「 fanfict 」m.a.s.c.h.e.r.e. [ toma / ohno ]

Dec 16, 2008 05:25

ok, sono le 5 del mattino e a me vengono in mente fanfict inquietanti che scrivo di getto... chiedo perdono çOç

Titolo: m.a.s.c.h.e.r.e.
Autrice: LadyNorthstar
Pairing: Toma/Ohno
Raiting: NC-17
Warning: angst, tortura, role-play, humiliation, manette, pistole, turbe interiori... come potete intuire non è per nulla leggera, quindi tenetelo in mente prima di leggerla ... u_u;
Betaggio: non ancora... se qualcuno vede orrori grammaticali dica pure...
Riassunto: indossare una maschera per liberarsi di un'altra, potere essere veri solo fingendo di non essere sé stessi...

Ohno era inginocchiato di fronte a Toma, il suo sesso in bocca, il freddo metallo delle manette che gli graffiava i polsi, la mano dell'altro che strattonava i suoi capelli con ferma decisione, una bottiglia di birra, una delle tante abbandonate sul pavimento della camera d'albergo, conficcata laddove fino a pochi minuti prima si trovava l'erezione di Ikuta... e nulla di tutto ciò gli pareva anormale.
Erano mesi ormai che quella era diventata la loro deviata routine, mesi da quando avevano realizzato di averne entrambi bisogno: Satoshi di qualcuno in grado di non provare pena per i suoi occhi inondati di lacrime, Toma di qualcuno su cui sfogarsi senza che questi venisse terrorizzato da lui... erano necessari l'un l'altro.

Per Ohno, Ikuta rappresentava la sua valvola di sfogo: l'unica persona al mondo in grado di fargli deliberatamente del male senza sentirsi in colpa, l'unica persona che gli permettesse di espiare i tormenti del suo animo. ll senso di colpa per ogni errore, per ogni mancanza, per ogni scelta superficiale, per ogni bugia, soltanto Toma aveva il potere di rendere la sua anima più leggera da quei pesi, al posto di lasciarli accumulare in mucchi sempre più tetri ed imponenti (ormai impossibili da nascondere a sé stesso), tramite lo strazio che infliggeva al suo corpo.
Non si chiamavano mai per nome in quei momenti, forse non erano abbastanza forti da ammettere che erano loro stessi ad avere bisogno di quello: l'avevano nascosto sotto la confortevole patina del gioco di ruolo, l'avevano celato con la maschera dei loro personaggi, quei personaggi che avevano loro permesso di tirare fuori quel lato di loro stessi. E non c'era alcun bisogno di cambiare lo stato delle cose.
In quei momenti, il sentimento che Ohno provava per Toma era molto vicino all'amore, quello che Naruse provava per Naoto molto vicino all'odio, e le due cose si fondevano a tal punto che era impossibile distinguerle.
Toma, Naoto, non aveva alcuna remora a sbatterlo contro un muro e violentarlo fino a farlo sanguinare, restando poi a fissare la sua figura tremante accasciata a terra, senza degnarlo del conforto del calore umano fino al fermarsi delle sue lacrime, quando tutto quello che restava era lo sguardo vuoto e implorante, quando tutto quello che restava erano le loro labbra che collidevano in un bacio disperato, che desiderava il mondo ma sapeva di non ottenere nulla.
Toma non si faceva problemi a infilargli una pistola in gola mentre facevano sesso, ne a far scorrere la lama di un coltello sulle sue labbra fino a incidere un profondo taglio al centro di esse, succhiando quindi il sangue con la stessa famelica voracità di un vampiro.
Toma riusciva a prenderlo a schiaffi, o cinghiarlo finchè sulla sua schiena la pelle non iniziava a staccarsi, era in grado di guardarlo dritto negli occhi mentre piangeva, senza mostrare il minimo accenno di rimorso.
Era tutto così diverso dai giochi vagamente sadici di Jun e Nino... loro non erano in grado di fare seriamente del male a qualcuno, preferivano giocare sulla sensazione di frustrazione, o sul disagio. Ma non era di quello che Ohno sentiva il bisogno. E non c'era motivo per cui loro dovessero venire a conoscenza della verità.

Ora Satoshi sentiva il sapore salato delle proprie lacrime mischiarsi al sapore lievemente nauseante dello sperma di Toma, quindi i suoi capelli venire strattonati, per allontanare il suo volto. Ikuta, no, Naoto, era chino su di lui ora, e gli teneva il viso tra le mani.
- Questo è il dolore che mi hai fatto provare, Naruse... questo è lo strazio che mi hai fatto provare... credi di essere stato l'unico a soffrire tutti questi anni per quello che è successo?-
Ryo aveva tossicchiato un paio di volte prima di essere in grado di rispondergli.
- Credi che questo sia sufficiente a sollevarti dal macigno che ti grava sul cuore?-
Si erano guardati negli occhi. Quelle parole e quelle esperienze fittizie in quella stanza chiusa a chiave erano le loro, nessuno poteva negargliele o tentare di riportarli a forza in quel mondo che avevano sigillato fuori.
- Si, per ora lo è...-

Quando Naoto, quando Toma, era finalmente soddisfatto del proprio operato, quando tutta la rabbia era scivolata via come pioggia sulla plastica di un ombrello, quando si erano scambiati anche quelle ultime parole, allora poteva allentare un po' la presa: si stringeva Ohno al petto e, senza dire nulla, restavano entrambi così, immobili. Non c'era nulla di cui chiedere scusa dopotutto, c'era solo il bisogno di sentirsi di nuovo un po' umani...
Perché si, nonostante fosse un segreto, nonostante fossero solo loro due, ai loro stessi occhi si facevano paura a volte: era necessario riconfermare che non si erano trasformati in nulla che avrebbero avuto disgusto ad essere. Un piccolo passo prima del ritorno alla normalità ed al mondo.
Perché quel momento, quel loro rito, era solo una parte di quello che erano, non era il loro tutto, non avrebbero potuto sopravvivere senza quello che veramente amavano, senza quello che li attendeva al di fuori da quelle mura: sopire le angosce e i dolori per potere gioire col cuore, per potere vivere sul serio, per potere amare sul serio.
Perché attraverso le maschere che indossavano, potevano liberarsi della maschera che altrimenti sarebbero stati costretti ad indossare.
Perché in quel momento non erano loro, per potere poi essere veramente loro.

va a nascondersi perchè quando scrive cose così cattive poi si sente in colpa ditemi che ne pensate! ; D

g: toma, gnr: angst, g: arashi, r: nc-17, gnr: oneshot

Previous post Next post
Up