Ho deciso di usare un nuovo post, casomai qualcuno volesse lasciarmi altre domande
QUI e quindi non voglia sapere chi c'è nella lista.
1. Blaine e Cooper Anderson decidono di andare in discoteca, ma durante il tragitto la macchina fora e non sanno cosa fare. Per fortuna passa il Dottore, che oltre ad essere bravo coi motori è anche un bel pezzo di figliolo. Blaine si organizza con Cooper e propone al Dottore una cosa a tre. Come finisce?:D
Cooper Anderson non avrebbe potuto essere più orgoglioso del suo fratellino.
Non solo quella sera gli aveva proposto di andare in discoteca, senza che il suggerimento venisse da una frecciatina di Sebastian sulla sua non-vita sociale da quando San Kurt Hummel da Lima se n'era andato a New York in cerca di fortuna ma nell'ora del bisogno - cioè quando una gomma s'era bucata e s'erano ritrovati a piedi - s'era addirittura s'era messo sul ciglio della strada a mendicare un passaggio con i suoi occhioni da cucciolo abbandonato da padroni infami.
Non soddisfatto, dopo aver rotto il ghiaccio con tipo strano uscito da chissà dove grazie alla comune passione per i papillon - e non pensava che avrebbe mai sentito lodi tanto sperticate su un pezzo di stoffa, ma quei due ne parlavano come se fosse un'invenzione tra le più geniali nella storia dell'umanità, un capo che assolutamente non poteva mancare nell'armadio di chiunque fosse sano di mente - aveva iniziato a flirtare spudoratamente con lui. Non che c'avrebbe creduto se non l'avesse visto con i suoi occhi. Pensava che quel Blaine, così simile all'adorabile idiota che aveva cantato “When I get you alone” ad un commesso di GAP fosse morto e sepolto. Ucciso timore di fare qualcosa d'insensato, una volta scoperto di essere innamorato di Kurt ed avendo paura che un'altra performance del genere avrebbe potuto farlo scappare a gambe levate.
Fortunatamente no, era solo andato in letargo per un po'. Nel riposo s'era rigenerato ed ora stava tornando alla carica, con proposte a dir poco indecenti.
“Dobbiamo pur sdebitarci per il tuo aiuto, Dottore.” insisteva Blaine.
Dottore, già. Il 'tipo strano' diceva di chiamarsi così, rifiutando di dare loro un nome di battesimo. Cooper, in fondo, lo capiva. Anche lui, talvolta, avrebbe voluto presentarsi soltanto con un “Il Magnifico” e non dover rivelare nulla di più. Avvolgeva tutto in un'affascinante aura di mistero, difficile da racchiudere nella banalità di un appellativo scelto dai propri genitori.
Il Dottore non era esattamente quello che avrebbe definito un bell'uomo. Allampanato e sproporzionato, con dei lineamenti né delicati né decisi ed una capigliatura che non vedeva da troppo tempo un paio di forbici. Eppure doveva riconoscere che aveva un suo fascino.
Dato non solo dalla sua parlantina micidiale o dalla maestria con cui aveva riparato la loro ruota in men che non si dica con un aggeggio da lui definito “un cacciavite supersonico, e meno male che la vostra ruota non è di legno, ragazzi, perché altrimenti ci sarebbe stato poco da fare ma d'altra parte perché si dovrebbero costruire ruote di legno nel 2012; voglio dire non siamo mica ai tempi della Regina Vittoria dove s'andava ancora in giro in carrozza, però con questa passione per il vintage che avete voi umani non si sa mai, trovo affascinante che si vogliano recuperare gli oggetti del passato però una macchina è molto più funzionale - più inquinante, sì, ma senz'altro più funzionale - no?”
No, c'era qualcosa che faceva intravedere un'anima molto più vecchia del corpo in cui era ospitata.
Non poteva quindi biasimare Blaine per volerne sapere di più, per voler scoprire se spogliandolo di quei ridicoli vestiti avrebbe rivelato qualcun altro dei suoi innumerevoli segreti. Era bastato uno sguardo e s'erano messi d'accordo: avrebbero chiesto al Dottore di unirsi a loro ed insieme avrebbero esplorato ogni centimetro della sua pelle, in cerca delle loro risposte.
