Riding a giraffe, the two of us (8 di ?)

Dec 11, 2018 15:10

Titolo della raccolta: Riding a giraffe, the two of us
Titolo oneshot 7: Bracciangeles
Fandom: SKAM Italia (post clip 1 episodio 2x08)
Pairing: Martino/Niccolò (POV Martino)
Capitoli: 8/?
Rating: per tutti
Genere: romantico, introspettivo
Disclaimer: SKAM appartiene ai suoi autori, io mi rubo Marti e Nico per divertirmici un pò ^0^
Note: la boys squad. Plus Niccolò. Perché vorrei vedere Martino sorridere così per sempre.


DOMENICA
11.20
2 DICEMBRE 2018

“Per me un cappuccino, un cornetto alla crema, un saccottino con la nutella, un succo d’arancia e…”
“Oooh basta! Ma sei una fogna! A noi ce rifili il vino da du’ euro e poi quando paga qualcun altro non te regoli!”
“Ma che c’entra, a Niccolò fa piacere, vero?”
Luchino si rivolge direttamente allo sponsor della colazione, che da casa di Gio fino ad adesso non ha fatto altro che ridere per i siparietti comici fra lui ed Elia.
“Chiaro! Prendete pure tutto quello che volete, è il minimo dopo che vi sono piombato in casa!”
“Lo vedi? Pure un toast prosciutto e formaggio, grazie.” completa il suo ordine alla ragazza del bar che se ne va sorridendo, contagiata dal buonumore del gruppo.
“Senza ritegno.” critica Giovanni al colmo della vergogna stringendosi la parte alta del naso fra l’indice e il pollice.
Elia esprime la sua con una manata sul braccio di Luca, provocando un lamento sdegnato.
“Ahio, ma che volete, c’ho una fame che sto a svenì! Ieri m’avete fatto magnà patatine e marmellata! Cioè, pure io non so’ mai arrivato a tanto!”
“Sì perché invece il ketchup e la senape sulle croste della pizza sono una prelibatezza!” interviene Martino roteando una mano.
“No, aspè, il ketchup sul bordo avanzato della pizza ci sta tutto!”
Niccolò si ritrova quattro paia di occhi increduli puntati addosso.
“Daje fratè, finalmente uno che capisce il mio genio!”
Luca si sporge entusiasta unendo il pugno chiuso a quello di Nico in segno d’apprezzamento reciproco.
“No vabbè, a Martì ma con chi te sei messo?” 
“Con uno che fa la carbonara con la panna.”
E i funghi, il salame vegano, le sottilette, il tabasco e il miele.
Elia e Gio si scambiano uno sguardo scandalizzato e poi si alzano all’unisono, pronti ad andarsene senza voltarsi indietro davanti ad un affronto del genere.
Niccolò cerca aiuto in Martino per fermarli ma lui se ne lava le mani con un “C’hanno ragione, Ni.” e un ghigno divertito. In realtà Martino è estasiato da tutta la situazione: vedere i suoi amici interagire con Nico in maniera così naturale lo manda in visibilio. Ha quasi paura che la sua faccia si spacchi a metà a forza di sorridere.
“Che programmi avevate per oggi?” si informa Niccolò dopo essere finalmente riuscito a convincere gli altri due a tornare al tavolo, con la scusa che i cappuccini si sarebbero freddati e la promessa solenne che mai più sarebbe caduto in simili aberrazioni.
“Mah, non è che c’avevamo un programma preciso…” risponde Gio, vago.
“Io c’ho una proposta.” alza la mano Luca azzannando il suo cornetto “Se ci facciamo un picnic in spiaggia? Ci compriamo i panini e ce ne andiamo al lago…è pure uscito il sole!”
“Sempre a magnà pensi tu!” lo rimbecca Elia, ma questa volta devono tutti ammettere che non ha avuto una cattiva idea.
Terminata quindi la colazione e recuperati i viveri necessari, partono alla volta del lago, in quella stagione frequentato solo da papere e qualche tartaruga letargica.
“Che bello qui, è così tranquillo…si sta una favola.”
Niccolò si stende sulla sabbia e invita Martino a fare altrettanto.
Il sole splende alto nel cielo, gli uccellini cinguettano, l’uomo della sua vita è qui accanto a lui e Martino si aspetta da un momento all’altro che il suono della sveglia lo riporti alla sua quotidianità triste e noiosa. Invece Nico appoggia la testa sulla sua spalla e chiude gli occhi, un gesto semplice ma concreto, col quale gli dimostra inconsapevolmente che questa è la sua realtà adesso, la testa dell’uno sulla spalla dell’altro e i raggi del sole a scaldar loro la pelle.

