Titolo: Pure Imagination
Fandom: RPF Attori
Personaggi: Tom Hiddleston, Chris Hemsworth
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: OneShot, Slash, What if? (E se…), Lime, Underage, Alternative Universe (AU)
Conteggio Parole: 2125 (
FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipa al
p0rn fest #6 @ fanfic-italia. Prompt: Lap Dance
2. Underage. Con Tom che ha 17/18 anni (immaginatelo come Oakley) e Chris, beh… lui è come quello che conoscete. Per quanto riguarda la caratterizzazione, è una sorta di centric di Chris, quindi Tom è a malapena accennato ç_ç<3
4. Non betata. Assolutamente non betata!
“ Ti divertirai. Abbiamo pensato a tutto noi.”
A detta di Liam, quelle parole dovevano rassicurare Chris… ma tutto ciò che il giovane uomo riuscì ad avvertire fu una sorta di sinistra apprensione che aumentò pericolosamente quando venne condotto in un locale di discutibile natura. Non era proprio ‘dubbia’ la natura di quel luogo, infatti Chris sapeva benissimo dove si trovava. Ma per quanto i suoi fratelli fossero delle persone fantastiche - non ne aveva mai dubitato -, il portarlo in un locale per gay non rientrava di certo nella sua ‘classifica di gradimento’ che riguardava i luoghi dove avrebbe apprezzato passare il suo compleanno.
“ Non è necessario!”, erano stati ovviamente vani i suoi tentativi di rifiutare quell’insolito regalo, ma alla fine era stato abbandonato seduto su una comoda sedia all’interno di una sala deserta.
Giunti a quel punto Chris non aveva dubbi a riguardo del ‘regalo’ che avevano pensato di fargli i suoi fratelli - era certo che fosse partito dalla mente di Luke -, e per quanto fosse imbarazzante, l’idea di avere uno ‘spettacolino privato’ lo intrigava non poco.
Si concesse quindi di osservare la stanza.
La sedia nella quale era seduto era nel centro della camera, attorno a sé non scorse nessun letto - quindi non avevano pagato per niente di osceno, e ne era davvero grato - o divano, ma solo un piccolo frigo bar.
L’arredamento era alquanto scarno a dirla tutta, e l’unica cosa che ovviamente catalizzò il suo sguardo era davanti a sé: una bassa passerella con un palo in metallo nel mezzo.
Ormai il regalo dei suoi fratelli era più che chiaro - uno dei ragazzi del locale era stato pagato per fargli una Lap Dance - e, dinnanzi a quella rivelazione, tutta l’apprensione che lo aveva reso nervoso sin dall’inizio della serata parve finalmente sparire.
Non poteva succedere niente di sbagliato per una Lap Dance.
Si permise di sorridere, rilassandosi contro la sedia, fino a quando non sentì la porta aprirsi alle sue spalle. Quel rumore lo costrinse a rimettersi dritto e a voltarsi, sentendosi poi quasi paralizzato quando vide un ragazzino dall'aspetto quasi buffo - aveva degli assurdi riccioli, non ne aveva mai visti di simili - chiudere la porta alle sue spalle.
" Salve!", lo salutò cordiale.
" Salve...", ricambiò Chris, scrutandolo da capo a piedi.
Fu l'abbigliamento del giovane a fargli subito accantonare l'idea che fosse un cameriere. Bastava osservarlo, seguire le forme delle sue gambe saltate dai pantaloni di nera pelle che indossava, la camicia semi aperta che lasciava intravedere il petto glabro...
" Tu sei Chris, vero?", domandò, spostandosi con familiarità nella stanza, fermandosi vicino alla pedana, accanto ad una piccola consolle che l'uomo non aveva notato prima - il suo sguardo era stato quasi subito attratto dal palo e da quello che avrebbe visto durante quella serata.
" Sì...", rispose continuando a fissarlo con curiosità. " Tu sei...?"
" Quello che ballerà per te.", rispose con un sorriso, confermando tutti i dubbi di Chris.
" Tu?", non riuscì a trattenere un tono incredulo. " Ma almeno sei... maggiorenne?"
Il giovane inclinò il capo senza smettere di sorridere. Non rispose alla sua domanda - forse la riteneva stupida o forse era un velato assenso -, facendo invece calare le luci.
L'illuminazione era lieve e sensuale, concentrata solo sul piccolo palco e sul palo.
Il giovane salì elegante sulla pedana, facendo un giro sul palo come per prendere confidenza con quell'oggetto - o forse, più probabilmente, per attirare lo sguardo su di sé.
Chris lo osservò incantato, seguendone con attenzione i suoi movimenti. Si sfregava sul palo sensuale, facendo ondeggiare il bacino.
La musica accompagnava la sua eccitante danza, costringendo Chris a notare tanti piccoli particolari - il giovane si leccava le labbra, come se fosse un tic nervoso - che lo fecero inevitabilmente eccitare.
Sentì la gola diventare secca all'improvviso. Aveva bisogno di bere qualcosa - qualsiasi cosa! -, ma il piccolo frigo bar gli appariva distante quasi chilometri.
