[The Hobbit] Out of sight, Out of mind | VI. Distant Memories

May 10, 2013 17:29


Titolo: Out of sight, Out of mind
Titolo del Capitolo: VI. Distant Memories
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Dwalin, Balin
Genere: Introspettivo, Malinconico, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…), Incest, Lemon appena appena accennata
Conteggio Parole: 1135
Note: 1. Scritta per questo prompt: “Dwalin si ricorda il vero motivo per il quale lui e Balin non si vedono spesso - che non è il lavoro ma i sentimenti che non dovrebbero provare l'uno nei confronti dell'altro. Possibilmente con un flashback smut.” ed io ne ho tirato su, beh... una cosa un po’ più lunga del previsto che ho deciso di dividere in tre (o quattro) parti.
In questo capitolo ci troviamo alla Città del Lago, dove però vivremo un flashback della battaglia di Azanulbizar, nella quale Thorin prende il nome di Scudodiquercia e tra le tanti morti c’è anche quella del padre di Dwalin e Balin 2. Partecipa a 500 Themes Italia con il prompt: 186. Ricordi che si srotolano nella mente
3. Ovviamente per il mio dolce uomo che mi ha riempito di prompt ù_ù
4. Non betata °A°




Era ormai notte inoltrata, e nonostante la stanchezza, Dwalin non riusciva a chiudere occhio.
Sentiva sul suo petto un opprimente peso, e neanche la rassicurante presenza di Balin - che dormiva nudo accanto a lui - riusciva a placare quei sentimenti.
Si trovavano vicini ad Erebor ed il Giorno di Durin era ormai prossimo, ed avrebbe segnato la riuscita o il fallimento della loro missione... escludendo Smaug, ovviamente.
Sospirò, e nonostante fossero passati anni, si sentiva come quel giovane Nano che affrontava la battaglia per la riconquista di Moria.
Perduto.

