Titolo: Deathless
Titolo del Capitolo: III. Nothing
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Kìli, Fìli, Smaug
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Rosso
Avvertimenti: DeathFic, Incest, Slash, What if? (E se…), Alternative Universe (AU)
Conteggio Parole: 4830
Note: 1. Scritta ma non partecipante (non ho fatto in tempo X°D) per la
#9 Notte Bianca di Maridichallenge. Prompt: Lo Hobbit, Fili/Kili, BeingHuman!AU in cui Kili è un vampiro e Fili è un umano.
2. Allora... visto che sono un’idiota che si complica la vita, non riuscivo a scrivere senza un “background” ho tentato di ricreare una sorta di storia dietro Vampire!Kìli, riprendendola da quella di Mitchell. Comunque... ci tengo ad avvisare che qui i Fìli e Kìli protagonisti NON sono fratelli, la storia è uscita in questo modo e il ‘nostro’ Fìli è il nipote di Kìli - che era un vampiro ancor prima che nascesse. Sì mi sono complicata la vita X°D
3. E visto che non mi andava di lasciare le cose così... beh... semplici... ho dato a tutti dei nomi “umani” X°D ovviamente poi i diminutivi sono i loro nomi originali, quindi vi troverete davanti Kilian (Kìli) e Fillian (Fìli) che sono due nomi di origine irlandese - ambientazione della storia.
4. Clondalkin. Città irlandese nella quale è nato Aidan ù_ù
5. QUESTA E’ LA FINE! NON ODIATEMI E NON CERCATEMI CON I FORCONI! *vola via in Nuova Zelanda*
6. Non betata :3
Kilian attese qualche attimo prima di iniziare a parlare.
Era finalmente giunto il momento di dire tutta la verità, anche se ad essere sinceri non sapeva proprio come introdurre l'argomento 'vampiri'. Perché di certo non poteva esordire con un: " Allora Fili, devi sapere che sono il tuo prozio Kilian. Ho oltre ottant'anni e sono un vampiro. No, non preoccuparti: ho superato da tempo la voglia di bere il tuo sangue.", sarebbe stato preso per pazzo e... Fillian meritava una spiegazione più articolata.
Sospirò, e quando Fili gli prese la mano come per rassicurarlo, si decise a parlare - vada come vada, si disse.
" Ti devo raccontare... beh, la vera storia di Kilian Durin...", esordì serio.
" Lo conosci?", chiese l'altro.
" Diciamo di sì. Ma è complicato... per questo motivo ti chiedo di ascoltarmi e di... cercare di stare calmo."
Fillian annuì, senza riuscire però a nascondere una certa apprensione davanti all’espressione cupa del suo compagno.
" Devi sapere che nel mondo ci sono certi... 'individui' che per natura, o perché pensano di non poter sfuggire alla loro condizione, si divertono con il dolore altrui. Che vivono letteralmente per quello.", spiegò Kili, decidendo di non utilizzare direttamente il termine 'vampiro'. " Come la maggior parte delle persone in questo mondo, Kilian non sapeva niente della loro esistenza e quando si trovò faccia a faccia con quella realtà... dovette fare una scelta.", fece una pausa. " Doveva scegliere tra la sua morte e quella della sua famiglia. E, ovviamente, la scelta ricadde sulla prima opzione."
" L'incendio? Quindi... non è stato un incidente!", esclamò Fili stupito, ma Kili smorzò subito il suo entusiasmo continuando a parlare.
" Sì e no. Quell'incendio non è stato un incidente, ma lo ha appiccato Kilian stesso per... beh, inscenare la propria morte e andare via da Clondalkin."
" Quindi... non è morto per davvero..."
" N-no... vedi, lui è morto. Beh, all'incirca.", farfugliò il vampiro trovandosi in seria difficoltà.
Perché doveva essere così complicato?
" Diciamo che... ha iniziato a vedere e 'vivere' il mondo in un altro modo... era diventato uno di quegli individui, e quel suo nuovo modo di vivere avrebbe solamente messo in pericolo la sua famiglia...", mormorò il vampiro dopo qualche attimo.
Fillian avrebbe voluto fare altre domande - chi erano per la precisione quegli individui? E che significava 'morto all'incirca'? -, ma preferì rimanere in silenzio e permettere all'altro di continuare.
