[Crossover | SWATH - Thor] After the Winter

Jan 03, 2013 18:51


Titolo: After the Winter
Fandom: Crossover | Thor - Snow White and the Huntsman
Personaggi: Loki Laufeyson, Eric the Huntsman
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico
Rating: Arancione
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash, Lime, Mpreg
Conteggio Parole: 2362 (FiumiDiParole)
Note: 1. Scritta per -Thunder che ha richiesto il prompt: Cacciatore/Jotnar!Loki, Mpreg.
2. Non ne sono pienamente soddisfatta. La fic si è cancellata un paio di volte e questo è il risultato finale .w.




Eric ricordava benissimo il dolore ed il senso di colpa che aveva provato durante gli anni successivi alla morte di Sarah.
Era sempre ubriaco in quel periodo, si chiudeva in se stesso o in qualche bettola, bevendo fino a dimenticare il suo nome e la strada di casa.
Non viveva più, ed era arrivato perfino al punto di credere che non sarebbe mai riuscito a superare il lutto... ma quando Loki entrò nella sua misera esistenza riuscì lentamente a sentirsi di nuovo vivo.
Aveva dell'assurdo quella situazione, niente poteva essere definito normale... ma per Eric era diventata quella la normalità.
A distanza di qualche mese ricordava ancora come aveva accolto a casa sua Loki, lo stupore dinnanzi alla scoperta della sua natura, i brevi battibecchi ed anche il piacere del sesso che li aveva riscaldati durante le fredde notti invernali.
Tutto sembrava essere cambiato in quel mese di convivenza, e anche se una mattina Loki se ne era andato senza dire niente - non poteva imprigionarlo, ma stupidamente aveva pensato che sarebbe rimasto con lui -, Eric iniziò gradualmente a sentirsi sempre meglio.
Almeno fino a quella notte.
Pensava per davvero che tutto fosse cambiato nel momento in cui aveva conosciuto Loki, ma quando aprì la porta trovò davanti a sé una familiare figura incappucciata sentì che il 'peggio' stava per arrivare.
Tuttavia, non poté impedire ai suoi pensieri di riportargli alla mente il loro primo incontro.

Si rigirava nel letto vuoto come un'anima in pena.
Sentiva il vento penetrare da ogni singolo spiraglio disponibile nelle vecchie finestre, ed avvertiva anche dei sinistri rumori causati da quelle forti folate... ed Eric, complice la depressione che lo piegava, non riusciva proprio a dormire.
Nonostante il fuoco del caminetto e la birra ingerita, il suo corpo tremava incapace di concedersi un sonno senza sogni.
Imprecò a denti stretti e, nonostante il nervosismo, sentì ugualmente qualcuno bussare alla porta.
" Aprite, vi prego!", sentì anche una voce debole ma delicata che lo spinse ad alzarsi e ad abbandonare il suo giaciglio.
Solo un folle poteva essersi spinto fino alla sua dimora con quel tempo e, con un viso truce, aprì la porta per accogliere colui che stava ancora bussando.
Il gelo gli entrò sin dentro le ossa in una forte ventata e, stordito, permise al misterioso viandante di entrare a casa.
Era una figura incappucciata, piegata dal freddo e dalla neve.
Un pazzo indubbiamente, ma che gli aveva chiedendo asilo per la notte.
Chiunque durante una tormenta simile avrebbe cercato un rifugio ed Eric non riuscì a cacciarlo via.
Era una di quelle notti in cui sentiva più forte la mancanza di Sarah e dei suoi piedi freddi a contatto con i suoi sempre caldi... era una tortura ricordare tutti quei piccoli dettagli e rendersi poi conto di essere solo.
Eric non aveva nessuno, e solo per quel motivo chiuse la porta alle sue spalle, osservando l'inaspettato ospite.
Tremava e non si era ancora liberato del mantello che lo nascondeva dagli occhi indagatori del Cacciatore.
" Toglierò il disturbo domattina.", aveva promesso con voce debole ed infiacchita ma indubbiamente maschile.
" Lo spero bene."
Era semplice per Eric mostrarsi burbero pur di creare una difesa. Si sentiva debole in quel periodo - tormentato dai sensi di colpa e dai ricordi - ed era sempre alla ricerca di prostitute che non facevano altro che farlo indebitare. Cercava semplicemente compagnia anche se si rendeva subito conto di non essere in grado di stringere alcun legame.
Lo osservò ancora senza fiatare, seguendo i suoi movimenti mentre si spostava lento verso una finestra chiusa, evitando quasi la vicinanza con il caminetto.
Forse, si era detto, non voleva approfittare troppo dell'ospitalità, ma fu solo in quel momento che il Cacciatore riuscì a notare il sangue sul pavimento ed il suo passo incerto.
Era stato quasi pronto a lasciarlo riposare senza troppe domande, ma davanti alle impronte che aveva lasciato dietro di sé non poté non interessarsi - ritrovarsi con un cadavere in casa gli avrebbe creato non pochi problemi, ma sopratutto avrebbe risvegliato i ricordi mai sopiti della morte di Sarah.
" Siete ferito.", aveva constatato, allungando la mano verso l'altro uomo che si era ritratto quasi spaventato.
" No."
La paura nella sua voce era palpabile e nell'osservarlo ancor più attentamente non era stato in grado ignorare i suoi piedi nudi sui quali scivolavano lunghi e macabri rivoli di sangue... ma ciò che lo lasciò più perplesso fu innaturale colore blu degli arti.
Il freddo doveva averlo congelato e, senza pensarci, Eric lo aveva afferrato con forza facendolo avvicinare al caminetto.
Non era incline alle gentilezze e quando cercava di esserlo risultava sempre duro.
" Mi lasci!"
Istintivamente l'uomo aveva cercato di liberarsi ma era riuscito solo a perdere il cappuccio del suo mantello nella foga... mostrando la sul identità.

