OMS - 7 Over

Mar 29, 2014 00:03


Ma sono l'unica che sistematicamente quando prova ad entrare in Pasticci viene reindirizzata a siti di giochi on line? >__<
Boh? In ogni caso, procediamo con il postaggio ^^'

Questo in teoria era l'ultimo capitolo... è anche a questo che si riferiva il titolo...
Poi ho scritto due capitoli extra, che cronologicamente vengono dopo, ma come concept considerano comunque questa la conclusione.
Ora mi appresto a scrivere un ennesimo capitolo che potrebbe avere una parvenza di conclusione. (in realtà ho il dubbio se continuarla ulteriormente... ma prenderebbe una piega troppo triste... -__-). Quindi... boh, vedetela un po' come volete... ^^'

I capitoli precedenti sono:

1- Prey and pray + Black and light
2- Just words
3- Yin and Yang
4- Kanjiau
5- Slices
6- Subete

Titolo: Oms parte 7: "Over"
Gruppo: Kanjani8
Paring: Ohmaru (Okura Tadayoshi & Maruyama Ryuhei)
Genere: introspettivo, vagamente(?) angst
Rating: PG (wow, questa volta non combinano nulla di sconcio!) - NC 17 per la serie (yeah!)
Disclaimers: I gruppi appartengono a Johnny. Le persone dovrebbero appartenere a se stesse. Io comunque finirò all'inferno per colpa dell'RPS
Avvertimenti per la serie: (questi si ripetono sempre)  La serie è stata pensata in più di un anno e scritta nell'arco di mesi. Da cui l'incoerenza tra i capitoli e gli stili. Non è ambientata in un momento particolare, ma tenete presente quando è stata "realizzata". Abuso di scene oniriche e di simbolismi. Si può leggere a vari livelli, filosofico, psicologico, metaforico, etc... ma dal momento che gli obbiettivi "profondi" non sono stati raggiunti, leggetela pure solo per le parti sozze. Scrivere Maru è difficile. Pure Tacchon, benchè sia il mio ichiban. Ho dei problemi con gli avverbi, ma sto cercando di smettere. Non capirò mai come editare decentemente gli spazi. Grazie ad Eri-chan che ha preteso di leggersi tutto in anteprima.
Avvertimenti per il capitolo: Per l'isola che fa da location a questo capitolo, mi sono basata un po' sui miei ricordi di Enoshima un po' sul Bouken Japan, anche se poi ho ambientato tutto in zona Ise. L'idea del tempio (a parte che forse c'è un tempio rupestre ad Enoshima) mi è stata ispirata da una scena del manga Videogirl Ai. Non ricordo se lo avevo detto, ma inizialmente, P&P nasceva come metafora dell'essere fangirl: in questo capitolo si riprende un po' l'idea che avvicina Maru al sentimento della fangirl. Mi accorgo ora che questo capitolo è pefino più spezzettato in periodi del solito: chiedo perdono.