Le sue gambe non avrebbero retto neanche un passo, e anche solo l’idea di muoversi facendo sfregare la stoffa dei pantaloni sulla sua erezione, lo faceva restare ben piantato sulla sua sedia a continuare ad osservare quel maledetto ragazzino dai capelli ricci muoversi sensualmente davanti a lui.
Provò a ripetersi che si trattava proprio di un ragazzino - non poteva essere più grande, dimostrava sì e no diciassette anni! - e che non poteva eccitarsi in quel modo passando per un ‘vecchio pervertito’… ma non poteva fare a meno di tenere gli occhi puntati su quelle lunghe gambe nascoste dalla pelle nera che si attorcigliavano sul palo in metallo, sul ventre piatto che si intravedeva dalla camicia ormai aperta e su quegli occhi di un colore indefinito.
“ Cristo…”, ansimò piano, cercando di distogliere lo sguardo - doveva trovare un qualcosa di più ‘interessante’ -, ma la stanza era talmente spoglia che non poteva far altro che fissare il giovane.
Puntò quindi gli occhi verso il basso, notando con vergogna che la sua eccitazione era ormai fin troppo visibile, e nel tentativo di nasconderla accavallò velocemente le gambe - movimento che gli strappò un gemito.
Il suo verso non venne ovviamente ignorato dal ragazzino che, per la prima volta da quando era entrato, si concesse una bassa risatina - un tenero “Eheheh” che fece sussultare non poco il cuore di Chris. Non sapeva se essere fiero o meno di essere riuscito a far ridacchiare il giovane con la sua eccitazione, ma… non poteva negare di aver ‘adorato’ quella sua risata - anche se non era certo che ‘eccitante’ e ‘adorabile’ potessero stare nella stessa frase.
Continuò a fissarlo rapito dal suo corpo e dalle sue movenze, senza riuscire a frenare la sua erezione sempre più dura e frustrata.
Iniziò ben presto a dimenticare che quello poteva essere un ragazzino di neanche diciassette anni, ritrovandosi invece a pensare di ringraziare Liam e Luke per quel regalo… perché in fin dei conti quel giovane era ‘il suo tipo’ - dall’aspetto esile, con sorriso splendido e quell’adorabile risata.
Si leccò a sua volta le labbra ormai secche, facendo scorrere per l’ennesima volta lo sguardo sul corpo del ragazzo. Individuandone i capezzoli che di tanto in tanto facevano capolino dalla camicia aperta, ritrovandosi a pensare di sbatterlo per terra su quella maledetta pedana e prendere uno di quei bottoncini tra i denti fino a sentirlo diventare duro - fino a sentire i gemiti abbandonare le fini labbra del giovane.
Scosse il capo, cercando di ignorare ciò che aveva appena immaginato, ma la sua mente aveva ormai iniziato a cavalcare insieme alla sua eccitazione, oscenamente aiutate dal ballo dell’altro.
Lo vide sfregare la guancia sul freddo metallo del palo, scivolando lentamente verso il basso… e Chris penso ad avere quel viso liscio, privo di qualsiasi accenno di barba, tra le sue gambe a sfregarsi contro la sua erezione prima di prenderla in bocca.
Si morse le labbra, trattenendo un nuovo gemito, ma senza impedirsi di pensare alla calda lingua del giovane sul suo membro, leccandolo e mordicchiandolo con i bianchi denti.
“ D-dio…”, mugugnò stringendo con forza le gambe come per cercare un po’ di sollievo, ottenendo solo un violento brivido - per nulla paragonabile a quello che avrebbe provato nel avere quel ragazzino alla sua mercé.
Gli sarebbe venuto vergognosamente in faccia anche solo nel sentirlo respirare contro la sua sensibile pelle e, con il fiatone, lo avrebbe attirato a sé pulendogli il viso - un basso gemito gli sfuggì dinnanzi a quella visione.
Ignaro dei suoi pensieri - o forse ne era ben consapevole - il ragazzo continuò a ballare, facendo ondeggiare ancora una volta il bacino ed il suo sedere stretto nella pelle dei pantaloni.
Glieli avrebbe volentieri strappati, lo avrebbe lasciato con addosso solo la camicia aperta… l’innocenza di quel viso così infantile, incorniciato dai riccioli, si sarebbe mischiato all’innata sensualità che trasmetteva quel corpo, e Chris non si sarebbe trattenuto - era umanamente impossibile.
Avrebbe baciato ogni lembo di pelle disponibile, succhiando le parti più sensibili fino a lasciare al suo passaggio delle scure aureole - segni, marchi… come se fosse di sua proprietà.
La musica si insinuò nella sua testa, accompagnando la sua immaginazione verso degli infiniti preliminari durante i quali avrebbe torturato il ragazzo solo per poterne scorgere ogni espressione. L’eccitazione quando avrebbe raggiunto la prostata, per poi giungere alla frustrazione quando le dita che lo aprivano sarebbero diventate inutili per fargli raggiungere l’orgasmo.
Strinse i pugni contro la stoffa dei pantaloni, stringendo ancora le gambe. Il respiro si era fatto via via più veloce e faticava quasi a costringersi ancora seduto su quella sedia.
