Titolo: Guilty
Fandom: The Hobbit: An Unexpected Journey
Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Oakenshield
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: OneShot, Slash, What if? (E se…), OralSex, AU, Spoiler per chi non ha letto il libro
Conteggio Parole: 1109
Note: 1. Partecipa al
p0rn fest #6 @ fanfic-italia. Prompt: AU (finale diverso da quello del Book!verse)
2. Thorin non è morto ecc ecc. Si tratta di un’AU dove dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti nessuno è morto<3
3. Immagine del banner non so a chi appartenga! Se me lo segnalate aggiungerò i credits :3
4. Dedicata all’amore della mia vita, con il quale ho fatto una sfidaXD
5. Non betata BWAH!
Stava giocando con i suoi capelli, arrotolando le ribelli ciocche castane sulle dita per poi tirarle, strappandogli dei lamenti soffocati... e Bilbo sentiva di non meritarsi quel trattamento.
Eppure non poteva fare a meno di stare inginocchiato - nudo come un verme - tra le gambe del suo Re, muovendo le labbra sulla sua erezione ed assecondandone i desideri senza fiatare.
No. Non se lo meritava affatto!, si ripeté con convinzione, chiudendo gli occhi come per sopportare quell’umiliazione e continuare a lambire il sesso del Re.
Se solo fosse riuscito a dimenticare lo sguardo ferito e deluso di Thorin quando aveva appreso che l’Archepietra si trovava nelle mani del ‘nemico’ a causa sua - insieme alla rabbia e alle minacce di buttarlo giù sulle rocce -, sarebbe anche riuscito a dirgli che se poteva sedersi su quel trono, e farsi chiamare per davvero Re Sotto la Montagna, era solo ed esclusivamente merito suo - e non era neanche una novità, visto che l’aveva salvato più volte durante quell’avventura.
Thorin gli tirò ancora i capelli e Bilbo, ricacciando indietro le lamentele, continuò a leccarlo come gli era stato ordinato.
Mosse la testa avanti ed indietro, allargando il più possibile la bocca per accogliere il sesso del Re e sperando di sentire almeno un verso fuoriuscire dalle labbra di Thorin, un semplice mugugno d’assenso per i suoi sforzi.
“ Preparati, Mastro Bilbo.”, ordinò qualche istante dopo il Nano, permettendo allo Hobbit di sentire almeno la sua voce roca per l’eccitazione.
Carico di vergogna, ubbidì anche a quell’ordine, sollevandosi sulle ginocchia ed allargandole per poter insinuare nella sua apertura le sue piccole dita.
Mugugnò quando spinse l’indice oltre l’anello muscolare, allontanandosi appena dal membro del Re per prendere un bel respiro, poi tornando sull’erezione continuò a muovere anche il dito cercando di superare il fastidio e la vergogna che rendevano tutto quello quasi insopportabile.
Come era finito in una situazione simile?
Come aveva potuto permettere a Thorin di... di legarlo a sé in quel modo?
Si era lasciato conquistare dal Principe dei Nani - ormai Re Sotto la Montagna - e l’unica colpa della quale si era macchiato, era stata l’averlo semplicemente amato troppo. Solo per quel motivo aveva acconsentito ad umiliarsi in quel modo.
Ricacciò dentro le lacrime, chiudendo con più forza gli occhi, facendosi ancora penetrare dall’indice e in seguito anche da una seconda falange - troppo piccole per arrivare fino alla prostata da quella posizione, ma abbastanza tozze per permettergli di far cedere il più possibile i suoi muscoli in attesa del sesso di Thorin.
Mosse il polso ed il capo, respirando nervoso con il naso e combattendo ancora con le lacrime che volevano rigargli il volto - era un animo buono e sensibile, e ancora una volta si disse che non si meritava assolutamente quel trattamento.
Un terzo dito si aggiunse agli altri due e, davanti ad un lamento più deciso degli altri, Thorin lo fece allontanare.