" Kilian si trovò costretto a lasciare la città e presto dovette anche abbandonare l'Irlanda. Perché per vivere come quegli individui doveva fare delle cose terribili.", abbassò la voce. " Cose indicibili che rimarranno per sempre nella sua coscienza, se ancora ne possiede una...”
“ Kili questo...”
“ Ora però non è più così.", si affettò a dire. " Ha incontrato un amico, uno come lui, che lo ha aiutato a cambiare ancora. A vedere di nuovo una possibilità di vita senza dover far del male a nessuno.", aggiunse come se quello potesse cancellare gli sbagli compiuti in tutti quegli anni.
" Sembra una storia di conversioni religiose...", commentò Fillian qualche attimo dopo.
" Più o meno.", assentì Kili senza però sorridere.
" Questo però non spiega la vostra somiglianza. Si è sposato?"
" No, e non può neanche avere figli. Perché anche se Kilian ha smesso di comportarsi come quegli individui... resterà sempre uno di loro."
“ Che significa ‘uno di loro’? Non lo capisco...”
" Questi individui non possono dare la vita... perché loro non muoiono neanche. Sono immortali.", svelò il vampiro, guardandolo serio negli occhi. Fillian sostenne per qualche istante il suo sguardo, trattenendo il respiro e sbuffando poi una risata nervosa.
" Per un attimo ti stavo pure credendo!"
" È la verità...", ribatté Kili, stringendogli la mano. " Anche se preferirei che non lo fosse."
Kilian non mentiva, né stava scherzando, si disse Fili fissandolo ancora negli occhi e, anche se tutto in lui urlava di non credere alle sue parole, si costrinse ugualmente al silenzio.
" L’immortalità li costringe a... vivere un’esistenza complicata...", continuò Kili e esitando davanti a quella rivelazione. " Per continuare a ‘vivere’ devono strappare la vita agli altri. Devono nutrirsi di... sangue umano."
" Come... vampiri?", soffiò Fili, riportando alla memoria quelle assurde creature che tanto andavano di moda nei film e nei libri.
Kili sospirò nel sentire quella definizione sfuggire dalle labbra dell'altro. Le carte erano quasi tutte scoperte in tavola... doveva solamente fare un ultimo sforzo.
" Esattamente."
" Mi stai dicendo che Kilian, il fratello del nonno, era un vampiro?"
" Lo è ancora...", sussurrò abbassando il capo, nascondendosi dietro i suoi lunghi capelli, e Fili finalmente comprese.
Farfugliò qualcosa tra lo stupore, senza riuscire a mettere in fila qualcosa di senso compiuto.
“ Fillian...”
" È... impossibile.", mormorò finalmente il giovane. " Dai Kili, potevi inventarti una storia migliore e meno fantasiosa. Immortali. Vampiri!", aggiunse ridendo ancora nervosamente.
Come poteva credere ad una storia simile? Era... assurda!
" Io..."
" Non mi starai chiedendo di... crederci?!"
Tentava di negarlo, di non pensare a tutte quelle piccole cose che in quell'istante sembravano avere tutto un altro significato.
Da Kilian che evitava gli specchi - solo in quel momento si rendeva conto di quel particolare. Il suo corpo sempre freddo. Quello sguardo da predatore che gli rivolgeva di tanto in tanto. Fino ad arrivare alla sensazione di conoscerlo da sempre e la foto...
" Non è semplice da accettare, lo so...", mormorò Kili.
" Fuori."
" C-Cosa?"
" Ho detto 'fuori'. Desidero restare solo. Va via. Ti prego.", ripeté Fillian con voce insolitamente calma e, come se dei fili invisibili lo stessero trascinando verso l'esterno, Kilian si alzò e andò verso la porta, mormorando un basso: " Mi dispiace...", prima di abbandonare l'appartamento.
Era comprensibile quel rifiuto, si disse il vampiro come per consolarsi, ma niente in quel momento lo avrebbe aiutato a placare la sua pena.
Sperava solo che Fili capisse e che... non lo sapeva neanche lui. Era una situazione complicata e non era semplice riuscire a gestirla.
Si sedette sulle scale all'esterno dell'appartamento senza poter far altro che attendere, mentre Fillian, rimasto solo, ripensava alle parole del suo compagno, alle coincidenze e alla realtà che stava vivendo.
Tutto sembrava girare attorno a delle semplici affermazioni che avevano tutte come soggetto Kilian.
Dal fatto che il suo amante era il fratello di suo nonno. Il che lo rendeva quindi il suo... prozio? Avevano inoltre fatto sesso più e più volte, e quello poteva essere in un certo qual modo definito 'incesto'.
