Prendo spunto da
QUESTO articolo del caro Alex Girola, che su Plutonia Experiment ha stilato un elenco dei "guru" della scrittura che hanno ispirato la sua vita di lettore prima e di scrittore poi.
Ho deciso di fare lo stesso. I gusti vanno e vengono col tempo (ovviamente) e si trovano elementi di un autore piuttosto che un altro che ci piacciono e che influenzano ciò che scriviamo.
Daniel Pennac
Ho sempre avuto un odio mostruoso verso tutto ciò che è francese, a partire dalla cucina fino alla lingua (in cui eccellevo a tempi delle medie WTF)), ai posti alla gente di merda. In tutto questo si salvavano poche cose: Jean Reno, Luc Besson e Vincent Cassel. Alla lista cinematografica però c'è sempre stato lui, il mio mito personale, Daniel Pennac. A lui, alle avventure del prode Benjamin Malaussène (professione: capro espiatorio) e al suo stile irriverente ho sempre cercato di ispirarmi per dare per esempio alle avventure del mio prode Septienne quel tocco di non sense che ho sempre adorato.
Stephen King
Un classico forse. Sopravvalutato, di sicuro. Ma per me è e rimane un genio. Ho letto qualunque cosa abbia scritto, con il suo "La lunga marcia" è nata la mia passione per la distopia, senza parlare poi di "Misery" che mi ha fatta cagare sotto per anni. Inoltre ritengo ancora adesso "Carrie" uno dei libri migliori che abbia mai letto.
Nella mia infanzia i suoi libri mi hanno accompagnata ovunque, inutile dire che quando scrivo horror penso a lui e ai suoi consigli di scrittura: scrivi ogni giorno.
Isaac Asimov
Confesso che in passato il mio interesse verso questo autore è sempre stato prossimo allo zero. Poi di recente mi sono messa in testa di recuperarlo, spinta da un suo "poco famoso" racconto (L'uomo bicentenario, a cui il mio Automatismo Meccanico è profondamente ispirato).
E' nato in questo modo una maniera totalmente diversa di vedere la fantascienza da parte mia, non più qualcosa di assurdo e inspiegabile, ma di reale e possibile.
J.R.R. Tolkien
Lo so, è scontato. E sì, lo so, non scrivo fantasy, ma concedetemi il piccolo piacere di dire che dopo di lui, non ho mai più letto high fantasy.
Garth Ennis
Ok, non è uno scrittore di libri, ma di fumetti. Però. Mi ha letteralmente incantata. Il suo modo di raccontare la realtà violenta, di rendere umana la violenza (non ne senso di umanizzarla, ma di renderla propria dell'essere umano) è letteralmente schiaffeggiato in faccia.
Con lui non esiste un lieto fine, quelli che provano a fare gli eroi generalmente finiscono morti, proprio come nella realtà. Penso di amarlo.