“Stiamo parlando di unirmi a voi per andare a ballare, giusto? Si può fare. Non dico mai di no alla danza, sapete? E non ho mai capito perché gli uomini al matrimonio di Amy fossero così timidi, ma mi piace che voi non lo siate. E che apprezziate il ballo quanto me. Non credo che questo sia il momento giusto, però. Ora come ora direi: CORRETE!”
Inseguiti da strani aggeggi di latta che minacciavano di volerli riprogrammare siete finiti dentro una cabina della polizia blu, molto più grande all'interno di quanto lo fosse all'esterno - un ambiente che sembrava rispecchiare la contraddizione di chi lo possedeva, insomma - e da quel momento è iniziata la vostra avventura.
Ad oggi, purtroppo, non s'è ancora presentata l'occasione di fare un ballo a tre, ma lui e Blaine sapranno come crearla.
Presto. Molto presto.
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2. Il Dottore e un vecchio Jin Kazama sono vicini di casa da circa un decennio, si scambiano convenevoli e talvolta giocano a carte insieme sulla veranda, ma non sanno niente del passato dell'altro. Un giorno Sam Winchester va a trovare Jin, ma quando Jin vuole presentare Sam al Dottore, questo si nasconde. Perché?
In dieci anni, hai sentito spesso l'impulso di aprire quell'orologio a cipolla da cui non riesci a separarti neanche per un attimo. Hai la netta impressione che potrebbe rivelarti chi sia in realtà “John Smith” e spiegarti perché il suo passato paia non appartenerti.
In dieci anni, hai sentito spesso l'impulso di indagare sul tuo vicino di casa. Di scoprire perché gli occhi di Jin Kazama sembrino diventare di un colore quasi sulfureo quando s'arrabbia dopo aver perso una partita a carte. Perché si chiuda in casa per giorni, e dal suo appartamento escano urla disumane e piume corvine.
Ma la curiosità porta spesso guai, perciò rimetti sempre l'orologio in tasca e fingi di non notare le stranezze del tuo vicino.
Questo finché Jin non riceve la visita di un tal Sam Winchester.
Il nome ti è familiare. Lo sussurrava una voce dalle profondità di un buco nero. In sogno.
“Porterò Sam Winchester al ballo di fine anno.” Diceva. Assurdo, no?
Insensato, sì. Tra l'altro, chissà quante persone possono chiamarsi Samuel Winchester al mondo.
Eppure, chissà come, sai che gli è stato dato il nome del nonno.
Sai che è stato afflitto da una malattia simile a quella di Jin, qualcosa che gli aveva avvelenato il sangue a soli sei mesi dalla sua nascita.
È bastato incrociare il suo sguardo, mentre scendeva dalla macchina, per mettere a soqquadro la tua mente. Speri che se ne vada al più presto, che ti lasci continuare a vivere nel tuo incantevole oblio.
Quando vengono a bussare alla tua porta, fingi non essere in casa. Se le vostre strade stanno per incontrarsi, ti nascondi finché non sei sicuro che non t'abbiano visto e che tu non corra più il rischio di trovartelo davanti.
Se Jin trova il tuo comportamento assurdo non lo dà a vedere e desiste dal proposito di volertelo presentare.
Passano un paio di giorni e non c'è traccia dell'Impala - così l'avevi sentito chiamare la sua auto, con una nota d'affetto nella voce quasi fosse una di famiglia - nei dintorni.
Forse se n'è andato.
Forse puoi tornare alla tua vita di sempre. Andrai subito a scusarti con Jin per la tua assenza, sì.
Giocherete a carte. Lo straccerai ogni volta e continuerà a chiederti la rivincita, chiamandoti per sbaglio “Hwoarang” di tanto in tanto.
Tornerà tutto alla normalità, esatto.
“Dottore!” La voce di Sam Winchester ti prende alla sprovvista proprio nell'istante in cui stavi per bussare alla porta del tuo vicino. “Non è che potrebbe dirmi che ore sono?”