Poi, se non sbagliava il conto degli anni, Kili aveva più di ottant'anni - anche se ne dimostrava al massimo diciannove - ed infine, come se non bastasse, gli aveva nascosto la verità per tutti quei mesi.
Tuttavia, quelle affermazioni non contavano niente davanti all'ultima rivelazione: Kilian era un vampiro.
Un succhiasangue di quelli che si vedevano solo nei film e che Fili non aveva mai sopportato - erano invenzioni troppo assurde per essere prese sul serio.
Cose talmente senza senso da essere diventate improvvisamente reali. Come era possibile?
Si prese il viso tra le mani, nascondendolo ed emettendo un verso dolorante. Non riusciva a crederci, e per di più gli era pure venuta l'emicrania. Perché tutto quello continuava a non avere alcun senso, e più ci pensava più le sue forze gli venivano a mancare, fino a quando - esausto per le troppe informazioni e per il crescente dolore alla testa - decise di spostarsi e di andare a distendersi nella speranza di trovare una risposta in quel modo.
Aveva sperato che la situazione si sbrogliasse entro qualche ora, ma alla fine Kilian si era dovuto arrendere all'evidenza che Fili non lo avrebbe invitato a rientrare a casa nell'immediato, e che si sarebbe dovuto almeno trovare un posto per la notte. Fortunatamente la sua città era ancora come se la ricordava, e riuscì con facilità a trovare un posto abbastanza isolato nella periferia per passare quegli interminabili giorni in attesa di notizie da parte del suo compagno.
Era pronto ad accettare qualsiasi scelta da parte di Fili, perché era normale che il giovane preferisse cacciarlo di casa piuttosto che vivere con un mostro come lui.
Quale persona sana di mente avrebbe accettato una relazione con un non-morto? Inoltre, Kilian era conscio di essere una bomba ad orologeria, perché non sapeva quando e come avrebbe smesso di resistere al sangue.
Sperava che non accadesse mai, ovviamente, tuttavia le cose brutte accadevano anche a chi non se le meritava... ma fin quando poteva proteggere Fili ed evitare che gli accadessero cose cattive, lui lo avrebbe fatto anche se avesse significato stargli lontano.
Kilian sapeva che non sarebbe stato semplice superare quella distanza forzata dal suo compagno, ma era la cosa giusta da fare... anche se i giorni parevano non voler passare ed il più delle volte si ritrovò a fissare inutilmente lo schermo del cellulare, anche per ore, in attesa di un messaggio o di una chiamata - Fillian si era chiuso nel silenzio e Kili, dalla sua, non aveva il coraggio di contattarlo.
Cosa gli avrebbe potuto dire in fondo?
Che gli dispiaceva? Beh, quello era ovvio, ma di certo non avrebbe cambiato il fatto che era e che sarebbe rimasto per sempre un vampiro. Quella era la sua natura, e suo malgrado non poteva costringere Fili ad accettarlo, né spingerlo a ‘fare in fretta’.
Tuttavia, era già trascorsa una settimana - gli sembrava essere passato un mese e non solo sette miseri giorni -, e davanti a quel tempo che scorreva inesorabile e senza notizie, Kili iniziò quasi a perdere le speranze.
Sospirò affranto, e dopo aver rimesso in tasca il suo cellulare riprese a camminare per Clondalkin, cercando al tempo stesso di distrarsi e di evitare i posti che Fillian era solito frequentare.
Non si rivelò affatto semplice pensare a qualcosa che non fosse il suo compagno e a quella situazione. La sua testa sembrava infatti aver trovato rifugio in altri lidi lasciando che ogni suo pensiero si catalizzasse ovviamente su Fili. E quella sua condizione di debolezza si rivelò alquanto pericolosa quando quel pomeriggio - rientrando nella fabbrica abbandonata in periferia che era diventata la sua dimora provvisoria - si rese conto troppo tardi di essere stato seguito.
I suoi sensi erano solitamente molto sviluppati e non era semplice prenderlo di sorpresa... ma quel qualcuno ci era riuscito.
" È ironico dire 'chi non muore si rivede', vero Kilian?"
Kili si gelò quando quella voce profonda e maliziosa gli carezzò le orecchie quasi con dolcezza, donandogli un brivido lungo la schiena.
