[Recensione] L'uomo di Marte - Andy Weir

Sep 15, 2015 09:00


Quella de L'uomo di Marte è la prima recensione su un libro che scrivo da almeno un anno. Questo perché questo è il primo libro che leggo con piacere da altrettanto tempo.
Ho iniziato a leggerlo per il semplice fatto che ho saputo che ne verrà fatto un film con Matt Damon in uscita il mese prossimo, per tanto volevo essere preparata.

La trama, ci aiuta Wikipedia, è semplice:

L'astronauta NASA Mark Watney, ingegnere meccanico e botanico della missione Ares 3, la terza missione a portare l'uomo su Marte, viene abbandonato sul pianeta rosso dagli altri membri dell'equipaggio. La base, situata nella Acidalia Planitia, è infatti colpita da una violenta tempesta di sabbia, i cui venti superano i limiti di velocità tollerabili dal Mars Ascending Vehicle (MAV), il veicolo destinato a riportare in orbita marziana l'equipaggio. Durante l'evacuazione della base, il riflettore dell'antenna principale dello Hab (Martian habitat) viene strappato dal suo alloggiamento dalla forza del vento e si schianta sulle antenne minori; una di queste colpisce Watney e lo allontana dai compagni, trafiggendogli (ferendolo) la tuta e danneggiandone i sistemi di monitoraggio dei parametri vitali. Gli altri cinque membri della missione lo credono così morto, e, per non rischiare a loro volta la vita, decidono dopo una vana ricerca di abbandonare la base senza recuperarne il corpo.

Mi aspettavo il classico, tragico e drammatico libro di fantascienza. La verità è che questo libro è una commedia allo stato puro. Il buon Mark sopravvive per puro culo all'abbandono e si rifugia nella base marziana, che può garantirgli cibo per un mese e lui sa che dovrà rimanere su marte per almeno 4 ANNI (sempre che riesca a comunicare in qualche modo con la NASA) prima di avere la vaghissima probabilità di essere recuperato.
Ci si aspetterebbe disperazione, desolazione... no. Mark affronta la tragedia con un ottimismo inaspettato, coltivando patate, creando acqua e guardando brutte serie tv anni 70 sul portatile abbandonato dal suo comandante, o leggendo fumetti sul laptop di un altro collega e passando il tempo a chiedersi se il potere di Aquaman abbia potere anche sulle balene e i delfini.
Per contro c'è tutta la faccenda NASA, che "tragicizza" tutto per lui.
L'uomo di marte è un libro da quattro stelline e mezzo. Logorroico in alcuni punti, ma assolutamente spassosissimo e QUASI scientificamente accurato.

recensione, fantascienza, libri

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