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3. A Crowley viene commissionato di uccidere Dean Winchester, il grande amore dell' ex spalla di Crowley, Kurt Hummel, morto in circostanze misteriose. Crowley compirà il suo dovere o inizierà ad indagare sulla morte dell'amico con l'aiuto di Dean?
In un'altra vita non avrebbe esitato nemmeno un attimo a far fuori Dean Winchester. Ecco, magari c'avrebbe messo un po' più di un “attimo” a farlo fuori, eccedendo di sadismo nel portare a termine il suo incarico. Gli avrebbe fatto capire chi è che comanda, chi ha in pugno la sua anima, dandogli un assaggino di quel che lo aspetta all'Inferno.
Perché, diciamocelo, quel gran figlio di puttana se lo merita.
Già solo per come ha lasciato schiattare Kurt, senza poi neanche versare una lacrima per lui. Be' certo, figuriamoci se non si dispera per qualcuno che non sia il suo adorato fratellino.
Poi uno si chiede com'è che abbia fatto uscir pazzo anche quel povero cristo di Castiel.
Kurt. Kurt Hummel, già. Quel ragazzino innamorato pazzo di lui - forse ricambiato, Crowley non l'ha mai capito - che non sembrava affatto adatto al loro sanguinoso mondo salvo poi essere più letale di una vedova nera. Se l'immaginava a fare lo stilista, o il cantante, in quell'altra vita.
Invece si trova bloccato in questa merda d'esistenza dove ha un debito da saldare con l'uomo che dovrebbe uccidere. Dove, tutto sommato s'è affezionato al tipetto dalla lingua biforcuta che i suoi superiori avevano preteso di mettergli a fianco. Tanto da voler indagare più a fondo riguardo alla sua dipartita, avvenuta in circostanze a dir poco misteriose.
Questa, però, è un'ulteriore ragione per non compiere il suo dovere.
Dean, infatti, è l'ultima persona ad averlo visto vivo e vegeto.
Fuori di sé ed in lacrime, a quanto si dice in giro, e per questo è nella lista dei sospettati della polizia.
Non nella sua, però.
Lo ritiene responsabile di aver abbandonato Kurt al suo destino, quella sera, perché Sammy s'era fatto la bua e lui s'era trovato costretto a correre al suo capezzale.
Lo ritiene un pazzo, per aver permesso che s'incontrasse più volte con un criminale efferato qual'era Sebastian Moran.
Ciò nonostante, gli riesce difficile credere che abbia spinto giù dal tetto del St. Bartholomew's Hospital o di aver fatto qualcosa che abbia potuto portare la sua ex spalla a quell'estremo gesto.
No, non s'è bevuto l'ipotesi di un suicidio neanche per un millesimo di secondo. E Dean Winchester t'ucciderebbe con una pallottola nel cranio o una pugnalata al cuore, non gettandoti nel vuoto.
Sembra proprio che gli tocchi chiedere il suo aiuto, dannazione.
“Winchester, che ne dici di collaborare e vederci chiaro su come il nostro caro Kurt sia volato dritto dritto tra le braccia del Creatore?” chiede, mellifluo, abbassando la pistola e sorseggiando un bicchiere di whisky.
“Col cazzo.” Risponde, ma abbassa comunque l'arma per versarsi un bicchierino pure lui. Ci vorrà un po' di tempo, probabilmente tutta la nottata, ma lo convincerà. Ne è sicuro.
“Be', tranquillo, per quello c'è sempre tempo.”
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4. E' serata single e River Song decide di mandare un biglietto al tavolo di Itachi, di cui è follemente innamorata. Il "postino" però è Sasuke, che è innamorato/a anche lui/lei di River e decide di non recapitare il messaggio. Cosa accadrà? Riuscirà River a dichiarare il suo amore? Ed Itachi ricambierà? :D
Non stai quasi mai ferma nello stesso luogo o nella stessa epoca.
Ma quando lo fai t'innamori di un pluriomicida. Uno che ha massacrato la propria famiglia.