C'era un qualcosa di dolorosamente familiare in quel timbro. Un qualcosa che gli impedì di voltarsi alla ricerca del volto dell'altro e che lo riportò invece con la memoria al suo ultimo giorno di vita.
" Pensavo saresti morto di stenti davanti alla tua umanità. Senza una guida..."
Nonostante fossero passati oltre cinquant'anni dalla sua morte. Kilian non avrebbe mai dimenticato Smaug.
Sputò il suo nome quasi con rabbia, voltandosi lentamente verso l'altro vampiro.
Il tempo non lo aveva ovviamente cambiato. Aveva sempre quei suoi capelli scuri - vedeva dei riflessi rossi ora che lo notava -, gli occhi che ricordavano quelli di un felino e la pelle di un bianco quasi immacolato.
Era lo stesso che lo aveva trasformato in un vampiro, privandolo di una vita monotona ma comunque mortale insieme alla sua famiglia.
" Che ci fai qui?", sbottò nervoso, mettendosi all'istante sulla difensiva.
La prima volta che aveva incontrato Smaug si era ritrovato a scegliere tra se stesso e i suoi cari. Da quel momento non lo aveva più rivisto - dopo averlo 'ucciso' era scomparso, lasciandolo solo in preda alla confusione ed alla paura, insieme a tutti gli altri problemi dei vampiri -, per quel motivo quella seconda ed improvvisa apparizione non prometteva nulla di buono.
" Dovresti salutare con un po' più d'affetto il tuo creatore.", ribatté Smaug, scrutandolo da capo a piedi.
Kilian non rispose, restando fermo nella sua posizione pronto a reagire al minimo movimento dell'altro.
" Che figlio ingrato.", sospirò teatrale l'altro vampiro, riuscendo a strappare un basso ringhio al più giovane. " Ti toglierei la testa se non fossi così prezioso..."
Quell'affermazione stupì non poco Kili.
Prezioso?
" Che... che stai dicendo?", domandò incerto.
" Sei sopravvissuto a lungo, oltre ogni aspettativa... e non ti nutri neanche di sangue. Questo ti rende... interessante.", Smaug iniziò a camminare lentamente, girando attorno a Kilian come per poterlo studiare meglio. " Un po' di sangue potrebbe... trasformarti in una bestia?"
" No... non intendo toccare neanche una sola goccia di sangue!", rispose Kilian con decisione, seguendo con lo sguardo i movimenti dell'altro.
" Quale forza ti spinge ad un tale abominio?", domandò Smaug.
" Non voglio uccidere ancora!", ribatté Kili. " È quello il vero abominio."
" Puoi dire ad un leone di non cacciare? Ad uno squalo di non seguire l'odore del sangue della sua preda? Non è forse una crudeltà costringere queste splendide creature al digiuno?", gli fece presente il vampiro più anziano.
" Io... io sono diverso."
" Oh... questo lo so.", sorrise Smaug. " Perché tu sei mio~", aggiunse soffiando quelle parole direttamente nell'orecchio di Kilian che, stupito dall'improvvisa vicinanza - era veloce, molto più di lui - fece un balzo in avanti.
" Non lo sono!"
" Ti ho creato io."
" Te ne sei andato! Mi hai lasciato solo! Hai... hai perso ogni diritto! Anzi: non ne hai mai avuti!", precisò.
" Ti ho solo dato l'opportunità di crescere più velocemente.", spiegò il vampiro con calma. " Ed ora mi servi. Vengo a reclamare la tua fedeltà."
Per un attimo Kili fu quasi tentato dal chiedergli il motivo di quell'interesse - per cosa gli serviva? -, ma il buon senso ebbe fortunatamente la meglio sulla curiosità.
" Non ti sarò mai fedele! Ora va via!", esclamò con decisione.
" Neanche se ti ponessi davanti ad una scelta?", domandò Smaug malizioso, e Kilian si ritrovò letteralmente congelato.
Il nome di Fillian gli balenò subito in mente, lasciandosi sfuggire un basso: " No..."
Non poteva accadere ancora. Non poteva scegliere tra l'umanità che stava lentamente recuperando e la persona che amava... perché era Fili stesso la sua umanità. Era la sua esistenza che ormai gli permetteva di continuare con quel digiuno forzato.
" Fillian, vero?", continuò l'altro vampiro. " Vi ho tenuto d'occhio. Eri così... innamorato, che non ti sei neanche reso conto della mia presenza."
" Non... osare avvicinarti a Fili!", ringhiò pronto ad attaccarlo.
