[The Hobbit] Out of sight, Out of mind | II. Don't Run Away

Mar 20, 2013 22:21


Titolo: Out of sight, Out of mind
Titolo del Capitolo: II. Don’t Run Away
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Dwalin, Balin
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Rosso
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…), Incest, Lemon
Conteggio Parole: 1305
Note: 1. Scritta per questo prompt: “Dwalin si ricorda il vero motivo per il quale lui e Balin non si vedono spesso - che non è il lavoro ma i sentimenti che non dovrebbero provare l'uno nei confronti dell'altro. Possibilmente con un flashback smut.” ed io ne ho tirato su, beh... una cosa un po’ più lunga del previsto che ho deciso di dividere in tre (o quattro) parti. In questo capitolo si trovano a Gran Burrone<3
2. Partecipa a 500 Themes Italia con il prompt: 357. Notte di fuoco
3. Ovviamente per il mio dolce uomo che mi ha riempito di prompt ù_ù
4. Non betata °A°





Il letto - l'ultimo che probabilmente avrebbero visto fino alla fine del viaggio - gemette per l'improvviso gravare del loro peso quando Dwalin vi spinse sopra suo fratello.
Era morbido ed accogliente, ma soprattutto grande abbastanza per entrambi - era un letto adatto ad un elfo adulto d'altro canto. Ovviamente non era stato preparato per accoglierli tutti e due - dall'altro lato della stanza c'era un secondo giaciglio -, tuttavia, dopo tutto quel tempo sia Balin che Dwalin sentivano la necessità di... di un po' di intimità.
Era piacevole stare insieme in ogni singolo momento durante quel viaggio, perché era come essere tornati a quando erano ancora giovani e condividevano lo stesso tetto, quando ancora non capivano tutti i problemi che il loro legame poteva creare. Ma c'era qualcosa che mancava ed era il non poter stare vicini come desideravano davanti al resto della compagnia, potevano permettersi solo dei fugaci baci o delle timide carezze, con le mani che si sfioravano di nascosto.
Quindi, non potevano assolutamente rifiutare l'opportunità di giacere insieme, senza essere disturbati, in un vero e proprio letto.
A dirla tutta, la situazione di per sé era poteva anche essere comica, perché si stavano comportando alla stregua di quei due scavezzacollo di Fìli e Kìli con quella loro necessità di vicinanza sempre più forte e, talvolta, anche insopportabile. Il motivo era semplice: era l’effetto sortito dal loro legame che per anni era stato rifiutato; e, inconsciamente, cercavano quasi di recuperare tempo perso - era una cosa davvero stupida, lo ammettevano entrambi... ma nonostante la loro età ‘avanzata’ si sentivano bene.
Quel viaggio era come una seconda opportunità per i due Nani, anche se ovviamente non si sarebbero mai comportati come una ‘novella coppietta’ - o da ‘idioti’, come li avrebbe definiti Dwalin. Dovevano sempre stare attenti a non attirare troppe attenzioni, ed anche se erano entrambi riservati, era più sicuro tenere un occhio sui loro compagni.
Ma alla fin fine, non si erano mai sentiti meglio, e non avendo mai avuto l’occasione di godersi per davvero quel loro legame, potevano solamente fare tesoro di quei brevi momenti di libertà.
Infatti si spogliarono velocemente, facendo scontrare le loro labbra quasi con violenza nel preludio di quello che per entrambi era fare 'l'amore'.
Erano ben lontani dall'essere dolci e romantici, di fatti il loro rapporto era sempre stato molto fisico - più per scelta di Dwalin che per vera e propria predisposizione di entrambi -, ma era pur sempre intervallato da delle piccole attenzioni che, nonostante la foga di quell'atto, mostravano l’affetto reciproco. Come, ad esempio, i cuscini messi sotto i fianchi di Balin - perché il minore sapeva che la schiena di suo fratello non era più quello di una volta e non poteva permettersi di metterlo in una posizione ben poco confortevole -, o gli sguardi che si scambiavano carichi d'intesa e fiducia.
Tentavano entrambi di mettere l'amante a proprio agio - il maggiore soprattutto, voleva che Dwalin pensasse solo a quanto stavano facendo e non ai vari problemi della loro relazione -, mentre i loro corpi, affamati, si cercavano muovendosi l'uno contro l'altro.
La frizione creata da quel malizioso strusciare poté solo far crescere le loro erezioni e la necessità che sentivano l'uno per l'altro, spingendo il minore a cercare frettolosamente l'orifizio dell'altro.
Dapprima fu la saliva ad aiutare Dwalin nella preparazione del fratello - rude ma non per questo meno attenta -, poi utilizzò una boccetta d'olio trovata sul piccolo comodino accanto al letto.
Il profumo di quel liquido era vagamente famigliare ai due, tant'è che non faticarono a riconoscerlo anche se si trattava di una variante elfica della loro ricetta - un unguento che veniva utilizzato generalmente dopo le battaglie per donare sollievo ai muscoli indolenziti dal peso delle armature e delle armi. In ogni caso, Dwalin non esitò ad utilizzarlo e versandone una buona dose sulle dita le fece tornare subito all'interno del corpo del fratello.