Misterioso, laconico, che riserva i suoi rarissimi sorrisi per il fratellino.
Le vostre conversazioni, che si possono contare sulle dita di una mano, si sono sempre incentrate su argomenti quali allucinogeni, veleni, strategie di combattimento e stili di lotta. Molto romantiche, davvero.
Seppur vi siate rivelati l'uno all'altro come letali, insomma, sapete ben poco riguardo alla reciproca vita privata. Non che a te servano ulteriori informazioni, comunque. Sei già stata ad osservare la disperazione ed il rimorso combattere contro la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, il necessario o meglio l'indispensabile per salvare molte altre vite.
Che si tratti di un essere quasi millenario o di un ragazzo poco più che ventenne non è poi così diversa, quella lotta, in fondo.
Tu, che avresti sacrificato l'intero universo pur di non uccidere quell'unico individuo... Non puoi che trovare Itachi Uchiha alquanto affascinante.
Che poi sia anche un bell'uomo non guasta. Affatto.
Ora si tratta soltanto di rivelargli il tuo interesse nei suoi confronti.
Ma come? Confessarglielo apertamente, mentre chiacchierate di come far fuori più gente possibile in un lasso di tempo molto ridotto, è fuori discussione. È poco divertente: non ti farebbe godere la sua reazione. Non potresti stuzzicarlo con sorrisetti e sguardi allusivi tutta la sera.
Potresti usare un'altra persona come tramite e startene comoda a studiare i piccoli - praticamente impercettibili al mondo, ma non certo per te - cambiamenti d'espressione sul suo volto, da lontano.
Il fatto è che non ti fidi di come qualcun altro riporterebbe le tue parole, finendo per distorcerle.
Quindi eccoti qui, pronta ad approfittare della serata single in uno dei vostri locali preferiti.
L'esiguo spazio sul bigliettino non ti permette d'indirizzargli una missiva appassionata e compromettente quanto vorresti. Il che è un vero e proprio peccato, dal momento che stasera il “postino” è suo fratello Sasuke la cui espressione sarebbe stata impagabile se avesse letto quanto esplicita sai essere nella tua dichiarazione d'intenti indecenti.
Roba da fargli passare la sciocca cotta che ha per te.
Be', ormai non ha importanza. Ti accontenterai, seppur non sia nel tuo stile.
Aspetti.
Lo fissi, quando sei convinta che stia guardando altrove. Nulla.
In compenso Sasuke è alquanto compiaciuto e continua ad offrirti da bere.
Vorresti strozzarlo, quel bambinetto, ma ogni volta che t'arriva un drink decidi di rimandare.
D'altro canto non puoi nemmeno permettergli di continuare a prendersi gioco di te.
Quindi basta.
Finiamola qui con questa farsa.
Andrai a sbattere in faccia ad Itachi i tuoi sentimenti e qualunque sia l'esisto pretenderai che riempa il tuo bicchiere a sue spese fino a domattina.
Okay?
Okay.
“C'è qualche problema, River? Qualcosa che mi riguarda, forse?” Senza che te accorgessi Itachi ti è accanto, con una lama che potrebbe reciderti l'arteria femorale al minimo movimento inconsulto.
“Tutt'altro, Itachi-san.” Prendi la sua mano tra le tue, tirandolo verso di te e premendo il coltello contro la pelle.
“Meglio così. Ne ho già abbastanza di nemici.” Allontana l'arma, sorridendo.
È il segnale che attendevi. È il tuo momento.
Lo baci.
Un vassoio cade a terra.
“Ma cazzo!” grida Sasuke, in lontananza.
Sarà per gelosia o teme che tu gli abbia appena avvelenato il fratello?
Forse ha ragione, forse è davvero quello che hai appena fatto.
O forse no.
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5. Hwoarang è l'amico immaginario di Sasuke e anche ora che è cresciuto non può fare a meno di seguirlo e consigliarlo. Un giorno però Sasuke conosce Castiel ed è amore a prima vista. Hwoarang, geloso, fa di tutto per impedire a Sasuke di sposarsi non accorgendosi però di star man mano scomparendo...