" Mi stai minacciando?"
" Non costringermi a farlo.", ribatté Kilian.
" Sai come si uccide un vampiro?", domandò Smaug vagamente divertito. " Pensi di poter uccidere... me?"
" Sì!"
Cercò di apparire più sicuro di quanto non lo fosse. Non aveva mai ucciso un suo simile ma per proteggere Fili, avrebbe fatto di tutto.
Smaug, ovviamente, trovava quella sua posizione quasi comica e, mostrando ancora una volta la sua velocità e forza, afferrò il giovane vampiro per il collo, costringendolo contro il muro.
Kili si dimenò, cercando di liberarsi da quella ferrea presa che lo aveva colto impreparato.
" Hai tempo fino a domani, Kilian. Sai... potrei far diventare il tuo amato Fillian uno di noi.", sussurrò.
" N-non... t-toccarlo!"
" Già... sarebbe un regalo troppo prezioso per te.", constatò Smaug, avvicinando poi le labbra all'orecchio di Kili. " Sarà ugualmente un piacere assaggiare il suo sangue e privarlo della vita... se vuoi proteggerlo devi fare la scelta giusta, Kilian. Hai tempo fino a domani.", ripeté piano, poco prima di colpire il capo del giovane vampiro facendogli perdere i sensi.
Kilian si risvegliò solo parecchie ore più tardi disteso scompostamente sul pavimento del fabbricato abbandonato.
Era confuso e gli doleva non poco la testa, tant'è che la prima cosa che fece fu cercare il cellulare e portarlo davanti al viso.
Erano le nove di sera e Fili non gli aveva ancora mandato nessun messaggio...
" Fili...", mormorò aggrottando le sopracciglia per poi riscuotersi rendendosi conto della gravità della situazione.
Il suo Fillian era in pericolo! Doveva fare qualcosa prima che Smaug...
Scosse il capo. Non voleva neanche pensare all'eventualità che accadesse qualcosa al suo compagno.
Si alzò quindi di scatto in piedi, e correndo verso l'esterno del fabbricato, digitò il numero di Fillian attendendo in linea.
" Rispondi. Rispondi. Rispondi, ti prego Fili...", mormorò spaventato e preoccupato, ascoltando il telefono squillare.
Ogni secondo era prezioso, e più Fili esitava a rispondere più la preoccupazione prendeva piede nell'animo di Kilian.
Tirò quasi un sospiro di sollievo quando sentì il suo compagno accettare la chiamata.
" Fili! Come stai? Ti prego non riattaccare! Sei... sei in grave pericolo!", esclamò senza neanche attendere un "pronto" o qualche insulto per averlo chiamato - non avevano ancora chiarito, in fondo.
Non giunse alcuna risposta, solo il silenzio.
" Qu-questa situazione è colpa mia.", riprese Kilian agitato. " Mi dispiace... mi dispiace tantissimo! N-non intendevo metterti in pericolo ma... ma sto venendo da te ora! E ti spiegherò tutto. Tu cerca solo di... non invitare nessuno a casa. I vampiri non possono entrare in edifici privati senza invito.", si raccomandò continuando a correre.
" Troppo tardi, Kilian."
Smaug.
Ancora una volta la voce del vampiro gli donò un brivido.
“ Che cosa hai fatto a Fili?”, esclamò continuando a correre, ripetendosi di essere ancor più veloce.
“ Ti sto solamente donando un... incentivo.”, rispose Smaug semplicemente. “ E tranquillo... il tuo amato sta bene. Ha un bel caratterino...”
Lo sapeva. Sapeva benissimo che il suo Fillian era un osso duro e che si sarebbe battuto prima di farsi sottomettere da uno come Smaug... ma quest’ultimo non era un uomo qualsiasi: era un maledetto vampiro.
“ Non gli sarà torto un capello se farai la scelta giusta.”, concluse Smaug prima di lasciar cadere la linea, costringendo Kilian a correre se possibile ancor più veloce. E quando arrivò all’appartamento, che fino alla settimana prima era la sua dimora, gli parve quasi di sentire le sue gambe cedere per il dolore.
Non aveva mai fatto un simile sforzo, ed anche se era un vampiro il suo corpo non si era mai spinto fino a quel punto.
Percorse le scale a tre a tre, fermandosi - come se fosse davanti ad un muro - dinnanzi alla porta aperta.
Fili lo aveva cacciato. Senza un invito non poteva entrare.