Nella sua mente quel giovane lo pregava e Chris lo avrebbe accontentato. Avrebbe sfilato le falangi e sarebbe entrato in lui con forza, strappandogli un urlo acuto… e poi si sarebbe mosso più lentamente, masturbandolo fino a quando non si sarebbe abituato alla sua erezione. Le spinte si sarebbero fatte sempre più veloci ed intense… fino a quando non avrebbero raggiunto l’orgasmo.
Sentì un improvvisa sensazione d’umido tra le gambe, ma non se ne curò fino a quando le luci non vennero rialzate segno che lo spettacolo era terminato. La musica era ormai finita e quell’improvviso cambiamento riscosse Chris riportandolo alla realtà. Si chiese distratto quanto fosse durato, ma la sua mente era troppo confusa per elaborare anche solo qualche frase di senso compiuto.
Il giovane si concesse un sospiro, asciugandosi con il braccio il sudore che gli imperlava la fronte e riavviando all’indietro i suoi riccioli quasi biondi, rivolgendo poi un sorriso all’uomo.
“ Spero sia stato di tuo gradimento.”, dichiarò con gentilezza nonostante il fiatone - quell’immagine non aiutò di certo Chris a rilassarsi.
Assentì infatti con un gesto del capo, ritrovandosi ad avvampare quando lo sguardo dell’altro si posò inevitabilmente sui suoi pantaloni… sui quali torreggiava una macchia scura.
“ Oh…”, il ragazzino non riuscì a trattenere un ghigno divertito - che fece quasi alterare Chris in preda alla vergogna. “ Credo che tu non possa uscire in queste condizioni.”
“ Credi bene!”, borbottò l’uomo con un’espressione contrariata - e forse anche un po’ imbarazzata per essere venuto nei pantaloni come un adolescente -, che suscitò una nuova risatina nell’altro.
“ Aspettami qui!”, esclamò andando verso la porta.
“ Dove vuoi che vada…”, sbottò Chris, osservando il giovane uscire dalla stanza. Rimasto solo, abbassò ancora una volta gli occhi sul ‘disastro’ che aveva appena combinato tra le sue gambe.
A conti fatti come ‘regalo di compleanno’ aveva funzionato fin troppo bene… ma la vergogna?! No, quella non doveva essere inclusa nel pacchetto.
Ringhiando irritato nascose il volto tra le mani, trovando impossibile non ricordare ciò che aveva immaginato qualche istante prima.
" Maledetto Liam... maledetto Luke...", borbottò, continuando ad imprecare contro i suoi fratelli che, alla fin fine, non avevano alcuna colpa: era stato lui ad aver immaginato tutto.
Continuò a maledire i due, e anche se stesso, fino a quando non sentì la porta riaprirsi. Rimase immobile, imbarazzato a morte, allontanando le mani solo quando il ragazzino si avvicinò a lui.
" Ecco!", gli porse gentile delle salviette che Chris accettò subito.
" Grazie...", mormorò, cercando di sembrare impassibile mentre si adoperava per rendere meno visibile il danno.
" Se ti consola...", il giovane si sedette sul palco, asciugandosi il collo con un panno che si era portato dietro. " Non sei l'unico. È successo a tanti altri clienti."
" Sinceramente?", Chris alzò lo sguardo. " Non mi consola l'essere venuto nei pantaloni!"
Il giovane si permise di ridere ancora.
" Ma almeno ti è piaciuto. Non sei venuto per niente.", ribatté. " Perché ti è piaciuto, vero?", domandò poi, mostrando un nuovo sorrisetto malizioso che increspò le sue fini labbra.
" Direi di sì...", biascicò, mentre le immagini del ragazzo, seminudo sotto il suo corpo tornavano prepotentemente a galla.
" Beh... allora ti lascio. È stato un piacere lavorare per te, Chris.", il giovane si alzò - aveva passato anche fin troppo tempo con il suo cliente.
" S-sì...", l'uomo annuì. " Grazie...", lo guardò andare di nuovo verso la porta, cercando di ricordarsi il nome del ragazzino... che però non gli era mai stato detto. Si alzò subito, come se il suo nome fosse una cosa di vitale importanza.
" Un attimo! Non... non ricordo come ti chiami...", era stupido volerlo sapere, anche perché non lo avrebbe probabilmente più rivisto, ma... voleva per forza dargli un nome quando si sarebbe ricordato quella giornata.
" Mai detto, eheheh...", rispose. " Sono Tom."
" Tom...", ripeté.
Un nome semplice, sicuramente il diminutivo di Thomas... sempre se era il suo vero nome.
" Ti ho dato il mio vero nome.", aggiunse Tom, come se avesse intuito i pensieri di Chris. " Quando avrai ancora voglia di divertirti, chiedi pure di me, eheheh. Sarà un piacere rivederti.", concluse, lasciando la stanza con un gesto della mano.
L'uomo, rimasto solo, sapeva che quell'ultima affermazione era una semplice frase fatta - magari tipica delle persone che lavoravano lì -, ma... non poté fare a meno di dirsi che sì: sarebbe tornato anche altre volte pur di rivedere quel ragazzino di nome Tom.