Sasuke ha passato ben mezz'ora con i suoi coetanei, già sui tre anni - insomma, mica poppanti! - prima di decidere che sono tutti dei grandi piagnoni rompiscatole. Gente che non merita neanche d'intravedere l'ombra del suo fratellone Itachi.
Itachi è tipo un supereroe, ha finito l'Accademia Ninja in un anno ed ora già lo mandano a fare le missioni più difficili da cui esce senza neanche un graffio e non è come mamma o papà che quando sono stanchi sono di cattivo umore e lo sgridano senza un motivo. Itachi è instancabile e sempre gentile. Però ha un grande difetto: non è quasi mai a casa.
Così Sasuke si è trovato praticamente costretto ad ampliare la sua ricerca, tra i ragazzini più grandi. Ma neanche loro sembrano poi questo granché, tutti preoccupati di dirgli una parola di troppo che pagherebbero molto cara, quando lui la riporterà al fratello maggiore. Codardi.
Sta quasi per gettare la spugna, insomma, quand'ecco che dal nulla spunta Hwoarang.
Un pel di carota che non sembra davvero niente di speciale.
Non è per nulla perfetto. Non sta mai zitto e non ha la benché minima pazienza o voglia d'imparare le arti ninja. Assomiglia un po' a Naruto Uzumaki, di carattere, ma perlomeno quando Sasuke si stanca di lui può, far finta di non vederlo, cosa che invece con Naruto non riesce proprio a fare.
Ciò nonostante è un ottimo compagno di giochi. Protesta un sacco, ma alla fine si fa sempre usare come bersaglio per il lancio dei kunai.
Per di più conosce un sacco di modi pericolosissimi per divertirsi tipo correre e saltare da un tetto all'altro inseguendo i gatti randagi. Oppure stuzzicare gli adulti più iracondi, salvo poi scappare e lasciar lì Sasuke a pagarne le conseguenze.
I suoi consigli su come farsi odiare dalle ragazze, poi, si rivelano inestimabili una volta cresciuti.
Ad essere onesti, però, il suo egocentrismo ed egoismo non son facili da sopportare. Specie quando ormai hanno entrambi sui diciassette anni e lui ancora fa i capricci, sparendo magari per intere settimane soltanto perché Sasuke non ha avuto tempo per fare un giro in moto insieme.
Non è mica colpa di Sasuke se nessun altro è in grado di vederlo e quindi non può avere altra compagnia, eh!
Il disaccordo e la distanza tra loro aumenta, inoltre, con l'arrivo di Castiel.
Castiel è un guerriero, che dai suoi rari discorsi pare avere combattuto un'infinità di guerre. È potente, tanto da fermare interi eserciti con la semplice rivelazione della sua vera forma. Roba da far sciogliere gli occhi, letteralmente, a quando pare. Lui, che l'ha intravista grazie allo Sharingan, la trova splendida.
Assomiglia un po' a Itachi, di carattere, ma a differenza del suo fratellone non sembra proprio sapere come si sorrida. Però è gentile, perfino più impedito di lui nell'interazione sociale ma paziente e silenzioso.
Potrebbe esserne innamorato. Così almeno gli ha detto Naruto quando gli ha parlato di Cas - Hwoarang pare volatilizzarsi ogni volta che si tocca l'argomento! - e magari scherzava, però potrebbe anche trattarsi della verità.
Non sembra però ricambiare l'interesse, anzi, è molto critico nei suoi confronti. Hwoarang, che anche lui è in grado di vedere ed è stato infatti il loro primo argomento di conversazione, gliene ha davvero raccontate di ogni sorta sul suo conto. Lungi da Castiel ritenere che alcuni di quei racconti non siano inventati di sana pianta e dettati dalla gelosia, però a fatto intendere a Sasuke che le parole di qualcuno che lo conosce da una vita un loro peso ce l'hanno.
Non contento, spesso e volentieri s'inventa chissà quale missione che lui e Cas devono fare insieme e se lo porta via per un sacco di tempo.