Al periodo Eric non conosceva ancora gli Jotun, e Loki fu il primo a svelargli l'esistenza di quegli spiriti della neve.
Nonostante la naturale paura di Loki - e lo stupore di Eric -, l'ospite si era fatto curare quella notte e gli aveva raccontato tutto.
Era stato ferito da dei mercenari, che solo qualche ora prima del loro incontro avevano cercato di catturarlo per venderlo al mercato nero. Ed il fato lo aveva fatto arrivare dal Cacciatore, segnando l'inizio della rinascita di Eric.
" Non sei cambiato.", constatò Loki, togliendosi il cappuccio e donando un lieve sorriso malizioso al Cacciatore.
" Sono passati solo tre mesi da quando sei scappato, non si cambia così in fretta.", gli fece presente Eric, osservando la pelle blu dell'altro. Non era stato semplice abituarsi a quella visione... ma aveva capito che gli piaceva così.
" Scappato?", Loki ridacchiò. " Non sono scappato."
" La notte eri qui e la mattina scomparso. Senza lasciare traccia."
" Noi Jotun non siamo inclini al... calore.", rispose vago ed Eric si trattenne dal ricordargli ciò che avevano passato insieme.
Non nel ripensare a ciò che era successo si era sentito in colpa nei confronti di Sarah, ma non era stato in grado di negare che era stato piacevole riscaldare quel corpo così gelido... e lo ricordava perfettamente.
Nessuna premeditazione, solo l'improvvisa passione in una notte troppo fredda per essere passata da soli.