Over

Già un paio di volte Maru, un po' scherzando ed un po' è Maru e non si può mai dire, aveva tirato fuori l'ipotesi di farsi una piccola vacanza, loro due soli. Ed una mattina, mezzo addormentato tra le coperte del suo letto, Okura lo aveva pure scoperto mormorare un desiderio del genere.
Okura avrebbe voluto stupirlo, regalargli una piccola pausa dal lavoro insieme. Avrebbe voluto trovare almeno due o tre giorni liberi per entrambi, ma quando, con la complicità del manager, comparava le loro agende, ogni volta era sempre un disastro.
Alla fine la sua idea di soprenderlo non riuscì ad attuarla.
Maru lo battè sul tempo, proponendogli di passare il weekend fuori Tokyo, questa volta abbastanza convinto, nonostante la cadenza che imitava la gag di un comico che Okura non aveva identificato, ma sicuramente aveva sentito in TV.
Okura aveva accettato subito, nonostante la delusione di non essere stato lui a chiederglielo, cosa che lo avrebbe fatto sembrare sicuramente molto figo.
Chiese almeno a Maru di lasciargli organizzare il viaggio. A questa sua offerta gli occhi di Maru brillarono di ammirazione. Non poteva sapere che, avendo messo in conto da tempo di farsi quella vacanza, Okura aveva già in mente dove andare.
Un alberghino piccolo ma di alto livello, per lo più conosciuto solo alla sua clientela di elitè, in una isoletta vicino la costa, un po' più a Nord di Ise. C'erano stati i suoi genitori l'anno prima, e sua madre gliene aveva parlato tanto bene, che gli era venuta voglia di andarci prima o poi. Soprattutto, lo allettava l'idea del paesino isolato e della privacy che un posto del genere gli avrebbe garantito.
Fortunatamente anche Maru sembrò apprezzare il posto.
"Mi ricorda quando facevamo Bouken Japan" Gli aveva detto, mentre si stavano godendo il giro in barca dell'isola, offerto dallo staff del loro albergo.
La giornata insieme era passata tranquilla, proprio come Okura la aveva immaginata. Il pomeriggio passato al mare, poi un giro nel paese alla ricerca di artigianato o cibo locale per farne regalini e poi la cena la sera, degna di un qualsiasi ristorante di lusso di Tokyo, ma a base di pesce ben più fresco. In quel paesino di pescatori dove il turismo puntava più ad un target di mezz'età, due ragazzi di città davano abbastanza nell'occhio. Ma alla fine, tutti sembravano più farsi i fatti propri che farsi domande. Erano anche stati scoperti: un gruppo di tre ragazzine delle medie, forse l'unica gioventù nel raggio di chilometri, gli si era avvicinato e gli avevano chiesto una stretta di mano. Ma la loro privacy non era stata compromessa: le ragazze non avrebbero messo subito la notizia su twitter, Okura si chiese anzi se lo avessero pure un cellulare. Erano state carine, si erano comportate bene ed erano state educate, e Maru era tutto orgoglioso di essere stato riconosciuto. Sembrava un po' il Darts trip, e in fondo era stato un intermezzo simpatico.
Purtroppo, contrariamente a quanto avrebbe voluto pianificare Okura, il loro viaggio sarebbe durato solo due giorni, il loro ritorno era previsto già per il pomeriggio successivo. Così, per non sprecare quell'occasione preziosa, dopo mangiato decisero di godersi ancora po' di quella pace, con una bella passeggiata sulla spiaggia.
Erano usciti parecchie volte loro due da soli, ma era la prima volta che riuscivano a stare così tranquillamente insieme.
A quell'ora non c'era nessuno e potevano parlare e camminare senza preoccuparsi di occhi indiscreti; avrebbe anche potuto tenere Maru per mano, se solo fosse stato il tipo da prenderlo per mano.
Dalla parte opposta a quella del loro hotel, la spiaggia terminava in un piccolo sentiero di pietra che costeggiava la riva ripida dell'isola.
-Proseguiamo?- Chiese Okura, una volta arrivati al primo degli scalini per accedervi.
Maru diede un secco cenno con la testa.
