Titolo: Mike in Wonderland
Autori: Livin Derevel e
queenseptienna Fandom: RPF Green Day
Rating: NC17
Pairing: Mike/Billie Joe(Beh sì, a Mike piacerebbe!XD)
Personaggi: Mike Dirnt, Billie Joe Armstrong, Tré Cool, Jason White, Bono Vox, Bill e Tom Kaulitz, Jared Leto altri personaggi
Numero Capitoli: 7
Genere: erotico, romantico, DEMENZIALE XD
Avvertimenti: Furry, sesso descrittivo, slash, cose molto zozze, AU, Orecchie e code da coniglio su nani interessanti
Info: questa cosa è malata, MOLTO MALATA. Fa parte della nostra serie di fiabe XD
Disclaimer: Ovviamente tutto questo non è mai accaduto e mai accadrà, non è vero niente e no, non ci siamo fumate dell'erba v.v
CAPITOLO 3 - Niente oltre a questo
-Guarda, si fa così. -
Mike gli tolse il pennello dalle dita e lo passò delicatamente su un petalo di rosa, facendolo diventare scarlatto. Billie ondeggiava pigramente le orecchie, dando il suo assenso.
Erano entrati in quello strambo castello dall'entrata di servizio e Mike non aveva certo notato che il proprietario non era venuto ad accoglierli, troppo preso dal suo coniglietto.
- Proprio una rossa vuole... Ma una bianca non le andava bene? - borbottò Mike dipingendo diligentemente anche gli altri petali.
- E' un po' capricciosa. - dichiarò Billie quasi sibillino - Va a giornate. -
- Mh, oggi è di cattivo umore? -
- Oggi è un po' girata. -
- Avrà le sue cose. -
- Non penso... -
- Certo che avete una regina strana. - borbottò Dirnt, passando ad un'altra rosa - Mi piacerebbe sapere chi è. -
- Oh, la conoscerai. - sussurrò Billie Joe al suo orecchio, posandogli un bacio su una guancia - Sa stupire, sai? -
Mike lo osservò con una certa curiosità, non capendo bene il motivo di quello sguardo enigmatico, ma lasciò correre presto, più o meno con la sensazione delle labbra del coniglietto premute delicatamente sulle sue.
Rimasero quelle gli sembrarono ore a dipingere rose che non parevano patire la vernice e a baciarsi, come una coppia di fidanzatini.
Era bello e Mike si sentiva bene.
Dopo un po', il Bianconiglio guardò l'ora e si stiracchiò - Devo andare, ora. Ma non preoccuparti, incontrerai qualcun altro... -
- Chi? -
- Qualcuno. -
- Meglio e peggio di te? -
Billie gli diede una pacca sulla schiena arricciando la bocca in una deliziosa smorfia fintamente arrabbiata.
- Nessuno è meglio di me. - precisò piccato e orgoglioso, drizzando fieramente le orecchie.
- Nemmeno la regina? -
- Ah, quella è un'altra storia... -
Mike fece per replicare, ma l'altro lo zittì con un bacio lungo e languido, per poi sparire agitando la coda.
Il biondo rimase così da solo nel giardino, allungato su una chaise-long sul quale si erano seduti ed attese.
Posò il mento su una mano e guardò verso il cielo, nero e pesante, dove non c'era nessuna stella a illuminare la volta celeste.
D'improvviso, sentì un sono frusciare dietro i cespugli, si mise subito in allarme, ma quasi immediatamente si ricordò di quello che gli aveva anticipato Billie.
Mike aguzzò lo sguardo cercando di intravedere qualcosa tra tutto quel fogliame, e vide due sagome spuntare dal fitto del bosco.
- Ehi, hai bisogno degli occhiali? - sbottò qualcuno nella sua direzione.
- Non vedi chi siamo?! -
E infatti quelli che gli si presentarono davanti non erano altri che Tom e Bill Kaulitz.