Uno sguardo, un sorriso e l'innata malizia di Loki avevano costretto Eric a baciarlo, a chiudere le loro labbra insieme fino a smettere di respirare.
Era passato quasi un mese dalla notte in cui il Cacciatore aveva accolto lo Jotnar nella sua dimora, e anche se non era stato semplice abituarsi a quella pelle blu ad alle iridi scarlatte, ad entrambi era sembrato chiaro sin dall'iniziò il fatto ciò avessero bisogno l'uno dell'altro.
Eric era quasi felice di prendersi cura di qualcuno e Loki, dalla sua, necessitava di sostentamento e di un riparo mentre le sue ferite guarivano.
Il rapporto funzionava bene, tuttavia quel bacio stava cambiando ogni cosa e ciò che sarebbe venuto dopo era un incognita per entrambi.
I loro corpi iniziarono presto a cercarsi con crescente desiderio, e mettendo da parte paure e sensi di colpa, sia Loki che Eric poterono godere del piacere che quella neonata intimità stava creando.
Il Cacciatore non era nuovo ai piaceri della carne - aveva conosciuto tante prostitute, cercava in loro il fantasma della sua defunta moglie - e Loki si sentiva semplicemente ben disposto a piacere con quel mortale... niente di sbagliato o niente di duraturo.
Solo il torbido piacere dei corpi che si muovevano insieme in un'antica danza.
" S-sei caldo...", ansimò Eric posando la fronte su quella di Loki che, sorridendo e socchiudendo gli occhi in due lame di sangue, si spinse in avanti per baciarlo ancora.
" Ovvio... la mia pelle... a-ah... può essere fredda... ma dentro...", tirò tra i denti il labbro inferiore del Cacciatore. " ... mmm... sono caldo..."
Eric mosse ancora il bacino, mugugnando nel sentirsi sempre più stretto nel corpo dello Jotnar. Usciva e rientrava in lui con decisione e fermezza, ascoltava i suoi gemiti e si lasciava trasportare dal calore che Loki emanava.
Era perfetto.
In quel momento, Eric, sentì di non poter desiderare altro e reclamando un nuovo bacio cercò di portare entrambi all'apice del piacere.

" So a cosa pensi.", esordì lo Jotnar. " E temo sia stato un errore."
Il Cacciatore lo guardò stupito.
" Non l'ho mai considerato tale.", rispose serio, ed era la verità.
Anche se inizialmente quella relazione, mai iniziata o terminata per davvero, lo aveva fatto sentire in colpa, non era stato in grado di considerarla una cosa sbagliata.
" Tuttavia so che non accetterai mai le conseguenze."
" Quali conseguenze? Al villaggio non sono ben voluto, insulti in più o in meno non mi preoccupano.", esclamò storcendo il naso.
Gli sembrava assurdo che Loki si preoccupasse delle voci che potevano girare sul loro conto.
" Aspetto un figlio."
Glaciale e tagliente, tant'è che il Cacciatore non riuscì a proferire parola inizialmente.
Aveva sentito forse male?
" Tu... cosa?", domandò, chiudendo gli occhi per cercare di ragionare e concentrarsi.
Aveva sicuramente sentito male.
Loki strinse le labbra in una linea severa, proteggendo istintivamente il ventre con le braccia nel rendersi conto che il Cacciatore non aveva compreso la sua confessione - in fondo se lo aspettava, era un Mortale e anche se era quasi passabile non poteva davvero capire.
" Aspetto un figlio.", ripeté scandendo le parole.
" Sei un uomo!", esclamò Eric, strappando un sorriso allo jotnar.
" Come tutti i mortali, sei proprio uno stupido, mio caro Cacciatore."
" Gli uomini non partoriscono. Non gli umani almeno.", precisò Eric con tono piccato.
" Io posso.", mormorò Loki.
" E chi sarebbe... il padre?", chiese il Cacciatore, anche se in un certo qual modo sentiva di conoscere già la risposta.
Loki poteva aver avuto altri amanti ma se era lì significava solo una cosa...
" Ripeto: sei uno stupido."
Eric sapeva di essersi meritato quell'insulto e, passandosi la mano tra i capelli sospirò.
" Loki... io...", che poteva dirgli?
Che avrebbero allevato il figlio insieme?
Che sarebbero stati una famiglia felice?
Era tanto bello quanto... impossibile.
Eric era cresciuto senza genitori e, sicuramente, non sarebbe mai stato un buon padre, inoltre aveva già perso Sarah - la famiglia che aveva cercato di creare - e non voleva che anche Loki finisse...
Scosse il capo, allontanando quel pensiero.
Temeva di perderlo e di ferirlo, era quella la realtà.
" Non sono qui per volere qualcosa in cambio.", dichiarò lo Jotnar senza lasciare all'altro il tempo di parlare. " Terrò il bambino e tu, rifiutandolo in questo momento, perderai ogni diritto su di lui."
Eric lo fissò serio, la voce di Loki era crudele ma triste... ma era meglio così: avrebbe sofferto di meno senza uno come lui.
" Addio, Cacciatore.", lo salutò quando capì che Eric non avrebbe parlato.
Indossò di nuovo il cappuccio, e come se non fosse accaduto niente andò alla porta, abbandonando la casa senza che il Cacciatore potesse far qualcosa per fermarlo.
Lo osservò allontanarsi, entrare nella foresta che circondava la sua abitazione e... si sentì vuoto.
Era triste, sentiva di essersi privato di qualcosa di importante e che non avrebbe più ritrovato...
Si chiese se avesse fatto la scelta giusta ma la risposta non suonò decisa come desiderava.
" Maledizione.", imprecò, e ancor prima di pensare ad altro si era messo a correre all'inseguimento dello Jotnar.
Sperava che non fosse troppo tardi.
Sperava di essere ancora in tempo per salvare quel futuro che gli si era appena presentato.
" Loki! Maledetto fatti vedere!", lo chiamò con voce dura che celava una certa preoccupazione.
" Come al solito non guardi bene.", la voce dello Jotnar lo colse alle spalle, e voltandosi lo vide appoggiato ad un albero.
" Non penserai davvero di andare via così!", esclamò avvicinandosi.
" Non abbiamo niente da dirci o da spartire."
" Aspetti un figlio."
" Esattamente.", assentì Loki. " Per voi mortali però sono in attesa di un mostro."
Quelle parole colpirono non poco Eric... erano chiare le intenzioni dello Jotnar: voleva solo proteggere il figlio non ancora nato.
" Non lo considererei mai un mostro, così come ho fatto con te.", sussurrò il Cacciatore. " Non pensarlo mai, Loki."
" Stai per dirmi che ciò che nascerà non sarà mai vittima di maltrattamenti?", domandò Loki, impedendo poi ad Eric di rispondere. " Non puoi mentire, non a me. Della menzogna ho fatto un'arte e lo sai bene."
Il Cacciatore allora allungò per la prima volta la mano sul ventre dello Jotnar. Era teso ed emozionato, non aveva mai pensato ad un figlio - neanche con Sarah - ma sentiva di non potersi separare né da Loki né da quel bambino non ancora nato.
" Già. Tu sei il maestro delle menzogne.", gli sorrise ironico prima di diventare di nuovo serio. " Non dirò bugie. Non sarà semplice ma... proteggerò te e il bambino, e questa è la verità."
" Sei tanto coraggioso quanto stupido, Cacciatore.", sorrise mellifluo Loki, mostrando però sollievo nei suoi occhi rossi e facendo comprendere ad Eric che era ciò che desiderava.
Insieme avrebbero iniziato una nuova vita. Complicata ma... non erano più soli.