E fa male un male cane. Non tanto il fatto che continui, imperterrito, a cercare di allontanarlo in tutti i modi da Castiel. Non ci riuscirà, e fra l'altro Sasuke ha anche deciso che gli dimostrerà con i fatti che di quanto riferito da Hwoarang non ci si può fidare.
No, ciò che fa più male è il pensare di essere pugnalato alle spalle e boicottato dal suo più caro - nonché unico - amico che tra l'altro non si fa quasi mai vivo e quando lo fa è la pallida imitazione di se stesso. Uno spettro pieno di rancore, morboso e possessivo come mai prima d'ora.
Forse è venuto il momento di tagliare i ponti con lui, con la sua infanzia. Di aprirsi al mondo e farsi così conoscere meglio da Cas.
Di lasciare che Hwoarang scompaia una volta per tutte.
Non sarà facile, nonostante il dolore che gli ha causato, ma è necessario.
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Considerate pure questo fill come un sequel del precedente
6. Per magia/esperimenti/altro a seconda del fandom Sam Winchester si trasforma in un bambino, ed Itachi Uchiha è incaricato di fargli da babysitter con l'aiuto di Castiel!
Avrebbe dovuto saperlo.
Se non per istinto, almeno avrebbe dovuto ricordarsi di Alice Nel Paese delle Meraviglie. Versione per bambini, naturalmente, non quella dove si vedevano le 'meraviglie' di Alice...
Non si bevono liquidi da strane bottigliette né si mangiano cibi di dubbia origine. Specie in un mondo che non sembra essere il proprio.
E per una stupida escalation di scherzi, aveva sostituito il contenuto del bicchiere di Sam con quello di una boccetta che chissà come gli era finita in tasca. Ce la doveva aver messa lo stesso simpaticone che li aveva mandati lì, ma figuriamoci se Dean aveva calcolato una tale eventualità.
Fatto sta che, dopo un sol sorso, si è ritrovato con un saccente fratellino di sette anni.
Troppo piccolo per maneggiare delle armi. Pericoloso per l'incolumità di Dean, che non sarebbe mai riuscito a guardarsi le spalle sapendo di dover dare a Sammy la priorità.
Un antidoto, però, andava cercato e necessitava di affidare a qualcuno di fiducia il piccoletto.
Bobby? Non era lì con loro.
Rimaneva soltanto un'altra persona. Castiel.
Tuttavia, benché l'avesse chiamato più volte, l'angelo non s'era presentato.
Dean stava per rinunciare quando nella sua mente s'era fatta sentire la stentorea voce di Cas, che gli dava le precise coordinate di dove l'avrebbe potuto trovare.
Raggiungerlo non era stato facile, con Sammy che non ne voleva sapere di farsi portare sulle spalle ma poi s'affaticava a tenere il passo del fratello maggiore e lo teneva sveglio tutta la notte per paura che i briganti li attaccassero.
Se non altro, Castiel non aveva fatto alcuna domanda quando finalmente i Winchester erano arrivati alle porte del Villaggio della Foglia.
Li aveva scortati all'interno e condotti alla sua temporanea dimora.
Che la trasformazione di Sam fosse da addurre ad una vendetta trasversale nei confronti di Dean, da parte di un Crowley annoiato, di una strega offesa o di uno dei suoi fratelli, non pareva avere alcuna importanza per Cas.
Per la prima volta da quando si conoscevano, Dean apprezzava il suo inumano distacco e disinteresse. Non gli rendeva certo più facile lasciare Sammy nelle mani di qualcuno che non era nemmeno umano e che non poteva quindi sapere come prendersi cura di un bambino, ma lo apprezzava.
Avrebbe sicuramente gradito maggiore aiuto da parte sua, ma sembrava che i poteri di Cas fossero ridotti all'osso. Poteva ancora combattere e difendere Sammy, o sparire insieme a lui in fruscio d'ali, se fosse stato necessario.
Se lo sarebbe fatto bastare.
Il capo del villaggio era venuta a far loro visita, con un equipe di medici al seguito, al fine di controllare che non portassero nel villaggio alcuna strana malattia. Dean avrebbe anche potuto offendersi, se non si fosse trattato di una bella donna molto prosperosa, accompagnata da assistenti altrettanto carine.