I due continuarono lungo la stradina illuminata dalla luna e solo di tanto in tanto da qualche luce di fortuna. Okura iniziò a chiedersi se fosse stata una buona idea prendere di notte una strada così irregolare. Ma il panorama che si apriva danvanti a loro, la costa illuminata sull'altro lato, e il rumore delle onde di sottofondo, nei pochi momenti in cui Maru chiudeva la bocca, lo convinse che sarebbe stato un peccato tornare al caos di Tokyo senza aver goduto di quel panorama.
Maru stava finendo di cercare di fare l'imitazione di ciascuno dei pesci della loro cena, cosa molto stupida ma che Okura doveva ammettere essere esilarante, quando arrivarono improvvisamente alla fine del sentiero.
Maru, vedendo da lontano la parete di roccia davanti a loro accellerò il passo per andare a vedere. Poi si girò, e vide qualcosa che gli fece battere le mani.
Anche Okura, la cui visuale era impedita da una sporgenza del fianco dell'isola, lo raggiunse.
Sul lato si apriva una piccola grotta, dentro cui si poteva intravedere una luce. Tutto il sentiero doveva essere stato costruito per arrivare fino a lì.
Accanto all'apertura della caverna era stato attaccato un cartello in legno a forma di esagono. Alla luce fioca della sera la pittura nera dell'iscrizione appena si intravedeva.
Maru prese il cellulare per far più luce e leggere cosa ci fosse scritto. Lesse mormorando le parole, ma Okura non ne capì nulla.
Se era un power-spot o una di quelle altre cose di cui Maru andava pazzo... addio!
Spinto dalla curiosità per il sorriso crecsente di Maru, anche Okura si sporse a leggere.
"GROTTA DEGLI INNAMORATI: una coppia che entra in questa grotta fino a raggiungere il tempio al suo fondo, può chiedere alla divinità di non separarsi, per sempre."
Maru girò la testa a guardarlo.
-No.- Disse, senza nemmeno aspettare una sua domanda.
-Andiamo, Tacchon...- Lo pregò Maru.
La sua espressione gli ricordò quando il vecchio John vedeva suo padre tirar fuori il guinzaglio.
-No.- Ripetè Okura, secco.- Noi non siamo nemmeno una coppia.
Entrare in quella grotta sarebbe stato troppo stupido, troppo imbarazzante, e forse fuorviante.
Per ribadire il concetto, Okura si girò su se stesso per tornare verso la spiaggia e l'albergo.
-Forse non saremo una coppia.- Disse Maru dietro di lui.- Ma io ti amo.
Quella frase lo pugnalò alle spalle.
Maledizione.
"Ora ci siamo" Pensò Okura.
Si ricordava benissimo di quella notte. La notte in cui per la prima volta lo aveva fatto con Maru. E di quella promessa implicita. Gli aveva detto di voler arrivare fin in fondo con lui per poter far ordine nei suoi sentimenti, ed invece ancora non lo aveva fatto. Ancora non aveva detto chiaramente a Maru cosa lui provasse.
Come poteva dirglielo?
Eppure, a vederli, quella non era la situazione perfetta? Avevano la luna, avevano il mare...
Poteva dirglielo?
Poteva dirglielo anche se si trattava di una bugia?
Oppure dirgli la verità?
Non poteva mentirgli, e non poteva dirgli la verità.
Maru per lui era troppo caro perchè potesse dirgli una bugia, troppo importante perchè potesse dirgli la verità.
Okura si voltò ancora verso di lui.
Di fronte a tanta intensità e tanta sincerità, si trovò spiazzato.
-Maru, io...- Nessuno si merita di sentirselo dire.
Tantomeno qualcuno per cui provava così tanto affetto.
-Non importa.- Maru lo interruppe prima che potesse decidere cosa dire.
-Non mi importa che tu lo dica.- Continuò.- Non mi importa neppure che tu lo provi.
Okura si avvicinò a Maru.
Maru allungò la mano e gli accarezzò la guancia.
-Maru-chan...- Lo chiamò Okura.
-Mi basta solo quello che provo io. Non mi importa di essere ricambiato. Quando sto con te sto bene, e sono felice. Basta questo.
-Così non è giusto.
Maru scosse la testa.
-Non importa...
Okura si liberò dalla mano che Maru aveva ancora delicatamente appoggiata tra la sua spalla ed il suo collo.
-Cazzo, Maru. Continui sempre a fare lo stesso errore.- Sbottò.
Maru saltò indietro di un passo. Non si aspettava quella reazione. Ancora non aveva capito nulla.
-"Non importa", "A me basta", "Va bene così"- Contò Okura.- Fin dall'inizio, è sempre la stessa storia. Continui ad abbassare lo standard del nostro rapporto a ciò che io posso o non posso darti. E continui sempre a non pensare a ciò che io potrei volere.