- Ma tu sei lo Stregatto! - borbottò il biondo, indicando Tom, che si mise a sbuffare.
- Avevamo un calo di comprimari in questa favola. - spiegò brevemente, mentre il gemello inarcava un sopracciglio perfettamente curato.
- Non escludetemi dalla conversazione! - sbottò Bill.
- Non ti sta escludendo nessuno! - ribadì Tom.
- Tu li conosci sempre tutti e ti perdi in chiacchiere! -
- Oddio, possibile che hai sempre da lamentarti di qualcosa?! -
- No, sei tu che sei noioso e prevedibile! -
- Ah, io prevedibile?! -
- Sì, proprio tu! -
Mike rimase a guardarli con sguardo ebete e poi..
- Ehi, se ne sta andando! - esplose la voce stridula di Bill, in direzione dell'uomo che, annoiato, aveva deciso di lasciarli ai loro discorsi.
- Oh, dove cazzo stai andando?! - lo richiamò Tom con educazione.
- Quanto sei volgare... - commentò Bill guardandolo storto.
- Tsé, ha parlato Lady Oscar... - Tom gli lanciò un'occhiataccia che zittì il gemello - Ehi, ci vuoi arrivare dalla Regina o ti arrendi? -
A quelle parole Mike bloccò il piede a mezz'aria, sbarrando gli occhi.
Si voltò lentamente, incontrando lo sguardo nocciola del ragazzo in questione, che prima le autrici avevano spacciato per lo Stregatto.
- Voi potete portarmi da lei? - domandò tanto per esserne sicuro.
- In realtà ci riesco io, questo qui non ha un minimo senso dell'orientamento. - specificò Tom indicando suo fratello, con un risolino.
- Bada che senza di me non andresti da nessuna parte, siccome stai sul cazzo a un mucchio di persone che altrimenti non ti lascerebbero neanche passare! -
- Tu sei sempre per il pacifismo, basterebbe dargli un cazzotto ben piantato! -
- Sentite, non me ne frega un cazzo delle vostre beghe. - li interruppe molto educatamente Mike - Mi portate o no da questa benedetta Regina? Anche se devo dire che il coniglietto è insuperabile... -
- Ah, lo so... - mormorò Bill a voce bassissima.
- COSA?! - esclamarono all'unisono Mike e Tom.
- Ehm, E' TARDI, la festa dovrebbe essere già cominciata, se non ci muoviamo arriviamo che hanno già finito i salatini! - replicò agitando le mani e prendendo a camminare verso una direzione ignota, seguito dalle occhiate torve degli altri due.
- Che partita? - ringhiò Mike.
- Ah, non ne ho idea. - rispose Tom, digrignando i denti.
Dirnt osservò attentamente il ragazzo di nome Bill lanciare ogni tanto un'occhiata preoccupata verso di loro e nel mentre pensò che in quel mondo strano, tutti sembravano essere passati fra le gambe del Bianconiglio e tutto questo non gli fece affatto piacere.
Certo, era un po' stupido da parte sua avere pretese di un certo tipo su uno appena conosciuto, tenendo conto che lui era abituato a far passare ragazzi e ragazze nel proprio letto come un mazzo di carte, ma sentiva quel qualcosa nel petto che aveva sempre cercato e mai trovato. Altro che farsi canne con Jason.
Billie Joe gli aveva dato quel qualcosa che non avrebbe saputo definire, ma che lo elettrizzava come mai nessun altro era riuscito a fare.
Se solo Mike non fosse stato da sempre una persona reale e concreta che credeva che il Vero Amore non fosse altro che un pretesto per vendere fiori e cioccolatini, avrebbe detto che quello era stato un colpo di fulmine.
Ma erano tutte stronzate.
- Venite o volete rimanere lì a fare le belle statuine?! - gridò Bill da debita distanza.
