveva fatto: aveva baciato Shige.
Shige non seppe mai perché Kusano lo evitasse in quel modo: non si fece vedere nemmeno al festival scolastico e a scuola scappava via appena lui si avvicinava.
Dopo una settimana Shige aveva deciso di smetterla di rincorrerlo ritornando ad essere invisibile, a seguirlo con lo sguardo.
Koyama non tornò anche se la sua minaccia pendeva sulla testa di Kusano simile alla mannaia della morte.
Fu solo dopo tre mesi esatti, quando Kusano venne scelto come giocatore per una squadra americana che tornò a rivolgere la parola all'altro.
"Shige. Io so che ti piaccio. E... sappi che ti ho anche rubato il tuo primo bacio mentre dormivi. Lo sai? Le tue labbra sanno di pesca. Comunque, non è questo che volevo dirti... solo... tieni, leggilo quando io sarò partito, va bene?"
Non lo fece nemmeno ribattere, scappò via diretto all'aeroporto.
"Aspettami. Fino a quando sarò diventato abbastanza per te. Poi, ritornerò."