-Io...
-Tu lo fai per me, lo so.- Sospirò Okura.- Ma non sempre funziona così.
Dopo un lungo secondo di silenzio, Maru si riavvicinò ad Okura, gli occhi che cercavano i suoi.
-Tacchon...- La voce di Maru era esitante.- Tu... Tu cosa vuoi?
Okura sospirò.
Quella che avevano costruito era una relazione troppo complicata e troppo strana perchè lui stesso potesse comprenderla o accettarla.
Cercò di riordinare le idee prima di parlare.
-Maru... Questo... Noi che...- "Facciamo sesso". Merda, erano mesi che succedeva, ed ancora non riusciva a dirlo a voce alta?- Noi. Non può durare a lungo.
L'espressione di Maru si fece così triste che gli spezzò il cuore.
-Lo sai.- Okura doveva fargli capire quale fosse la verità.
-Tacchon. Stai bene quando sei con me?- Gli chiese Maru.
"Non è questo il punto", pensò Okura.
-Ti piace passare del tempo con me?- Chiese ancora.
Quello era vero. Quello poteva dirglielo.
-Si.- Okura abbassò lo sguardo, perchè quella confessione lo imbarazzava.- Sto bene con te. Nessuno mi fa ridere quanto te e nessuno mi fa rilassare quanto te.
Maru gli alzò il viso. Sul suo volto si era aperto un tenue sorriso.
-E questo non è già meraviglioso? Quando sono con te io sto bene, vorrei che fosse così per sempre. E vorrei che anche tu stia bene per sempre. Non vuoi ridere e rilassarti con me per il resto della tua vita?
Okura aggrottò le ciglia. Messa così sembrava una proposta di matrimonio.
-E' questo che voglio chiedere alla divinità.- Si spiegò Maru.- Continuare a stare al tuo fianco ed averti al mio. Anche quando non faremo più l'amore o non usciremo più insieme. Anche quando saremo vecchi. Continuare per sempre ad essere noi, a fare musica, a dividere il palco, a mangiare insieme, a sentirti ridere delle mie battute quando nessun'altro lo fa. Anche quando avrò trovato il coraggio di confessarmi alla ragazza che mi piace e tu avrai trovato la persona che si merita di amarti.
Okura iniziò a capire.
Il pensiero aveva sfiorato anche lui.
Ma aveva continuato sempre a concentrarsi su quanto fosse complicato l'"adesso" perchè pensare al "dopo" gli metteva troppa paura.
Sarebbe stato bello poterne uscire "puliti". Dopo che tutto quello sarebbe finito.
Anche in futuro, poter restare fianco a fianco con lui, poter contare su di lui come una persona cara, mantenere per lui un sentimento speciale.
-Questo lo desideri, Tacchon?
Okura sorrise suo malgrado.
-Sì, questo è quello che desidero.- Ammise.
Maru saltò all'indietro.
-Bene, allora è deciso. Andiamo a fare una preghiera alla divinità della caverna?- Gli propose entusiasta.
Qui dovette dargli ragione. Un aiuto divino sarebbe stato utile.
-Andiamo.- Cedette.
Maru si mise ad applaudire dalla felicità. A vederlo, così stupido che sembrava un bambino, Okura non resitì dal ridacchiare.
Fermo davanti l'ingresso della grotta, Maru lo aspettava impaziente.
Okura si affacciò.
Appena oltre il bordo di pietra si poteva intravedere un primo tori, e poi buio fino alla debole luce che illuminava il tempietto.
Si fece coraggio, cancellando dalla mente l'idea di tutte le orribili creaturine che sicuramente abitavano la grotta.
Avanzò di un passo. Maru era accanto a lui.
Procedette un passo alla volta, ma presto un forte rumore lo spaventò.
-ARAAAHHHAAAHU!- Ulrò Maru, prima di afferrarsi ad Okura.
Anche Okura, preso alla sprovvista si lasciò scappare un piccolo grido.
-Tutto bene, Maru?- Gli chiese appena il suo cuore terminò la rullata veloce.
-Stavo per spaccarmi la testa.- Rispose ridendo Maru.- Devo essere inciampato su qualcosa.
Effettivamente il pavimento era sconnesso, e li dentro non si vedeva nulla.
Okura prese il telefono per fare luce, ed infatti proprio sotto i piedi di Maru si apriva una piccola buchetta, Anche Maru accese la torcia del suo cellulare, ed insieme riuscirono ad illuminare un poco la strada.
-Forza, prendi.- Okura tese l'altra mano verso Maru.- Così se uno si noi scivola, l'altro lo reggge.
Maru afferrò la sua mano, e la strinse leggermente.