“ Fillian!”, lo chiamò a gran voce, sperando di sentire in risposta quella del suo amante. “ Fammi entrare!”
Restò in silenzio, facendo scorrere lo sguardo sul breve corridoio dell’appartamento che dava subito alla sala da pranzo.
Nessun segno di lotta. Era tutto proprio come lo aveva lasciato la settimana prima - poteva addirittura vedere per terra la sacca e l’arco che aveva lasciato quando era rientrato prima che tutto cambiasse -, ritrovando a mordersi le labbra quando sentì dei passi che accompagnarono al comparsa di Fillian e Smaug.
Fili era teso e zoppicava - quel maledetto lo aveva ferito, e quella constatazione non fece altro che far alterare Kili -; al contrario, il vampiro sembrava divertito da quella situazione anche se portava sul volto pallido il segno di un pugno forse - Fillian si era ovviamente battuto.
“ Ben arrivato, Kilian.”, lo accolse gentilmente Smaug.
“ Lascialo andare! Tu vuoi me! Fili non centra niente con noi due.”, dichiarò Kili, cercando di entrare inutilmente nell’abitazione.
“ Sai, pensavo di cambiare.”, riprese placido il vampiro, annusando il collo di Fillian che tremò stringendo i denti per trattenersi dal fare qualsiasi mossa - Kilian era certo che Smaug gli avesse imposto quel silenzio, un movimento e sarebbe morto. “ I suoi capelli mi ricordano l’oro... e per la mia causa mi servirebbe qualche altro giovane e forte ragazzo disposto a sottostare ai miei ordini.”
“ Lascialo fuori da tutto questo! Puoi... puoi prendere chiunque! Ma Fili non devi toccarlo!”, ringhiò il vampiro più giovane.
“ Pensi che non sappia quanto sia difficile per te resistere alla tentazione di affondare i denti nella sua morbida pelle?”, insinuò Smaug, afferrando Fillian per i capelli. Gli fece inclinare il capo con decisione, mostrando a Kili il collo scoperto dell’altro.
“ Sarebbe tutto più semplice se lui fosse come noi. Potreste vivere insieme per l’eternità. Dominare quest’insulsa terra di mortali, ottenere tutte le ricchezze che desiderate...”, continuò il vampiro percorrendo con l’unghia la pelle tesa del giovane, aprendo una piccola ferita che rubò in lamento di Fili.
La vista del sangue fece tremare Kilian, ma il disgusto e l’odio che provava per Smaug insieme al terrore per la sorte di Fillian, gli impedirono di sentire la necessità di nutrirsi.
Fili era più importante di qualsiasi altra cosa.
“ Lascialo!”, esclamò ancora, cercando disperatamente di entrare e di battere quel muro invisibile che gli impediva di aiutare il suo compagno.
Se solo lo avesse invitato...
“ Pensaci. Potreste essere felici e ricchi. Non do a tutti questa opportunità...”, continuò Smaug, leccando lentamente il sangue dalla ferita di Fillian che, tremando per quel gesto, trovò impossibile non reagire.
Sapeva che sarebbe potuto morire - Smaug lo aveva minacciato -, ma non si sarebbe mai arreso senza combattere né avrebbe permesso a Kilian di fare qualcosa contro la sua volontà.
Aveva pensato a lungo a quella situazione, e mai in quei mesi il suo compagno lo aveva messo in pericolo. Era sempre stato attento - in quell’istante pure il fatto che esitasse davanti al sesso sembrava prendere un altro significato - e l’idea che potesse diventare crudele e spietato come quell’altro vampiro lo terrorizzava.
Tirò indietro la testa si scatto, colpendo il viso vampiro che, colto di sorpresa - era troppo interessato a Kilian e al sangue che aveva appena assaggiato -, lo lasciò andare.
Ignorò il dolore alla gamba ferita nella breve e inutile colluttazione avuta con Smaug appena mezz’ora prima, quando aveva fatto la figura dell’idiota nell’invitarlo ad entrare a casa - certo, non sapeva chi fosse e si era presentato come un avvocato... non poteva pensare che fosse ‘il creatore’ di Kili -, e tentò di correre verso il suo compagno.
Tuttavia il vampiro non era uno sprovveduto ed afferrandolo ancora lo sbatté al muro stringendogli la gola in una ferrea presa che costrinse Kili a scontrarsi contro quello che sembrava essere un muro invisibile che gli impediva di entrare.