- Giuro che quando lo prendo gli taglio i capelli. - mormorò Tom tra i denti, avviandosi vagamente scazzato, e Mike a loro seguito.
Giunsero in un posto non troppo bene identificato, un po' anche perché Bill non aveva la più pallida idea di dove stessero andando.
Dirnt si rese poi conto di dove fossero solo quando vide un mulino scassato - Oddio, ma siamo tornati da quello schizzato! -
- Era qui che volevi arrivare, intelligentone? - commentò Tom con una vena di finissimo sarcasmo.
- Naturalmente! - replicò Bill altezzoso, anche se si guardò bene dall'incontrare il suo sguardo.
- Come no. - mormorò il gemello.
- Hai qualcosa da ridire?! - sbottò l'altro.
- Un mucchio di cose! -
- AVETE ROTTO IL CAZZO VOI DUE!! - urlò Mike.
- Insomma, chi è che disturba la mia canna pomeridiana? - esclamò il Cappellaio Matto, uscendo dal mulino - Insomma! Un po' di rispetto per i non lavoratori! -
- Sempre a fare un emerito cazzo... - osservò saccentemente Tom.
- Zitto tu, che il tuo obiettivo primario è quello di arruffare il pelo al coniglio! - gesticolò il Cappellaio che ora sembrava ancora più sgualcito e stravolto di prima, con gli occhi come due palline da tennis blu.
- Ehi, nella vita bisogna saper osare. - rispose il ragazzo con un sorrisetto malizioso.
- Bimbo, vuoi venire a osare qualcosa in camera mia? - gli propose Tré ammiccando.
- Beh, quasi quasi... - rispose l'interpellato, ma tutti si voltarono poi ad osservare Mike, che stava letteralmente fumando dalle orecchie.
- A chi vorresti arruffare il pelo, TU? -
- Amico, ti informo che Billie non è proprietà né tua né di nessun altro, è uno a cui piace divertirsi. - gli rivolse un sorrisino affilato.
- Ah, su questo non ci sono dubbi... - sussurrò a voce bassissima il gemello moro.
- EEEEEHH?! - sbottarono entrambi.
- Dicevo, al party si staranno divertendo, vero?! - chiese rivolto al Cappellaio, che in quel momento si stava rollando l'ennesima canna.
- Eh, ci puoi scommettere, io e la lepre abbiamo portato tanta di quella roba da far divertire tutta l'Asia orientale! -
Mike si sedette su un ceppo, irritato con se stesso. Tra tutti, proprio della puttana del Paese delle Meraviglie doveva perdersi in brodo di giuggiole?
E ora chi cavolo era questa lepre? Il fratello santo del coniglio?
- Ooooohhh, cos'è 'sto bordello?! - sbraitò qualcuno che fece un casino bestiale mandando all'aria tazze, piattini, sottobicchieri, e quant'altro.
Bono Vox spuntò da dietro una sottospecie di trono macchiato di birra, indossava gli occhiali da sole, nonostante fosse notte, pantaloni di pelle attillati e una camicia bianca quasi luminescente tanto era inamidata, e una morbida codina castana che gli spuntava dal coccige, e due lunghe e larghe orecchie ritte sulla testa che si dipanavano dai capelli neri.
Mike rimase per un istante basito a fissarlo, cercando vanamente qualche somiglianza con Billie Joe, ma quando non la trovò, tornò a compiangersi per i fatti suoi.
- Ehi, poco casino nel mio recinto. - continuò Bono, facendo un alto balzo e piombando fra i presenti -Solo io posso far sballare con la mia musica qui. E questo da dove lo avete recuperato? - chiese indicando Dirnt.
- Era da solo a girovagare nel bosco, secondo me qualcuno deve averlo abbandonato. - commentò noncurante Tom.
- Oh povero, dici che non lo volevano più? - replicò l'occhialuto.
