Ho costretto Jinny a postare in modo che io non mi doppiassi (da quant'è che non succedeva questa cosa? Credo più di un anno ormai XD), quindi eccomi qui, sono pronta per postare già da 1 settimana, ma non volevo postare a così breve tempo di distanza. Adesso ogni curiosità su che fine ha fatto Jun sarà svelata.
Buona lettura!!!
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13,
Cap.14,
Cap.15,
Cap.16,
Cap.17,
Cap.18 Capitolo 19
Nino mobilitò subito le sue spie per raccogliere informazioni, ma dopo qualche ora sembrò che anche queste non avevano trovato traccia dell’haris.
-Sembra che la vostra principessa sia stata ben attenta a non lasciare nessuna traccia e ad evitare tutte le mie spie- comunicò il re al principe.
-Vi renderete conto che era sotto la vostra responsabilità e che la sua scomparsa crea un nuovo problema, vero?- lo rimproverò per la prima volta Maruyama, chiaramente preoccupato di come si stava mettendo la situazione.
-Ne sono consapevole e… è chiaramente tutta colpa mia se è sparito così- rispose mortificato ed era sincero, aveva rovinato tutto, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro probabilmente avrebbe rifatto tutto, ma era comunque colpa sua se Jun se ne era andato.
-Abbiamo ancora un giorno e mezzo di marcia, quindi non ritarderemo ulteriormente, rimanere fermi ci rende solo vulnerabili, ma è chiaro che ora i generali si stanno facendo delle domande sul ruolo che ha la principessa in tutto questo- fece presente il re.
-Jun non è una spia!- si mosse subito in sua difesa il principe.
-Nessuno sta accusando Jun di essere una spia, ma…- cercò di mediare Maru.
-Ma visto che in passato era stato incaricato di ucciderti è normale che ora tra il mio esercito giri del sospetto al riguardo- concluse Nino per farla breve, sapendo che l’altro per essere più delicato ci avrebbe girato intorno al problema.
-Vi assicuro che non è questo il problema, io mi fido ciecamente di Jun e non è un traditore! Se se ne è andato è completamente colpa mia e di questo me ne prendo la completa responsabilità- disse Sho ed era sincero, si fidava di Jun, lui non era ne una spia ne un traditore.
-Ora cosa faremo con il nostro piano?- chiese poi Sho sapendo che con l’assenza di Jun le cose cambiavano drasticamente.
-Procederemo come stabilito- rispose semplicemente Nino, spiazzando non solo Sho, ma anche il suo consigliere che sembrava alquanto sorpreso da quella scelta azzardata.
-Non credo che…- provò quindi a intervenire Maruyama ma fu immediatamente interrotto.
-Lo ripeterò ancora, la liberazione degl’haris è la nostra priorità, con o senza la principessa dobbiamo portarli dalla nostra parte se vogliamo vincere questa battaglia, se non ci riusciamo… beh sarebbe meglio che giriamo i tacchi e ce ne torniamo tutti a casa- dichiarò risoluto, -Quindi ora non perdiamo altro tempo e continuiamo la marcia!- ordinò.
Un paio d’ore dopo la colonna si era rimessa in marcia, questa volta però Sho marciava solo, dietro di lui a qualche passo c’erano Satoshi e Masaki che dividevano il cavallo di Jun.
Sho non faceva altro che pensare alla scorsa notte, alle labbra di Jun, al calore dell’altro e all’errore che probabilmente aveva fatto. Jun se ne era andato ed era tutta colpa sua, rischiava di aver compromesso tutto, non solo quel poco che si stava costruendo del loro rapporto, ma anche la salvezza del regno e di tutta quella gente che gli aveva dato fiducia e non poteva biasimare se adesso ogni soldato non si fidava più della sua parola.
Quando arrivò il tramonto la marcia si concluse, le tende vennero montate e nell’attesa Sho continuò ad allenarsi, trovò un piccolo spazio nella foresta, un po’ isolato, e prese ad allenarsi, voleva rimanere solo e concentrarsi sugl’insegnamenti di Jun lo aiutava a non pensare, così continuò ad esercitarsi finchè il buio non calò completamente, non si accorse però di essere osservato da qualcuno.