“ Lascialo! Fammi entrare e battiti con me!”, gridò Kilian e Fili, rivolgendogli un’occhiata quasi disperata, tentò di chiamarlo per invitarlo ad entrare, ma riuscì solo ad emettere un basso rantolo reso soffocato dalla stretta di Smaug che si era fatta più decisa.
“ Mi hai fatto arrabbiare.”, sibilò il vampiro, la sua voce era diversa. Non suonava più tranquilla e divertita, ma irosa ed i suoi occhi - qualche attimo prima quasi felini - sembravano essere affogati nell’oscurità.
Due globi neri lo fissavano mozzandogli quel poco fiato che gli rimaneva, lasciandolo addirittura sordo ai richiami disperati di Kili.
“ Hai appena scelto la morte.”, dichiarò Smaug e, liberandogli il collo, andò ad affondare i denti acuminati nella pelle scoperta.
Urlò per la sorpresa ed il dolore, tentando di scalciare e divincolarsi senza però riuscire a liberarsi.
“ Fili! Fili!”, solo la voce di Kilian parve riscuoterlo per qualche istante, e mentre sentiva le forze e le energie scivolargli via, riuscì a rantolare un basso: “ Entra.”, che spezzò le catene che impedivano al suo compagno di attraversare l’appartamento.
Kili si lanciò subito come una furia sul corpo di Smaug, allontanandolo da quello di Fillian che si accasciò per terra in un lamento.
Anche i suoi occhi si erano tinti di nero e, guidato dalla furia omicida, iniziò a colpire con tutta la rabbia che aveva in corpo il vampiro.
Aveva osato toccare il suo Fili. Lo aveva morso... non lo avrebbe mai potuto perdonare.
Come si uccideva un vampiro?, si chiese mentre veniva colpito a sua volta dalla reazione di Smaug che lo costrinse a cadere sul tavolo della sala da pranzo che si spezzo sotto il suo peso...
Un paletto piantato nel cuore. Il fuoco. O anche tagliargli la testa.
“ Sei forte, ma non abbastanza.”, sibilò il vampiro, torreggiando sul corpo dolorante del più giovane che, ripetendosi ancora e ancora i modi per ucciderlo - paletto, fuoco, testa -, reagì colpendolo sulle gambe.
Erano entrambi veloci, Smaug sicuramente più di lui ed anche decisamente più esperto, ma Kili non si sarebbe arreso fino a quando non avrebbe vendicato Fillian.
Riuscì a farlo cadere per terra, tentando di afferrare uno dei piedi spezzati del tavolo per utilizzarlo come paletto, venendo però bloccato da un urlo che lo costrinse a voltarsi verso la porta.
Una delle vicine, una donna anziana che aveva sempre avuto a cuore quei due ragazzi del primo piano, stava ferma sulla porta.
Era stata attirata dai rumori e, pallida come un cencio per ciò che aveva appena visto - Fili per terra insanguinato e Kili che si batteva contro il suo aggressore - non era riuscita a trattenere un urlo disperato.
Quell’attimo di distrazione permise a Smaug di colpire Kilian e di rialzarsi puntando la signora. Presto sarebbero arrivati altri spettatori, forse la polizia... e quel testimone doveva essere fatto fuori.
“ V-vada via!”, gridò Kili cercando di alzarsi, sperando che l’anziana donna scappasse.
La signora arretrò, pronta a scappare per allarmare le autorità.
“ Non le permetterò di andare via.”, sibilò Smaug, percorrendo il breve corridoio con passi lenti e controllati, bloccandosi quando la donna - terrorizzata - iniziò a pregare.
Aveva visto il demonio - quegli occhi privi di colore, il sangue - ed era stata l’unica cosa che era riuscita a fare e che, miracolosamente, riuscì a fermare il vampiro.
Quelle parole infatti lo costrinsero a chiudere gli occhi, arrestando la sua marcia quasi intontito.
Kili stesso rimase un po’ debilitato da quella reazione e dalle parole sacre della donna, ma riuscì ugualmente a reagire - non erano dirette a lui e... doveva uccidere Smaug.
Si guardò attorno disperato, andando ad afferrare l’unica arma che poteva utilizzare il quel momento. Si mosse veloce, e chiudendo gli occhi per cercare di non sentire le preghiere della sua vicina, andando ad afferrare il corpo di Smaug, tirandolo verso di sé grazie alla corda tesa del suo arco.
