Fandom: Free!
Pairing: Makoto/Haru
Rating: safe
Avvertimenti: ---
Wordcount: 927
Cosa sto per leggere: Haru pensa che, per un volta, gli va di essere lui a sorprendere Makoto
Scritta per: COW-T 6, quarta settimana, prompt "Vernice"
“Hai della vernice, Haru.”
Makoto glielo fa notare a bassa voce mentre si sta infilando il pigiama. Haruka si lascia scivolare senza fretta la maglia addosso prima di voltarsi verso di lui.
“Mh? Dove?”
Lo vede sorridere piano, fra sé, un sorriso intimamente divertito e carico di tenerezza, illuminato solo a metà dalla luce della lampada sul suo comodino. Haruka attende che si avvicini, riuscendo senza difficoltà alcuna a prevedere la sua prossima mossa. Infatti, quando Makoto gli si ferma di fronte ed inclina il capo di lato, accentuando appena la curva fra le labbra e soffermandosi a guardarlo, Haruka non gli dice nulla, e nemmeno tenta di scostarsi quando Makoto lentamente solleva una mano e la avvicina al suo volto, senza bisogno di chiedere permesso, sfregando le dita sulla sua guancia e sulla punta del naso.
“Qui, ecco”, lo sente concludere a mezza voce, contemplando l’esito del proprio gesto (e probabilmente contemplando anche lui, anche se Haruka si è sempre chiesto cosa ci trovi di tanto interessante, nella sua faccia, da rimanere così spesso imbambolato a fissarla di nascosto).
“E’ ancora fresca, dev’esserti rimasta addosso quando abbiamo messo a dormire Ren e Ran”, lo sente dire. Annuisce. Dopo settimane intere di pressanti e sistematiche insistenze, i gemelli sono finalmente riusciti a convincerli - anche Haru, su precisa ed incrollabile condizione di Ran - a dar loro una mano a ridipingere i muri della cameretta. Makoto si è scusato così tante volte con lui, nonostante le sua continue rassicurazioni, che alla fine Haruka, aspettando che fosse passato il periodo d’esami, si è convinto ad accontentare Ren e Ran e a mettere finalmente un freno alle insensate e persistenti preoccupazioni di Makoto. Ora, nella cameretta dei gemelli, c’è un mare blu pieno di conchiglie e granchi, pesci grandi e piccoli, di ogni colore, un sole con gli occhi che sorride, una barca con i pescatori e persino un grosso Iwatobi-chan che porta la firma di Haru (di nuovo, sotto pretesa di Ran). Sul naso di Haruka, invece, è rimasto solo il fantasma di un’impronta di vernice blu
e un bacio piccolissimo in punta di labbra.
(Questo non l’aveva previsto)
“Grazie”, mugugna, per poi scostare gli occhi e sentire la risata minuscola e silenziosa di Makoto riempire lo spazio fra di loro anche quando non c’è uno sguardo a connetterli. Si sente arrossare appena ma, tutto sommato, quando sono soli il pensiero non gli pesa poi così tanto. Makoto, invece, rimane ad osservarlo per istanti interi, con quel suo sorriso che sembra aver scoperto il significato più puro della felicità, e nonostante ogni volta Haru non possa fare a meno di domandarsi cosa veda, quando lo guarda in quel modo, finisce sempre per dimenticarsi di dirgli di smetterla.
E’ il suono timido della porta che si apre ad interromperli. I due gemelli, per mano, li cercano con occhi stanchi e le bocche spalancate in grossi sbadigli. “Fratellone”, Ren lo chiama con la voce impastata dal sonno, stringendo con forza un braccio attorno a un peluche a forma di orca, quasi più grosso di lui.
“Cosa ci fate svegli?”, Makoto sbatte le ciglia.
“Non ci hai dato il bacio della buona notte”, è Ran a rispondere, questa volta - parla con Makoto, ma i suoi occhi per un attimo scivolano senza vergogna verso Haruka.
Il fratello maggiore sorride tiepidamente, e senza lasciarli aspettare si fa loro vicino, piegandosi sulle ginocchia per lasciare un bacio sulla guancia ad entrambi. “Contenti?”, chiede, ma quasi senza far caso a lui Ran scuote il capo, sgusciando via dalla presa delle dita di Ren e sgattaiolando verso Haruka. Gli dedica uno sguardo solo un poco più timido, ora, a cui il più grande non sa come rispondere.
“Penso che preferisca il tuo bacio al mio”, sospira Makoto, e come a scacciare via ogni dubbio Ran si appende alla sua manica e tira una, due volte, insistentemente, l’esitazione iniziale che nei suoi occhi lascia spazio ad un’occhiata sempre più risoluta, un avvertimento muto. Non me ne andrò fino a quando non avrò ottenuto il mio bacio, gli sta dicendo.
Haruka non è mai stato bravo in queste cose. Gli abbracci calorosi li ha sempre lasciati a Nagisa, le dichiarazioni romantiche a Rin, e persino quando si tratta di Makoto si lascia guidare dalle sue carezze, e ha sempre bisogno di un gesto o di una parola per decidere di donarne a sua volta. Forse è per questo che, quando si china a baciare Ran sulla guancia, si sente un po’ stupido, un po’ fuori luogo. Non perché è una bambina, né perché è la sorellina del suo fidanzato; è semplicemente il rompersi di un’abitudine, pensa, non sicuro di doverne essere contento.
Ran gli sorride raggiante di felicità e ricambia senza chieder permesso. Mentre la bimba scappa via trascinando il gemello fuori dalla stanza, però, Haru si vede costretto a ritrattare i propri pensieri: in fondo, un po’ contento si sente davvero. E’ una sensazione che gli rimane appiccicata addosso per tutta la sera, fino a quando anche loro non decidono di andare a dormire.
“Buonanotte, Haru”, gli sussurra Makoto, prima di allungarsi a spegnere la luce, con un filo di voce per paura di svegliare di nuovo i più piccoli.
Haruka ci pensa per un attimo. Pensa che potrebbe farlo, per una volta. Pensa che, nonostante tutto, gli farebbe piacere vedere ancora una volta il sorriso grande di Makoto prima di chiudere gli occhi. Si, pensa, e non si dice altro. Si solleva in punta di gomiti sul futon e gli dà un bacio.
“Buonanotte, Makoto.”