- Per chi mi avete preso, per un cane?! - sbottò l'interessato, di cattivo umore - Sono qui perché... Perché... Mi sono perso! - disse, non aveva voglia di sentire nuovamente tutte le risate e vedere le occhiatine che tutti si scambiavano quando si parlava di Billie Joe.
- Ah... - annuì Bono in silenzio - E dove stavi andando? -
- Ehm... questo è un po' più difficile da spiegare... -
Ci pensò il simpaticissimo Tom a risolvere la situazione, spiegando alla lepre - E' un umano. Sì è messo a correre dietro al Bianconiglio ed ora eccolo qua! -
- Aaaaaahhh, quindi c'entra Billie! - esclamò Bono rimettendosi dritti gli occhiali - Capisco capisco... -
- Mi fa piacere. - declamò in un tiratissimo tono di cortesia, lanciando un'occhiataccia a quel ragazzino, che alla prima occasione avrebbe volentieri strangolato.
- Beh, adesso non può che essere alla festa! - continuò Bono gironzolando avanti e indietro brandendo una tazzina rosa.
- Ah, quello lo sapevamo da soli! - disse Tom.
- E allora che diamine ci fate qui?! -
- Chiedilo a Mr. La Bussola Sono Io! - replicò indicando il gemello dai capelli neri.
Bill, nel frattempo, li guardava tutti con gli occhioni spalancati, a disagio. Insomma, mica era colpa sua se aveva lo stesso senso dell'orientamento di una bussola rotta! - Ehm... -
- Beh, non vedo perché non andare anche noi alla festa. - proclamò Vox, alzando il pollice alla Fonzie, verso Mike - Che ne dici, umano? -
- Era ora che a qualcuno venisse in mente! - esclamò Tré Cool sbattendo in aria teiere, pipe e quant'altro - Che diamine, un po' di vita! -
E così Bono Vox iniziò a camminare a passo spedito, tirando ogni tanto una canna, facendosi strada tra alberi, erbe infestanti, foglie e altro, finché non giunsero tutti, più o meno integri e intossicati, accanto ad un lunghissimo muro di cinta, dal cui interno provenivano un sacco di rumori, musica truzza a palla, odore di grigliate e cannabis, urla, schiamazzi, gemiti e il canto dei sette nani.
- Mi sa che hanno già cominciato. - ne dedusse Bill.
- Oh, complimenti genio della lampada bruciata. - sorrise Tom.
Mike però riconobbe lo stesso muro di cinta dove aveva trovato Billie Joe in cerca delle rose. La cosa prometteva bene, ma non aveva forse parlato della Regina?
- Ma qui non ci abita la Regina? - chiese perplesso.
- Infatti, è nel palazzo che si tiene la festa. - spiegò Bono avviandosi verso un grande portone che nessuno aveva notato.
- Solo lei ha abbastanza soldi per permettersi la roba buona! - annuì Tré con serietà.
- Ah... - annuì Mike tanto per dare loro soddisfazione. Forse a quella festa avrebbe rivisto anche Billie, avrebbe potuto parlargli, dirgli qualcosina di più, e magari stare insieme.
E forse convincerlo anche a smetterla di darlo in giro come se nemmeno fosse suo.
Quella sarebbe stata una parte molto complicata, ma ebbe un fulmine: forse, se Billie si fosse interessato a lui in altro modo, avrebbe potuto portarlo via!
Contento di aver trovato un'apparente soluzione, entrò nel castello insieme agli altri e venne accolto dal caos più grande che avesse mai visto in tutta la sua vita.
C'era un mucchio di gente che non credeva neanche ci potesse stare in quel buco di posto, persone vestite, o svestite, dei colori più strani, avevano di tutto addosso, gioielli, catene, manette, fiori, piume, lustrini, sembrava un'enorme party anni '70.
- Il fuuuuuuuumo!!! - ululò Tré alzando le braccia e correndo immediatamente verso una destinazione ignota, sparendo tra la gente sdraiata, in piedi o seduta, annebbiata dall'alcol e chissà cos'altro.