Mosse le falangi sui muscoli, allargandole e spingendole sempre più a fondo nell'orifizio. Balin lo incoraggiava stringendo le nani sulle sue spalle, mugugnando delle brevi e roche indicazioni per condurlo alla prostata.
Il minore le seguì con attenzione, tremendamente eccitato dai versi che l'altro emetteva, e trovando poi impossibile non iniziare a riversare sul collo e sul petto dei violenti baci e morsi, volti a lasciare sulla pelle dei possessivi segni - Balin era il suo Thadulurel, e anche se non doveva scoprirlo nessuno, gli piaceva ‘marchiarlo’ come di sua proprietà.
Quando Dwalin trovò finalmente la prostata, Balin iniziò a reagire alle sollecitazioni delle falangi quasi affamato, andando alla ricerca di quello stesso contatto che lo aveva scosso da capo a piedi. Ed il minore, soddisfatto da quella reazione, sostituì allora le dita con il suo sesso a sua volta ben lubrificato con l'unguento.
Si mosse dapprima lentamente, attendendo che il corpo dell'altro si abituasse alla sua erezione prima di prenderlo con più decisione, penetrandolo con crescente forza fino a perdere il controllo dei suoi stessi movimenti - era quasi capace solo di entrare ed uscire dallo stretto orifizio di Balin e, qualche attimo dopo, di masturbarlo.
Si concessero solo dei bassi gemiti durante quell'amplesso, non fiatarono né si persero in inutili svenevolezze.
Era sesso. E anche se loro legame era ben più forte del 'semplice scopare', solo in quel modo erano in grado di trasmettere all'altro i propri sentimenti.
Perché erano guerrieri, ed erano stati lontani per anni... ma anche se fossero stati vicini per tutta la vita, era chiaro non fossero assolutamente inclini a dolcezza e romanticherie.
Infatti, anche con l'incedere dell'orgasmo, continuavano ad essere ben poche le tenerezze che riuscivano a scambiarsi - per non parlare di quelle al di fuori dell'appena ritrovata sfera sessuale.
Tuttavia ad entrambi non era mai dispiaciuto l''amarsi' in quel modo - il farlo fino a perdere la cognizione del luogo e del tempo... fino a non ricordare nient'altro.
Era il loro modo carnale di rafforzare quel legame inscindibile che li aveva uniti sin dall'inizio.
Grugniti e versi ben più rochi costrinsero ben presto i loro corpi alla ricerca di un contatto sempre più deciso, mentre le loro labbra tornavano a scontrarsi in dei baci che sapevano quasi di sangue.
Le spinte di Dwalin si fecero presto più profonde e veloci, così come i movimenti la sua mano ancora stretta sul sesso del maggiore. Il corpo di suo fratello tremava e sussultava, emetteva bassi gemiti nasali nel perenne tentativo di non fare troppo rumore, invitandolo al tempo stesso a continuare. Ed il guerriero non se lo fece neanche ripetere.
Le sue spinte e le carezze, ormai mirate solo ed esclusivamente a portarli all'apice, li condussero all'orgasmo che travolse entrambi, con forza ed intensità.
Dwalin non riuscì ad impedirsi di crollare sul corpo del fratello, senza fiato e con i muscoli che tremavano per il piacere appena provato, tant'è non riuscì ad impedire alle braccia di Balin di stringerlo quasi affettuose in un abbraccio.
La mente del guerriero era vuota, tutti i suoi pensieri riguardavano suo fratello e quel rassicurante calore che si era negato per tanto tempo.
Forse avevano sbagliato e non dovevano lasciarsi andare in quel modo, ma in quel momento non gli importava delle conseguenze.
" Questa volta... non scapperai, vero?", chiese stanco Balin, attirando su di sé l'attenzione di Dwalin. " Quando mi sveglierò... sarai ancora qui, nadad?"
Quelle domande, sincere e tristi - ed ovviamente più che legittime -, fatte in uno stato di semi incoscienza - suo fratello si stava per addormentarsi -, costrinsero il minore ad abbassare il capo carico di vergogna e sensi di colpa.
Doveva essere stato doloroso per Balin risvegliarsi ogni volta senza Dwalin accanto a sé... cercava di proteggerlo, si diceva, ma alla fine era stato lui stesso a ferirlo più di qualsiasi altra persona.
" Dove vuoi che vada?", ribatté con voce dura, afferrando le lenzuola per coprire entrambi.
Balin parve sorridere davanti alla sua rude, ma al tempo stesso goffa, risposta, e senza controbattere si addormentò, certo che l'indomani Dwalin sarebbe stato lì con lui.

Nota:
Thadulurel: L’Unico tra tutti. Nella mia headcanon i Nani si possono innamorare una sola volta nella vita e visto che in italiano non rendeva bene “l’uno” ho deciso di ‘inventare’ la parola per definire quel legame. La parola è realmente in Khuzdul, ma l’idea di utilizzarla per lo scopo di definire il legame è mia.
Nadad: Fratello.

character: dwalin, work: out of sight out of mind, warning: incest, rating: rosso, !fanfiction, fandom: the hobbit, warning: lemon, pairing: fundincest, character: balin, warning: slash, warning: what if?

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