13.27

“Cheers!”
Le birre cozzano l’una contro l’altra, in un tintinnio festoso. L’allegria infatti non manca al gruppo, nonostante il picnic che hanno organizzato sia piuttosto spartano e il freddo cominci a farsi sentire attraverso i giubbotti.
“Ahh, adesso che siamo a panza piena ci vorrebbe un po' di…”
Giovanni fa un gesto inequivocabile con le dita verso Elia, ad indicare il fumo.
“Mi dispiace regà, finita!” risponde lui con un’alzata di spalle.
Martino lancia un’occhiata a Niccolò al suo fianco, ma anche lui scuote la testa.
“No, sono venuto di corsa ieri, non ce l’avevo con me.”
“Quindi sei il nuovo fornitore ufficiale del Marti, eh? Anche con te fa il pulciaro sul trasporto?”
“Ti pare che faccio pagare il mio ragazzo?!”
“Seee, ciao, questi due so’ proprio partiti!”
La battuta di Elia la sente a malapena, in adorazione com’è del fatto di essere appena stato definito il ragazzo di Nico in pubblico.
“Vabbè ma almeno è buona? Perché ci mancherebbe proprio uno spacciatore nel nostro gruppo di contrabbandieri.” interviene Giovanni riportando la conversazione sull’argomento che più gli interessa (e che meno imbarazza Martino).
“L’avete già provata, è quella che vi ho riportato dopo tutto il casino a casa di Federicona. In realtà era la sua.” indica col pollice il suo ragazzo. Non si abituerà mai all’idea.
“Niente male allora.” approva Gio mimando un like con entrambe le mani.
“Scusate ma se non è la gangia, che contrabbandate?”
La faccia perplessa di Nico provoca una serie di occhiate e sorrisi complici fra gli altri.
“Non glielo hai detto?” gli chiede Giovanni.
“No, ancora no.”
“Merce rara!” spiega quindi a Niccolò “Esportiamo Luchini in tutto il mondo!”
Pacche e sberle calano sul povero Luca da parte di Gio ed Elia, non lasciandogli scampo nonostante la strenua lotta con la quale tenta di difendersi.
Niccolò comincia a ridere insieme a loro anche senza aver capito un bel nulla.
“In pratica è iniziato tutto col viaggio scolastico a Patrasso l’anno scorso. Luca ancora non lo conoscevamo, stava in un’altra classe.” inizia a raccontare Marti fermando così il pestaggio degli altri due “Una sera, era tardissimo, tipo le tre, bussano alla porta della nostra camera e c’era ‘sto pazzo, ubriaco perso, in canottiera e mutande, che inizia a cantare a squarciagola Roma - Bangkok.”
“Non ci credo!”
“Giuro!”
“Luchì, già ti adoro cazzo!” commenta Nico fra le risate.
“L’abbiamo tirato dentro prima che i professori si svegliassero e poi, che te lo dico a fa, è stato il delirio! Calcola che ad un certo punto l’abbiamo infilato dentro la valigia di Elia.”
“Ahahaha e ci è entrato?”
“Avoja! L’abbiamo riportato così in camera sua!”
“Chiuso dentro al trolley?!”
“Mano sul cuore, c’abbiamo i testimoni, puoi chiedere ai suoi compagni di classe. Da quella notte abbiamo deciso che lo avremmo contrabbandato ovunque.”
“Che storia, allora non sei poi così noioso come credevo!” lo provoca Niccolò accostandosi ancora un po' a lui, strusciando la spalla contro la sua. Basta quel tocco a creare immediatamente quell’atmosfera da ultimi uomini sulla Terra fra di loro, quella che c’è intorno ad ogni coppia di innamorati, una bolla di intesa segreta in cui è impossibile entrare per chi sta loro intorno.
“Eeeh, sai quante altre ne ha da raccontarti? A proposito Marti, perché non gli fai vedere il boschetto di salici che sta più giù…”
“Ma quale, Gio?”
“Quello con la panchina, dove diamo sempre da mangiare alle anatre.”
“Oddio mò non ce l’ho presente.”
Giovanni si schiaffa una mano sul volto, esasperato.
“Credo ci stia elegantemente fornendo una scusa per andare a pomiciare.” gli chiarisce Niccolò con un sorriso ammiccante.
“Meno male che almeno uno dei due è sveglio.” sospira il suo ex migliore amico.
“Dov’è che stanno ‘sti salici?”
“Di là.”
Ormai non lo considerano nemmeno più, Niccolò strizza gli occhi verso il punto lontano che gli ha indicato Giovanni e poi lo trascina in piedi prima che possa protestare, avviandosi in quella direzione mano nella mano con lui.
Quando Martino si volta verso i suoi pazzi compari li trova a fare gesti di incitamento volgarissimi e riconosce chiaramente la parola “zozzoni” sillabata silenziosamente da tutti e tre in coro. Che banda di scemi.