Jun si svegliò prima dell’alba, per un attimo credette di aver sognato, ma quando aprì gl’occhi e trovò il viso di Sho a pochi centimetri dal suo realizzò che tutto quello che era successo era reale. Si alzò senza fare il minimo rumore e recuperò i suoi vestiti, sentiva il suo cuore battere nel petto e aveva paura, cosa gli stava succedendo? Quando si fu ricomposto, guardò per un secondo Sho che ancora dormiva e il pensiero andò a poche ore prima, alle sue mani, alla sua bocca e i battiti accelerarono ancora; non attese ancora ed uscì dalla tenda, voleva scappare, non voleva affrontarlo, aveva paura di quello che avrebbe detto, non aveva idea di come avrebbe potuto guardarlo o cosa gli avrebbe potuto dire dopo quello che era successo. Per la prima volta nella sua vita stava scappando e si vergognava di questo, ma non ce la faceva a rimanere. Nessuno lo vide allontanarsi, nemmeno le spie che il re aveva messo a guardia lungo tutto il perimetro dell’accampamento, era stato attento a non farsi vedere, ma quando fu abbastanza lontano si fermò. Voleva veramente scappare? Dove poteva andare e cosa sarebbe stato del suo popolo? Di Satoshi, di Masaki, ma soprattutto di Sho? Non riusciva a capire quello che stava succedendo a se stesso e al suo corpo. Anche quella notte… avrebbe voluto respingerlo, ma quando Sho lo aveva messo davanti a quella scelta, aveva ceduto e non solo perché non voleva ucciderlo, era il suo corpo che fremeva per un nuovo contatto e il suo cuore che batteva all’impazzata a guidarlo e questo lo aveva spaventato, non si era mai lasciato andare in quel modo e si era sentito davvero vulnerabile. Inoltre non riusciva a non pensare che nonostante non riteneva colpevole Sho di quello che aveva fatto suo padre alla sua gente e alla sua famiglia, era comunque suo figlio. Rimase fermo lì nel bosco per ore a riflettere, il sole si alzò fino al suo zenit e lui era ancora lì, seduto sull’albero sul quale si era fermato. Si accorse dei soldati che lo stavano cercando ma rimase lì, sicuro che non sarebbe stato scoperto, li guardo dall’alto affannarsi cercandolo e poi tornare verso l’accampamento arrendendosi. Quando si fece tutto più tranquillo, Jun finalmente si alzò e sfruttando tutte le sue abilità si mosse con estrema velocità, senza mai toccare terra, passando da un ramo all’altro e in poco tempo raggiunse la colonna dell’esercito. Rallentò un po’, rimanendo nascosto tra gli alberi risalì la colonna ed arrivò poco oltre il centro di essa, dove in genere viaggiavano lui e Sho, e lo vide. Rallentò ulteriormente mettendosi al passo, seguendoli con attenzione e continuando a tenere gli occhi puntati su Sho che procedeva in silenzio e con sguardo basso. Presto arrivò il tramonto e la marcia si concluse, mentre i preparativi per accamparsi iniziavano frenetici. Jun vide Sho allontanarsi e addentrarsi nel bosco da solo, lo seguì nell’ombra senza farsi ne vedere ne sentire e rimase a guardarlo, lo osservò allenarsi duramente, mettendo in pratica ciò che lui gli aveva insegnato. Jun poteva vedere quanto fosse migliorato durante il viaggio e ora Sho probabilmente era uno dei guerrieri più forti del contingente. Poi lo vide sbagliare un movimento, anche Sho se ne accorse e imprecò sottovoce. Jun ebbe l’istinto di correggerlo e per un attimo si mosse come a volerlo fare, ma… subito tornò quella sensazione, quella specie di timore nel dover affrontare Sho e nel dover affrontare se stesso e quel conflitto interiore che stava provando.
Sho tornò alla sua tenda e si liberò delle vesti sporche di polvere e sudore da solo, non voleva l’aiuto di Masaki, voleva semplicemente rimanere solo. La cena era stata già servita e Sho la trovò sul tavolo, non aveva voglia di mangiare, ma erano più di 24 ore che non metteva qualcosa nello stomaco e la fame si stava facendo sentire. Mangiò quindi, ma di mala voglia e non riuscì a finire perché dopo pochi bocconi lo stomaco gli si chiuse nuovamente. Decise allora di andarsene a letto, ma anche dormire si sarebbe rivelata una cosa ardua, perché appena chiudeva gl’occhi la mente tornava alla notte scorsa, alle sensazioni provate e alla felicità che credeva di aver raggiunto, ma d’un tratto quando apriva gl’occhi si ricordava essere stata soltanto un mera illusione.
-Potrei dirlo io al principe- disse Nino, camminavano da un po’ in silenzio lui e Satoshi, gli piaceva sempre di più passare del tempo con il medico, anche se questo era di poche parole, quelle poche per lui erano sempre quelle giuste e ogni volta trovava il modo di sorprenderlo.
-No, sarò io a farlo al momento giusto- rispose soltanto.
-Siamo a Zamìn, in territorio nemico e con la prospettiva di affrontare un esercito che sarà probabilmente il doppio del nostro numero, forse è ora che parli con il principe e gli dici la verità- cercò di convincerlo.
-Avrei voluto dirglielo appena siamo arrivati, ma… dopo l’attacco e poi la scomparsa di Jun, credo non sia il momento adatto per fargli scoprire quello che veramente è successo a suo padre-
Nino si fermò e si girò a guardarlo -La scomparsa della principessa lo ha turbato, sono d’accordo, deve essere successo qualcosa e posso immaginare anche cosa visto che continua a darsene la colpa- fece una pausa guardando negl’occhi l’altro che sosteneva il suo sguardo con tranquillità e questa era una cosa che Nino aveva notato dal primo momento; -Ma… non credi che forse sapere la verità lo motiverebbe in questo momento?-
-Potrebbe succedere sì, oppure potrebbe peggiorare la situazione- rispose Satoshi.
-E se Jun non tornasse?- gli domandò Nino.
-Io non credo nemmeno che se ne sia andato. Quando io l’ho seguito fino ad Ᾱb, non mi ha lasciato indietro, si era preso la responsabilità di avermi con lui e mi ha protetto a costo della sua vita, anche se era ferito e stava male. Verso il principe ha la stessa responsabilità, anzi non è per niente una responsabilità è qualcosa di molto diverso probabilmente e non lo lascerà indietro- spiegò Satoshi, ne era estremamente convinto, ed anche Nino in fin dei conti la pensava allo stesso modo, era sicuro che l’hairs non fosse andato via sul serio, ma che semplicemente non voleva farsi trovare.