Aveva pure flirtato un po' con lei, prima di sentirsi dire da un ninja dai lunghi capelli corvini - che chissà da dov'era sbucato, Cas gliel'aveva presentato come 'Itachi, un mio amico', e Dean con un po' una punta di gelosia non aveva potuto che pensare 'beh sì, è un tuo degno compare: silenzioso, enigmatico e con la pessima abitudine di apparire dal nulla e scomparire senza salutare - che Tsunade avrebbe potuto essere una sua nonna. E a giudicare dal kunai che era volato in direzione di Itachi, prima che si dileguasse, doveva esserci del vero nella sua affermazione.
Brrr.
Ad ogni modo, dottori e dottoresse s'erano rivelati impotenti nel risolvere il problemino di Sam.
Non inutili, perché sostenevano esistesse un olio dalle proprietà sovrannaturali capace di riportarlo alla normalità.
Sfortunatamente, avevano esaurito le loro scorte.
Qualcuno sarebbe dovuto andare sul Monte Myōboku a fare rifornimento.
Quel qualcuno sarebbe stato proprio Dean, perché gli abitanti del luogo avevano accordi ben precisi con il villaggio riguardo alla frequenza ed alla quantità degli approvvigionamenti. Non avrebbero concesso nemmeno una goccia per almeno un altro paio di mesi.
Stava soltanto a lui, quindi, informarli della gravità della situazione e convincerli di aver un disperato nonché immediato di quel cazzo di olio.
A malincuore aveva salutato il fratellino, ripetendo fino allo sfinimento a Cas di fare attenzione che Sammy non lo seguisse. Minacciando apertamente che l'avrebbe fatta pagare cara a chiunque gli avesse torto anche solo un capello.
Sarebbe tornato presto. Molto presto, gli aveva promesso, abbracciandolo.
Ed era una promessa che intendeva mantenere.
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Castiel non sa davvero cosa pensare, né quale dovrebbe essere la sua linea di azione.
Aspetta ordini, ma tutti sembrano troppo occupati nelle loro sciocche faccende quotidiane per darglieli.
Non capiscono che si tratta di una questione di vita o di morte?
No, be', loro non hanno mai dovuto subire l'ira funesta di Dean Winchester.
Come si nutre, un piccolo umano?
Non tutte le sere a scodelle di ramen come fa Naruto, suppone. Ha sentito Sasuke - e Hwoarang, il suo amico immaginario che solo lui e lo stesso Sasuke sono in grado di vedere - lamentarsi spesso dei piatti di patate, carote, spinaci, peperoni, piselli o broccoli che erano costretti ad ingurgitare. Dovrebbe quindi essere un'ipotesi plausibile che, sebbene non piacciano ai bambini, le verdure debbano essere parte di una dieta sana. L'alternativa è che ai genitori piaccia torturare la prole ficcandogli giù per la gola forchettate di roba disgustosa e nociva.
Ma sono evoluti dalle scimmie, non dalle capre: sicuramente mangeranno della frutta e, giudicando dalla dentatura del suo vessillo, anche della carne.
Deve anche tenere conto di non potersi distrarre a cucinare, dal momento che il giovane Samuel sembra seriamente intenzionato a seguire il fratello.
Due volte gli ha dato le spalle e due volte Sam ha cercato di fuggire, costringendo Castiel a legarlo ad una sedia.
Ma non gli ci vorrà molto per liberarsi e comunque perfino lui si rende conto che non è quello il modo ideale per tenerlo sotto controllo.
Cosa può fare per convincerlo a desistere se non dicendogli la pura e semplice verità?
“Adesso ti lascio andare, Sam.” slega i nodi dietro alla schiena, tenendolo però fermo per i polsi. “Faresti meglio, però, a renderti conto che in queste condizioni sei d'intralcio a Dean. Non è per tenerti al sicuro che ti ha lasciato qui. O almeno, non era quella l'unica ragione. Se ora lo segui, condannerai entrambi a morte certa.”