14.00

“Eccola!”
Niccolò scosta la tenda di rami che nascondeva la panchina meta della loro passeggiata. I salici piangenti la incorniciano con un drappeggio di fronde ormai spoglie, logorate dall’inverno incipiente, la raffigurazione stessa della malinconia romantica. L’ondeggiare quieto del lago in sottofondo completa l’incanto decadente.
Si siedono in silenzio, le mani ancora intrecciate. Con quel gioco di luci e di ombre sul viso e il riflesso delle acque plumbee negli occhi, Niccolò gli appare ancora più affascinante del solito. Talmente bello e talmente impossibile che Martino ancora non crede fino in fondo che questo ragazzo sia davvero alla sua portata, che riuscirà a trattenerlo a lungo fra le braccia.
Quasi avesse avvertito la sua inquietudine, Niccolò gli accarezza una guancia col dorso delle dita, sporgendosi poi per un bacio.
“Rimaniamo qui per sempre.” gli sussurra sulle labbra, con una nota triste nella voce.
Martino gli racchiude la testa fra le mani. Adora l’abbandono con cui Niccolò glielo permette ogni volta.
“Okay, ma ad una condizione: niente più Cremonini appena svegli.”
“Dopo colazione?”
“Neanche!”
I sorrisi si mescolano con i baci finché i primi spariscono del tutto lasciando che il desiderio trasformi quei morbidi tocchi innocenti in un unico, appassionato, inscindibile incontro di bocche. Le mani scivolano sul collo di Niccolò, che lo spinge contro lo schienale della panchina, poggiandosi ad esso con una mano per sostenersi e strattonandogli i capelli con l’altra.
“Non sai quanto sto odiando i tuoi vestiti in questo momento.” si lamenta Nico separandosi brevemente dalle sue labbra.
“Dovrai liberare quel virus per vedermi nudo all’aperto.” mette subito in chiaro Martino, bloccando sul nascere qualsiasi proposta indecente da parte dell’altro.
“Che cavolo, lo farò non appena torniamo a Roma. E poi farò un falò con tutto quello che c’è nel tuo armadio.”
Martino ride compiaciuto davanti ad un apprezzamento così sfacciato del suo corpo.
“Guarda che alla fine ti stuferesti di vedermi nudo tutti i santi giorni.”
“Impossibile. Adoro il tuo corpo.”
“Ah ecco, lo sapevo che mi volevi solo perché sono bellissimo.” lo prende in giro ironizzando al contempo su sé stesso.
“Questa dovrebbe essere una mia battuta!”
“Perché tu sei molto più bello di me?” gli chiede incuriosito.
“No, perché non c’è molto altro di buono in me che tu possa apprezzare.”
Martino sorride credendo stia scherzando, ma sul viso di Niccolò è calata un’ombra di tormento completamente fuori contesto.
“Ma che dici?” gli accarezza una guancia, cercando di trasmettergli tutto il suo amore.
“Sei dolce, sei divertente, hai un sorriso da paura...” gli restituisce i complimenti che ha ricevuto quel meraviglioso giorno che hanno passato insieme dopo il loro primo bacio “…e ormai ho preso l’antidoto, posso imparare a capire ogni cosa di te.”
Lo sguardo di Nico si incrina ancora di più a quell’ultima affermazione, velandosi di lacrime.
“Marti, io ti devo dire…”
La vibrazione del cellulare interrompe il discorso di Niccolò: questa volta non può fare a meno di rispondere a sua madre, passandosi rapidamente la mano sugli occhi e alzandosi dalla panchina. Nonostante la distanza Martino riesce a sentire i rimproveri furiosi della donna, evidentemente esasperata dal menefreghismo del figlio.
“Dobbiamo rientrare, altrimenti mi ammazza sul serio stavolta.”
“Sbrighiamoci allora, non voglio diventare vedovo così presto.”
Martino tenta di tirargli su il morale con una battuta delle sue e viene ripagato con un piccolo sorriso divertito. Prende la mano del suo ragazzo e dopo un ultimo bacio tornano in fretta dagli altri.
La fotografia che scatta in riva al lago insieme alle persone che più ama al mondo sarà uno dei ricordi più preziosi della sua adolescenza.

Note: venerdì scorso mi stavo divertendo tantissimo a scrivere questo cap, finalmente libera di tornare a cazzeggiare un po’ dopo tanto angst e tante emozioni intense…finita la seconda parte del cap ho avuto la brillante idea di controllare se fosse uscita una clip, ed effettivamente era on line la clip ambientata a Milano. Mi ha devastata. Sapevo che Niccolò stava male ma è stato tutto molto peggio di quanto immaginassi. Non sono più riuscita a scrivere per giorni. Con questa clip e la successiva è anche arrivato il momento in cui molte delle cose che ho scritto finora sono diventate incoerenti con la storia originale. Era inevitabile, scrivendo in contemporanea con l’uscita degli episodi e non avendo visto nemmeno lo SKAM norvegese. Forse riprenderò in mano alcuni cap modificando qualche dettaglio, o forse no, perché alla fine questa fanfic è nata per il bisogno che sentivo di sfogarmi per le emozioni che ogni clip mi stava regalando e di capire quello che provavano i personaggi, in particolare Niccolò, di cui non conoscevamo nulla. Comunque l’ultima parte di questo cap è stata scritta alla luce delle informazioni su Nico che finalmente ci sono state svelate e così saranno i prossimi capitoli. Grazie a tutti i lettori di avermi accompagnata in questa (travagliata) avventura!

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