Il vampiro emise un verso soffocato e stupito, portando subito le mani al collo per allontanare quel fine filo che andava a premere con forza contro la sua gola.
“ L-lasciami...”, ringhiò Smaug, ma Kilian, stringendo i denti per lo sforzo, non allentò la presa. Ignorò completamente la donna - che, forse per istinto, scappò via urlando ancora alla ricerca di un aiuto - per concentrarsi invece sul vampiro.
“ La-lasciami... Kilian...”, sibilò ancora l’altro ma il più giovane non disse niente.
Nessuna frase ad effetto o vendicativa, si limitò semplicemente ad alzare il piede per dare un calciò alla schiena del suo avversario mentre tirava indietro l’arco con tutte le sue forze.
Smaug non riuscì neanche ad emettere un lamento mentre la corda tagliava di netto la testa, facendolo cadere sul pavimento come una marionetta senza fili.
Anche Kili si ritrovò per terra, sbilanciato dalla forza che aveva utilizzato per colpire il vampiro, osservando poi quest’ultimo diventare rapidamente cenere.
Sospirò e rivolse subito il suo sguardo a Fili.
" E-ehi Fili...", si trascinò tremante vicino al corpo del suo compagno.
Il sangue della ferita di Fillian lo nauseava, ma la sua mente non pensava a quelle sensazioni. Non gli importava niente, se non la salute del suo amante.
" Fillian?", lo chiamò ancora, prendendogli la mano e trovandola fredda come la sua.
Il suo stomaco si attorcigliò davanti a quel gelo, diverso dal naturale calore di Fili.
" Apri gli occhi... ti prego...", mormorò, scuotendolo prima con delicatezza poi con crescente disperazione. " Fillian!"
Con orrore notò che la ferita sul collo aveva ormai smesso di sanguinare, come se... se non ci fosse più linfa vitale in lui.
Lo chiamò ancora e ancora, restando accanto al suo corpo esanime per dei minuti quasi interminabili, aspettando e sperando di vederlo riaprire gli occhi da un momento all'altro.
Non gli importava come, che Fillian fosse un vampiro o meno, Kilian voleva semplicemente vederlo 'vivo'. Ma non accadde.
Smaug non si era limitato a morderlo, lo aveva ucciso davanti ai suoi occhi.
Colui che lo aveva ucciso una volta, aveva fatto in modo di privarlo ancora di tutto ciò che aveva di più caro.
" Fillian... mi dispiace...", mormorò, lasciando spazio alle lacrime e all'antico pensiero del suicidio che per anni era stato un chiodo fisso nella sua esistenza.
Si sarebbe mai ricongiunto a Fillian? Sarebbe mai riuscito a farsi perdonare per non averlo protetto?
Afferrò tremante il piede del tavolo che aveva pensato di utilizzare come paletto per uccidere Smaug, portandolo al petto e premendovi contro le punte irregolari.
Chiuse gli occhi, pronto a togliersi la vita... ma le sue mani iniziarono a tremare quasi violentemente impedendogli di muoversi e di compiere quel gesto.
“ Dai...”, ringhiò stringendo i denti, ma il suo corpo continuava a rifiutare quel gesto, costringendolo a lasciar cadere il piede del tavolo per terra.
Come tante altre volte in passato, si era ritrovato privo di forza e di coraggio per portare avanti quei suoi propositi.
Perché per quanto fosse cresciuto, Kilian non sarebbe mai riuscito a togliersi la vita.
Era coraggioso al punto da compiere sciocchezze e da mettere davanti ad ogni singola cosa il bene degli altri, ma non lo era abbastanza per scrivere la parola fine alla sua esistenza.
Neanche quel dolore, troppo grande per essere descritto, riusciva a smuoverlo.
Neanche la vista del corpo privo di vita di Fillian ci riusciva.
Niente.
Perché forse la morte era una via troppo semplice per non soffrire, e lui si meritava tutte le pene di quella terra per ciò che era successo.
Forse era solo una scusa - ne era pienamente consapevole -, ma fu con quella convinzione che riuscì ad abbandonare Fillian.
Si alzò e, rivolgendo un’ultimo saluto alla persona che più aveva amato in quel mondo - sperando che i soccorsi chiamati dalla sua vicina arrivassero presto per poterlo portare in un luogo migliore -, si allontanò dall’abitazione, portando con sé il peso della sua codardia e di quell'amore, che aveva causato solo morte e dolore.