Due secondi dopo anche tutti i suoi compagni si diedero alla macchia, ebbe notizia di Bono solo quando lo vide saltare sul palco, inneggiando canzoni contro la guerra e altre menate.
Mike si guardò in giro, alla ricerca di Billie, ma non lo vide e ne fu afflitto.
Iniziò a girare per quel parco immenso, scavalcando persone stravaccate a terra, sdraiate, svenute e forse qualcuno morto, quasi tramortito dal fortissimo odore di alcol e marijuana che c'era nell'aria, pesante e compatta come nebbia che lo prendeva direttamente alla testa.
Gli venne in mente di chiedere in giro, ma immediatamente rinnegò l'idea, non ci pensava nemmeno di attirare l'attenzione con quella fesseria.
Qualcuno lo sfiorò mentre passava e lui ogni volta si girava, sperando che fosse il coniglietto, ma non ebbe successo.
Girovagò ancora per un po', quando raggiunse uno spiazzo e vide una persona di spalle, il cui mantello rosso bordato di ermellino faceva intuire un regalo lignaggio.
La Regina. Probabilmente era lei quella di cui Billie parlava, quella che voleva a tutti i costi le rose rosse. Strano, se la sarebbe aspettata un po' più alta, e col sedere più grosso.
Ebbe la tentazione di andare da lei e dirle qualcosa, ma realizzò che lui non era altro che un intruso in quel paese di drogati, e che magari avrebbe anche rischiato la testa.
Sgattaiolò da qualche altra parte, sempre tendendo occhi e orecchie nel tentativo di intravedere o sentire la voce di Billie, ma ancora nulla.
Ma dove diavolo si era cacciato?! Possibile che non ci fosse?
- Ho detto di trovare l'umano! -
Quella frase fece spalancare gli occhi di Mike, perché la Regina aveva parlato proprio di lui!
Ma la cosa che più di tutto lo incuriosì era che non aveva la voce da donna, era da uomo e quando questi si voltò... -Cazzo !- esclamò a mezza voce, riconoscendo quegli occhi all'istante.
- Oh, eccolo! - disse soavemente un tizio vestito e truccato a mo' di Jack di Cuori, indicando proprio Mike.
- Ehm... -
Perché Billie era vestito da Regina? Perché era vestito di pelle? Perché non aveva la stessa espressione candida di prima? Perché aveva quell'aria aggressiva? Perché lo cercava? Perché aveva l'impressione che era meglio fare finta di niente?
- Ehm... -
Sul viso di Billie Joe si aprì un sorriso affilato come una lama - Oh, il mio Mike... - sussurrò.
- Maaaaa.... Tu prima non eri così! - esclamò Dirnt, che fu tirato fuori i peso dal cespuglio e gettato ai piedi di quella che ora era la Regina di Cuori.
- Non ti ha mai detto nessuno che la realtà non è mai quella che appare? - gli sorrise sarcastico, avvicinandosi di qualche passo.
- Sì, ma ho sempre pensato fossero tutte stronzate. -
- Beh, stavolta no. - esclamò quasi malizioso. Billie, la Regina, il Bianconiglio o chiunque in realtà fosse, schioccò le dita, e un altro paio di quei tizi ridicolmente addobbati da carte da poker si prostrarono ai suoi piedi - Portate quest'umano nella... Stanza rossa. - decretò con il sorriso che si allargava.
- Posso avere un avvocato? -
Fu bellamente ignorato e trascinato via, mentre la Regina scoccava un'occhiata furiosa a Tom, che nel frattempo si era avvicinato - Tu, sparisci dalla mia vista. -
- A tuoi ordini, sua altezza .- rispose sarcastico il ragazzino, inchinandosi il minimo indispensabile.
*********************
Mike nel frattempo si ritrovò gettato dentro una stanza con un letto enorme e subito si chiese se lo avessero decapitato lì.