Bilbo alzò lo sguardo - rosso in volto per lo sforzo e per la vergogna -, e non poté non osservare il Re dei Nani. Sedeva composto, con le gambe leggermente large per accogliere il corpo dello Hobbit, e tutto in lui incuteva timore e regalità. Non riuscì a trattenersi dal far scorrere gli occhi sulla ricca cotta di maglia, decorata con pietre preziose, che spuntava da sotto l’armatura altrettanto lavorata. Il viso, serio e gelido come la roccia, era incorniciato come sempre dai suoi scuri capelli, raccolti ordinatamente in delle trecce che erano state legate con altrettanti gioielli. Ed infine, sul capo portava fiero la sua corona.
Era il Re e Bilbo, come quando lo aveva incontrato per la prima volta, si sentì ancor più piccolo.
“ Vieni.”, ordinò il Nano indicando con un gesto le sue gambe, e lo Hobbit si alzò lentamente, ubbidendo all’ordine che gli era stato impartito.
La sua pelle nuda e calda fremette contro il freddo metallo dell’armatura che copriva le gambe di Thorin ma, tenendo ben serrate le labbra, non emise neanche il più piccolo lamento - orgoglio o vergogna, in quella situazione non era poi così semplice distinguere il motivo delle sue reazioni.
Senza il minimo preavviso, le braccia del Nano lo cinsero in un abbraccio reso gelido dall’armatura e, quando il Re lo trascinò in un lungo bacio, Bilbo sperò stupidamente che tutto quello fosse finito... ma sapeva che le sue speranze si sarebbero rivelate vane.
Per quel giorno - e chissà per quanti altri - si sarebbe dovuto scortare il romanticismo e la dolcezza che tanto amava.
Quella era la sua punizione per aver tradito la fiducia del Re - per avergli salvato la vita, si ripeté mentalmente -, e non poteva rifiutarla neanche quando Thorin - spostandolo come se fosse una bambola - gli fece sentire la sua erezione contro le natiche.
Trattenne il respiro, afferrando il Nano per le spalle come per sostenersi - sollevato dal fatto di non venire allontanato dall’altro - e, con le gambe oscenamente larghe per restare seduto sulle cosce di Thorin, si lasciò guidare verso il basso.
Il sesso del Re si fece strada tra le sue carni e, emettendo un piccolo singulto, tentò di sopportare il fastidio ed il dolore.
Thorin si mosse lento, facendolo pian piano abituare al suo sesso, e per quanto il suo atteggiamento fosse stato gelido nei suoi confronti, Bilbo non poté non notare che per tutto quel tempo non lo avesse mai trattato realmente male: era cattivo, ma non crudele e violento.
Rincuorato da quella rivelazione, lo Hobbit accolse con meno remore l’erezione del Sovrano, lasciando che questa scivolasse fin dentro il suo corpo, riempiendolo.
“ Ah...”, un primo, vero mugugno abbandonò le labbra di Bilbo e, stringendo di nuovo le mani sulle spalle dell’altro, si sollevò per poi calare ancora sull’erezione dell’amante.
Ripeté quel movimento più volte, ansimando e tenendo gli occhi forzatamente chiusi, fino a quando non divenne fluido e quasi piacevole.
Sempre più velocemente, lo Hobbit continuò ad alzarsi e a tornare sul sesso di Thorin, fino al momento in cui quest’ultimo non lo attirò di nuovo in un possessivo abbraccio.
Le loro labbra si unirono fameliche, riuscendo a soffocare non solo i gemiti di Bilbo ma anche quelli che il Nano non poteva più trattenere.
“ Tu...”, ringhiò Thorin, mostrando con voce roca la sua eccitazione. “ Ora mi appartieni. Sei mio. Mio come ogni singola pietra, gioiello, oro e argento presente in questa Montagna. Sei mio.”, il suo abbraccio si fece più caldo e stretto, come se non volesse lasciarlo andare.
E quelle parole, cariche di rabbia ma anche di possesso, fecero tremare lo Hobbit che, ormai all’apice del piacere, riuscì solo a gemere senza poter rispondere alla dichiarazione del Re... anche se nella sua mente, mentre entrambi raggiungevano l’orgasmo, iniziarono a ripetersi ossessive solo due semplici parole: “ Sono tuo. Sono tuo.”