Ripresero a camminare verso il fondo.
Da una parte mano nella mano, Okura si sentiva un liceale. Dall'altra ciascuno tenendosi da una mano e tenedo i telefoni con l'altra, dovevano essere davvero un'immagine ridicola.
Finalmente raggiunsero il fondo, ma la sensazione di Okura non migliorò di molto.
Intanto gli sembrava di aver visto una piccola ombra scappare sulla parete davanti a loro, e poi, vedere così la parete di roccia viva, gli dava quasi un senso di claustrofobia.
Sulla parete in fronte all'apertura della grotta era stato costruito un tempietto di legno in miniatura, non più altro di cinquanta centimetri. L'umidità della grotta aveva rovinato la superficie, che risultava crepata e screpolata in più punti, ma non sembrava essere troppo antica. Anche i gohei di carta che pendevano intorno alla pietra su cui era poggiato, non avevano un bellissimo aspetto. Sul ripiano più largo dello scalino in miniatrura davanti alla porticina, qualcuno aveva appoggiato una piccola coppetta di porcellana bianca; qualunque cosa ci fosse stata dentro, era sparita o evaporata.
La luce, movimentata dall'ombra del volo di una gossa falena, era data da una vecchia lampadina ad incandescenza, collegata ad un filo che portava lì l'elettricità da chissà dove, e lasciata tristemente pendere in un angolo, senza nemmeno un lampadario a proteggerla.
Maru staccò piano la mano dalla sua, per battere le mani e risvegliare la divinità.
Con gli occhi chiusi e le mani giunte era dannatamente serio.
Anche Okura compì lo stesso gesto.
"Ti prego, fa che non succedano casini. Che entrambi possiamo essere felici."
"E vicini" Si ricordò di aggiungere prima di alzare la testa verso il tempio e fare un inchino.
Accanto a lui Maru stava ancora pregando. Una richiesta così lunga, un po' lo spaventava.
Rimase per un po' sospeso nell'indecisione se fosse il caso di richiamarlo o se aspettare, quando Maru lo sorprese muovendosi improvvisamente in un profondo inchino.
Poi gli sorrise emettendo uno dei suoi strani versi.
-Andiamo?- Gli propose allora Okura.- Prima che mi cada qualche insetto in testa...
Maru afferrò con forza la sua mano, ed insieme ripresero la strada verso l'uscita.
Questa volta a guidare la loro strada potevano contare sulla luce che entrava davanti a loro, e non avevano più bisogno dei telefoni.
Una volta fuori dalla grotta, li accolse la brezza marina della sera. Okura si sentiva rinfrescato, non solo rispetto a quando era dentro la grotta, ma anche rispetto a prima di entrarci.
Sentiva che quella preghiera alla divinità e quel discorso con Maru gli avevano fatto bene.
Continuarono tutto il sentiero verso la spiaggia in silenzio, ma Okura sapeva che anche Maru si sentiva sollevato.
Arrivati alla fine del sentiero, dove pochi gradini li avrebbero portati dalla pietra alla sabbia, davanti a loro si vedevano le luci dell'albergo.
Okura si avvicinò a Maru.
-Sbrighiamoci a tornare.- Gli sussurrò nell'orecchio.- Abbiamo una stanza con vetrata a specchio e vista sul mare da 55000 yen a notte... Non vorrai sprecarla a dormire.
Da come lo guardò Maru, sembrò allettato all'idea.
-Certo che no.- Gli rispose divertito.- Ma è ancora presto. Magari il bar dell'hotel è ancora aperto quando arriviamo.
Sì, anche ad Okura un piccolo drink prima non dispiaceva.
-Ok, ma solo se offri tu.- Provò a fare il prezioso.
-No, offri tu.- Ribattè Maru.
-Va bene, offro io.- Accettò Okura.- Ma tu devi dirmi chi è lei.
Maru finse di cadere dalle nuvole.
-Lei?
-Sì, lo hai detto prima, no? Che c'è una ragazza che ti piace.
-Non è vero.- Mentì spudoratamente Maru.
-Sì che l'hai detto.- Gli ricordò Okura.
Maru continuò a camminare non rispondendo.
-E' Airi, vero?- Okura cantilenò, punzecchiandolo alla cassa toracica con un dito.
-Lasciami...- Si lamentò Maru, cercandò di scacciare il braccio di Okura.
-Vero? Vero?- Okura continuò, finchè Maru non cercò di sfuggirgli e il loro ritorno all'albergo si trasformò in una corsa sulla spiaggia.

r: pg, g: kanjani8, p: ohmaru

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