- Oh cristo, ma perché non riesco mai a farmi i cazzi miei e smetterla di andare a caccia di conigli selvatici?... - si lamentò con se stesso mentre rotolava giù dal materasso. C'erano delle lenzuola di seta e raso, tutto rosso e nero, cuscini con alcuni pizzi rossi, pareti nere, lampade rossastre, aveva l'aria di costoso.
- Mi fa piacere che tu sia venuto alla festa, ci tenevo a rivederti. - disse all'improvviso una voce. Mike si voltò, e vide la Regina entrare e richiudere la porta dietro di sé.
- Ah sì? Non è che ti sei dimenticato di dirmi qualcosa? - commentò acido.
L'altro rispose con un'alzata di spalle - Ti avevo già detto che qui nulla è come sembra. -
- Sì, ma tu stavi parlando di te stesso come un'altra persona! Mi ha fatto dipingere rose per niente. -
- Non è esatto. - Billie Joe si avvicinò lentamente, ondeggiando sui tacchi che portava, fino ad arrivare a sfiorargli il petto con la punta delle dita - Io mi annoio, Mike. E tu sei stato un piccolo uragano piacevolissimo. -
Mai scelta di parole fu meno azzeccata, perché il biondo andò letteralmente in bestia.
- Quindi praticamente mi hai usato! - esclamò togliendosi quelle dita dal viso - Sono stato un passatempo, qualcosa da fare per una giornata, un gioco?! -
- Perché ti scaldi tanto? - domandò Billie un po' perplesso.
- E me lo chiedi anche?! - Mike scese dal letto arrabbiato, nervoso, infilandosi le mani nei capelli e poi mettendosele in tasca - Che cretino che sono stato a pensare che tu potessi volere qualcos'altro, dovevo immaginarlo, non si può essere più che un fottuto giochino di un pomeriggio, cazzo, scusa se non mi andava di essere usato come un oggetto di gomma! -
Di nuovo Billie lo fissò confuso, senza capire un fico secco della situazione - Ma perché ti arrabbi? Qui tutti fanno così... -
- Beh, io non faccio così! - berciò il biondo, quasi ringhiandogli in faccia - E non sono per niente interessato a diventare il tuo giochino. Ti ho corso dietro per un giorno intero solo per rivederti e ora tu dici queste cose? -
- Ma... E’ normale! - insistette il moro, inanellandosi una ciocca di capelli scuri intorno ad un dito.
- Se tu sei abituato a farti sbattere da tutti, non è affatto colpa mia. - sibilò Dirnt.
- Non capisco... Ce l'hai con me perché... Perché io vado anche con gli altri? - domandò parecchio perplesso.
- Sì! - sbottò Mike. Billie rimase di nuovo a fissarlo senza sapere cosa dire, davvero non capiva i motivi di Mike.
- E cosa c'è di male? - chiese infine in un pigolio irritato - Se me lo chiedono, io ci sto... -
La smorfia di Dirnt divenne assolutamente disgustata - Sei una puttana. -
Billie si irritò - Non c'è bisogno di essere così volgari! -
- Cristo santo, è quello che sei, è quello che qui tutti siete, siete tutti delle fottutissime teste di cazzo che scopano e basta, ma non vi chiedete mai se c'è qualcosa oltre tutto questo cazzo di sesso?! - sbraitò fuori di sé dalla rabbia, allargando le braccia in segno di esasperazione.
- Cosa c'è oltre? Mike, non c'è un bel niente oltre questo! -
A Mike sembrò che il mondo, non sapeva se quello o il suo, gli stesse crollando addosso. Possibile che non capisse? Possibile che non andasse oltre quella visione?
- Senti... Senti, credo di essermi sbagliato. - disse in tono amaro, desiderando solo andarsene.
- Per cosa? - chiese l'altro, improvvisamente impaurito che il suo ospite potesse andarsene per davvero.