“Lo so, Cas, lo so!” Incrocia le braccia, restando seduto. Continuare a scappare è futile, quando forse può convincere il suo carceriere a lasciarlo andare. “È il nostro destino. Ma almeno non morirà da solo!”
Forse non ha tutti i torti. Castiel si trova a riconsiderare la questione, per un attimo.
“E se invece cercaste di sopravvivere entrambi? Se prendessi in considerazione l'ipotesi che l'olio possa non funzionare e ti allenassi a diventare un valido supporto per tuo fratello, invece di un peso?” Itachi lo interroga, uscendo dalla cucina.
“Non sono sicuro che Dean sarebbe d'accordo...” Se Cas è stupito per la presenza del suo amico, non lo dà a vedere. In un villaggio di ninja ha smesso d'interrogarsi su come la gente entri in casa sua.
“Ma Dean non è qui. E, da quello che mi hai raccontato di lui, Castiel, non si lascerebbe convincere a tornare al villaggio per aspettare che lui sia pronto. Ad ogni modo, il mio era soltanto un suggerimento. Anche io ho un fratello minore, e so come vorrei si comportasse in una situazione del genere. Tutto qui.” Si rivolge nuovamente a Sam. “La decisione, naturalmente, spetta a te. Se vuoi andare, questa è la porta.” Gliela apre. Il suo sguardo non tradisce alcuna emozione. Non è una sfida. Non gli sta parlando con accondiscendenza, come troppo spesso hanno fatto gli adulti (e lo stesso Dean, prima di partire) nel corso della giornata. Si è inserito nel discorso, accorgendosi dell'esitazione di Castiel, ed ha semplicemente detto le cose come stanno come avrebbe fatto con qualsiasi suo pari.
Sam si alza, ma non esce.
Rimane a fissarlo negli occhi, indeciso se andarsene con un “Tu non sei nessuno! E nemmeno Cas lo è, non ho certo bisogno del vostro permesso per uscire di qui!” o collaborare.
Sarà pur rimpicciolito, ma il suo istinto di cacciatore non è stato compromesso dalla metamorfosi. Eppure non l'ha sentito entrare. Non si è accorto che fosse lì, finché non si è palesato.
Da quanto tempo li stava osservando, con la coda dell'occhio, dalla cucina? Giudicando dall'odore che arrivava da lì, quanto gli bastava per preparare pure la cena.
Incredibile. Potrebbe davvero insegnarli qualcosa.
Se intende rimanere, inoltre, gli converrà fare affidamento su qualcuno che non lo lasci morire di fame. O che rischi d'avvelenarlo.
“T'immaginavo più taciturno, sai? Comunque io sono Sam, piacere.” Gli dice, chiudendo la porta e porgendogli una mano.
“Non spreco parole per chi non le sa ascoltare.” Sorride, piegandosi sulle ginocchia per essere al livello del suo interlocutore. La sua stretta è forte ed allo stesso tempo gentile, e Sam ha come l'impressione che rifletta la sua personalità. “Itachi.”
“Mi allenerai?” Inutile girarci attorno, lo sanno entrambi.
“Tra una missione e l'altra. Dopo aver finito con Sasuke.” Ammette, deludendo un pochino Sam che sperava di avere la sua completa attenzione. Itachi, però, prosegue con un programma d'allenamento di cui non si può proprio lamentare. “Soprattutto nel lancio di kunai e shuriken ma anche nelle tecniche d'incursione, infiltrazione e spionaggio. Non tralasceremo la lotta corpo a corpo, ma prima vedere come te la cavi contro altri allievi dell'Accademia. Questi sono gli orari. Altre domande?”
“No, signore.”
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Uno s'allontana per qualche settimana per andare a prendere dell'olio, si riduce a supplicare per averlo da delle petulanti rane parlanti e quando finalmente riesce a fare ritorno a casa viene quasi ucciso dall'agguato del proprio fratello.
Ormai non c'è proprio più gratitudine, a questo mondo!
Orgoglio per la rinnovata letalità di Sammy e sollievo nel vedere che si erano presi cura di lui a perfezione - più Itachi che Castiel, sospetta - be', quello sì.