Quando Eric prese per la prima volta in braccio sua figlia si sentì quasi destinato ad essere padre.
Non aveva mai avuto a che fare con dei neonati, ed avere la consapevolezza di aver contribuito a creare quel miracolo lo faceva sentire importante oltre che estremamente protettivo.
" Io...", spostò lo sguardo dalla neonata a Loki, stremato e sudato sul loro letto, poi di nuovo sulla loro figlia.
Era piccolissima - tra le sue braccia ancor di più - ed aveva la pelle rosa e grandi occhi velati dal pianto che sembrava infinito - anche se era minuscola sembrava essere in grado di spaccare il mondo con le urla.
" È bellissima...", mormorò.
" Lo so...", rispose Loki, allungando le braccia per prenderla e, come se avesse riconosciuto colui che l'aveva messa al mondo, la piccola si calmò lentamente.
Eric non poté far altro che osservarli senza parlare, sentendo tutte le sue paure - sul ferire la bambina o sul fatto che non sarebbe mai stato un buon padre - scomparire e lasciar spazio ad un sorriso.
Posò quindi le labbra sulla fronte dello Jotnar e carezzò la testa della bambina.
" Come la vuoi chiamare?", chiese.
Loki alzò lo sguardo sul Cacciatore e scosse le spalle guardando di nuovo la figlia.
" ... Sarah.", mormorò.
" Loki.", Eric lo fissò stupito da quella risposta.
Voleva davvero dare alla figlia il nome della donna che Eric aveva amato?
" Così ho deciso, mortale.", ribatté stanco, ricevendo un altro bacio da parte del Cacciatore.
" Grazie...", mormorò l'uomo. " Vi amo entrambi, anche se mi dai sempre un sacco di problemi."
" Stupido mortale.", sorrise Loki poco prima di addormentarsi e di permettere ad Eric di vegliare sul suo sonno e su quello della loro Sarah.

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