L'accampamento dei Nani non era lontano dalla valle di Azanulbizar.
Si preannunciava una notte mite, caratterizzata da una luminosissima luna e da un leggero venticello.
Una notte fatta per riposare e rinfrancare gli animi e che, tuttavia, veniva spezzata da delle urla, grugniti e sinistri rumori metallici nell'oscurità.
All'interno di Moria, gli Orchi si preparavano, e quello non era altro che il preludio della battaglia.
Nessun Nano sarebbe riuscito seriamente a riposare quella notte. Tensioni e timori albergavano nei loro spiriti, e neanche le forti parole del loro Re erano state in grado di eliminare quelle sensazioni. E Dwalin era tra quelli.
Avvertiva il cuore pesante, ancora fresco dall'attacco di Smaug ad Erebor. E il ricordo delle fiamme, delle urla e dell'impotenza davanti alla forza del drago, gli faceva sentire ogni sicurezza svanire sotto il peso degli eventi.
Sulla sua persona però gravava un pena ancor più grande. Amore e vergogna si mischiavano nelle sue azioni, e si chiedeva se Mahal stesse cercando di punirlo con quelle disgrazie... ma non poteva fare a meno di tornare da suo fratello, cercandone il calore ed il conforto che solo Balin era in grado di donargli.
Anche quella notte ne cercò infatti la tenda, rifugiandosi poi come un bambino tra le sue braccia quando la trovò.
Era uno dei guerrieri più valorosi, ma non per questo privo di paure.
Temeva la morte, ma non per se stesso: per Balin.
Era quanto di più prezioso avesse in vita, e non sopportava l'idea di poterlo perdere.
" Giuralo su quanto hai di più caro.", ringhiò, strappandogli i vestiti con foga.
Cercava un giuramento, eppure si comportava come se fosse l'ultima notte da tanta era la brama di possedere quel corpo.
" Dwalin... è una battaglia.", mormorò Balin serio, senza neanche tentare di fermare l'altro. " Non posso giurarti che..."
Le labbra del Nano si scontrarono violente contro le sue, impedendogli di parlare.
" Devi giurare. Devi farlo.", continuò qualche attimo dopo. " Devi giurarmi che uscirai vivo da questa battaglia."
Il maggiore tentò di rispondere ancora, ma non poté far altro che assentire e dare a Dwalin quel che desiderava.
Aveva bisogno di quella sicurezza, così come entrambi avevano bisogno di carezzarsi e baciarsi, facendosi cullare da quelle sensazioni tanto familiari quanto proibite.
Dwalin poteva tentare di rifiutare la realtà, spingere suo fratello a giurare che sarebbe uscito vivo da quella battaglia, ma sapeva benissimo che l'indomani sarebbero potuti morire entrambi.
Solo per quel motivo aveva sciolto le catene che si era imposto, abbracciando quel peccato che lo costringeva ad amare Balin più di ogni altra cosa in quella terra.
Lo desiderava con tutto se stesso, e con altrettanta convinzione cercava di rifiutare quel legame... ma non quella notte che poteva segnare la fine di tutto.
Perché forse l'indomani sulle labbra avrebbe solamente sentito il sapore del sangue e del ferro, non quello della pelle di Balin. Il suo naso non sarebbe stato invaso dal familiare e piacevole profumo del fratello, ma dalla terra lurida e dal fumo... fino a quando i suoi occhi, che godevano del piacere che donava al suo amante, non si sarebbero spenti nella morte.
Era quello il destino che lo attendeva e che, suo malgrado, poteva abbracciare anche Balin.
" Giuralo...", ringhiò ancora al solo pensiero di stringere a sé quel corpo, che sussultava sotto le sue spinte, e scoprirlo privo di vita.
Il Nano ansimò, afferrandolo per le spalle ed esalando un roco: " S-sì..."
Poteva essere un gemito, così come la risposta che il minore attendeva, ma non gli importò. Cercò di affondare ancora e ancora dentro il corpo stretto e caldo di Balin, stringendolo a sé possessivo.
'Mio', ripeteva la sua testa in un'infantile cantilena senza fine.
Senza alcun futuro abbracciarono in quel modo il loro destino.
Morte, vita, sconfitta e vittoria. Era quella la battaglia.
Nessuna guerra si sarebbe conclusa senza morte e senza sconfitti, e quando l'indomani scesero sul campo ne erano ben consapevoli.
Lo stesso Fundin, loro padre, ne era a conoscenza, e stringendo a sé i suoi figli mormorò delle parole che rimasero nel cuore dei due fino al termine di quella cruenta battaglia.
" Comunque vada, sarete sempre il mio orgoglio."
Nella sconfitta e nella vittoria, così come in vita e nella morte... così come del peccato, si disse Dwalin prima di lanciarsi come un animale contro i suoi nemici.
Il suo corpo ricordava ancora le carezze di Balin, ben più dolci delle sue.
Ricordava il calore ed il senso di colpa, insieme ad una convinzione: più Orchi uccideva, meno avrebbero tentato di portargli via suo fratello.
Lo cercava con lo sguardo, lo cercò anche quando un Orco gli strappò via parte dell'orecchio con un morso.
Lo cercò quando, guidati da Thorin, correvano verso l'ultima battaglia che li condusse ad un'amara vittoria, senza festeggiamenti.
Perché tante erano le morti, e ai vivi non restava altro che piangere i caduti senza poter dar loro una degna sepoltura.
Tra i tanti, anche il corpo di Fundin giaceva privo di vita sulla terra sporca di sangue e Dwalin lo osservò, sentendo crescere sul suo petto un peso ben maggiore di quello ormai familiare.
Strinse a sé Balin, come per consolarlo davanti alla vista del loro genitore, posando poi la fronte contro la sua con delicatezza. Lo sentiva tremare ormai sull'orlo delle lacrime e, pur di non scorgerne il viso stravolto dal dolore, chiuse gli occhi.
" È colpa mia...", mormorò.
Era a causa sua se loro padre aveva pagato il prezzo di quel peccaminoso legame che lo univa a Balin.
Se solo fosse riuscito a trattenersi. Se solo non avesse amato a tal punto suo fratello da non essere in grado di rifiutarlo. Se solo...
" Dwalin..."
Si allontanò, evitando di guardarlo in viso, attraversando il campo di battaglia con il capo basso.
Doveva... andarsene.
Stare vicino a Balin avrebbe portato solo altre disgrazie, e non voleva che suo fratello pagasse per la sua debolezza o finisse vittima dei pettegolezzi altrui.

" Dwalin...", la voce di Balin lo riscosse dai suoi pensieri.
" Mh?"
" Smettila di pensare.", lo riprese divertito il maggiore, appoggiandosi al petto nudo dell'altro.
" D'accordo...", acconsentì Dwalin, abbracciandolo " Mi dispiace."
" Inizi ad essere ripetitivo: ti sei già scusato."
Il minore scosse il capo, accennando un lieve sorriso.
" Ma non abbastanza.", mormorò in risposta, permettendo a quelle memorie che gli avevano impedito di dormire scivolassero via, lasciandogli solo il ricordo del calore del fuoco sul viso mentre osservava il corpo di suo padre e dei suoi compagni bruciare nella valle, sperando che Mahal accogliesse ugualmente le anime di quei valorosi guerrieri.

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Outside a Saint, Inside a Devil



Heirs of Durin



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