(no subject)

Sep 04, 2006 16:16

In genere odio i gesti o le cose che sembrano avere quel perbenistico "effetto ritorno", stile boomerang...per interderci: comprare un regalo ad una tipa di cui non te ne frega nulla perché lei ti ha fatto un pensiero per il tuo compleanno o ricambiare l'invito a cena di quei parenti che vedi una o due volte l'anno, sono cose che detesto dal profondo del cuore. Anche le frasette mielose che si scrivevano sul diario della compagna di banco, comprato proprio uguale al suo, mi danno sullo stomaco.
E mi disiace dar, piuttosto di frequente, questa impressione: in realtà le cose le faccio, in genere, quando mi vien semplicemente voglia di farle...caso voglia che, essendo un'egoistaccia con un pessimo carattere, mi dimostro carina solo con chi si comporta bene con me prima.
Non pensate, perciò, che io sia una sciocchina troppo educata con la fissazione di contraccambaire le carinerie scritte da Paradisecrystal. Io scrivo di lei perché mi va, punto.

Non la conosco bene in verità, non nel senso più comune del termine. Eppure, a chiunque, la descrivo come una cara amica, di quelle che conosci da anni, a cui fai sempre i regali giusti perché conosci esattamente i suoi gusti e ricordi a memoria tutti i suoi film preferiti. In realtà non è così: so che le piace la Ricci, che adora Burton ma che è rimasta delusa dalle ultime due fatiche del regista e che ama le fragole. Però ho scoperto solo oggi quand'è nata. E, come una bambina, mi piace farmi bella dicendo che è una cara amica perché così mi sembra di emanare anch'io un pò di quella "luce" che mi piace immaginare
come una polvere di stelle, cupa come la notte, che fluttua intorno a lei; anch'io vorrei luccicare in quel modo così stranamente kitsch, eppure discreto.
E' così beneducata da non mandar al diavolo nemmeno i loschi figuri che la prendono di mira, anzi si interessa (per curiosità oppure per noia?) alle loro storie; eppure è così chiusa e fobica da non riuscire nemmeno a sedere con altre persone una volta a settimana intorno ad un tavolo. E’ strana ma anche così terribilmente normale per me che osservo le cose ed il mondo secondo un metro di giudizio un po’ distorto.

L’adoro anche perché è una persona di talento, anche se si ostina a negarlo in modo spudorato...per falsa modestia o perché si crede effettivamente priva di questa dote? Bha. In entrambi casi è una stupida. Talento è, anche, avere passione.
Talento è tenere con fare concentratissimo quella macchina fotografica anche se come set deve accontentarsi di uno scorcio di parete con un vecchio divano ed un lenzuolo o se si ritrova una modella incapace di far la seria come la più pestifera delle bambine. Sembra immersa in un mondo tutto suo; mi chiedo a cosa pensi, in quei momenti. Seria con leggerezza, perché non mi sgrida mai.
Talento è scrivere con la stessa naturalezza con cui si respira. Far diventare le parole come bolle di sapone cotonate, tanto belle e soffici che vorresti prenderle con le mani come si trattasse di farfalle rosa. Scrivere è una cosa serissima, perciò non ho mai visto nessuno farlo sul serio: non tutti ne sono in grado, inoltre avrei paura di dar fastidio durante questo meraviglioso processo di creazione. Io l’immagino, però, seduta al pc con fare distratto uccidendo una sigaretta boccata dopo boccata mentre dipinge con le parole una realtà troppo stinta e consumata.

Mi piace ascoltare quella vocina da pulcino che ha, tanto simile al miagolio della sua amata micina, mentre pronuncia obsoleti cognomi di autori giapponesi o parla di altre cretinate che però è capace di mutare in discorsi serissimi che richiedono tutta la mia concentrazione per esser seguiti passo dopo passo.

Mi piace anche guardarla, osservare i suoi capelli d’uno strano ed indefinito miscuglio di rosso, biondo e castano: un arcobaleno scuro di colori. Sono belli, lunghi e vorrei passar le ore intrecciandoli o acconciarli alla maniera delle damine settecentesche. Ha la pelle d'un bianco latte, trasparente e pallida come una giovane alba ancor costellata da una miriade di lentiggini simili a piccole stelline marroni. Il nasino è piccolo, assomiglia a quello delle bambole in porcellana e quindi ha tutta la mia ammirazione ed invidia.
Vorrei portarla sempre in giro con me, in un taschino magari, oppure nella borsetta, come se si trattasse davvero d’una bambolina; se così fosse, le darei anche un nome, uno di quelli altisonanti, belli ed eleganti dal sapore vittoriano: uno perfetto per questa creaturina gotica.

Potrei sprecare ancora molte parole, tentando di descrivere il fascino che sembra esercitare come per magia su quelli che la circondano e su di me. Però è troppo faticoso, ci vorrebbe una come lei per trovare le parole giuste.

omaggi, riflessioni personali

Previous post Next post
Up