- Pensavo che tu potessi capire che c'è dell'altro. Ho fatto l'amore con te oggi, non ho fatto sesso e speravo di rivederti per poter stare insieme a te - Mike si ficcò nuovamente le mani in tasca, deluso - Ma tu non sai capire. -
- Io... Io... - Continuò a tentennare, agitando le mani senza posa, inaspettatamente spaventato dal fatto che Mike potesse andarsene - Non lo so cosa cerchi di farmi capire, ma spiegamelo! Voglio che tu me lo spieghi! -
- Te l'ho già spiegato, e tu non capisci! - replicò acido.
- Per favore! - lo supplicò fissandolo con quegli occhioni verdi che gli facevano perdere la bussola.
Dirnt si sedette sul letto e invitò Billie a fare lo stesso. Questi fece per abbracciarlo e baciarlo, ma il biondo si scostò e si limitò a intrecciare le dita con le sue - Vedi... si può stare insieme anche solo così, senza fare sesso. Ci si può baciare, parlare, camminare insieme, ridere, dirsi delle stronzate. E farlo in due, non dando via il culo al primo che passa, altrimenti chi sta insieme a te, ne rimane ferito. -
Billie rimase a fissarlo un po' apatico.
- Ti rendi conto che quello che stai dicendo qui non è mai successo a nessuno, vero? -
- Me l'immagino... - commentò con un filo di sarcasmo, figurandosi immediatamente la figura di Tom nella testa - Non che da noi sia poi una cosa che ultimamente vada di moda... -
- E allora perché ti ostini a parlarmene? -
- Perché è la cosa più bella che possa capitare a qualcuno! - esclamò prendendosela con se stesso perché non riusciva ad esprimersi a parole - E' amore, che cavolo! -
Ma quella parola non diceva assolutamente niente a Billie Joe, non riusciva ad immaginarsi una vita così... Così. Era qualcosa di talmente diverso...
- Io... Non lo so, non ho mai sentito quella parola. - pigolò, anche un po' arrabbiato con se stesso.
- Allora non credo lo capirai mai. - rispose l'altro, alzandosi a malincuore - E forse è meglio che io torni da dove sia venuto. -
- Aspetta... Mike! -
Ma Mike se n'era già andato per gli infiniti corridoi di quello stupido palazzo, di quello stupido paese, di quello stupidissimo mondo che praticamente l'aveva sedotto ed abbandonato, nel più eloquente e letterale dei termini.
Vagò a lungo per il Paese delle Meraviglie, solo e triste.
Trovò di nuovo la porta da cui era entrato e risalì il cunicolo da cui era caduto, curiosamente ora molto più stretto e breve dell'andata. Così, dopo una lunga arrampicata, sbucò in un grumo di radici e vide la luce del sole, rispuntando in quel parco dove il suo viaggio aveva avuto inizio.
- Ehi, ma dov'eri finito?! -
Mike si voltò e vide Jason stravaccato sull'erba, con la felpa messa di traverso e gli occhi arrossati, da allucinato.
- Sono... Ho fatto un giro. - fu la sua risposta, mentre si gettava a sua volta sull'erba, deluso.
- Hai l'aria di uno che ha visto la cheerleader a cui va dietro limonare col capitano della squadra di football. -
- L'ho vista limonare con l'intera squadra. - replicò mogio ed irritato, stendendosi e guardando il cielo, che si era appena scurito. Doveva essere passata appena un'ora, lì.
A lui sembrava che fosse passata un'eternità intera, tutta dolorosamente condensata con un vuoto all'interno del petto che non faceva male, ma che gli lasciava una malinconica sensazione di niente.
Gli sembrava di essere perduto, come se non avesse una meta, più nulla da cercare, era amareggiato, frustrato, si sentiva privato di qualcosa che era stato suo, solo e profondamente suo.
Forse ci aveva lasciato il cuore, là sotto.
***Continua***